martedì 30 gennaio 2007

Un gene per tutto


Prendo spunto da questo articolo a cura della redazione de Il Pensiero Scientifico per tentare affrontare una delle tendenze malsane del giornalismo, ossia la moda, ormai inveterata di attribuire ad un singolo gene una caratteristica, una patologia, un tratto di personalità. Hanno quindi sbandierato ricerche che affermavano la scoperta di un gene per l’alcolismo, uno per l’anoressia, uno per l’autismo, un altro per la dipendenza dalle sigarette e molti altri tra cui il più recente, ipotizzato, gene dell’omosessualità.
Si tratta di una forma di riduzionismo genetico, una semplificazione eccessiva. Come se non ci fosse alcuna correlazione tra geni e ambiente. E invece, a dispetto dei titoloni dietro a cui ci sono giornalisti che non hanno mai letto uno studio in originale in vita loro, sappiamo bene che, ad esempio, anche le donne che presentano in gene BRCA-1 per il tumore al seno, non svilupperanno necessariamente la malattia.
Un vizietto non solo italiano, potremmo consolarci, e invece mi lamento perché notizie come questa non fanno altro che alimentare luoghi comuni nella gente e banalizzare la complessità, affascinante, dell’organismo umano e dei suoi componenti.

Il gene dell'omosessualità migliorerà l'uomo?
L'ipotesi evolutiva pubblicata dalla rivista scientifica «Nature». «Maggiori capacità di fecondare»
«In somma sappi che tutti fur cherci e litterati grandi e di gran fama, d'un peccato medesmo al mondo lerci» . Dante nell'Inferno fa di Brunetto Latini la figura dominante del girone dei sodomiti, peccato gravissimo per la morale religiosa di allora. E se i geni associati all'omosessualità servissero al benessere dell'uomo? L'omosessualità è abbastanza diffusa, nell'uomo e in altre specie animali. Ma le basi genetiche e le ricadute sull'evoluzione sono poco conosciute. Ricercatori del Tennessee e di Santa Barbara hanno messo a punto un modello matematico (il lavoro è pubblicato su Proceedings of Royal Society di Londra, ripreso da Nature di questi giorni) che aiuta a capire come il gene associato all'omosessualità, se c'è, abbia potuto diffondersi. Andiamo con ordine. Il gene (o i geni) dell'omosessualità non sono stati identificati, ma c'è evidenza che la tendenza ad essere omosessuali sia genetica. Di due gemelli identici se uno è omosessuale è possibile che lo sia anche l'altro, ma non vale per due fratelli che non siano gemelli. Ma com'è che il gene legato all'omosessualità si è diffuso nella popolazione se la loro non è un'attività sessuale che porta a riprodursi? C'è una spiegazione sola: che il gene «gay» sia utile all'evoluzione della specie.
(Fonte: Corriere della Sera – 17 gennaio ’07)

Da Molecularlab
Un gene associato all'alcolismo
L'alcolismo tende ad essere ereditario, il che suggerisce che la dipendenza, almeno in parte, possa avere alla base una causa genetica. Ora alcuni ricercatori dell'Università dell’Illinois di Chicago hanno scoperto un gene associato alla dipendenza dall'alcol. I topi di laboratorio privati di questo gene consumano quantità eccessive di alcol, preferendo l'etanolo all'acqua e manifestando un comportamento estremamente ansioso se sottoposti ai test nei labirinti. I risultati dello studio sono stati pubblicati sul numero del 26 maggio della rivista "Journal of Neuroscience".Il gene che i ricercatori hanno studiato produce una proteina chiamata CREB, nota per regolare le funzioni cerebrali durante lo sviluppo e l'apprendimento. "Si tratta della prima dimostrazione diretta - spiega lo psichiatra Subhash Pandey - di un legame fra una deficienza nel gene CREB e l'ansia e i comportamenti dovuti al consumo di alcol".

Gene della Schizofrenia
Il team di ricercatori della Edinburgh University ha scoperto un gene che avrebbe grosse probabilità di sviluppare i principali sintomi della schizofrenia.La scoperta -molto importante soprattutto per la rilevanza che avrà nel mondo farmaceutico- è stata pubblicata su Nature: ora non resta che aspettare la creazione di un trattamento efficace.
(Fonte Bioblog.it)
Il team del professor Thomas Bourgeron dell’Institut Pasteur di Parigi ha scoperto un gene responsabile dell’autismo.Questo gene, denominato Shank 3, sembra essere di fondamentale importanza per lo sviluppo di questo disturbo comportamentale così poco conosciuto.Shank 3 svolge un ruolo significativo a livello cerebrale nella connessione dei neuroni, in particolare nella creazione vera e propria delle sinapsi; lo studio del gene aiuterà a comprendere meglio questa patologia che in Italia colpisce 5 bambini su 1000.
(Fonte: Biolblog.it)
Anoressia nervosa: trovato il gene
Alla base dell'anorressia nervosa, avente quale bersaglio prevalente i giovani di sesso femminile, c'è un gene, scoperto dagli scienziai del Children’s Hospital di Westmead, in Australialia, chiamato Net. Questo gene produce una proteina chiamata con lo stesso nome che trasporta la noradrenalina, sostanza coinvolta nello stress, nell’astenia e nella conseguente alterazione delle funzioni nei neuroni. Il gene, a seconda delle sue mutazioni, funziona da ”interruttore” decidendo quanta Net produrre. Esso può essere contenuto in due possibili varianti di DNA, un frammento più lungo e uno corto. Sarebbe la prima variante (quello lungo), a portare in se i presupposti della malattia. Concetto questo che scagionerebbe le famiglie, spesso accusate di essere la causa scatenante della malattia. La scoperta è stata pubblicata sulla rivista Mollecular Psychiatrry.
(Fonte: redazione GT – 6 dicembre 2003)

La bulimia colpa di un gene
Non solo psicologia: la mutazione di un gene sarebbe implicata nell'insorgere della bulimia. Si tratta del cromosoma 10 e una sua mutazione faciliterebbe l'insorgere del disordine alimentare. E' il risultato di uno studio statunitense, pubblicato sulla rivista 'American Journal of Human Genetics', a cui hanno partecipato anche ricercatori italiani, tedeschi e canadesi. Walter H. Kaye, del Western Psychiatric Institute dell'Universita' di Pittsburgh, in collaborazione con diverse universita' statunitensi, con Giovanni Cassano dell'Universita' di Pisa, e altri ricercatori dell'Universita' di Monaco e dell'University Health Network di Toronto, hanno analizzato il Dna di 316 pazienti con bulimia nervosa e dei loro familiari. Le analisi hanno mostrato che la regione definita '10p' sarebbe implicata nella genesi di questo disordine alimentare…
(Fonte: Italia salute)

Gene legato ad ansia e aggressività
Rabbia ed ansia sono comportamenti che ci aiutano a reagire alle sollecitazioni dell'ambiente che ci sfida o ci fa paura. Ma in certi casi queste due emozioni possono diventare eccessive, improduttive e renderci incapaci di relazioni sociali equilibrate. Evan Deneris, professore di Neuroscienze alla Case Western Reserve University ha pubblicato da poco uno studio sulla rivista Neuron annunciando la scoperta di un particolare gene...(Fonte: Yahoo Notizie)

C'è un gene per tutto: la moda del nostro tempo.
La notizia. Le scelte politiche dei cittadini sono scritte nel DNA. Non conta tanto l’educazione ricevuta, le esperienze che formano una coscienza civile, le persone che si incontrano, il contesto sociale in cui si vive, quanto cosa c’è scritto nei geni. Questa l’ipotesi che due scienziati, John Alford e Kohn Hibbing, rispettivamente della Rice University di Huston e della University of Nebraska, vogliono verificare. Venti anni fa... L’idea era nata quando Alford, strenuo sostenitore dell’idea che le differenze genetiche interpersonali hanno un forte peso nel determinare anche la personalità di un individuo e non solo il suo aspetto fisico, ha scovato un lavoro pubblicato nel lontano 1986 sulla rivista Proceedings of the National Academy of Science. In questo lavoro un giovane ricercatore australiano, Nick Martin, sosteneva che gemelli omozigoti, quindi con lo stesso patrimonio genetico, condividevano nella maggior parte dei casi analizzati anche le stesse idee politiche; al contrario, nei gemelli eterozigoti non vi era questa corrispondenza. Il lavoro è passato inosservato. Oggi. Venti anni dopo, nell’era della genomica e della proteomica, si riparte anche da lavori di questo tipo per verificare quanto conti il DNA nella formazione di un individuo, non solo dal punto di vista fisiologico ma anche intellettivo. Oggi questo tipo di lavori scientifici è diventato importante e riceve stanziamenti di fondi notevoli. È quello che è accaduto ad Alford e Hibbing, i quali ora possono contare su un finanziamento che permetterà loro di fare uno studio osservazionale su un elevato numero di gemelli. Questo tipo di approccio è tuttavia considerato da molti riduzionistico e i risultati ottenuti da questi studi sono, per buona parte della comunità scientifica, poco basati sulle evidenze. In America, infatti, all’annuncio dei due scienziati di aver ottenuto i fondi per proseguire nella loro ricerca hanno fatto eco molti interventi critici. In particolare sociologi e scienziati sociali hanno obiettato a questa ricerca, come a tutte quelle di questo tipo, di non essere rigorosa e di avere la pretesa di interpretare "con l’analisi di poche migliaia di coppie di gemelli e di geni comportamenti umani su cui gli storici, i politologi, gli scienziati della comunicazione, gli intellettuali si interrogano da tempo e a cui non si può dare una risposta netta", come ha sostenuto Evan Charney della Duke University. "La tendenza di alcuni scienziati a legare in maniera causale l’espressione di un gene ad un’attitudine è la semplificazione più banale che si può fare della complessità di un’esistenza fatta anche di relazioni sociali, di ambiente, di stili di vita", ha tuonato Charney. Bibliografia. Pincock S. Are politics in your DNA? The Scientist 2007;21:18. (Fonte: Il Pensiero Scientifico Editore 29/01/2007 16.59.00)

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