Nel libro 'L'arte della vita', Zygmunt Bauman sottolinea come quest'arte possa essere davvero tale quando siamo flessibili nei confronti dei numerosi cambiamenti che ci vengono richiesti ogni giorno. Insomma, la summa è che dobbiamo in fondo rinunciare alle certezze. Nella società odierna invece vedo un'ansia di controllo sempre più accentuata e spasmodica, forse per l'eccesso di insicurezza che ci deriva dalle strutture sociali.
Ognuno di noi é così costretto ad accettare un elevato grado di incertezza e conviverci più o meno in pace. Incontriamo qualcuno che ci piace, gli consegnamo il nostro cuore, condividiamo, ci consegnamo con la promessa di un 'per sempre' che è un paradosso perché vale solo qui e ora.
Cosa succederà tra due mesi o due anni non è dato saperlo e intanto abbiamo stipulato un contratto vitalizio, abbiamo messo in comune vite e destini, messo al mondo altri esseri umani. Ma ti amerò ancora domani? Mi vorrai ancora? Mi troverai desiderabile? Vorrai le stesse cose? Nulla di meno prevedibile. La conclusione? Accettare che l'altro possa mentire o recitare, possa dirti le cose che vuoi sentirti dire, possa stare con te e dare un'occhiata ad altre possibilità, bionde o castane, appuntate su un blocco notes in vista, che non puoi non vedere. Puoi scegliere anche di non vedere, fare finta di nulla, ignorare il messaggio. E' una scelta che facciamo ogni gorno, magari per illuderci che anche noi abbiamo qualcuno che ci vuole bene. Perchè se nessuno ce ne vuole sale il dubbio che non esistiamo. Ricette? Non ce ne sono....
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