mercoledì 4 giugno 2008
La favola del mare
C’era una volta un piccolo granchio rosso che vagava sul fondo di un mare azzurro e celeste. Era rimasto solo e si sentiva anche un po’ malinconico quando i suoi pensieri tristi vennero interrotti dalla vista di una magnifica medusa trasparente. I tentacoli brillavano ai riflessi del sole che accarezzava la superficie e, rapito da tanta bellezza, il piccolo granchio avverti’ dentro di se’ la magia del sentimento d’ amore. In quel momento passava da quelle parti un pesciolino azzurro, brillante e vivace che lo ammoni’: ‘con quella rischi di farti male’ma il giovane granchio dal guscio coriaceo riteneva che l’ amore non potesse nuocergli.
E quindi si mise a seguire la scintillante medusa dai movimenti sinuosi, troppo veloce per lui, che arrancava di lato, schivando ogni genere di ostacoli. Inciampo’ allora in una saggia tartaruga e rotolo’ a lungo sino a sbattere la testa su una montagna di pietra pomiche che lo lascio’ tramortito e dolorante. La tartaruga sorrise comprensiva e gli disse: ‘e’ sempre cosi’,sono creature straordinarie che ammaliano chiunque al loro passaggio, ma vanno solo ammirate, perche’ vivono in superficie e sono, per un piccolo ingenuo granchio, irraggiungibili. La bellezza talvolta va solo ammirata, non si puo’ pretendere di catturarla e tenerla per se perche’ una medusa catturata e portata sulla spiaggia da un bambino armato di retino, puo’solo morire e diventare viola’. Allora il granchietto comprese, i suoi occhi di onice si ammantarono di malinconia, ma solo un attimo. La bellezza della medusa dai tentacoli di ametista lo avrebbe accompagnato per sempre perche’ cio’ che e’ bello rimane nel cuore.
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