Stringo i denti, vado avanti, dopo due colpi sferrati senza pietà. La corazza tiene. Ho imparato a proteggere me stessa proteggendo gli altri. Ho fatto il mio dovere. E ora altri tre ostacoli davanti, uno più alto dell'altro. Risoluzioni. Devo chiudere i sospesi. Voglio avviarmi verso la semplificazione della mia esistenza. Non voglio più correre dietro alle cose. Ora, certo, ci vorrebbe che anche gli altri non ci mettessero del loro: cinque soci e nessuno che si è ricordato di pagare la camera di commercio, una società allo sbando e probabilmente altri soldi da buttare, la prima udienza di una causa in cui io non c'entro nulla ma che mi sono dovuta incollare e infine altri 1800 euro da pagare per un debito non mio. Un elenco lunghissimo di cose in cui sono stata tirata dentro ob torto collo. Piano piano me le voglio scrollare dalle spalle e andare avanti leggera, leggerissima, la libellula a cui aspiro. Ha da passà. Abbasso la testa e tiro avanti sino a metà aprile. A quel punto un bel po' di cose saranno a posto, le altre le metterò in fila come soldatini in una lista e poi sarà bello spuntarle. Intanto, oggi indosserò una bella collana di perle, perchè anche nella battaglia più dura, bisogna darsi coraggio. E allora, come consiglio alle amiche, quando ti sembra di essere troppo stanca per andare avanti, metti il rossetto, spruzza un po' di profumo, esci a prendere un aperitivo e infine, un bagno caldo e un buon sonno. La ricetta della coccola, in attesa del lancio della mousse che spalmerò a cucchiaiate, anzi, mi correggo, che LUI spalmerà.
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