Luca Ricolfi
Perche’ siamo antipatici?
Longanesi
2008
Il governo Prodi e’ durato meno di due anni dopo aver vinto sul filo di lana. Alle elezioni di aprile la sconfitta e’stata analoga a quella del Fronte Popolare nel 1948. La sinistra ha dovuto chiedersi ancora una volta perche’ risulta antipatica. Se lo chiede ancora una volta Luca Ricolfi che ammette dei miglioramenti: il discorso si e’ fatto meno astratto, le formule sono meno ambigue, il concetto che la sicurezza sia un diritto di tutti emerge con piu’ forza. Persiste invece – sembra – il complesso dei migliori, che in quanto tali sono anche incompresi. L’identita’ della sinistra si costruisce su questa presunta identita’ da primi della classe, da ‘fighetti’ delegittimando cosi’ se non proprio offendendo, gli elettori di destra. Insomma sembra che la sinistra perda proprio perche’ arrogante, presuntuosa e talora poco trasparente. Basti sapere che la quota di elettori che ‘tradisce’il proprio schieramento per passare a quello opposto ad ogni tornata elettorale e’ decisamente esigua: circa il 3%. La maggior parte di chi si reca alle urne considera solo due alternative: votare il proprio schieramento o non votare affatto.
Oggi la sinistra ha paura della destra al governo perche’ cé’ Berlusconi, mentre la destra non ha paura della sinistra, bensi’ e’ animata da uno stato d’ animo piu’ insidioso, l’antipatia. Derivata da una comunicazine chiusa, volutamente inaccessibile e incomprensibile che e’ saltata agli occhi proprio quando la nuova destra ha studiato messaggi semplici e alla portata di tutti. Paura delle parole, la cattiva abitudine di parlare per codici, e senso di superiorita’ morale. Utile lettura per i lettori di entrambi gli schieramenti perche’ si puo’ imparare tanto anche dagli errori altrui. Una sola cura e' possibile: correre ai ripari, finche' si e' in tempo.
Perche’ siamo antipatici?
Longanesi
2008
Il governo Prodi e’ durato meno di due anni dopo aver vinto sul filo di lana. Alle elezioni di aprile la sconfitta e’stata analoga a quella del Fronte Popolare nel 1948. La sinistra ha dovuto chiedersi ancora una volta perche’ risulta antipatica. Se lo chiede ancora una volta Luca Ricolfi che ammette dei miglioramenti: il discorso si e’ fatto meno astratto, le formule sono meno ambigue, il concetto che la sicurezza sia un diritto di tutti emerge con piu’ forza. Persiste invece – sembra – il complesso dei migliori, che in quanto tali sono anche incompresi. L’identita’ della sinistra si costruisce su questa presunta identita’ da primi della classe, da ‘fighetti’ delegittimando cosi’ se non proprio offendendo, gli elettori di destra. Insomma sembra che la sinistra perda proprio perche’ arrogante, presuntuosa e talora poco trasparente. Basti sapere che la quota di elettori che ‘tradisce’il proprio schieramento per passare a quello opposto ad ogni tornata elettorale e’ decisamente esigua: circa il 3%. La maggior parte di chi si reca alle urne considera solo due alternative: votare il proprio schieramento o non votare affatto.
Oggi la sinistra ha paura della destra al governo perche’ cé’ Berlusconi, mentre la destra non ha paura della sinistra, bensi’ e’ animata da uno stato d’ animo piu’ insidioso, l’antipatia. Derivata da una comunicazine chiusa, volutamente inaccessibile e incomprensibile che e’ saltata agli occhi proprio quando la nuova destra ha studiato messaggi semplici e alla portata di tutti. Paura delle parole, la cattiva abitudine di parlare per codici, e senso di superiorita’ morale. Utile lettura per i lettori di entrambi gli schieramenti perche’ si puo’ imparare tanto anche dagli errori altrui. Una sola cura e' possibile: correre ai ripari, finche' si e' in tempo.
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