mercoledì 19 marzo 2008
El Gouna, Egitto, terza stella a destra
Sembra strano ma per arrivare in Egitto possono essere necessarie anche molte ore, le stesse che mi avrebbero depositata sulla spiaggia di San Francisco. Ma va bene lo stesso. L'Egitto mi ha dato il suo benvenuto con una stella cadente, il giorno prima di quello che sarebbe stato il 101mo compleanno di mia nonna. Quindi, nonostante il mio rigore scientifico ho ritenuto che esprimere un desiderio non facesse male.
In questa strana terra desertica ho trovato molte cose, una compagnia speciale, gente davvero simpatica, riposo, cielo e mare, vento. Ho trovato gli elementi primordiali della Terra, ho trovato Africa e radici. Ho trovato erba alfa, l'inizio di tutte le cose.
Ma ho trovato speranza e una parte bella di me stessa.
Oggi ho nel cuore un milione di momenti di questo strano viaggio di lavoro dove la dimensione è stata magica e immaginifica.
Il più bello è stato una chiaccherata a bordo piscina, coperta dall'asciugamano per il vento, intorno solo le nostre parole e nient'altro, qualcuno che è lì solo per te. Quello è stato un momento in cui ho consegnato qualcosa di me, oltre il mio essere affabile e comunicativa. Ho consegnato una speranza e mi è stata donata una certezza.
Il resto è eternità. Per me che non ho mai desiderato visitare l'Egitto oggi è un posto simbolico e straordinariamente significativo. Che non dimenticherò mai insieme a tutte le persone che hanno reso quei giorni davvero sereni e bellissimi.
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