Ci sono i neuroni specchio, quelli dell'affetto, l'area cerebrale della ricompensa, quella della rabbia. Insomma, neuroni e zone cerebrali per ogni gusto, come i gelati. Merito delle tecniche di visualizzazione cerebrale, quelle meraviglie della tecnica chiamate fMRI, PET ecc. Con la scoperta delle funzioni abbiamo assistito alla nascita di una serie di discipline, tutte rigorosamente dotate del suffisso neuro-: neuroestetica, neuroetica, neuroeconomia ma anche neuroteologia la quale dovrebbe spiegare le radici cerebrali della fede. Molto fascinose per il grande pubblico e meno apprezzate però dagli addetti ai lavori che cominciano a manifestare un certo nervosismo. L'errore sarebbe quello di portare a credere che il cervello sia una scatola a compartimenti separati, qui una funzione, lì un'altra. Un concetto che è stato superato già da molto tempo e che potrebbe invece farci tornare indietro di almeno una trentina d'anni. Gli esperti infatti sottolineano che anche le tecniche di visualizzazione più raffinate non misurano la funzione ma solo l'afflusso di sangue al cervello, il che non sarebbe la stessa cosa e soprattutto che non offre una spiegazione univoca e incontrovertibile. Insomma le neuro-qualcosa sarebbero lungi dall'essere spiegazioni granitiche. Nel frattempo per capire qualcosa di più potete andarvi a leggere un interessante saggio di Legrenzi e Umiltà (Il Mulino) dal titolo Neuro-mania che per 9,00 euro offre una visione polemica ma interessante del proliferare delle nuove discipline.
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