Meglio il bastone della carota. A osservare bene il nostro cervello, sembra infatti che impari più dai propri successi che non dagli errori. E che anzi tenda a tornare spesso sui propri passi, se portano nella direzione sbagliata. "Abbiamo studiato il comportamento delle scimmie - spiega Earl Miller, che insegna neuroscienze al Massachusetts Institute of Technology e pubblica oggi la sua ricerca su Neuron - e abbiamo visto che quando un animale dà la risposta corretta al test cui lo sottoponiamo, nel suo cervello risuona il messaggio "hai fatto la cosa giusta". Dopo una risposta positiva, i neuroni memorizzano l'informazione in maniera più efficace e persistente e la scimmia tende la volta successiva a rispondere ancora correttamente. Dopo un errore invece, non assistiamo ad alcun miglioramento". Il test per le scimmie consisteva in una sorta di videogioco: se appariva una figura sullo schermo di un computer (un uomo con la pipa) gli animali dovevano voltarsi verso sinistra. Se ne appariva un'altra (un semaforo), dovevano voltarsi a destra. L'unico modo per imparare l'associazione giusta era provare e riprovare, attraverso una serie di successi ed errori. Nel frattempo Miller e i suoi colleghi misuravano l'attivazione dei neuroni delle scimmie in due aree come la corteccia prefrontale (che armonizza pensieri e azioni) e l'area dei gangli basali (che controllano i movimenti). Voltandosi dal lato sbagliato, le scimmie non ricevevano nessun premio, l'"accensione" dei loro neuroni durava meno di un secondo e nei tentativi successivi non compariva alcun miglioramento. Mentre in caso di risposta corretta e di "carota" offerta in premio, l'attivazione delle cellule celebrali durava molto a lungo: cinque secondi circa, il tempo necessario per arrivare alla domanda successiva.
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"Questo dimostra - spiega Miller - che almeno a livello dei neuroni impariamo più dai nostri successi che dai fallimenti". Scimmie a parte, uno studio non troppo diverso è stato condotto sugli uomini a settembre dell'anno scorso, pubblicato sul Journal of Neuroscience. Evelin Crone dell'università di Leida, ha misurato delle differenze assai fini a seconda dell'età dei suoi volontari. Nei bambini tra 8 e 9 anni funziona molto bene il meccanismo dell'apprendimento attraverso i successi. A 12 anni anche i fallimenti cominciano a lasciare il segno sulla memoria del cervello. Da adulti invece si impara in maniera altrettanto efficiente sia con il bastone che con la carota.
Fonte: La Repubblica
(30 luglio 2009)
venerdì 7 agosto 2009
giovedì 6 agosto 2009
Accessori indispensabili
Coltivatori diretti
Era tempo che desideravamo un orticello e alcuni vasi vuoti nel terrazzino ci hanno ispirate e motivate. Ecco quindi il nostro orto di aromatiche e la cosa ci ha motivate talmente tanto da desiderare di ampliarlo, in attesa di piantare anche melissa e co. cerchiamo qualche anima buona che ce le innaffi durante il lungo e torrido mese di agosto.
Sono mancata
Con circa tre quattro riunioni al giorno mi è rimasto ben poco tempo da dedicare ai miei pensieri. Mi dedico pochi minuti stamattina. Ieri è stata una giornata campale, lavoro durissimo, problemi enormi e nuovi ma non inaspettati, la cocnlusione di una fase importante della mia vita. Non ho quasi nemmeno il tempo di elaborare il lutto. Devo solo andare avanti come una macchina, macinare tempo lavoro e sentimenti. Avrò tempo tra un paio di giorni, quando sarò in campagna, tra i miei ulivi. Taglierò i rami ormai superflui, raserò al suolo il rovo che ha preso il sopravvento nel roseto, i rami che tolgono nutrimento alle piante. Raccoglierò le mele e le pere che portano i rami sino quasi a terra e farò torte dolci e saporite, morbide. Raccoglierò il fieno, mi spaccherò la schiena. Questo è un anno in cui le cose si concludono, i cerchi si chiudono. Un purgatorio infinito, ma spero nel paradiso che da qualche parte deve pur essere.
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