lunedì 31 marzo 2008

Campagna Elettorale: Falasca consigliere


Giampiero Falasca
Un inizio fuori dal comune
Sabato 29 marzo si è aperta la campagna elettorale di Giampiero Falasca. L’impegno era difficile, se non proibitivo: riempire una sala da 200 posti, avendo solo cinque giorni a disposizione (l’idea di fare un evento pubblico era nata, tra mille dubbi, il giorno di Pasqua…).

Alle quattro meno dieci di sabato, la disperazione aveva preso tutti noi; la sala era praticamente vuota, nessuno parlava, qualcuno se la prendeva con la giornata di sole. Poi, improvvisamente, è iniziato il fiume di persone: alle quattro e venti la sala era piena, qualcuno è rimasto addirittura in piedi, c’erano almeno 200 persone, qualcuno dice 250, qualcun altro dice ancora di più (per un resoconto vai su http://www.giampierofalasca.com/, sezione Diario).

I numeri non riescono, tuttavia, a descrivere l’entusiasmo e la partecipazione che si è creata intorno al progetto di Giampiero Falasca: portare al Comune di Roma ed ai Municipi persone nuove, competenti e affidabili, che si candidano sulla base delle loro idee e del loro curriculum.

Queste persone sabato si sono presentate, con le loro facce e la loro storia: sono stati presentati i candidati ai Municipi (quelle che una volta si chiamavano Circoscrizioni), e Giampiero ha illustrato il progetto complessivo che si lega alla sua candidatura.

Questo progetto vuole dare una risposta concreta alla crisi di credibilità che ha investito la politica negli ultimi anni, e ha come obiettivo finale l’affermazione di alcuni valori prioritari: la meritocrazia, la solidarietà sociale, la partecipazione dei cittadini, la trasparenza dell’amministrazione.

Per questo motivo, Giampiero Falasca ha preso i seguenti impegni:

- tutta la campagna elettorale costerà 5000 (cinquemila) euro, e sarà curata gratuitamente da volontari che credono in lui: questa scelta è una risposta politica alla crescita ingiustificata dei costi della politica (come può un candidato spendere per la campagna elettorale più di quanto guadagnerà per l’intero mandato?)
- non saranno affissi manifesti sui muri: come può un candidato diventare amministratore se non rispetta alcune regole basilari, come quelle che vietano di sporcare selvaggiamente i muri della città?
- Giampiero ed candidati a lui collegati pubblicheranno, se eletti, i loro compensi su Internet: non è più accettabile la scarsa trasparenza dei costi della politica, che nasconde spesso privilegi ingiustificati.

Questo progetto ha bisogno di una spinta ulteriore, affinché possa tradursi in qualcosa di concreto. E’ necessario che tutti quelli che sentono il bisogno di una nuova politica si uniscano al nostro movimento, sostenendo attivamente la candidatura di Giampiero Falasca.

Pertanto, ti chiediamo di venire ad ascoltare le proposte di Giampiero Falasca il giorno 6 aprile, alle ore 17.00, presso l’Hotel Romulus, in via Salaria n. 1069; siamo certi che dopo averci sentito prenderai coraggio e, invece di votare i soliti noti, sosterrai un candidato fuori dal comune.

Con l'occasione ti invitiamo anche ad ascoltare l'intervista a Giampiero Falasca che potrai seguire domani, alle ore 12:30, su nuova spazio radio, sulla frequenza 88.150 o sul sito http://www.nuovaspazioradio.it/.


Comitato elettorale "Per Giampiero Falasca, un candidato fuori dal comune"

Responsabile Stampa e Comunicazione: Johann Rossi Mason, 349/1091550, comunicazione.falasca@email.it

domenica 30 marzo 2008

Nostalgia di El Gouna






Le foto sono di Gianalberto Briccarello.

La ricetta: capunet di verza


Sfogliare il cavolo e lavarne le foglie.Sbollentarle in acqua bollente per circa 3 minuti.A parte far bollire 50 g. di riso per 20 minuti e scolarlo.Rosolare 150 g. di coscia di vitello piemontese tritata in olio extravergine di oliva.Mescolare la carne con 3 cucchiai di Parmigiano, ½ cucchiaino di sale, il riso, 4 uova e amalgamare bene fino ad ottenere un impasto omogeneo.Asciugare le foglie di cavolo sbollentate, stenderle su un piano e mettere un cucchiaio di impasto al centro di ogni foglia. Chiudere le foglie formando degli involtini.Infarinarli e rosolarli in olio bollente. Servirli caldi.Consigli per la cottura del cavoloQuando si cuoce il cavolo, l'acido solfidrico in esso contenuto raddoppia tra il quinto ed il settimo minuto di cottura. Per questo, e anche per non perdere gran parte delle proprietà contenute nel cavolo, si consiglia di cuocerlo per pochissimo tempo, meglio ancora, consumarlo crudo.Consigli per ridurre gli odori durante la cottura- sistemare un batuffolo di cotone idrofilo imbevuto di aceto tra il coperchio e la pentola stessa.- mettere due noci nell'acqua di cottura- mettere del latte mescolato all'acqua di cottura (il cavolfiore con questo metodo acquista anche un buon sapore).


Nonostante una certa confidenza con la cucina piemontese i 'capunet' non li avevo mai assaggiati e sono stati una piacevole sorpresa...

Legge di Murphy: la scienza

Tutti conoscono quel fantastico libro, La legge di Murphy, dovuto ad un geniale umorista americano, Arthur Bloch, che ha venduto milioni di copie in tutto il mondo
Bloch, lavorando di fantasia sulla figura di un ingegnere aeronautico che lavorò nella US Air Force negli anni '40, tale Edward A. Murphy Jr., personaggio ai limiti del leggendario, elaborò una specie di trattatello umoristico (ma in fondo neanche tanto) sulla cosiddetta 'sfiga', cioè sulla sfortuna, e sul perchè essa sembri accanirsi in certe occasioni, circostanze e individui.
In pratica tutto il libello di Murphy si ispira a una semplice regola: Se qualcosa può andare storto, lo farà.
Ora la notizia è che c'è qualcuno che ha preso l'operetta di Bloch molto sul serio, al punto di farne un libro di divulgazione scientifica.
Richard Robinson, illustre divulgatore scientifico inglese, pubblica ora il libro: Perche' il toast cade sempre dalla parte imburrata? (Ediz. Mondadori, pag. 260 - euro 14), un volume che risponde alla convinzione comune che la sorte ci perseguiti, un tentativo di spiegare in modo razionale, attraverso i contributi della statistica, della neuropsicologia e della matematica, l'inesorabilita' imprevedibile della Legge di Murphy.
"Quando una legge di Murphy ci mette i bastoni tra le ruote, dovremmo ricordarci di quanto le cose ci vadano bene in tutte le altre circostanze", è in buona sostanza l'ottica di Robinson in questo libro.
L'autore spiega come alcuni meccanismi del cervello siano i principali artefici della nostra prospettiva sul mondo. L'amigdala, che presiede al controllo delle emozioni, spesso gioca con le nostre aspettative, insieme all'ippocampo, sede dei ricordi. Il cervello seleziona gli stimoli da ricordare, prestando attenzione ad alcuni eventi e non ad altri, ma non li ritiene tutti, tanti spazi vuoti sono riempiti da congetture.
La scienza ingenua, rappresentazioni della realta' che creiamo per interpretarla, spiegazioni semplici di cause e effetti, spesso e' in errore, vale a dire non pensiamo esattamente come dei calcolatori basati sulla logica deduttiva, non siamo solo degli elaboratori di informazioni. E i nostri lobi frontali non sono infallibili. Soprattutto quando arrivano all'animismo, pensando che le cose siano agenti attivi.
L'autobus arriva sempre quando stiamo tentando di raggiungere la prossima fermata, i momenti in cui aspettiamo qualcuno fuori dalla porta del bagno sono sempre interminabili, la fila che abbiamo scelto e' sempre la piu' lenta, l'acqua che guardiamo non bolle mai. Le emozioni sono l'ostacolo principale nel cammino verso la verita', dice la scienza pura. Ma l'incoerenza ci distingue, caratterizza la nostra umanita'. Riusciamo comunque a capire il mondo in cui viviamo, e in realta' la legge di Murphy interferisce solo in minima parte nella nostra vita.
Una legge che risiede tutta nella nostra testa: almeno questo è quel che sostiene Robinson !

(fonte: ansa)

Torino, il salotto d'Italia

Quelli che dicono di Torino che è una città triste devono essere invidiosi. Io l'ho trovata bellissima, piena di palazzi chic, di piazze sconfinate, di gallerie retrò. Sanpietrini dappertutto, alla faccia dei miei tacchi a spillo, negozi carini ed Hermes, che sta bene ovunque. E' stato un giro breve ma mi sono sentita a casa, se è vero che nelle migliori pasticcerie della città vendono le violette candite. E ho detto tutto. E poi le Langhe, magnifiche come le ricordavo, anche se non è la loro stagione, ancora. Tutte campi di noccioli e filari di vite.
Il meglio del mio viaggio è stato però l'intervento chirurgico al quale ho assistito (del quale vi risparmio i dettagli) e cibo e vino.
Per una che mangia poco e beve ancora meno mi sono esibita al meglio.
Al Montecarlo di Torino ho assaporato un patè accomapagnato da una marmellata di cipolle di Tropea che avrebbe fatto resuscitare un morto, accompagnato da un Nebbiolo di Prunotto del 2002 che personalmente non ho apprezzato come avrebbe meritato. Gli agnolotti erano fantastici e il fritto di costolette e carciofi mi ha trovata già stremata. Non ho il fisico, è arcinoto...
L'indomani siamo stati in una piola, insomma, una trattoria frequentata da locali dove ho mangiato benino ma bevuto benissimo. Da citare un Verduno Pelaverga (vitigno autoctono e semi sconosciuto ai non piemontesi) davvero particolare e notevole. Un rosso speziato che vanta un retrogusto di pepe bianco, che bevuto a pranzo ti mette ko per il resto del pomeriggio, ma pazienza... E di nuovo a cena una sfida: i peperoni arrosto con bagna caoda (che adoro) e poi un piatto di formaggi locali fantastici (raschera, castelmagno, bra, un pecorino fresco, formaggi a base di latte di capra, pecora e mucca) coperti di un miele delicato e annaffiati da un notevolissimo Barbaresco. Il tutto assaporato a La Morra, nei pressi del magnifico Ristorante il Belvedere, in una vineria assolutamente deliziosa, la Vineria San Giorgio, Via Umberto I, 1.
Tornata a Roma ho moderato un incontro elettorale, sono andata a casa, mi sono sdraiata alle 18 e mi sono svegliata stamattina alle 7, per un totale di 13 ore secche di sonno!
Ebbene si, sono una professionista!

Profumo al tabacco nei pub


Effetto nostalgia dopo i divieti: così cambia l'odore del bar
di FRANCESCO MERLODA QUANDO è vietato fumare sono cambiati gli odori d'Europa, e nei pub inglesi, che furono i templi del tanfo di sigaretta, è riemerso l'acido sudore dei corpi. Ed è così prepotente che, alla ricerca del cattivo odore perduto, in alcuni pub di Londra si può annusare il passato e ritrovare, sia pure artificialmente, la puzza di fumo come una nostalgia per peccati che forse non abbiamo neppure commesso. Insomma, contro l'olezzo dei corpi, contro l'agro ascellare di pizza alla cipolla marcia, si fa un massiccio ricorso al deodorante al tabacco che rinfresca l'aria, migliora il colorito, favorisce la circolazione del sangue, guarisce persino dalla depressione dell'alcolista. È bene precisare subito che c'è una grande differenza tra l'odore di tabacco e il lezzo di nicotina. E che la giusta battaglia contro le sigarette, pur con qualche eccesso, sta dando i suoi buoni frutti: diminuiscono i casi di cancro al polmone e le orribili malattie alla bocca e alla gola. E tuttavia, da quando non si fuma più, nei vecchi pub la memoria olfattiva si smarrisce perché al posto degli sgradevoli e tuttavia familiari miasmi tabaccosi non c'è l'aria nuova della salute e neppure il vento neutro del frettoloso va e vieni, ma c'è, altrettanto stantio del fumo, il fetore umano, che è un netto peggioramento per il fiuto, anche se spesso è solo eccesso di sali e di zuccheri nel sangue, e non necessariamente il vapore tetro della cattiva pulizia. Così, alla fine, scopri che il pub è sempre stato - ed è ancora - una fabbrica di fetecchie che potevano essere soffocate e neutralizzate solo da quel fumo che rendeva opache le luci e persino più amara la birra, a riprova che l'odore è anche vista e sapore, ma pure intelligenza e sentimento, pensiero e utopia, ed è il più intenso dei ricordi.


Come si fa a salvare il pub come posto di lecita goduria? A ridargli quell'aria beata di trasgressione pure olfattiva? A fargli mantenere quel ruolo di archivio di se stessi, di raccolta di "memorabilia" anche dell'odorato che ha sempre avuto nella formazione degli inglesi? Ci stanno appunto provando con quest'idea paradossale del deodorante al tabacco. In fondo l'odore del fumatore che non fuma, l'aroma del tabagista antitabacco è, per i nasi d'Europa, un'emozione ossimorica più interessante delle essenze animali, come le secrezioni dello zibetto e del castoro, che da anni impegnano le ricerche dei raffinati chimici di Chanel e di Guerlain. Anche se, per la verità, nessun "re del naso" riuscirà davvero ad imprigionare in una boccetta quel caratteristico, stagnante puzzo di fumo che impregnava i finti velluti sdruciti dei divani nei pub di Londra e che rendeva inavvicinabili le tappezzerie di stoffe rosse alle pareti dei bistrot di Parigi. E però, come si può ascoltare un odore e lo si può dipingere e lo si può vedere, così lo si può inventare e in qualche misura anche ricostruire come un processo storico, perché ogni epoca ha i suoi odori dominanti. Sicuramente quello del tabacco è stato l'odore del Novecento, e la sua sparizione sta liberando nuovi aromi che segneranno il nuovo cammino della civiltà. Così nei caffè dei più "caldi" quartieri etnici di Parigi, dalle parti della Gare du Nord per esempio, dove sino al dicembre scorso si camminava su un tappeto di cicche e si avanzava nella nebbia, adesso senti subito un effluvio acre e piccante che rimanda a mondi esotici e ti ricorda il labirinto dell'integrazione, l'odore del pericolo e al tempo stesso della fascinazione, anche perché, quando - qualche volta - fanno le pulizie, usano l'aceto che, al bar, è un'esalazione da peste manzoniana. È vero che nelle brasseries francesi, ora che non c'è più il fumo, riesci meglio ad assaporare l'odore di una torta alle fragole o della zuppa di gamberi al curry ma, già appena entri, su tutto domina, sottile e penetrante, l'ammoniaca che custodisce le corazze dei crostacei e arricchisce la surgelazione. E gli odori dell'Italia che per prima ha sperimentato la legge antifumo? E come cambieranno gli odori caldi di Grecia e di Turchia? Forse con il naso grande affondato nell'umanità dei locali pubblici bisognerebbe davvero annusare l'Europa, alla ricerca dei nuovi odori della vita e della vita dei nuovi odori, magari con la vecchia idea che lì dove c'è più odore c'è più anima. Sicuramente chi si occupa di storia sociale dovrà documentare questa nuova era del post tabacco. Si sa che la (quasi) sparizione del cattivo odore dalle città e dai corpi degli uomini e delle donne segnò, secondo alcuni studiosi (per tutti Alain Corbin), il passaggio all'età moderna, con i divieti di gettare gli escrementi per strada, la costruzione delle fogne e la conseguente trasformazione dei paesaggi urbani e della psicologia dei cittadini. Ebbene, qualcuno dovrebbe raccontarci se è vero che stiamo per ritrovare l'uso dell'Odorato e non dobbiamo più invidiarlo ai cani, adesso che il Tabacco non sta più tra Bacco e Venere, espulso dalla civiltà godereccia. Era infatti quello della sigaretta uno dei tre odori fondamentali del moderno uomo epicureo ed oraziano, rauco ma felice, succhiatore asmatico, sniffatore di pub cancerogeni, avvelenatore di bistrot velenosi, sempre pronto a respirare la mala aria nei paradisi artificiali delle trattorie romane, con il naso predisposto solo a riconoscere fumi, gas, esalazioni, vapori e smog che sporcassero gli ambienti e i corpi, offuscassero le menti e distruggessero la verità. Ecco: è misteriosa la chimica del piacere olfattivo che, secondo Fourier, "arriva alla copulazione aromatica dei pianeti e degli astri". Ma non è detto che senza il Tabacco si sentano più forti Bacco e Venere, come provano appunto i miasmi ascellari nei pub londinesi dove, solo adesso che non c'è più, cerchiamo disperati la puzza di fumo come rifugio contro noi stessi, per non sentire il nostro cattivo odore. (Fonte: Repubblica 29 marzo 2008)

lunedì 24 marzo 2008

Vestiti, usciamo...


Tre giorni di pioggia incessante manderebbero KO un bisonte, pensa me che peso 55 kg...
E quindi ieri me lo sono imposto, vestiti Puffy, usciamo, stiamo in mezzo alla gente, andiamo dagli amici, anche se siamo 'imbucate'...quasi autoinvitate all'ultimo minuto, ma siamo due, insomma, mica un esercito.
E allora via con un breve restiling, una passata del nuovo lucidalabbra di Dior, appena scoperto e acquistato di impulso che vedrai, ci verrà utile e a Torino sarà apprezzato. Lì non le hanno mai viste labbra belle e naturali come le mie, e scintillanti di argento e di lilla, e trasparenti di stelle e tumide di baci che spero di raccogliere a manciate.
La natura, diceva mia nonna, va aiutata e anche nonna Letizia sarebbe stata d'accordo, ne sono certa. Vere signore e ad esse bisogna guardare. A quelle per cui 'meno è meglio'. Ho già cominciato a scegliere le camicie per il viaggio. Bianche, naturalmente, tutte candide come colombe. E' o non è primavera? E nessun colore dona all'incarnato come il bianco.
La moda? La faccio, non la seguo. Va il colore? Bene, bianco totale allora sia. E fuochi d'artificio lilla sulle labbra, per lasciare una scia di meraviglia, di ricordo e di desiderio....
Si vede che oggi è spuntato il sole?

Il purosangue arabo

Non si può imbrigliare un purosangue arabo, è evidente. Se lo domi perde una parte della sua istintualità, perde un pizzico di ispirazione e genio.
Solo il cavallo stesso può decidere di migliorare al massimo la sue prestazione, di piegare la testa per un attimo per prendere lo slancio e correre ancora più veloce. Anche il più veloce e il più potente stallone può aver bisogno di concentrarsi di più, migliorare una falcata, misurare un passo. Perchè talvolta, per vincere la corsa è necessario conservare le energie all'inizio, essere costanti, e tenersi un po' a freno per lo sprint finale. Una lezione che voglio imparare proprio dalle creature che amo di più. Non si finisce mai di domarsi, di educarsi, lo chiamano crescere e come dice il mio amico Valter, si deve tendere sia alla perfezione che all'equilibrio. Ci siamo vicini, caro amico, ma ogni tecnica si può ancora migliorare, raffinare. Io mi sento Varenne, c'è poco da fare. E ogni tanto mi capita quindi, come tutti i cavalli di razza, di dare una sgroppata, di alzare un po' di polvere, di rischiare, per troppa dedizione, di disarcionare il mio cavaliere. Un errore di entusiasmo, perchè anche i campioni sbagliano, ma poi sanno recuperare. Quel tipo di sangue, quello del deserto, quel sangue misto, è difficile da far circolare in maniera regolare. Va da sè che anche questo possa dare qualche svantaggio ;)

Il frutteto della memoria e altri progetti


E' tempo di piantare, amici cari. E' tempo di scegliere gli alberi per il frutteto. Sostituire quelli che non ce l'hanno fatta, arricchire la varietà, coltivare per il futuro che verrà. Avere un frutteto è come amare, devi dargli cure, acqua, nutrimento e ogni tanto smuovere la terra.

E il mio frutteto sta per avere una variazione di rotta. Non più solo un luogo di presente, ma un luogo di memoria. Sta per cambiare il suo senso in un progetto che nasce per un'amica. La sua straordinaria mamma è mancata lo scorso anno e volevamo dedicarle un posto che avesse radici della memoria e fronte mosse dal vento dolce della Toscana. Per lei ci sarà quindi un nuovo albero, scelto dalla figlia e a lei dedicato. Vicino ci sarà un albero per mia nonna e un altro dedicato a mio padre. Un albero per ogni persona cara per me o per gli amici a cui voglio bene. Un luogo di bellezza e di pace. Un posto per raccogliersi e ricordare. Un luogo dove tornare.

Ma forse ci sarà anche altro. Una collinetta sferzata dalla salsedine, magari coltivata ad ulivi, che goda del sole della nostra amata Sicilia e che guardi al mare. Mi sono già attivata, Ele. Su questo siamo perfettamente in sintonia.

domenica 23 marzo 2008

Lo Zen Burger


Carina l'idea della nuova catena di fast food aperta a Manhattan che sta per inaugurare un ristorante anche a Los Angeles. Un approccio zen, vegetariano e flessibile, per persone attente alle scelte alimentari ma non in maniera maniacale.

Il nuovo locale propone colazione pranzo e cena a base di ZenBeef, Zen Chicken e Zen Hot dog, tutti rigorosamente privi di origine animale.

Potrebbe essere il futuro del fast food, biologico e sano.

Io sarei davvero curiosa di provare...

Indicalo...point it


Pur parlando quattro lingue straniere, capita, a volte, di raggiungere mete distanti dalle località turistiche, in cui nessuno sembra capirci. In casi come questi può essere d'aiuto "point it", dotato di 1200 immagini di oggetti utili, semplicemente da indicare per essere compresi in tutto il mondo. Questo pratico assistente linguistico, della grandezza di un passaporto, viene già utilizzato non solo dai turisti, ma anche dai soldati ONU, dagli atleti delle squadre olimpiche e dai medici impegnati nel campo della logopedia. "point it" si basa sulle esperienze raccolte dall'autore durante i suoi numerosi viaggi in tutto il mondo. Dal 1992 ad oggi, questo volume ha raggiunto una tiratura di ben 1.800.000 esemplari.


POint It è un libro di immagini senza traduzione, basta mostrarlo e indicare l'oggetto desiderato, non bisogna nemmeno fare la fatica di imparare i termini. Utile per emergenze e pigri incalliti, oppure per lingue inaccessibili, come arabo o giapponese.

Marketing, che palline


Il volantino? Roba vecchia.


Così asserisce Andrea Sartori, l'inventore di Pallina.biz.


Si è inventato una pallina di plastica trasparente da 3 cm, che contiene un messaggio promozionale di carta, in svariate soluzioni grafiche, per divulgare eventi.


Un metodo 10 volte più piccolo, 100 volte più efficace.


Certo non sarà facile lasciarlo sotto ai tergicristalli delle automobili.


Ma l'idea è carina e io ho già chiesto un preventivo.

Anche a Wonder Woman..girano le palle



E vorrei vedere, piove da 5 giorni...

Biosogna avere coraggio ma anche essere obiettivi. Quanti ostacoli ci sono sul tuo cammino? Quanti cadaveri rischi di lasciare sulla tua strada? Quanto dipende da te? Al momento ben poco e questo non aiuta.

Aspettare passivamente non ciò in cui riesco meglio, chi mi conosce lo sa. Sono una combattente, una decisionista, una che da il meglio di se nei momenti di crisi.

Quando gli altri perdono la testa, la mia rimane più che salda sul collo.

Ma stare con le mani in mano, beh, mi snerva.

E dato che stare ad aspettare non mi è congeniale mi occupo di altro, ma in qualche modo, distraendomi, sottraggo attenzione ed emozioni.

Non posso fare altro, chissà se il mio interlocutore lo capisce. Quanto è sintonizzato sul mio stato d'animo?

L'amore, dice, è dare quello che necessita all'altro.

Io ho bisogno di un ruolo, e che sia prestigioso e ufficiale. Io nell'ombra, in secondo piano, non ci sto. Sono disposta ad aspettare, ancora un po', dare ad ognuno il tempo di capire. Io so bene quello che voglio. Ma gli altri?

sabato 22 marzo 2008

Il condom antistupro


Il condom antistupro si chiama Rapex, il prototipo è stato lanciato sul mercato il 31 agosto del 2005, a Kleimond, in Sud Africa.
E’ quì che infatti si registra un numero abnorme di stupri, ogni 24 secondi una donna viene violentata.
Vediamo nei dettagli quali sono le sue caratteristiche e come si usa.
Si tratta di un dispositivo di lattice, dalle dimensioni di un tampone, che si infila nel canale vaginale come un diaframma. Si inserisce grazie ad un tampone applicatore, e si toglie utilizzando lo stesso applicatore.
Durante la penetrazione le microscopiche setole dentate che lo ricoprono si conficcano nelle carni del violentatore, provocandogli pene infernali. Il dolore è talmente acuto e forte che la donna ha il tempo di fuggire e chiedere aiuto, dal momento che lo stupratore è ko per qualche tempo, e non riesce a reagire.
Nel momento in cui avviene la penetrazione il rapex rimane attaccato al pene e dunque viene rimosso dalla vagina, quando lo stupratore si ritrae. Può essere poi rimosso dal pene solo con un intervento chirurgico. Il rapex servirebbe così anche ad identificare il violentatore, in caso di stupro.
Questo particolare strumento antiviolenza è stato sviluppato da Sonnete Ehlers per far sì che le donne riescano a difendersi contro gli stupratori. L’idea è sorta quando una vittima di stupro le ha detto: “se soltanto avessi potuto avere dei denti laggiù!” Molte sono state le critiche negative al prodotto: è stato definito un metodo medievale, ma la Ehlers ha risposto che anche lo stupro è una rozza pratica che esiste sin da prima del medioevo e dunque…a mali estremi estremi rimedi.
Quando si puo’ usare il rapex? Conviene che una donna lo usi in quelle occasioni, in cui non si sente totalmente sicura, lunghi viaggi in treno da sola, uscite con uomini poco affidabili, e in generale in tutte quelle occasioni in cui si sente minacciata dal punto di vista del sopruso sessuale (mi viene da chiedere, anche sul posto di lavoro?).
Se vi preoccupa che l’uomo possa accorgersi che lo indossiate, i produttori rassicurano che non è possibile, dal momento che si posiziona dietro le labbra della vagina e che non ha sporgenze visibili nè alcun tipo di stringa.
Non può disperdersi dentro la vagina perchè non supera mai l’altezza della cervice, non ci sono quindi particolari controindicazioni. le infezioni sono possibili, ma solo nel caso in cui si usi lo stesso rapex più volte, bisogna usarne ogni volta uno nuovo, proprio come per un normale profilattico.
Può essere indossato senza problemi per 24 ore consecutive.
L’uso del rapex è legale, dal momento che è uno strumento di autodifesa, e non è nè letale nè fatale.
I costi sono di poco superiori a quelli di un normale condom.
Ovviamente come tutti i profilattici, previene dalla trasmissione di HIV e da gravidanze indesiderate.

Editoria ambientale, il festival


E in questo Sabato Santo, per non farci mancare proprio nulla, ecco che vi segnalo il Parco Libri, 2° Festival dedicato all'editoria ambientale, dal 18 al 20 aprile alla Stazione Leopolda di Pisa.

Una vetrina per i parchi, le aree protette e le case editrici che scrivono di ambiente e natura. Una occasione di incontro ne promozione per le istituzioni che hanno nel loro curriculum anche una produzione editoriale.

Ambiente, tutela e salute. Una iniziativa interessante, che vi consiglio, insomma, save the date.

E a proposito di libri


Ecco un'idea davvero carina, di quelle che piacciono a me. Non a caso forse, anche questo in Piemonte, ormai vera regione della cultura e del libro in particolare (vedi festival).

L'idea è venuta all'editore Claudio Mario Messina, editore del gruppo Robin che in un capannone di 1000 mq a Frassineto Po in provincia di Alessandria ha aperto il primo OUTLET del libro, il BOOKLET. Con la bellezza di 120.000 titoli rari e usati, perchè, spiega: 'i meccanismi della distribuzione fanno si che dopo pochi mesi i libri scompaiano dagli scaffali delle librerie e diventino introvabili'.

Già perchè gli editori trovano conveniente stampare le prime 1500 copie e poi basta. La ristampa non è economicamente giustificata. Inoltre vengono spesso pubblicati libri totalmente inutili, di scarso livello letterario o narrativo, di cui vengono vendute pochissime copie e i cui resi finiscono al macero o sulle bancarelle. Non sarebbe meglio pubblicare meno e meglio?

Comunque un salto qui va fatto, una bibliofila come me non può mancare...

E poi, prendete nota, provincia di Alessandria, che a me fa venire in mente fragole e diamanti, rosa ovviamente ;)

L'indirizzo: Piazza Vittorio Veneto 4 a Frassineto Po

aperto per ora solo il sabato e la domenica dalle 9,00 alle 13,30 e dalle 14,30 alle 19,30

Appuntamento a Torino


Appuntamento a Torino, per varie ragioni, e allora sono alla ricerca di indirizzi interessanti, luoghi curiosi da visitare. Il primo della lista non poteva essere che il Circolo dei Lettori di Via Bogino, 9, nello splendido Palazzo Graneri della Roccia da poco sottoposto ad un raffinato restauro. In un anno ha ospitato ben 90.mila persone, alla faccia di quelli che dicono che in Italia non si legge. Il Circolo è aperto dalle 9,30 alle 22,30 con un denso programma di appuntamenti che vedono un pubblico gremito ed entusiasta. Una meta fissa per molti torinesi e ora anche per me che conto di frequentare più spesso il capoluogo piemontese, ravvivato dai lavori effettuati in occasione delle Olimpiadi invernali trascorse. Sale per leggere, pranzare o cenare.

Sarebbe magnifico gestire una simile inziativa anche a Roma. Andrò a fare un po' di spionaggio industriale e chissà, magari mi butto in una nuova iniziativa imprenditoriale...
E se avete suggerimenti su luoghi, boutique, botteghe artigiane imperdibili a Torino, scrivete, ma in fretta, sto per partire...

Gli svantaggi dell'immigrazione

Non sono affatto sfavorevole alla presenza di immigrati sul territorio, credo siano una risorsa. Certo parlo dei regolari e non dei clandestini. Lavorano, fanno lavori che gli italiani si rifiutano, portano indotto, ampliano la nostra mentalità.
C'è solo un aspetto che trovo negativo: non puoi fermarti a chiedere una indicazione che sia una, perchè nessuno sa una strada. Insomma, la città piena di immigrati ha un altro vantaggio: la crescita esponenziale della vendita di navigatori satellitari. Saranno contenti alla Garmin e alla Tom Tom.
Io l'altro giorno cercavo Via della madonna del Riposo e mi pareva di essere a Tunisi invece che a Boccea....
Insieme ai corsi di italiano allora caldeggerei corsi di 'stradario' almeno del quartiere di residenza...in certi quartieri non trovi più un italiano nemmeno col lanternino...
Quindi, c'è posto per tutti ma attrezziamoci ;)
Buona giornata

La valanga...


Era ovvio che sarebbe accaduto. E infatti si sta verificando.
Tutti i nodi vengono al pettine. Infatti....
Uno dopo l'altro, giorno dopo giorno...solo lei sembra non rendersi conto del guaio di dimensioni galattiche che ha causato per non prendere una decisione prima.
Si sta verificando tutto e tutto sta ricadendo sulla sottoscritta. Proprio io che sono di un rigore maniacale, che non ho una cartella esattoriale, che pago le multe, che ha fatto degli F24 una ragione di vita, che non ha mai evaso neanche 5 centesimi.
Non credo di meritare tutto questo, ma dato il mio senso del dovere mi accollerò anche questa rogna e spero che Dio me ne renda merito.
Detesto pagare per gli errori altrui.
Credo sia umano.
Ora pro nobis, non ho altri strumenti per affrontare tutto questo casino.

mercoledì 19 marzo 2008

L'infinito


La felicità non è mica tutta rose e fiori. Lo so che sembra una contraddizione ma è così. In una vita normale la felicità ti sconquassa gli equilibri, ti costringe ad un adattamento. La felicità o insomma, l'estrema bellezza di un fatto è comunque un fattore di novità e, come tale, destabilizza. Per carità, ce ne fossero di momenti così, ma perchè non analizzare un po'.

Io quando sono così carica di emozioni ho sempre voglia e bisogno di camminare. Credo che inforcherò le scarpette, il pantalone bianco della tuta, il gilet che mi ha regalato John a Palermo (quello bello con la pelliccia sul collo) e mi farò tutta la Balduina sino in fondo a Via Ugo De Carolis. Una bella camminata che scioglie muscoli, tendini, articolazioni, apre i canali delle endorfine, libera i pensieri.

Alla felicità e alle cose belle devi fare spazio. Perchè altrimenti rischiamo di essere così presi dalle beghe di ogni giorno da non goderci nulla. E invece io questa primavera la voglio annusare sino in fondo, la voglio respirare a pieni polmoni con le sue promesse. Voglio dare a me stessa il tempo di sognare il prossimo, desiderato, agognato viaggio in Provenza. Darmi lo spazio mentale di immaginare il momento in cui mi rotolerò tra le violette appena spuntate in montagna, tra residui cumuli di neve.

Ho bisogno di stare col naso all'insù e un'espressione ebete a contare le nuvole, perchè tutto è cominciato tra le nuvole e io non me ne voglio perdere nemmeno mezza, e nessun colore del tramonto e nessuna sfumatura di rosso. Io da quell'aereo non sono scesa....sono ancora lì a contemplare la perfezione dell'assoluto, l'infinito e Dio sa quanto ne abbia bisogno.

El Gouna, Egitto, terza stella a destra




Sembra strano ma per arrivare in Egitto possono essere necessarie anche molte ore, le stesse che mi avrebbero depositata sulla spiaggia di San Francisco. Ma va bene lo stesso. L'Egitto mi ha dato il suo benvenuto con una stella cadente, il giorno prima di quello che sarebbe stato il 101mo compleanno di mia nonna. Quindi, nonostante il mio rigore scientifico ho ritenuto che esprimere un desiderio non facesse male.
In questa strana terra desertica ho trovato molte cose, una compagnia speciale, gente davvero simpatica, riposo, cielo e mare, vento. Ho trovato gli elementi primordiali della Terra, ho trovato Africa e radici. Ho trovato erba alfa, l'inizio di tutte le cose.
Ma ho trovato speranza e una parte bella di me stessa.
Oggi ho nel cuore un milione di momenti di questo strano viaggio di lavoro dove la dimensione è stata magica e immaginifica.
Il più bello è stato una chiaccherata a bordo piscina, coperta dall'asciugamano per il vento, intorno solo le nostre parole e nient'altro, qualcuno che è lì solo per te. Quello è stato un momento in cui ho consegnato qualcosa di me, oltre il mio essere affabile e comunicativa. Ho consegnato una speranza e mi è stata donata una certezza.
Il resto è eternità. Per me che non ho mai desiderato visitare l'Egitto oggi è un posto simbolico e straordinariamente significativo. Che non dimenticherò mai insieme a tutte le persone che hanno reso quei giorni davvero sereni e bellissimi.

martedì 18 marzo 2008

Macerie e amicizie distrutte

Prendi due adulti e vaccinati, single e liberi di fare ciò che vogliono. Metti che si incontrino e si trovino simpatici. Metti che il destino ci metta lo zampino e che qualcuno lassù si voglia divertire. Matti inoltre che lei venga incastrata nella rogna di una ristrutturazione immobiliare e che lui, tra il generoso e l'attratto dalla bionda si offra un sabato pomeriggio di aiutarla a fare qualche scatolone.
Metti poi che lei sia nel pallone più assoluto e che lei deleghi progressivamente a lui decisioni e consigli.
Il morale della favola è, due mesi di lavoro, una casa quasi finita, lui e lei che non si sopportano più. Insomma, una amicizia distrutta.
Se vuoi distruggere una simpatia sul nascere, condiscila con alfa, mattoni e piastrelle, lei sclererà prima o poi, lui le darà della isterica. Musi e contromusi, buchi di trapano e piccole grandi rivendicazioni. La morale: per i prossimi dieci anni non voglio nemmeno attaccare un chiodo.
Ma, nonostante tutto Leo, tu rimani la persona più straordinaria e generosa che io conosca e sarò sempre in debito con te.
Con immensa stima

Jo

Clonazione personale


Me ne serve un'altra di Jo, la metto a scrivere il blog. Ho un milione di spunti ma la notte devo pur dormire. Quindi, sarò didascalica e mi perdonerete:

1 - Sono nate altri 5 Papuffoli, figli di Carota e Gigetto e alla loro Mamy suggerisco che esiste la contraccezione anche per i gatti anche perchè mi pare che i due ci abbiano preso un certo gusto. Comunque dato che sono parenti dei miei, Holly e Kitty, beh, benvenuti.

2 - Comincio a vedere la luce alla fine della ristrutturazione di casa di mia madre, quindi incrociamo le dita che subito dopo Pasqua forse riavrò la mia vita e dopo quasi tre mesi non è poco.

3 - Mi mancano Max e Nico e quindi rinnovo la promessa, presto vi vengo a trovare

4 - Non vedo l'ora che arrivi giovedì per la cena di Gigi e Claudia. Sto benissimo a casa loro e così prenderò un po' d'aria, in questo periodo lavoro e la mia vita sociale è una 'chiavica'.

5 - Mi scuso con Gallina Vecchia ma proprio non ce la faccio a dedicarmi agli accostamenti culinari, quindi passo, sia pure con i sensi di colpa.

6 - Ringrazio la Celeste perchè in meno di venti minuti ha focalizzato il mio disagio e mi ha messa in pace con me stessa. Donna intelligentissima e straordinaria amica. Ti voglio bene e lo dichiaro pubblicamente.

7 - Per Diamante: non vedo l'ora di conoscerti e abbracciarti, ma ci siamo quasi, non mancherà molto.

8 - Ultimo ma non meno importante ieri quando ho visto Leo dalla finestra che attraversava il cortile ho pensato che Dio esiste e sa farsi vivo quando serve. Ho passato i fili nel corrugato e imparato ad usare un filo pilota, in fondo mi sono anche divertita. Grazie Leo, sei una persona straordinaria anche se non ne puoi più di me (e lo posso capire). Vedi post successivo.

Mi pare sia tutto, o forse no, ma tant'è...ieri ho finito di smistare la posta alle 23 e 45...


p.s. La foto è di un regalo, grazie Bea, mio tesoro.

lunedì 10 marzo 2008

La minestrina


Un po' per caso e un po' per determinazione i momenti importanti della mia vita sono stati preceduti da una cena a base di minestrina.

Ho mangiato minestrina la sera prima del mio matrimonio e anche la sera prima di partorire, e poi la sera prima di tornare a lavorare in Rai. La minestrina, per una che soffre di colite e somatizza proprio lì, è una garanzia di serenità cosmica.

Non puoi avere alcun disturbo il giorno dopo la minestrina ed è diventata un piccolissimo rito scaramantico, cosa che farà sorridere coloro che mi coonoscono meglio giacchè si sa, non sono superstiziosa.

Stasera su Rai Tre c'è Chi l'ha visto, su Rai Due la prima puntata di X Factor, su canale 5 l'odioso Grande Fratello, io ho allucinazioni olfattive, sento odori, anzi profumi di cui non capisco la provenienza.

Oggi pomeriggio avrei voluto fare un riposino, per passare qualche ora col cervello tranquillo, senza pensare e possibilmente senza sogni. E invece nulla, un grillo. L'attesa può essere molto lunga, il tempo si dilata. Stasera ho anche un po' paura, ma non ditelo alle stelle.

50mila...grazie !


Sesto Potere ha sfondato questa settimana il muro delle 50mila pagine viste, non molte per un blog, moltissime per me. 50 volte sono state sbirciate le mie parole, spesso dalle persone che ora conosco meglio tramite le loro parole e che vorrei incontrare. Fosse solo per gli amici di blog, sarebbe già un trionfo. Quindi volevo dedicare a tutti voi, ai lettori, gli ammiratori, i passanti, quelli che ci cascano per caso, quelli che tornano e quelli che non vedrò più il mio GRAZIE più sentito.

domenica 9 marzo 2008

Paturnie


Stamattina ero di malumore, scarsa capacità di concentrazione, svgliatezza. Ho anche fatto un brutto sogno e poi una irrequietezza che non è la mia, un nervosismo che non mi appartiene. Va bene che la Gommosa mi ha bruciato il piano della cucina, circa 300 euro di danni, e fuso la caffettiera, ma era qualcosa di diverso. E siccome era diverso dal modo in cui so di essere, beh, mi sono soffermata a riflettere sulla ragione delle mie "paturnie": detto fatto, è la sindrome premestruale. Nulla di grave, passa presto. E anche il brutto sogno, che mi ha turbata, è quasi dimenticato. Si riparte, mancano solo 47 ore. A che cosa? Non posso parlare, muta sono, comunque a qualcosa a cui tengo, una verifica, una conferma. Mi piacciono le conferme. Buona domenica.

sabato 8 marzo 2008

Sabato mattina


Nonostante abbia dormito circa sei ora, cosa contro natura nel mio caso, sono sveglia come un grillo. Ieri sera pizza con le Casalinghe, chiacchere di donne, bellezza, seni, liposuzioni, ma anche 'cosa vi ha fatto innamorare dei vostri mariti?'Ci stiamo scoprendo piano piano.
E poi l'argomento inaspettato, il mio matrimonio, proprio il mio che non ho, al momento, nemmeno un fidanzato.
Però io lo so, come sarebbe e allora indulgo in cinque minuti di romantica fantasia.
Avete presente l'abito di Nicole Kidman nella pubblicit di Chanel n°5? Quello che la gonna tutta piume che si apre come la coda di un pavone? Ebbene, proprio quello ma color lilla glicine. Le mie amiche anche loro in glicine, un tubino strutturato con collo a barchetta tagliato sotto al seno. Le bambine con un abito dalla gonna di tulle lilla, come petali di una corolla rovesciata. Mia figlia mi accompagna all'altare, dietro Pippi ed Erasmo reggono lo strascico e la più piccolina, Elsa Maria, porta il cuscinetto con le fedi. Luogo della cerimonia? Il giardino della casa in campagna, debitamente addobbato. Numero di partecipanti, max 30, sono gli amici più cari. Matrimonio a maggio, intorno alle 5 del pomeriggio e poi serata sotto le stelle con musica jazz di sottofondo, si balla sotto al gazebo addobbato per l'occasione con lavanda e fiori bianchi. Se volessi proprio esagerare potrei pensare che venga a cantare Jill Scott o Angie Stone (aho, i sogni sono gratis....) Al polso le mie amiche hanno una orchidea bianca e viola e il mio bouquet? Beh, ci devo pensare....
Insomma, ieri sera erano tutte eccitatissime all'idea, sembrava che si dovesse organizzare davvero tutto da un giorno all'altro...ma allora, me lo volete trovare o no un fidanzato degno di cotanta cerimonia? Mica mi posso sposare da sola....

giovedì 6 marzo 2008

La frase del giorno


Se quello che hai ti basta,

allora sei ricco.

Egoismo


C'è una sola persona al mondo che sa quasi tutti gli "affaracci miei", che sa tutte le storie e anche le storielle, che conosce i dettagli e anche i tradimenti, reali o immaginari. C'è solo una persona con cui mi confido, alla quale racconto anche gli inizi, gli abbozzi, le promesse, le delusioni. Non può invidiarmi se intravedo all'orizzonte un nuovo amore...Eppure...Alle volte non mi ascolta.

La chiamo perchè ho bisogno di parlarle di cose mie e lei mi investe con i suoi problemi, tra l'altro tutti risolvibili con un po' di inziativa e tre grammi di buon senso. Dopo 20 minuti mi arrendo e taccio. Non c'è spazio nella sua mente per me. Devo attendere che i SUOI pensieri siano meno impellenti per trovare uno spazietto della sua attenzione.

Devo ammettere che talvolta è frustrante, ma sono ormai tristemente consapevole che chi è tondo non può diventar quadrato e viceversa.

Quindi attacco il telefono e aspetto.

Ieri credevo che fosse il mio momento ma mi sono trovata davanti, come spesso accade, una serie di frasi fatte del genere: 'se son rose fioriranno...' di quelle che vanno bene sia se stai per comprare una macchina nuova che per un nuovo amore.

Desolante, ma ho smesso di arrabbiarmi.

Ho ormai capito le potenzialità ma soprattutto i limiti.

Generosa in alcuni campi è di un egoismo spaventoso per tutto il resto. C'è solo una persona che merita la sua attenzione ed è se stessa. Ogni decisione è stata presa in funzione di se stessa e ancor più tutte quelle decisioni che NON sono state prese, con conseguenze spesso devastanti.

Non faccio nulla, tengo per me le piccole confidenze, i piccoli dubbi, i crucci che albergano nel mio cuore. Taccio e vado avanti. Perchè tutti sanno parlare, ma molto più difficile è ascoltare ed essere davvero sintonizzati sull'altro. Non le interessa più di tanto, è tutto.

martedì 4 marzo 2008

Primavera d'intorno brilla nell'aria...



Eh già, è l'argomento principe dei blog di quasi tutte le mie amiche: la primavera è alle porte e si annuncia in mille modi. Io rimango estasiata dall'esplosione di mimosa sulle acacie, con quei 'pallocchi' ciccioni, oppure affondo il naso nei narcisi di Nando, il mio fioraio di fiducia, quello del minuscolo chioschetto di fronte alla Farmacia Igea, quello che saluto ogni santa volta che ci passo davanti, quello che mi regala una rosa al volo, mi porge un ranuncolo, mi dice: 'stavolta non te li do, non sono belli...'.
L'erba del giardino di fronte al mio studio è più verde, un colore più intenso, il tepore del sole più intenso e io mi sento meglio, confortata dalle giornate più lunghe. Voglia di scoprire Carolina, ma quando lo faccio, in genere ad aprile, sono costretta a rendermi conto che non ho l'età perchè il giorno dopo ho la bronchite... Rinuncerei già anche ai calzini, ma temo la morte improvvisa per congelamento, ma tutto mi dice: leggerezza... e quindi anche la gamma dei colori vira verso il bianco, il rosa, l'azzurrino cielo, il verde erbetta appena spuntata. La voglia di aria e di cielo è tale che influenza anche il look e per questa primavera, mie care, la perfezione è la nuova, straordinaria, costosissima borsa Lindy di Hermes, per essere un po' Jackie e un po' Grace, alle quali sarebbe piaciuta, da impazzire, come a me.

Profondità e leggerezza

Nastrini che volano al vento, frasi benaugurali, in francese, ma anche in inglese, colori golosi e irresistibili. Sono i nastrni-braccialetto di jevoeux.fr e chi mi conosce sa quanto mi renda allegra un fiocchetto colorato al polso. Questi si comprano a Roma da Niki Nika in via del Leoncino 15 e sono davvero un toccasana per l'umore. Unico difetto: costano uno sproposito: 15 euro per un nastrino, ma prima o poi cederò, lo so, perchè sono debole, molto.







lunedì 3 marzo 2008

E a proposito di Festival...


Vi segnalo anche quello delle Fragilità...

Bologna, 3 mar. - (Adnkronos) - Combattere l'esclusione sociale e l'emarginazione sul piano culturale, attraverso mostre, dibattiti, concerti, proiezioni di film, tavole rotonde e presentazioni di libri che raccontino 'la citta' nascosta'. Questa l'ottica e l'obiettivo con cui debutta a Bologna 'Naufragi: festival delle fragilita' metropolitane', presentato oggi a Palazzo D'Accursio, alla presenza della vicesindaco con delega ai Servizi sociali Adriana Scaramuzzino. La manifestazione, promossa dalla Consulta comunale per la lotta all'esclusione sociale, in collaborazione con numerose associazioni operative nel settore, si terra' dal 10 marzo al 5 aprile.

Giornata mondiale sul Glaucoma


http://www.wgday.net/


Questo è il sito a cui potete collegarvi se volete avere maggiori informazioni sulla malattia che rappresenta la prima causa di cecità nel mondo.


Il mio amico Gianluca Scuderi mi scrive:



Cara Johann,
il prossimo 6 marzo sarà la prima giornata mondiale per la lotta al Glaucoma promossa dal WGA World Glaucoma Association. E' un evento molto importante perchè il glaucoma è la seconda causa di cecità irreversibile nei paesi industrializzati e solo la metà dei casi sono diagnosticati ed in cura.
La WGA chiede ad ogni membro di attivarsi perchè con l'occasione di questa giornata si dia risalto sui media (con interviste, articoli,etc) a questa patologia.
Io sto contattando i miei amici giornalisti e quindi anche Te per sensibilizzarli.
In occasione di tale data ho organizzato presso l'ospedale Sant Andrea nel centro glaucoma, di cui sono responsabile, una giornata di screaning gratuito prenotabile allo 0633775012. il link al sito dell'ospedale è http://www.intraosa.net/ Per saperne di più sulla giornata http://www.blogger.com/www.wgday.net A presto e grazie Gianluca Scuderi

In arrivo il Festival dei Numeri


La matematica sbarca nella Capitale, precisamente all'Auditorium Parco della Musica, ormai polo della cultura romana. Se pensate però alla vecchia, noiosa aritmetica, sbagliate perchè qui la matematica viene declinata in vari modi e svela i suoi aspetti umanistici, passando dallo sport ai giochi sino ad arrivare alla musica e all'arte. La prima edizione ha visto passare ben 50mila visitatori, il che è segno inequivocabile di una 'fame' di cultura che lascia ben sperare per il futuro e ormai non esiste disciplina che non abbia il suo bravo festival dislocato nella Penisola. Il festival sarà a cura del matematico italiano più famoso, Piergiorgio Odifreddi che travolto dalla notorietà è diventato molto meno simpatico di quando lo intervistavo io, ma transeat. Umberto Eco e Giorgio Napolitano e poi cinque, leggi cinque premi Nobel tra cui John Nash e Robert Aumann, ma anche la lectio magistralis di Amartya Sen che rivelerà l'importanza della matematica nelle scienze sociali.

Io ci vado sicuramente, ci vediamo lì?
Per il programma, ecco il link:

L'orgasmo, actually


Non è un riflesso, è bello come mangiare la cioccolata, è una sinfonia che stordisce. L'orgasmo, quante parole per dirlo, però sempre vaghe, imprecise, misteriose. Ci si sono arrovellati sessuologi, smontando pezzi di corpo per farli parlare. Ci si tormentano le coppie, nelle stanze da letto è la magia che accade o l'illusione che si perde. Colpa di che e di chi se quell'attimo non si coglie mai? Il corpo parla, ma non dice tutto da solo. Dietro le quinte c'è un direttore sapiente e assai portato alle delizie e al piacere. È il sistema nervoso centrale, intricato network di impulsi elettrici che si espande dentro e fuori il cervello fino alla colonna vertebrale. Sta lì forse il motore, l'abracadabra che organizza gli stimoli e li traduce in orgasmo. Non è solo anatomia e chirurgia quel momento lì, sennò perché uomini e donne paralizzati, insensibili dalla vita in giù, possono raggiungere l'orgasmo? E come spiegare la cosiddetta "aura orgasmica" che scatta all'inizio di un attacco epilettico, sensazione talmente piacevole che alcuni pazienti rifiutano i farmaci antiepilettici? E come è mai possibile spiegare il caso di persone amputate che provano l'orgasmo dove un tempo avevano il piede? Domande cui alcuni scienziati hanno risposto con una metafora: se gli organi genitali possono essere gli strumenti, il sistema nervoso centrale è sicuramente il direttore d'orchestra. Che non fosse solo questione di tocco (certo, lo è anche), che fosse chimica e cuore mischiati, ognuno lo sa. Ma come effettivamente tutto questo si traduca in quella cosa lì, in quel concerto lì, solo ora si comincia a capire. Alcuni studiosi americani con scanner per la risonanza magnetica si sono messi a esplorare il cervello.
In particolare Beverly Whipple della Rutgers University (quello che negli anni Settanta si è "inventato" il "punto G"), lo psicologo della Rutgers Barry R. Komisaruk e Carlos Beyer-Flores, direttore del Laboratorio Tlaxcala in Messico, hanno sintetizzato vari decenni di ricerche in un saggio intitolato La scienza dell'orgasmo (2006): non è semplicemente un riflesso, si può raggiungere attraverso stimolazioni di varie parti del corpo, nelle donne l'immaginazione può valere da sola a raggiungerlo (guarda un po'). Gli orgasmi sono difficili da definire, per non parlare di quanto sia difficile capirne la dinamica. E però: prima di tutto la stimolazione degli organi genitali invia impulsi elettrici lungo tre percorsi principali: i nervi pelvici, ipogastrici e pudendi. I segnali entrano nella colonna vertebrale e risalgono nelle regioni cerebrali che reagiscono. A quel punto altre aree del cervello si attivano: alcune inviano segnali di ritorno all'organismo con determinate istruzioni in un crescendo di intensità. Fino al piacere. Anche chi ha subito fratture alla colonna vertebrale non è escluso dalla festa dei sensi. L'orgasmo suscita una forte attività nel nucleus accumbens che è la sede della gratificazione, la stessa che si attiva anche fumando, mangiando cioccolata, con la cocaina e con la musica; e nel cervelletto, che contribuisce a coordinare la tensione muscolare; e in parti dell'ipotalamo che rilascia l'ossitocina, l'"ormone della fiducia" e delle relazioni sociali. Non solo meccanica, come il buon senso sa, è l'amore.


Fonte: Repubblica.it Articolo di Alessandra Retico

Ispirazione


Riflettevo sull'ispirazione, che cosa è, a cosa serve, ma soprattutto cosa mi ispira...personalmente mi ispira la natura, la bellezza, un attimo di nulla, sgombro di pensieri, il volto di una persona segnato dal tempo e dall'esperienza, lo scorrere dell'acqua, il vento sul viso, gli occhi di qualcuno sulla cui spalla non puoi fare a meno di poggiare la testa. Mi ispira il coraggio, il coraggio di essere, l'incoraggiamento a non voler cambiare per far piacere agli altri, l'esortazione ad essere noi stessi, sempre e comunque. Mi ispira la prospettiva, non un obiettivo, non un progetto ma la potenzialità. Ma soprattutto mi ispira un viaggio, l'allontanarsi, staccarsi dal consueto per tornare rinnovati, pieni di stimoli. Ma a voi, ai miei amici, a Max, a Diamante, a Gallina Vecchia, ma anche a Maurice, ebbene, a voi miei splendidi amici di blog, cosa vi ispira?