mercoledì 31 ottobre 2007

Nastro rosa, ma non e' Battisti


“Breast Friends”, la grande campagna internazionale di sensibilizzazione contro il tumore al seno promossa in Italia da Salute Donna Onlus e sostenuta da Roche, che ha già coinvolto migliaia di persone in molte città italiane, arriva ora al Sud.
Si è appena conclusa la prima tappa a Napoli e nei prossimi giorni altre due città ospiteranno la Campagna: il 6 novembre sarà Cagliari a fare da cornice all’iniziativa e il 21 si replicherà a Palermo.
Il messaggio chiave della campagna è l’importanza, per le donne, di avere accesso a tutte le informazioni sulla malattia, in modo da poter effettuare una diagnosi accurata e condividere con il medico la scelta della terapia più appropriata. Purtroppo infatti ancora oggi poche persone sono a conoscenza del fatto che esistono forme diverse di tumore al seno che richiedono approcci ed interventi specifici.
Non tutti i tipi di tumore sono uguali: una delle forme più aggressive è quella HER2 positiva. Dei 40.000 casi di tumore alla mammella diagnosticati ogni anno in Italia, circa il 20-30% è rappresentato da tumori di tipo HER 2 positivo, una forma con una progressione molto rapida ed un’età di insorgenza più precoce rispetto agli altri tipi di tumore al seno. Per questo tipo di tumore, una diagnosi repentina e corretta può fare la differenza: se diagnosticato per tempo, un tumore HER2 positivo in stadio precoce può essere curato efficacemente grazie all’uso di trastuzumab.
Questo farmaco ha dimostrato un’efficacia significativa nel trattamento del tumore al seno, non solo nelle fasi avanzate ma anche in quelle più precoci. Le pazienti trattate con trastuzumab, da solo o in combinazione con la chemioterapia standard, ottengono migliori tassi di risposta ed una più alta sopravvivenza, e contemporaneamente hanno una qualità di vita più alta. Trastuzumab infatti non produce gli effetti collaterali tipici della chemioterapia come diarrea, nausea, vomito, astenia, rush cutaneo e perdita dei capelli.
Trastuzumab rappresenta oggi l’unico trattamento specifico per le donne affette da tumore HER2 positivo e fa ottenere alle pazienti una sopravvivenza di un terzo più lunga rispetto a quanto si verifica con la sola chemioterapia. In particolare, l’utilizzo negli stadi precoci del tumore consente di ridurre il rischio di ricaduta del 46% rispetto alla sola chemioterapia.
È importante quindi che la paziente venga informata, a seguito di un esame bioptico, sul proprio stato HER2 al momento della diagnosi della malattia. Secondo le linee guida dell’ASCO (American Society of Clinical Oncology), il test HER2 deve essere effettuato su tutti i tumori mammari primitivi, sia al momento della diagnosi sia in caso di recidiva. Se il test risulta positivo vuol dire che sono stati riscontrati sulle cellule tumorali più recettori HER2.

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