Sindrome o fenomeno sociologico, l'orologio biologico scatta al compimento dei fatidici 35 anni, quelli in cui hai già ottenuto qualche risultato e ti domandi se la vita sia davvero tutta lì, nella carriera. Realizzazione, autonomia, m rimane uno spazio di insoddisfazione e ci si chiede cosa manchi. E' presto detto, un bambino, manca il futuro, la prospettiva di essere geneticamente eterni o almeno sino alla generazione successiva. La mancanza di benessere, sensazione subdola, si fa strada anche se la donna non ha un marito o un compagno e altresì se non ha intenzione di costruirla. La necessità è quella di un erede e la presenza di un maschio è puramente strumentale, biologica. La sindrome non prevede la presenza di un compagno, bensì di un compagno presente giusto per la durata del concepimento. La presenza di un uomo infatti è carica di rischi e complicazioni che non tutte hanno voglia di affrontare e alla fine crescere un bambino da sole può, paradossalmente, essere più semplice. Le donne hanno più dei maschi la percezione che qualsiasi rapporto sia 'a tempo' e tentano una riduzione dei danni collaterali. Un fenomeno che lo psichiatra Vittorino Andreoli nel suo ultimo saggio dedicato al rapporto psicologico che abbiamo con il denaro, descrive come un fenomeno in crescita. Nessun giudizio da parte mia anche se ritengo che un bambino abbia bisogno di una seconda figura di riferimento per la sua crescita. Il libro: Il denaro in testa - Rizzoli - 2011
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