domenica 28 febbraio 2010

Scuola di crostata

L'avvocato Saitta di sabato si trasforma in un razzomissile della cucina e ieri mi ha dato la tanto desiderata 'lezione di crostata'. Quella fatta per il the era così buona che volevo assolutamente conoscere i misteri di una torta solo apparentemente così facile. La verità è che la crostata è ad altissimo rischio di errore e non mi sarei mai fidata di provare solo con la guida di una ricetta. Andava fatto un vero e proprio tutorial ed ecco che nonostante 38 di febbre mi sono presentata puntuale e piena di voglia di imparare.
Ne abbiamo fatta una per una per poi sottoporla all'assaggio delle amiche.
Insomma, ecco come ci siamo regolate:
250 gr. di farina + 80 gr. di zucchero in un montarozzino
si ggiungono i tuorli di due uova (adoro separare i tuorli dalle chiare) e si comincia a mischiare con l'aiuto di una forchetta
infine si aggiungono 160 grammi di burro e il segreto sta tutto qui perchè va messo a pezzetti che poi si scioglieranno mentre impasti col calore delle mani. Più hai le mani grandi e calde meglio viene la faccenda. Io, aiutata dalla febbre dopo un quarto d'ora avevo già un panetto compatto mentre il povero avveocato faceva una fatica bestia. Ma siccome non si lascia scoraggiare facilmente, mi ha rapidamente inseguita e raggiunta.
Poi si allarga la pasta sul fondo di una teglia imburrata e coperta di farina, si picchiettano i bordi con una forchetta e si stende un sottile strato di marmellata (meglio se non industriale). Nel frattempo abbiamo acceso e fatto scaldare il forno a 180°. Poi abbiamo ripiegato i bordi della crostata e con la pasta avanzata abbiamo fatto io stelle e lei cuori.
Via nel forno sino a che non diventa dorata il che può accadere in venti minuti come in mezz'ora. A quel punto, stimolate le narici da profumini di tal siffatta a tutti in casa era venuta in casa una fame da lupi tanto che io mi sono pappata le crocchette avanzate dal mio nipote preferito.
E poi???? Mica è finita qui....
Le foto le posterò nei prossimi giorni....
Ma seguite le avventure delle amiche dell'avvocato :)

Meglio terzi

La medaglia di bronzo dà più felicità di quella d'argento.

I ricercatori hanno analizzato le reazioni degli atleti olimpici dopo essersi aggiudicati la medaglia. La cosa interessante è che i vincitori delle medaglie di bronzo erano più esuberanti e apprezzavano di più il piazzamento di coloro che vincevano la medaglia d'argento. Questi dati sono stati raccolti nei Giochi estivi di Barcellona del 1992; tuttavia le prove suggeriscono che queste reazioni siano la norma nelle attuali Olimpiadi. (Per esempio, pattinatore russo e poco sportivo Evgeni Plushenko.)Thomas Gilovich, un professore di psicologia che ha collaborato allo studio, spiega che chi arriva al secondo gradino del podio tende a focalizzarsi sul fatto che non ha vinto il primo premio, mentre chi si aggiudica la medaglia di bronzo è eccitato di essere riuscito a guadagnare il podio.

Ora ci penso e poi vi faccio sapere che ne penso.

martedì 23 febbraio 2010

Lo stile non è gazzosa



E allora va bene che sei l'icona del lusso minimalista, che hai lanciato un verde che nessuno avrebbe mai messo prima che si chiamasse verde Prada e che poi abbiamo avuto una stagione di pallidi ramarri, che una delle tue borse costa come un mese di affitto alla Camilluccia. Va bene tutto, ma ti prego Miuccia, tu che vivi nel mondo del look, dell'allure, del bello, se proprio non vuoi farti la plastica al naso (che io caldeggerei), almeno fatti fare una piega prima di andare sul set a farti fotografare. Che io sono piuttosto sensibile e mi sono venuti i nervi di buona mattina. Non potessi permettertelo, vabbè, ma proprio tu....


(Tanto che la maison mi facesse omaggio di una delle sue nuove borse in pvc trasparente non c'era speranza, quindi almeno mi sono tolta un sassolino dalla scarpa).

lunedì 22 febbraio 2010

You're invite...

Prosegue l'interessante ciclo di conferenze sui vizi capitali delle donne organizzato da ONDA. E' la volta della Lussuria, a Milano, il 4 marzo sino a scivolare leggiadramente quando, il 15 aprile, sul palco salirà la sottoscritta per discettare sulla 'gola' insieme a Willy Pasini. E se siete a Milano venitemi a trovare perchè adoro incontrare gli amici. Vi aspetto.

venerdì 19 febbraio 2010

Che ci posso fare?


Sono un'inguaribile romantica, non c'è nulla da fare. Sotto la scorza dura c'è nettare dolcissimo. E quindi mi sono sciolta di fronte alle lavagne tutte cuori e fragole, da ordinare oltre confine. L'indirizzo? Segretissimo, mi spiace. Secondo voi si può vivere senza?

Non lo avessi mai fatto..







A Milano ho avuto la malaugurata idea di comprarmi Country Living UK Edition e Marie Claire Idees e sono stata travolta da un attacco di romantic shabby.



Sono quindi emersa stanotte da siti dove vendono attaccapanni a forma di cuore, lavagne con cuori, cuori ripeni di lavanda, cuori da appendere, cuori imbottiti, ghirlande a forma di cuore. Insomma, un delirio.



Tra tutte le magnificenze da acquistare per la mia Casa Bianca, una follia, le più belle casette per galline mai viste. Roba da Real Estate, cifre da sogno (a partire da 250 sterline in su) per casette di legno bio, con scaletta rivestita di moquette e le finestrelle a forma di ....cuore (che ve lo dico a fare). Insomma, con una stia così anche le uova me le farebbero a cuoricini e quindi, rischio veramente di fare il bis e comprare di nuovo una gallina. Ora ditemi se si può resistere...

martedì 16 febbraio 2010

Partire è un po'...morire


Non c'è niente da fare, quando parto mi viene sempre la malinconia, vado giù come una frana. Io che sono una globetrotter nata, appena devo andare a Milano, anche se per un solo giorno, come stavolta, mi viene il magone.

E' che io la Pociolla non la vorrei mai lasciare e so che allontanarmi fa più male a lei che a me. E' che lei mi offre quella cascata di ossitocina costante che deriva dalla vocina, dai sorrisi, dalle coccole che mi riserva quando sono più stanca. E' tutto il mio mondo e su di lei si misura il mio benessere. Dieci anni e il cordone ombelicale è ancora lì bello saldo, anzi, più solido che mai.

E' il Pociollometro, l'unità di misura della vicinanza alla Pociolla. Più è vicina più sto bene. E allora le ho lasciato il cellulare carico così già alle 16 e 30 la posso sentire. E che pizza le mamme, lo so, ma siamo geneticamente programmate per questo, essere costantemente sintonizzate su altri esseri umani, fisicamente ed emotivamente. E siccome è il nostro cervello ad essere fatto così è inutile... nessun uomo ce la può fare allo stesso modo. Il che non significa che non amino i figli, tutt'altro, ma che li amano in maniera diversa, più razionale. Tra poco chiamerò il taxi e alla sola idea mi si ritorcono le budella dal disappunto. Perchè io con lei ho bisogno di stare nel raggio massimo di 500 metri che è praticamente la distanza tra casa e scuola.

lunedì 15 febbraio 2010

Il sogno


E chi si vorrebbe svegliare se sogna sino all'ultimo momento di baciare un uomo alto e di successo, innegabilmente affascinante nonostante non bello in maniera canonica? Freud ci avrebbe scritto un trattato, io mi limito a godermi il pensiero. La simbologia del sogno è poi ancora più interessante e mi terrà impegnata un bel po'. Non si smette mai di imparare e capire, anche se vivono meglio quelli che alle cose non riflettono troppo, non se chiedono motivi e retroscena, le fanno, le vivono. Io non ci sono mai riuscita, insostenibile pesantezza dell'essere. Sempre lì a chiedermi perchè e percome, ma chi è tondo, haimé, non può diventar quadrato.

venerdì 12 febbraio 2010

I: Del teatro

Non so perche' ma il teatro non mi attrae. Tutta quella realta' recitata e quella gente reale sul palco. Preferisco la magia del cinema, finzione pura e pura capacita' di trasportarti in un altro mondo di fantasia. Li' davvero mi astraggo e viaggio con la mente, come quando mi perdo in un romanzo dal quale non riesco a staccarmi pena una dolcissima notte insonne. Pura esperienza di fusione con la fantasia. E' strano allora come il teatro mi appaia artificiale e finto e come alcuni estimatori mi sembra affermino passione solo per darsi un tono. Per un buon film tiro fuori il naso dalla mia cuccia bianca e lilla e torno contenta di una immersione parallela. Quindi non vi offendete se declino regolarmente gli inviti a teatro.
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Quando meno te lo aspetti...

Ammetto di essere singolare su alcune cose. Ad esempio le cose prevedibili mi fanno passare ogni fantasia. La serata che sai come va a finire? Nemmeno esco. Cosi' con gli uomini. Quello che 'ci prova' perde in partenza ogni possibilita' di riuscirci. Mi piace invece quando le cose non sono ovvie, quando nulla e' dichiarato. Mi piace agire fidandomi dell'intuito e prenderlo di sorpresa quando non se lo aspetta. Gli approcci migliori sono stati quelli in cui ci siamo studiati a lungo in maniera quasi asettica, un po' scientifica e quando poi l'ho baciato... non c'entrava nulla in quel momento e lui e' rimasto spiazzato. Ecco quello e' il momento migliore, per lui e anche per me. Fischiettando... Sferro il colpo. Pensa che palle invece quando sai prevedere al secondo quando ti bacera'....che noia...stupiscimi allora nel NON baciarmi, quella si che e' una notizia che l'indomani chiami tutte le amiche. Ragazzi cambiamo copione... Voi fate quelli che non hanno capito nulla, che prendervi quando cadete dalle nuvole...e' meraviglioso.
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Puntate al matrimonio? State cercando l’uomo dei vostri sogni? Mai fare sesso al primo appuntamento. Non è questione di apparire donne troppo “facili”, ma quello che suggerisce la scienza: andare a letto con uno spasimante già la prima sera non aiuta a individuare il partner giusto con cui sposarsi e mettere su famiglia.Intenzioni serieUno studio britannico dell’Università di Londra ha di recente dimostrato che il corteggiamento da parte dell’uomo è come un gioco di strategia, in cui ha la meglio chi non demorde fino alla vittoria finale. Chi si scoraggia presto lo fa perché poco interessato alla posta in palio. Tradotto: uno “sciupafemmine” ...professionista non va troppo per il sottile e brucia i tempi, lascia perdere se non “conclude” al massimo entro pochi appuntamenti con una donna; quello con intenzioni serie, invece, sa aspettare. Le eccezioniCi sono poi casi in cui la donna può decidere di accettare il sesso già la prima sera: quando per esempio non le interessa una relazione profonda o duratura con l’uomo in questione, perché non vuole impegnarsi o perché magari ha già un partner stabile. Oppure il caso in cui una donna single e autonoma dal punto di vista economico, che decide di restare incinta anche a costo di allevare da sola il proprio bambino.
(Staibene.it)

Sesso al primo appuntamento? Mai sia, o meglio, personalmente sono di questo avviso: se proprio mi viene voglia di sbatterlo al muro ben difficilmente avrò voglia di vederlo una seconda volta. Se invece mi piace davvero, preferisco aspettare, far alzare il desiderio allo spasimo. Sono molto d'accordo su quello che rompe se non ottiene subito quello che vuole, ci sono, ci sono, ma sono frettolosi e suppongo anche sotto le lenzuola, quindi non vale la pena perderci tempo. Se vuole una relazione importante poi, non parla subito di amore, non spreca le parole, non cerca di intortarti a tutti i costi, al contrario se ha sentimenti profondi è pudico e riservato. Non ha bisogno di spogliarti, le prime volte assapora come un regalo anche solo poterti toccare e stringere. Tutti quelli che vanno troppo di fretta sono un bluff.

giovedì 11 febbraio 2010

Ipse dixit: panacee

"Con lo Zirtec ci curo dal ginocchio della lavandaia al cancro".
Sei mitico!!!

lunedì 8 febbraio 2010

Eccelibro: Single? No grazie!


Partiamo dal presupposto che per alcuni essere single può essere uno stato di grazia, altri una scelta, altri ancora una fase temporanea. Il libro di Andrew Marshall si rivolge a coloro i quali sono single ma non vorrebbero e si trovano in qualche modo bloccati nella gabbia della solitudine affettiva.
E’ uno dei pochi libri davvero intelligenti e seri sull’argomento. Nessuno strategia su come accalappiare il partner, qui si lavora su se stessi e vi ho trovato riferimenti sui miei saggi preferiti. In realtà, e sottoscrivo, una vita affettiva serena è un elemento basilare della vita e per alcuni necessario, nonostante sono convinta che non debba diventare una ossessione. O meglio, per stare bene con qualcuno bisogna prima essere capaci di stare bene con se stessi.
Detto ciò, ciascuno di noi si porta dietro qualche fardello: rapporto e modello con i propri genitori, esperienze passate, dolori, delusioni. Ce ne sarebbe abbastanza per decidere di metterci una pietra sopra, mentre in realtà, chi più chi meno siamo tutti alla ricerca di qualcuno che condivida un pezzo della strada della nostra vita. Esigenza fisiologica giacchè siamo ‘animali’ sociali.
Uno dei problemi, sono completamente d’accordo, è la diffusione dei siti di dating ondine che offrono una scelta sconfinata e sono fuorvianti. Barry Schwartz, sociologo americano, ritiene che una scelta illimitata sia negativa quanto la mancanza di scelta. E’ quello che io chiamo ‘effetto supermercato. In realtà studi rigorosi hanno dimostrato che quando l’offerta di un prodotto è troppo ampia la gente non sceglie e che le opzioni migliori sono quelle limitate a ‘pochi prodotti’. Se siamo in un negozio di dolci e possiamo mangiare ciò che vogliamo l’eccesso di possibilità ci porterà a mangiarne di meno, anche questo provato scientificamente. Inoltre, mentre il primo giudizio avviene sulla valutazione di qualità esteriori, sono proprio quelle interiori (lealtà, disponibilità e generosità) a costituire gli elementi decisivi per la riuscita di una relazione. Elementi che per essere valutati hanno bisogno di tempo. Sembra invece che la gente abbia fretta di definire e salti le fasi di un rapporto: rischiando in realtà di amarsi prima di cnoscersi e quindi aprire la strada alle delusioni. Marshall rivela che una delle differenze più importanti delle coppie che stavano insieme era il fatto di aprirsi nei primi cinque appuntamenti, essere sinceri e non mentire su di sé. Mentre un altro fattore predittivo della longevità di una relazione è il fatto di gestire il conflitto e superarlo perché tutto ciò che non è detto rimane sospeso ad incombere sulla relazione. I problemi così si accumulano e si arriva facilmente alla rottura. Su questo sono particolarmente d’accordo, parlare è la chiave per superare. Può non essere gradevole sentirsi rivolgere una critica o ammettere di aver sbagliato ma credo sia l’unico modo di andare avanti. Credo invece che chi alza un muro di incomunicabilità difficilmente potrà avere una sana vita di relazione.
Comunque dopo 308 intense e interessanti pagine arriviamo al culmine, sette lezioni chiave di cui la prima dovrebbe essere iscritta nella pietra: ‘da come inizia una relazione generalmente si può capire come continuerà’, versione elaborata del più comune: ‘il buongiorno si vede dal mattino’ e nonostante Marshall ci inviti ogni tanto a sospendere il giudizio e limitare le aspettative concentrandosi sui punti positivi del partner, c’è poco da fare, se uno si presenta tondo, difficilmente diventerà quadrato, se sin dall’inizio compare e scompare come un mago, se si lancia in dichiarazioni d’amore che non corrispondono ai fatti, difficilmente le cose cambieranno. Ma soprattutto, diamo una chance al nostro istinto che forse è peccato, ma quasi sempre ci azzecca, specialmente il nostro. E se sentiamo puzza di bruciato e qualcosa non ci torna, ad ignorarlo si rischia di scottarsi anche noi.

Andrei G. Marshall
Single? No, grazie!
Corbaccio
2009
Euro 16,60

Eccelibro: La contessa di ricotta


Quando ho conosciuto Milena Agus per la prima volta veniva premiata sul palco del Forte Villane per il suo Mal di Pietre. Era stata celebrata in Francia e ignorata in Italia salvo poi ricredersi. Ciò che tre anni fa mi aveva colpito di lei era l’aspetto mite, riservato, quasi sfuggente, come se da quel palco avrebbe potuto fuggire da un momento all’altro. Tipico esempio di donna sarda mai abituata al successo. Eppure il successo è arrivato inesorabile per la sua scrittura cristallina. Quando mi sono decisa a leggerla, il suo primo successo era terminato e mi sono accontentata dell’ultimo, La contessa di ricotta. Storia di tre sorelle che vivono in tre appartamenti del palazzo nobiliare appartenuto alla famiglia nel cuore di una Cagliari luminosa e suggestiva. Le loro vite, come le personalità sono tanto diverse quanto si intrecciano in un’unica trama. Delle tre Agus sembra prediligere la più fragile, alla quale intitola il libro, la più altruista e forse la più sognatrice e sfortunata o forse no. Quella mamma di un figlio disabile e talentuoso pianista. Ognuna delle tre ha un sogno e questo le accomuna, come accomuna ognuno di noi su questa terra. E anche la contessa più concreta in fondo si innamora e di questo amore si strugge. Una storia semplice in fondo, che lascia un finale aperto, forse troppo per i miei gusti. Il romanzo è godibile ma la trama rimane sospesa, come se volesse che ogni lettore immaginasse la propria conclusione. A me, invece ha lasciato un senso di insoddisfazione, come se mi avesse privato del piacere della conclusione che ti aspetti in una narrazione. Ma io sono una razionale e un quadrato, nel mio mondo, deve avere tutti i suoi lati.

Milena Agus
La contessa di ricotta
Nottetempo
Euro 13,50

domenica 7 febbraio 2010

Stato di grazia

Idea assolutamente azzeccata: pranzare al caffè' delle arti e non solo: al sole e, dato che non bisogna accontentarsi, sul divanetto. Le giornate con questo cielo mi rimettono al mondo e hanno completamente spazzato le nubi che avevo ieri sul cuore. Complice un libro chiarificatore che ha attirato la mia attenzione su alcuni meccanismi. Un altro passo verso la comprensione di me stessa in questo strano sabbatico. Certo sono stanca, nulla mi e' stato risparmiato ma a breve mi attendono cose belle a cui tengo. Incrocio le dita e sorrido. Poi stasera nel silenzio della mia camera, mi fermero' ad analizzare il rapporto di animus e anima. Che tanto di smettere e capire non si finisce proprio mai.
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sabato 6 febbraio 2010

Quello che voglio


Mi hai chiesto quello che voglio.

Come se non mi conoscessi bene. Siamo amiche da tanto tempo e poi ci assomigliamo.

Innanzitutto cerco linearità, coerenza. Non apprezzo le persone umorali, troppo complicate, blindate, incomprensibili.

Sono ordinata nelle mie cose e negli affetti, non perfetta, alle volte sono anche io arrabbiata, ma lo dico così dopo qualche minuto possiamo ricominciare a parlare. Mi piace chiarire, detesto tenere il muso. Perchè non è possibile parlare?

Detesto la sensazione di chi vuole mettermi in punizione perchè non ho più dieci anni. Se faccio qualcosa che urta (può succedere) sono disposta a chiedere scusa. Detesto i silenzi imposti con arroganza. Preferisco che qualcuno mi dica, sono arrabbiato, ho bisogno di sbollire, di metabolizzare (purchè non sia una cosa di mesi a fronte di un piccolo stimolo). Credo faccia parte del rispetto dovuto alle persone che ti dedicano del tempo. Ergo, non tollero l'egoismo e la maleducazione. Tento di trattare le persone a cui voglio bene con delicatezza e soprattutto, rispetto e chiedo lo stesso. Se decade questa 'etica minima' non rimane molto da dire. Non misuro il valore di una persona dal denaro che ha, dal suo successo sociale, dalla marca della sua auto. Il suo valore risiede nell'umanità, nella delicatezza di trattare cose e persone, nel rispetto dei loro sentimenti.

E se qualcuno non sa come regolarsi, un consiglio: 'non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te'.

giovedì 4 febbraio 2010

Ha da passà...

Stringo i denti, vado avanti, dopo due colpi sferrati senza pietà. La corazza tiene. Ho imparato a proteggere me stessa proteggendo gli altri. Ho fatto il mio dovere. E ora altri tre ostacoli davanti, uno più alto dell'altro. Risoluzioni. Devo chiudere i sospesi. Voglio avviarmi verso la semplificazione della mia esistenza. Non voglio più correre dietro alle cose. Ora, certo, ci vorrebbe che anche gli altri non ci mettessero del loro: cinque soci e nessuno che si è ricordato di pagare la camera di commercio, una società allo sbando e probabilmente altri soldi da buttare, la prima udienza di una causa in cui io non c'entro nulla ma che mi sono dovuta incollare e infine altri 1800 euro da pagare per un debito non mio. Un elenco lunghissimo di cose in cui sono stata tirata dentro ob torto collo. Piano piano me le voglio scrollare dalle spalle e andare avanti leggera, leggerissima, la libellula a cui aspiro. Ha da passà. Abbasso la testa e tiro avanti sino a metà aprile. A quel punto un bel po' di cose saranno a posto, le altre le metterò in fila come soldatini in una lista e poi sarà bello spuntarle. Intanto, oggi indosserò una bella collana di perle, perchè anche nella battaglia più dura, bisogna darsi coraggio. E allora, come consiglio alle amiche, quando ti sembra di essere troppo stanca per andare avanti, metti il rossetto, spruzza un po' di profumo, esci a prendere un aperitivo e infine, un bagno caldo e un buon sonno. La ricetta della coccola, in attesa del lancio della mousse che spalmerò a cucchiaiate, anzi, mi correggo, che LUI spalmerà.

mercoledì 3 febbraio 2010

Ma grazie davvero

Grazie davvero a quella brava e corretta persona che ieri sera mi ha bucato in maniera irreversibile le due gomme anteriori e che non contento mi ha strisciato entrambe le fiancate procurandomi un danno di oltre 2000 euro. Davvero una brava persona, che aveva una certa quantità di aggressività da scaricare. Meglio su uno sconosciuto no? E che ne sai se poi la può riparare, che ne sai se è una mamma con un bambino con carrozzina che alle 21 di sera si trova con DUE gomme bucate? Che ne sai ma soprattutto che te ne frega se mi hai rovinato la macchina che ho comprato - usata - aspettando due anni e facendo dei sacrifici. Perchè tu sei un pezzo di merda, e scusate se parlo francese, e la tua mamma? E' una maiala, ma non quella simpatica toscana su cui scherziamo sempre noi, ma quella scrofa che ha messo al mondo, appunto, un maiale.
Non riesco nemmeno ad arrabbiarmi perchè un simile gesto è così lontano da me che è inconcepibile. Ma quello di cui sono convinta è che se nella vita fai del bene, ottieni del bene, e se fai del male.... indovina un po'? Quindi siccome il tempo e galantuomo ed esiste una giustizia terrena, beh, chi semina vento raccoglie tempesta e per questo gentile signore, sono certa, il conto è già pronto.