I medici: «Chi prende il mephedrone rischia depressione e anche la morte»
ALICE CASTAGNERI
TORINO
Bastano dieci euro per portarsi a casa il mephedrone, la nuova droga che sta spopolando tra gli adolescenti. “Bubbles” o “Meow meow”, così viene chiamata nei “forum dello sballo”, è un fertilizzante per piante che si compra anche su Internet. Si prende in pasticche o si sniffa come la cocaina, ma è legale. I suoi effetti, però, sono terribili. L’allarme arriva dalla Gran Bretagna, dove è stata avviata una campagna per chiedere di vietarne la vendita.
Adesso la sostanza preferita dei teenager britannici è sbarcata anche in Italia. E i medici lanciano l’allarme sui rischi. «E’ facile da trovare perchè si può acquistare in Rete, costa poco e ha una parvenza di legalità », dice il professor Riccardo Torta, docente di Psicologia Clinica dell’Università di Torino. «Nel nostro Paese – aggiunge Torta - c’è ancora molta disinformazione su questo tipo di droghe. Il problema è che fa parte di quel gruppo di “smart drugs” che vengono spacciate come sostanze a basso rischio. In realtà non è così, si tratta di anfetamine».
«I giovani – dice il professore - pensano sia un sostituto tranquillo di stupefacenti pesanti come la cocaina, invece ha effetti collaterali molto seri, in particolare quelli cardiovascolari. Nei soggetti a rischio, in cui c’è una predisposizione, può far scattare una psicosi latente e a lungo termine provocare gravi disturbi psichiatrici. Infine, sono molto pericolosi i cocktail mortali che si possono ottenere mischiandola con alcol o cannabis».
Online, però, sta diventando “famosa” e c’è chi confessa di non poterne fare a meno. “Nell’assumerla - conclude Torta - scatta un meccanismo compulsivo e, come testimoniano i commenti sul Web, l’uscita dalla dipendenza è segnata da una forte fase di depressione». Oggi i principali consumatori del “concime per piante” sono i ragazzi cosiddetti “normali”. Vincenzo Villari, direttore di Psichiatria 2 dell’Azienda Ospedaliera San Giovanni Battista di Torino spiega il fascino di questi “paradisi artificiali”: «Fino a qualche decennio fa il fenomeno della tossicodipendenza era più delimitato perché, usando droghe come la cocaina o l’eroina, si entrava in circuiti circoscritti. Ora, invece, c’è un consumo più occasionale, confinato ad una serata in discoteca o al week end».
Spesso, però, chi si droga non percepisce i pericoli reali a cui va incontro. «Non si considerano tossicodipendenti – aggiunge Villari - e questo è molto pericoloso perché non si rendono conto di avere un problema. Usano queste sostanze perché ricercano l’intensità. E la caratteristica delle droghe è proprio quella di basarsi su una stimolazione intensa che attiva fenomeni di gratificazione. Tutti gli essere viventi desiderano questa sensazione di piacere. E’ un meccanismo biologico su cui si inseriscono fattori culturali. Così gli adolescenti vogliono la novità, la trasgressione e cercano di differenziarsi dal mondo degli adulti».
Il nuovo fenomeno non deve essere sottovalutato. «Queste sostanze – conclude Villari - sono devastanti a livello biologico e sociale, danneggiando il percorso di crescita di chi le utilizza. Quindi, quando c’è un problema non bisogna negare, ma aprire gli occhi. Spesso i genitori diventano complici dei figli giustificandoli, invece devono supportarli nel loro progetto di vita e stare più attenti».
Bastano dieci euro per portarsi a casa il mephedrone, la nuova droga che sta spopolando tra gli adolescenti. “Bubbles” o “Meow meow”, così viene chiamata nei “forum dello sballo”, è un fertilizzante per piante che si compra anche su Internet. Si prende in pasticche o si sniffa come la cocaina, ma è legale. I suoi effetti, però, sono terribili. L’allarme arriva dalla Gran Bretagna, dove è stata avviata una campagna per chiedere di vietarne la vendita.
Adesso la sostanza preferita dei teenager britannici è sbarcata anche in Italia. E i medici lanciano l’allarme sui rischi. «E’ facile da trovare perchè si può acquistare in Rete, costa poco e ha una parvenza di legalità », dice il professor Riccardo Torta, docente di Psicologia Clinica dell’Università di Torino. «Nel nostro Paese – aggiunge Torta - c’è ancora molta disinformazione su questo tipo di droghe. Il problema è che fa parte di quel gruppo di “smart drugs” che vengono spacciate come sostanze a basso rischio. In realtà non è così, si tratta di anfetamine».
«I giovani – dice il professore - pensano sia un sostituto tranquillo di stupefacenti pesanti come la cocaina, invece ha effetti collaterali molto seri, in particolare quelli cardiovascolari. Nei soggetti a rischio, in cui c’è una predisposizione, può far scattare una psicosi latente e a lungo termine provocare gravi disturbi psichiatrici. Infine, sono molto pericolosi i cocktail mortali che si possono ottenere mischiandola con alcol o cannabis».
Online, però, sta diventando “famosa” e c’è chi confessa di non poterne fare a meno. “Nell’assumerla - conclude Torta - scatta un meccanismo compulsivo e, come testimoniano i commenti sul Web, l’uscita dalla dipendenza è segnata da una forte fase di depressione». Oggi i principali consumatori del “concime per piante” sono i ragazzi cosiddetti “normali”. Vincenzo Villari, direttore di Psichiatria 2 dell’Azienda Ospedaliera San Giovanni Battista di Torino spiega il fascino di questi “paradisi artificiali”: «Fino a qualche decennio fa il fenomeno della tossicodipendenza era più delimitato perché, usando droghe come la cocaina o l’eroina, si entrava in circuiti circoscritti. Ora, invece, c’è un consumo più occasionale, confinato ad una serata in discoteca o al week end».
Spesso, però, chi si droga non percepisce i pericoli reali a cui va incontro. «Non si considerano tossicodipendenti – aggiunge Villari - e questo è molto pericoloso perché non si rendono conto di avere un problema. Usano queste sostanze perché ricercano l’intensità. E la caratteristica delle droghe è proprio quella di basarsi su una stimolazione intensa che attiva fenomeni di gratificazione. Tutti gli essere viventi desiderano questa sensazione di piacere. E’ un meccanismo biologico su cui si inseriscono fattori culturali. Così gli adolescenti vogliono la novità, la trasgressione e cercano di differenziarsi dal mondo degli adulti».
Il nuovo fenomeno non deve essere sottovalutato. «Queste sostanze – conclude Villari - sono devastanti a livello biologico e sociale, danneggiando il percorso di crescita di chi le utilizza. Quindi, quando c’è un problema non bisogna negare, ma aprire gli occhi. Spesso i genitori diventano complici dei figli giustificandoli, invece devono supportarli nel loro progetto di vita e stare più attenti».
Interessantissimo articolo ma i ragazzini non leggono il Corriere, facciamo allora dei video di allerta su Youtube, dei gruppi su FB avvisando e facendo informazione. Allertiamo le scuole che vanno coinvolte in questi argomenti non facili da affrontare ma soprattutto parliamo ai ragazzini più piccoli, dicendo loro che le droghe sono 'merda', che spappolano il cervello. Mostriamo le immagini di ragazzi drogati, video di reparti di neuropsichiatria. Facciamo loro capire di cosa stiamo parlando. Creiamo immagini ad effetto come solo Lux Lisbon è capace e mettiamole per la strada. Occorre prendere posizioni forti su queste cose e sdradicare la sottocultura dei ragazzini.
1 commento:
Ciao, l'ipomea che vedo ha origini a me note ?? è stupenda... baci
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