1.Allevia lo stress. Un'attività sessuale frequente riduce la pressione sanguigna e allevia i sintomi dello stress. Uno studio presentato sulla rivista Biological Psychology ha dimostrato che i soggetti che fanno sesso regolarmente accusano meno lo stress e hanno una pressione sanguigna più bassa quando si trovano in situazioni di particolare tensione, come quando devono parlare in pubblico. 2.Rinforza il sistema immunitario. Una buona salute sessuale è associata a una buona salute dell'organismo, che risponde meglio all'attacco di virus e batteri. Uno studio statunitense ha mostrato che fare sesso due volte alla settimana contribuisce a innalzare i livelli di anticorpi IgA, che proteggono l'organismo da influenze e infezioni. 3.Brucia le calorie. In mezz'ora di attività sessuale si bruciano circa 85 calorie. Non molte, si tende a pensare, ma proviamo a moltiplicarle per il numero di rapporti che una coppia felice intrattiene in un anno. “Il sesso è un ottimo modo di fare attività fisica”, sostiene Joy Davidson. 4.Migliora la salute del cuore. Malgrado molti sono convinti che un'attività sessuale frequente, specialmente negli anziani, aumenti il rischio di infarti e ictus, uno studio pubblicato sulla rivista Journal of Epidemiology and Community Health ha dimostrato che non è così. Fare sesso più di due volte alla settimana, al contrario, migliora il benessere cardiovascolare. 5.Aumenta l'autostima. Un articolo pubblicato sulla rivista Archives of Sexual Behavior ha dimostrato come il sesso aiuti a sentirsi meglio e incrementi il senso di autostima, una delle componenti fondamentali del benessere psicologico. 6.Migliora l'intimità. Una ricerca condotta da ricercatori della University of Pittsburgh ha dimostrato che con il sesso aumentano i livelli di ossitocina nel corpo, un ormone che predispone alla generosità e all'amore verso gli altri. Con più ossitocina, si tende anche a perdonare gli errori del partner e a stabilire con lui legami più profondi e sinceri. 7.Allevia il dolore. Con l'incremento dei livelli di ossitocina, aumentano anche le endorfine , le quali alleviano la sensazione di dolore. Ciò può essere utile nel caso di dolori cronici, come l'artrite, ma anche nei confronti di dolori passeggeri come un mal di testa o un fastidio allo stomaco. 8.Riduce il rischio di cancro. Uno studio presentato sul British Journal of Urology International ha dimostrato come un'eiaculazione frequente sia utile ad abbattere il rischio di cancro alla prostata, specialmente negli uomini adulti in età avanzata. 9.Rinforza i muscoli. Il sesso frequente incrementa il tono muscolare del pavimento pelvico femminile. Ciò è molto importante in quanto può contribuire a prevenire alcuni seri disturbi come l'incontinenza urinaria. 10.Aiuta a dormire meglio. La stessa ossitocina che aumenta il senso di generosità, promuove anche il buon sonno. Questo contribuisce al buono stato di salute psicologico, ma anche fisico, dato che migliora la pressione sanguigna e aiuta a mantenere nella norma il peso corporeo.
Fonte: Doheny K. 10 Surprising Health Benefits of Sex. WebMD; 22 marzo 2010.
Pubblicato su Il Pensiero Scientifico
martedì 30 marzo 2010
Nervosa
Sarà il vento che si accanisce sulla casa di mattoni rossi. Eppure a me il vento piace. Saranno le vecchie questioni che non posso ignorare, quel te l'avevo detto che non serve a nulla. Sarà il lavoro che è diventato noioso, sarò io che ho sognato di dire 'volevo un'altro figlio'. Sarà che la mia vita si è rimpicciolita e sto perdendo la speranza. Sarà per questo oppure no ma sono nervosa, sbotto per un nonnulla, volevo godermi la serenità di questo luogo che ho reso ancora più bello in questi giorni per il quale chiedo un piccolo miracolo. Sarà che sento questi anni multipli di una decina e sento di aver girato una boa, sento che questa doveva essere il momento della stabilità e invece sono ancora qui a tribolare. Sarà...ma oggi ho dato una rispostaccia anche alla Pociolla e mi sono sentita una cacca perchè lei non c'entrava nulla. A vent'anni è bello essere al centro di tutto, il riferimento, a quaranta diventa una rottura e alla fine vorresti che la gente cominciasse a pensare per sè. Come ho detto più volte detesto gli stupidi, quelli che non si impegnano, i paurosi, quelli che si perdono in un bicchier d'acqua, quelli che non si sforzano, quelli che sottolineano l'ovvio e quelli che parlano per far prendere aria alle tonsille, ragion per cui era meglio che qui ci venissi da sola con la Pociolla.
La vibrazione del gatto
Se hai un problema con una persona il problema può essere tuo o suo, se tutti hanno un problema con quella persona esistono ottime probabilità che il problema sia suo. E questo già mi consola anche perché generalmente ho ottimi rapporti con i più. E anche quelli con i quali non ho rapporti quotidiani mantengono con me un legame affettuoso. Penso a te, Marti, che spero che legga proprio questo post, la stagista solare e brillante, di una intelligenza inconsueta e dal carattere magnifico che mi sei nel cuore, come le zie con le quali abbiamo vissuto lo stesso destino, gomito a gomito per 11 ore al giorno rispettandoci e volendoci bene come sorelle. Con il mio adorato John a cui voglio bene e che è riuscito a superare la delusione che gli ho inflitto, come l’Avvocato che mi ha consegnato i suoi amici e ancora oggi mi corregge i pezzi più ostici con pazienza immensa. E la lista è ancora lunghissima e questo è dovuto al fatto che sono sincera e schietta, alle volte dura ma mai brusca, mai sgarbata. Assertiva senza prevaricare e soprattutto, la mia medaglia sul petto, mai falsa. Educata ma non affettata, sono come i cani, se non mi piace il tuo odore non scodinzolo. E come i gatti che sentono da lontano le vibrazioni negative e si allontanano discretamente, soffiando tra i baffi.
lunedì 29 marzo 2010
La felicità è piccola
Spostare i mobili del salotto dopo qualche anno e scoprire come è bella e luminosa la casa diversa. E' una metafora della vita, saper cambiare le cose con elementi che si hanno già e scoprire che può essere bello. E poi due passi all'outlet mano nella manina e vedere che hanno aperto il negozio di Camomilla. Tutte e due con gli occhi sgranati e pieni di gattine di Hello Kitty e accessori e borse, tanto da non comprare quasi nulla per l'imbarazzo della scelta. E poi le tazze di Ginori che finalmente completeranno il servizio che si era mezzo rotto e pagarle meno della metà. Sono piccole gioie che condivido con la mia famiglia, piccole cose che mi completano. Piccoli attimi di una piccola vita in cui mi rintano perchè tutto il resto è sgradevole. E mi trovo spesso a pensare che se dopo alcuni milioni di anni l'evoluzione umana ci ha portato qui, a quello e quelli che ci circondano, beh, la natura non è poi così perfetta. Ed ecco che solo la manina calda di mia figlia e una tazza bianca mi riconciliano col mio piccolo universo.
Per 900 euro ti sequestriamo: sensation seeker
E' l'offerta di una società francese che offre il rapimento concordato. Si ispira al film «The Game»
«Cerchi emozioni forti?Per 900 euro ti sequestriamo»
È l'offerta di una società francese che offre il rapimento concordato. Si ispira al film «The Game»
Michael Douglas nel film «The Game - nessuna regola» (dal web)PARIGI (FRANCIA) - L'offerta è sconsigliata ai pavidi e ai deboli di cuore. Ultime Réalité, una società francese che ha il suo quartier generale a Besançon, si rivolge a chi è alla ricerca di sensazioni forti e vuole uscire dalla routine quotidiana. Ma invece di proporre i soliti corsi di paracadutismo o di bungee-jumping, la compagnia transalpina propone ai propri clienti pronti a sborsare 900 euro il pacchetto «rapimento» ovvero la possibilità di vivere in prima persona e da vittima l'esperienza di un sequestro di persona. Il cliente sarà pedinato diversi giorni da sconosciuti che controlleranno ogni suo movimento. Poi un bel giorno i sequestratori passeranno all'azione. Dopo averlo imbavagliato e bendato lo porteranno via chiudendolo nel bagagliaio di una macchina. Quindi resterà per circa 4 ore in una cantina buia e umida sotto l'occhio vigile di una guardia.
ISPIRAZIONE CINEMATOGRAFICA - Ispirato a «The Game - nessuna regola», film con Michael Douglas e Sean Penn in cui un ricco consulente finanziario riceve in regalo da suo fratello l'iscrizione a un club dove si conducono giochi personalizzati per animare esistenze monotone, il rapimento concordato è solo una delle singolari offerte proposte dalla società transalpina. Come racconta il sito web della compagnia, i facoltosi clienti potranno vivere l'esperienza di un trafficante di droga a bordo di un motoscafo ultra-rapido, essere inseguiti da un cacciatore di taglie oppure diventare investigatori mettendosi sulle tracce di un pericoloso latitante. Naturalmente il «gioco» potrà essere interrotto su richiesta del cliente e la sua sicurezza fisica è garantita al 100%. Chi comprerà il pacchetto «rapimento» potrà anche personalizzare al massimo l'avventura. Accettando di pagare un surplus potrà richiedere anche l'allungamento dei tempi della detenzione, che comunque non potranno superare le 11 ore e scegliere come essere «liberato» magari con un'imponente azione della polizia.
(Fonte: Corriere.it il resto potete leggerlo sul sito, l'articolo è di Francesco Tortora)
«Cerchi emozioni forti?Per 900 euro ti sequestriamo»
È l'offerta di una società francese che offre il rapimento concordato. Si ispira al film «The Game»
Michael Douglas nel film «The Game - nessuna regola» (dal web)PARIGI (FRANCIA) - L'offerta è sconsigliata ai pavidi e ai deboli di cuore. Ultime Réalité, una società francese che ha il suo quartier generale a Besançon, si rivolge a chi è alla ricerca di sensazioni forti e vuole uscire dalla routine quotidiana. Ma invece di proporre i soliti corsi di paracadutismo o di bungee-jumping, la compagnia transalpina propone ai propri clienti pronti a sborsare 900 euro il pacchetto «rapimento» ovvero la possibilità di vivere in prima persona e da vittima l'esperienza di un sequestro di persona. Il cliente sarà pedinato diversi giorni da sconosciuti che controlleranno ogni suo movimento. Poi un bel giorno i sequestratori passeranno all'azione. Dopo averlo imbavagliato e bendato lo porteranno via chiudendolo nel bagagliaio di una macchina. Quindi resterà per circa 4 ore in una cantina buia e umida sotto l'occhio vigile di una guardia.
ISPIRAZIONE CINEMATOGRAFICA - Ispirato a «The Game - nessuna regola», film con Michael Douglas e Sean Penn in cui un ricco consulente finanziario riceve in regalo da suo fratello l'iscrizione a un club dove si conducono giochi personalizzati per animare esistenze monotone, il rapimento concordato è solo una delle singolari offerte proposte dalla società transalpina. Come racconta il sito web della compagnia, i facoltosi clienti potranno vivere l'esperienza di un trafficante di droga a bordo di un motoscafo ultra-rapido, essere inseguiti da un cacciatore di taglie oppure diventare investigatori mettendosi sulle tracce di un pericoloso latitante. Naturalmente il «gioco» potrà essere interrotto su richiesta del cliente e la sua sicurezza fisica è garantita al 100%. Chi comprerà il pacchetto «rapimento» potrà anche personalizzare al massimo l'avventura. Accettando di pagare un surplus potrà richiedere anche l'allungamento dei tempi della detenzione, che comunque non potranno superare le 11 ore e scegliere come essere «liberato» magari con un'imponente azione della polizia.
(Fonte: Corriere.it il resto potete leggerlo sul sito, l'articolo è di Francesco Tortora)
venerdì 26 marzo 2010
Dal mio pulcino
Ecco qui il lavoretto di Pasqua del mio pulcino che si è cimentata con l'acquarello. Dolce come lei che credeva di avermi rotto il pc e mi ha lasciato sulla scrivania i suoi soldini...Tenera e piumettosa, tanto che ora ha un completino tutto giallo comprato dal papà. E io mi sento sempre più chioccia e che sta diventando alta non mi importa perchè poi appena la senti parlare lo senti che è un cucciolo, con 39 di piede ma sempre piccolo. E quando dorme emerge la bimba nel vero senso della parola. E io la amo, la adoro, vivo del suo respiro.
mercoledì 24 marzo 2010
La voce del muezzin risuona...
Roma, Monte Mario come Tunisia o Filippine, la voce della messa risuona nelle strade e arriva sino alla finestra del mio studio. E' che al Don Orione hanno sempre delle idee originali: parrocchia gestita da preti giovani, coinvolgenti, pieni di iniziativa e allora se tu non vai in Chiesa, la Chiesa viene da te e ti tocca sentire i canti. In fondo non mi dispiace, ha un'atmosfera singolare ed esotica e festeggio la celebrazione a modo mio, con un thè orientale, che mi immerge ancor di più in quest'aria calda che sa di Africa e sabbia del deserto.
lunedì 22 marzo 2010
WWf Hearth Hour
In tutto il pianeta si spegneranno le luci per un’ora sabato 27 marzo 2010 dalle 20.30 alle 21.30. Obiettivo dell’iniziativa è incoraggiare i leader mondiali ad intraprendere delle azioni per affrontare il cambiamento climatico. Serve inoltre ad accrescere la consapevolezza dei singoli individui su come ognuno possa contribuire attivamente alla salvaguardia dell’ambiente e del pianeta.
La politica dello scandalo
Esistono negli Stati Uniti personaggi e consulenti pagati per rimestare nel torbido dei personaggi politici in modo da screditarli e distruggere la loro carriera. I direttori delle campagne elettorali Usa si avvalgono della consulenza di aziende ai limiti dello spionaggio e mettono su vere e proprie strategie aggressive e messa a punto della 'opposition research' ossia la ricerca dei punti deboli degli avversari. Sembra che quella più agguerrita sia proprio Hilary Clinton che forse ha imparato a sue spese. E se non esistono dati reali di condotte illecite o quanto meno discutibili non importa, basta insinuare il dubbio negli elettori che sono molto sensibili e volubili. L'obiettivo, spiegano gli esperti, non è tanto trovare notizie clamorose, quanto costruire una storia che resti appiccicata all'avversario, operazione che costa il 5% di ogni campagna elettorale. I team di investigazione poi usato giovani leve che hanno il compito di ascoltare tutte le dichiarazioni degli avversari cercando incongruenze. Durante i dibattiti tv le incongruenze vengono segnalate ai giornalisti in tempo reale tramite sms in modo che possano incalzare il malcapitato proprio su quegli argomenti. I detective inoltre hanno il compito di indagare sul proprio candidato, sapere tutto su di lui, magagne in particolare, permette così di approntare una strategia preventiva nel caso in cui vengano fuori nel momento meno opportuno. Rudolph Giuliani nel 2003 fece preparare un documento di 450 pagine che venne chiamato Studio di Vulnerabilità. E anche la Rete partecipa al lavoro: il sito www.romneyfacts.com invita i lettori a segnalare irregolarità nei movimenti dei politici dell'opposizione. Mentre www.hillarys44.com chiede segnalazioni anonime su altri candidati che uno stuolo di 007 sono pronti a verificare.
Ed ecco i consigli del Direttore Politico del network tv ABC Mark Haplerin:
1 - fare ricerca se di se con la stessa spietatezza riservata agli avversari: bisogna essere pronti a rispondere ad ogni accusa.
2 - mai farsi cogliere con le mani nel sacco mentre si assestano colpi ai rivali
3 - meglio trovare fatti che rinforzano un'idea negativa dell'avversario. Creare una storia da zero è più difficile
4 - Le storie devono essere semplici e comprensibili per i lettori
5 - l'obiettivo finale è quello di indurre l'avversario a credere che quello che dicono di lui è vero.
Non trovate che la pratica si sia estesa al nostro paese?
Ed ecco i consigli del Direttore Politico del network tv ABC Mark Haplerin:
1 - fare ricerca se di se con la stessa spietatezza riservata agli avversari: bisogna essere pronti a rispondere ad ogni accusa.
2 - mai farsi cogliere con le mani nel sacco mentre si assestano colpi ai rivali
3 - meglio trovare fatti che rinforzano un'idea negativa dell'avversario. Creare una storia da zero è più difficile
4 - Le storie devono essere semplici e comprensibili per i lettori
5 - l'obiettivo finale è quello di indurre l'avversario a credere che quello che dicono di lui è vero.
Non trovate che la pratica si sia estesa al nostro paese?
venerdì 19 marzo 2010
giovedì 18 marzo 2010
Il terzo genere, e il quarto...e il quinto
Vi riporto questo articolo apparso su Repubblica relativamente al caso di un cittadino australiano a cui era stato attribuito dallo stato civile un sesso 'neutro'. Si tratta di un caso unico la cui marcia indietro delle istituzioni la dice lunga. In realtà la divisione del genere in due soli sessi è ormai superata da altre forme, meno nette ma non per questo meno degne di riconoscimento. Il problema è proprio questo, non riconoscerle significa lasciarle in un limbo dove sono escluse da possibilità sociali e umane.
La natura non è affatto perfetta o comunque ha previsto forme border line: alcune centinaia di bambini ogni anno nascono di sesso incerto a causa di genitali esterni mal definiti o doppi. Esistono sindromi genetiche come la Klinefelter con anomalie che rendono impossibile una categorizzazione in base a due unici generi riconosciuti attualmente. Esistono poi situazioni anatomiche nette che non corrispondono al 'sentire' psicologico degli individui. Insomma, tutte fattispecie con le quali sarà prima o poi necessario fare i conti per una integrazione morale di queste persone ora talora considerate cittadini di serie b.
SYDNEY - Era stata all'avanguardia, ma ora l'Australia fa un passo indietro. L'ufficio per lo stato civile del Nuovo Galles del Sud ha ritirato il certificato senza indicazione di genere a Norrie May-Welby, la prima persona al mondo certificata di sesso neutro, né uomo, né donna. L'ufficio ha annullato il nuovo certificato di nascita che aveva emesso il 25 febbraio, sulla base di una consulenza legale che ha giudicato invalida la descrizione "di sesso non specificato".FOTO - VIDEONorrie May-Welby, 48 anni, nato maschio, aveva cambiato sesso nel 1989 e quindi aveva ricevuto un attestato che lo dichiarava di sesso femminile. Norrie però, come vuole essere chiamato, "non si sentiva a suo agio con una identità solo femminile: la soluzione migliore per me è non avere un'identità sessuale", aveva detto. "Quando ho ricevuto la telefonata mi sono sentito come se mi avessero ucciso", ha detto oggi Norrie, che ha già presentato ricorso alla Commissione diritti umani. "La mia identità è stata divulgata in tutto il mondo, e ora il governo si riprende quello che mi aveva riconosciuto. Non poteva procurarsi prima la consulenza legale?". Dopo aver ricevuto il certificato si è registrato in quei termini con la banca, la motorizzazione e la sicurezza sociale, ha detto. Ora chiede scuse formali e un risarcimento.
La natura non è affatto perfetta o comunque ha previsto forme border line: alcune centinaia di bambini ogni anno nascono di sesso incerto a causa di genitali esterni mal definiti o doppi. Esistono sindromi genetiche come la Klinefelter con anomalie che rendono impossibile una categorizzazione in base a due unici generi riconosciuti attualmente. Esistono poi situazioni anatomiche nette che non corrispondono al 'sentire' psicologico degli individui. Insomma, tutte fattispecie con le quali sarà prima o poi necessario fare i conti per una integrazione morale di queste persone ora talora considerate cittadini di serie b.
SYDNEY - Era stata all'avanguardia, ma ora l'Australia fa un passo indietro. L'ufficio per lo stato civile del Nuovo Galles del Sud ha ritirato il certificato senza indicazione di genere a Norrie May-Welby, la prima persona al mondo certificata di sesso neutro, né uomo, né donna. L'ufficio ha annullato il nuovo certificato di nascita che aveva emesso il 25 febbraio, sulla base di una consulenza legale che ha giudicato invalida la descrizione "di sesso non specificato".FOTO - VIDEONorrie May-Welby, 48 anni, nato maschio, aveva cambiato sesso nel 1989 e quindi aveva ricevuto un attestato che lo dichiarava di sesso femminile. Norrie però, come vuole essere chiamato, "non si sentiva a suo agio con una identità solo femminile: la soluzione migliore per me è non avere un'identità sessuale", aveva detto. "Quando ho ricevuto la telefonata mi sono sentito come se mi avessero ucciso", ha detto oggi Norrie, che ha già presentato ricorso alla Commissione diritti umani. "La mia identità è stata divulgata in tutto il mondo, e ora il governo si riprende quello che mi aveva riconosciuto. Non poteva procurarsi prima la consulenza legale?". Dopo aver ricevuto il certificato si è registrato in quei termini con la banca, la motorizzazione e la sicurezza sociale, ha detto. Ora chiede scuse formali e un risarcimento.
La morte ti fa quiz
Sul canale televisivo “France 2” ha debuttato, fra mille polemiche, il nuovo quiz televisivo “Le Jeu de la Mort” (“Il gioco della morte”). Il quiz è, in realtà, un docu-reality choc: gli 80 partecipanti devono memorizzare correttamente alcune associazioni di parole, sulle quali vengono poi poste delle domande. Chi sbaglia viene punito con una scossa dai 20 ai 460 volt, decisa dal vincitore con il sostegno del pubblico in studio. Tuttavia, gli ignari partecipanti (tranne quello che è seduto sulla "sedia elettrica") non sanno che le scosse, il pubblico e la conduttrice (l'attrice Tania Young) in realtà recitano una parte. L'idea del programma è vedere fino a che punto può spingersi un partecipante in un contesto televisivo. Il programma è una sorta di esperimento immaginato dal produttore Christopher Nick e da un gruppo di ricercatori capeggiati da Jean-Lèon Beauvois, docente di psicologia sociale. Ciò che si propone sullo schermo in forma di quiz riprende gli esperimenti condotti dallo psicologo Stanley Milgram a Yale, negli USa, all'inizio degli anni '60. Milgram, basandosi sugli studi di Hannah Arendt sul nazismo, aveva indagato il rapporto fra sottomissione e autorità, giungendo alla conclusione che un individuo, investito di un'autorità considerata legittima, può spingersi a causare la morte di un altro soggetto. Milgram era arrivato a questa incredibile conclusione dopo avere riscontrato questo comportamento nel 62,5% dei soggetti analizzati. I risultati che invece emergono dal reality sono invece ancora più netti: ben l'81% dei partecipanti ha azionato la scossa da 460 volt, causando virtualmente la morte del concorrente-nemico.
martedì 16 marzo 2010
Eccelibro: web 2.0 e medicina
“Web 2.0 e medicina” è il libro che ogni medico dovrebbe avere sulla scrivania. Finalmente un testo chiaro e utile sulle risorse internet per la professione medica. Scritto da Eugenio Santoro ha il pregio di essere un testo concreto e immediato e allo stesso tempo interessante. Personalmente l’ho divorato in una giornata e mi ha schiuso l’universo, sino a quel momento ignoto e farraginoso, dei Feed RSS, che fanno si che siano le notizie ad arrivare da me e non io a cercare loro. Insomma, una vera rivoluzione e un risparmio di tempo assoluto. Prossima tappa della mia evoluzione informatica professionale, lo scarico dei podcast, ossia relazioni audio, stralci di congressi et al da scaricare su un qualsiasi programma di gestione file audio e ascoltare serenamente in autobus, in auto o sul tapis roulant. Già questo basterebbe a farmelo segnalare come ‘manuale del 2010’.
E’ evidente come nessun medico possa prescindere da una competenza minima dell’uso del pc e delle sue potenzialità che tanto può apportare sia in termini di condivisione di casi clinici ma anche di formazione a distanza e aggiornamento quanto mai necessario in un’epoca di ipertrofia delle pubblicazioni. Insomma, insieme al caffellatte e due biscotti anche le news degli Annals e una spolverata di Organizzazione Mondiale della Sanità. Poi ciascuno si organizzi per la sua specialità. Abbiamo uno strumento straordinario ma che ancora non sappiamo bene sfruttare appieno. Il libro di Santoro è una mappa semplice e completa per colmare questa lacuna. Personalmente dopo averlo letto ho sottoscritto una serie di Feed RSS, ho scaricato alcuni podcast e attendo di avere un attimo per immergermi nel magico mondo delle slide congressuali da scaricare online. Voto 9 e mezzo, meritatissimo. A quando una simile risorsa anche per gli avvocati?
Eugenio Santoro
Web 2.0 e medicina
Il Pensiero Scientifico
2009
Euro 22,00
E’ evidente come nessun medico possa prescindere da una competenza minima dell’uso del pc e delle sue potenzialità che tanto può apportare sia in termini di condivisione di casi clinici ma anche di formazione a distanza e aggiornamento quanto mai necessario in un’epoca di ipertrofia delle pubblicazioni. Insomma, insieme al caffellatte e due biscotti anche le news degli Annals e una spolverata di Organizzazione Mondiale della Sanità. Poi ciascuno si organizzi per la sua specialità. Abbiamo uno strumento straordinario ma che ancora non sappiamo bene sfruttare appieno. Il libro di Santoro è una mappa semplice e completa per colmare questa lacuna. Personalmente dopo averlo letto ho sottoscritto una serie di Feed RSS, ho scaricato alcuni podcast e attendo di avere un attimo per immergermi nel magico mondo delle slide congressuali da scaricare online. Voto 9 e mezzo, meritatissimo. A quando una simile risorsa anche per gli avvocati?
Eugenio Santoro
Web 2.0 e medicina
Il Pensiero Scientifico
2009
Euro 22,00
lunedì 15 marzo 2010
L'amore su internet
È l’interrogativo che assilla tutti coloro che hanno trovato l’amore su internet: l’uomo o la donna conosciuti in rete sono davvero le persone che dicono di essere? La risposta arriva da uno studio pubblicato sulla rivista Journal of Social and Personal Relationships. Un gruppo di ricercatori della University of Kansas ha preso in esame un campione di 5000 americani adulti iscritti a un noto sito internet di incontri amorosi. I partecipanti – di età media di 40 anni e per il 75% donne – sono stati sottoposti a un test psicologico per identificarne i tratti della personalità, dopodichè i ricercatori hanno verificato quanto il loro profilo di internet si distanziasse dalla realtà e quanto essi dichiarassero il falso ai loro partner virtuali.
I risultati hanno mostrato che esisteva una profonda correlazione tra le personalità virtuali e quelle reali dei soggetti. In più, coloro che mentivano esplicitamente negli incontri amorosi su internet hanno dimostrato dichiarare il falso anche nel caso i appuntamenti galanti vissuti realmente. La rete, quindi, sembra rispecchiare la realtà in tutti i suoi pregi e i suoi difetti.
“Abbiamo verificato che le differenze online tra uomini e donne sono minime”, ha dichiarato l’autore dello studio Jeffrey Hall. Entrambi, infatti, tendono a mentire con la stessa frequenza anche se l’uomo tende più spesso a dichiarare il falso per quanto riguarda la sua età o il suo conto in banca, mentre le donne tendono ad “abbassare” loro peso corporeo. L’attuale studio segue le orme di una precedente ricerca portata avanti da ricercatori della Università del Texas, che aveva mostrato come i profili dei sociali network come Facebook fossero molto vicini a quelli della realtà.
Fonte: Hall JA et al. Strategic misrepresentation in online dating: The effects of gender, self-monitoring, and personality traits. Journal of Social and Personal Relationships 2010 27: 117-35.
(Fonte: Pensiero Scientifico)
I risultati hanno mostrato che esisteva una profonda correlazione tra le personalità virtuali e quelle reali dei soggetti. In più, coloro che mentivano esplicitamente negli incontri amorosi su internet hanno dimostrato dichiarare il falso anche nel caso i appuntamenti galanti vissuti realmente. La rete, quindi, sembra rispecchiare la realtà in tutti i suoi pregi e i suoi difetti.
“Abbiamo verificato che le differenze online tra uomini e donne sono minime”, ha dichiarato l’autore dello studio Jeffrey Hall. Entrambi, infatti, tendono a mentire con la stessa frequenza anche se l’uomo tende più spesso a dichiarare il falso per quanto riguarda la sua età o il suo conto in banca, mentre le donne tendono ad “abbassare” loro peso corporeo. L’attuale studio segue le orme di una precedente ricerca portata avanti da ricercatori della Università del Texas, che aveva mostrato come i profili dei sociali network come Facebook fossero molto vicini a quelli della realtà.
Fonte: Hall JA et al. Strategic misrepresentation in online dating: The effects of gender, self-monitoring, and personality traits. Journal of Social and Personal Relationships 2010 27: 117-35.
(Fonte: Pensiero Scientifico)
venerdì 12 marzo 2010
Eccelibro: dizionario gatto/italiano italiano/gatto
Quando la Pociolla ha portato a casa questo dizionario credevo ad uno scherzo. E invece è proprio vero, esiste ed è utilissimo, il dizionario per tradurre e codificare il modo di comunicare dei gatti. Delizioso e divertente ci ha insegnato molto sui nostri inquilini a 4 zampe. Ho deciso di proporne la scheda quando il buon Scagliotti, già avvocato difensore esperto in diritti animali mi ha annunciato la prossima presentazione del dizionario cane/italiano e viceversa. Insomma, per chiunque abbia un felino in casa (cosa che alle volte è puro godimento e altre un altrettanto pura maledizione) è assolutamente irrinunciabile.
Aggraziato, dotato di classe, intelligente, ipersensibile, misterioso, indipendente ed estremamente discreto, il gatto ha mantenuto tutta la felinità dei suoi cugini selvaggi. Ed è senza dubbio per questo che ha soppiantato il cane nel cuore di molti umani.Oggi, oltre nove milioni di gatti vivono nelle nostre case. Eppure spesso abbiamo difficoltà a stabilire una relazione con il nostro amico peloso, a capire e a farci capire. Nasce per questo il primo dizionario bilingue per gatti e per i loro conviventi umani. Vengono passati in rassegna e decodificati tutti i comportamenti e le situazioni della vita quotidiana «lato umano» e «lato gatto», attraverso oltre 180 parole-chiave classificate dalla A alla Z: appartamento, caduta, lettiera, miagolio, risveglio mattutino… ma anche albero, trasloco, termosifone, topo…Cosa ci vuole dire, come dobbiamo rivolgerci al nostro micio, come possiamo interpretare il comportamento tra loro. E tutte le regole che rendono serena la nostra convivenza. Nella prima parte del dizionario Gatto-Italiano sono presentate situazioni in cui il gatto invia un messaggio al proprio umano, rivolgendosi a lui come se possedesse la parola.La seconda parte, Italiano-Gatto presenta situazioni in cui è l’umano a inviare un messaggio e spiega come esso viene decodificato dal gatto.Infine, nella terza parte, Gatto-Gatto, si trovano situazioni di comunicazione tra gatti, come se si potesse tradurre nella lingua umana il messaggio del gatto rivolto ai suoi simili. E ancora, un approfondimento sulle norme nazionali, del Codice civile e penale.Questo dizionario Sonda-Larousse, unico in Italia, è stato ideato dal dottor Jean Cuvelier, veterinario, e illustrato da Gilles Bonotaux, disegnatore di talento, amante degli animali. Le illustrazioni mettono in risalto, in modo divertente, delle situazioni con le quali tutti gli amanti dei gatti si sono confrontati almeno una volta.Rendendo gradevole la lettura, questi disegni permettono di correggere, se necessario, gli errori di comunicazione e di linguaggio che turbano le relazioni tra umani e gatti.L’edizione italiana è a cura di Roberto Marchesini, etologo e studioso di scienze biologiche. Con la collaborazione di Ilaria Innocenti, responsabile nazionale Settore Cani e Gatti della LAV.
giovedì 11 marzo 2010
La Torre di Pisa si raddrizza
In quasi dieci anni si è spostata di 28 millimetri verso la verticale: per i prossimi 300 anni non avrà più problemi
PISA – Per la prima volta nella sua storia secolare, la tendenza del campanile più famoso al mondo si è modificata e la spinta alla pendenza si è trasformata in un impercettibile, ma scientificamente significativo, impulso al raddrizzamento. In quasi dieci anni la Torre, 54 metri di altezza, si è raddrizzata di 28 millimetri. È accaduto in modo autonomo dopo la cura del «Dottore», alias Michele Jamiolkowski, già ordinario di geotecnica al Politecnico di Torino.
CONTRAPPESI - Negli anni Novanta un sistema di contrappesi e microgallerie realizzate sotto il prato di piazza dei Miracoli scongiurarono il collasso del monumento e lo raddrizzarono di 50 centimetri. Poi, nel 2001, i contrappesi furono tolti, i microcanali riempiti e sostituiti da una rete di sensori capaci di percepire il minimo movimento. Con la speranza che la pendenza si fosse fermata. Oggi, dopo quasi dieci anni, si può dire con scientifica esattezza che la Torre non solo si è fermata, ma continua a raddrizzarsi.
PISA – Per la prima volta nella sua storia secolare, la tendenza del campanile più famoso al mondo si è modificata e la spinta alla pendenza si è trasformata in un impercettibile, ma scientificamente significativo, impulso al raddrizzamento. In quasi dieci anni la Torre, 54 metri di altezza, si è raddrizzata di 28 millimetri. È accaduto in modo autonomo dopo la cura del «Dottore», alias Michele Jamiolkowski, già ordinario di geotecnica al Politecnico di Torino.
CONTRAPPESI - Negli anni Novanta un sistema di contrappesi e microgallerie realizzate sotto il prato di piazza dei Miracoli scongiurarono il collasso del monumento e lo raddrizzarono di 50 centimetri. Poi, nel 2001, i contrappesi furono tolti, i microcanali riempiti e sostituiti da una rete di sensori capaci di percepire il minimo movimento. Con la speranza che la pendenza si fosse fermata. Oggi, dopo quasi dieci anni, si può dire con scientifica esattezza che la Torre non solo si è fermata, ma continua a raddrizzarsi.
E vissero... poco felici e affatto contenti.
Raccolto lo spunto del blog precedente per farmi una domanda: ma come è possibile che un matrimonio finisca dopo due anni, un anno, sei mesi? Spiegatemelo. Superficialità? Compulsione? Immaturità?
Ovviamente se lui dopo le nozze ti picchia a giorni alterni basta una settimana per farlo volare insieme ad un provvedimento restrittivo e una denuncia, ma se uno si imbarca in una cosa complicata (anche da organizzare) come un matrimonio si spera che i due ci abbiano riflettuto più di un quarto d'ora. E se poi sei anche un personaggio pubblico, tipo che so, una rockstar o il presidente di una nazione, forse bisognerebbe pensare meglio alle conseguenze. Poi per carità, l'amore può rivelarsi un calesse, ma trovo ci sia una diffusa superficialità nel mettere insieme vite e destini, salvo poi ripensarci dopo un anno.
Se avete qualche idea del perchè un matrimonio possa finire in così breve tempo vi prego illuminatemi. Anche perchè una dose minima di onestà intellettuale può far risparmiare: un trasloco, una separazione costosa, un divorzio che insomma magari non ti ammazza ma nemmeno ti fa bene alla pelle.
Buffoni
Scappatelle incrociate all’Eliseo: il presidente francese, Nicolas Sarkozy, e la «premiere dame», Carla Bruni, secondo “rumours” che rimbalzano fra diversi tabloid sulle due sponde della Manica e non solo, sarebbero entrambi infedeli, il primo, si dice, con l’aitante ministra all’ecologia, la campionessa di karate Chantal Jouanno, la seconda con il cantante Benjamin Biolay. Secondo il sito suchablog.com, citato dal britannico Sun e dal sito dell’emittente Usa Cbs, la Bruni e Biolay sono amici da anni e lei ora vivrebbe segretamente con lui nel suo appartamento parigino.
Intanto i giornali francesi tacciono perchè non potrebbero, probabilmente, smentire. Se la cosa è vera e si separeranno subito dopo le elezioni regionali mi confermerà come entrambi siano stati abili calcolatori e si siano sposati solo per ragioni di immagine. Lei, si sa, è un tipino allegro, lui mi pare che abbia liquidato anche la moglie precedente senza tanti complimenti. Hanno avuto entrambi il loro tornaconto. E sempre di più la politica alimenta il gossip, il che la dice lunga: se avessimo cose serie di cui parlare non avremmo tempo per queste faccende e nessuno penserebbe di manipolare l'opinione pubblica con i fatti della vita privata. Ovviamente non mi fanno pena, semplicemente due così, si meritano l'un l'altro. Buffoni.
Anche la madre dei criminali è spesso in gravidanza
Due genitori sudcoreani hanno lasciato morire di fame la loro unica figlia, di soli tre mesi, mentre giocavano su internet ad allevare una figlia virtuale.
Secondo quanto rende noto la polizia locale, il padre e la madre della piccola, 41 e 25 anni, sono stati arrestati nella città di Suweon, a sud della capitale Seul, dopo una latitanza durata cinque mesi, iniziata subito dopo la morte della bambina. L'autopsia ha dimostrato che la morte della neonata è stata provocata da un lungo periodo di denutrizione.
La polizia ha reso noto che la coppia alimentava la bambina una sola volta al giorno, mentre trascorreva oltre 12 ore in un internet cafè. I due erano ossessionati dal videogioco 'Prius Online', che permette di allevare una bambina virtuale chiamata Anima.
Secondo l'ufficiale di polizia Chung Jin-won, la coppia avrebbe "perso la voglia di vivere una vita normale" dopo che entrambi avevano perso il lavoro. Non si tratta del primo caso di morti collegate alla dipendenza da videogiochi in Corea del Sud. Nel 2005 un ragazzo coreano era morto dopo aver trascorso cinque giorni consecutivi giocando al computer.
(Fonte: Adnkronos)
Secondo quanto rende noto la polizia locale, il padre e la madre della piccola, 41 e 25 anni, sono stati arrestati nella città di Suweon, a sud della capitale Seul, dopo una latitanza durata cinque mesi, iniziata subito dopo la morte della bambina. L'autopsia ha dimostrato che la morte della neonata è stata provocata da un lungo periodo di denutrizione.
La polizia ha reso noto che la coppia alimentava la bambina una sola volta al giorno, mentre trascorreva oltre 12 ore in un internet cafè. I due erano ossessionati dal videogioco 'Prius Online', che permette di allevare una bambina virtuale chiamata Anima.
Secondo l'ufficiale di polizia Chung Jin-won, la coppia avrebbe "perso la voglia di vivere una vita normale" dopo che entrambi avevano perso il lavoro. Non si tratta del primo caso di morti collegate alla dipendenza da videogiochi in Corea del Sud. Nel 2005 un ragazzo coreano era morto dopo aver trascorso cinque giorni consecutivi giocando al computer.
(Fonte: Adnkronos)
Fermati sulla riva del fiume...
Non siamo nemmeno amici, al massimo vicini di casa e colleghi. Gli ho prestato la moto la prima volta che la sua non si accendeva. L'ha riportata la sera, tutto a posto, se non fosse che non ha rimesso la benzina. Pazienza. E' successo una seconda volta, gliel'ho prestata di nuovo, per me fa troppo freddo. Peccato che ha lasciato le luci del parcheggio accese e la sera la batteria era completamente scarica. L'ha lasciata diversi giorni giù, diciamo aspettando che la recuperassimo insieme. L'altra mattina la moto mi serviva, la sera gli ho mandato un sms: se scendiamo in centro insieme recupero la moto (che TU hai scaricato). Mi chiama la mattina: sto uscendo. Io ero in pigiama, magari uno ti avvisa prima no? Mi arrangio e vivo un calvario: scendo con la macchina, metto in moto lo scooter con i cavi, spengo lo scooter, parcheggio la macchina, riprendo lo scooter che non si accende, spingo sino al gommista (170 chili circa), riaccendo la moto, passo dal meccanico che mi dice: devi girarci almeno un'ora. Vado in centro ad un pranzo di lavoro senza sapere se si accenderà di nuovo. L'indomani scendo in centro con i mezzi a recuperare la macchina, insomma mezza giornata persa. La cosa buffa? La moto era di nuovo senza benzina.
Stamane la moto non gli è partita. Peggio per lui.
Stamane la moto non gli è partita. Peggio per lui.
mercoledì 10 marzo 2010
Sposati a distanza
Coppie separate dal lavoro, si ritrovano solo nel fine settimanaHanno fra i 30 e i 40 anni, i figli fanno la spola fra città diverse
Le famiglie del weekend i forzati delle coppie a distanza
A spostarsi sono soprattutto gli uomini, oltre 600 milama ora il fenomeno si sta allargando anche alle donne
ROMA - Antonia ha 14 mesi, e la parola "treno" è stata una delle prime che ha imparato a sillabare. Sofia ha due anni e mezzo e vive tre settimane a Padova e sette giorni a Roma. Paolo e Pasquale, 5 e 6 anni, aspettano il weekend a casa della mamma con ansia e allegria, perché lei abita con delle amiche più giovani, e lì c'è sempre movimento, musica, cose che accadono. Anita invece ha addirittura doppi amici, a Cagliari e a Milano, viaggia in aereo fin da quando era piccolissima, e della sua baby-vita pendolare va anche un po' fiera. Hanno genitori con i cuori uniti e le vite separate Antonia, Anita, Paolo, Pasquale e Sofia, bambini controcorrente di una nuova generazione di famiglie mobili, atipiche e "pendolari", coppie tra i trenta e i quarant'anni con buone specializzazioni e buone professioni, "costrette" dal lavoro a vivere in città diverse, regioni diverse, a volte, anche in nazioni diverse. Eppure pronte a rischiare una vita fatta di acrobazie e distanze pur di diventare genitori.
"Pendolari della famiglia", li ha definiti l'Istat, al sorgere di un fenomeno che oggi riguarda in Italia quasi due milioni e mezzo di persone, di cui 650 mila formano stabilmente nuclei di "famiglie a distanza", con numeri in perenne crescita, e dove le donne in trasferta sono sempre di più. "L'obiettivo è naturalmente ricongiungersi, soprattutto per il bene dei bambini, ma piuttosto che rinunciare ad avere un figlio abbiamo preferito rischiare, pur sapendo che avremmo fatto una vita faticosa e difficile, ma se avessimo ragionato troppo, o aspettato troppo, Sofia forse non sarebbe nata", racconta Pietro, 37 anni, che fa l'archeologo e ha un incarico a Roma, mentre Federica, la sua compagna, anche lei archeologa, è stata appena assunta alla soprintendenza di Padova.
"La nostra vita da pendolari funziona così: dal lunedì al venerdì lavoro a Roma, il fine settimana vado a Padova, mentre per una settimana al mese Federica viene a Roma con Sofia. Per lei è ancora tutto un gioco - dice Pietro - ha la casa di Roma, la casa di Padova, i nonni qui, gli altri nonni su, non sembra risentirne. I nonni poi sono fondamentali. Senza il loro aiuto preziosissimo non ce l'avremmo fatta. Certo, non è una formula semplice, è tutto faticoso, costoso in modo pazzesco, un treno che salta è un disastro, ma oggi non ci si può permettere di rinunciare a un lavoro, si deve seguire il lavoro. È il problema della mia generazione: siamo tutti talmente senza certezze che forse l'unica certezza è quella di fare un figlio. E poi di costruirgli intorno una famiglia solida".
Una sfida complicata. Un modo di vita più anglosassone che italiano. Una reazione alla crisi, alla domanda di mobilità. Né emigrazione povera, né pendolarismo d'élite: è la generazione dei trentenni che prova a ridisegnare il proprio futuro. Anche se, avverte Luigi Tronca, ricercatore di Sociologia all'università di Verona e autore del libro "Il capitale sociale degli italiani" (FrancoAngeli), "la mancanza di condivisione della quotidianità è un prezzo alto da pagare, le relazioni familiari sono fatte di momenti, di tempo vissuto insieme, è questo il nostro capitale sociale, è vero che il lavoro impone delle scelte, ma non è detto che siano le scelte giuste". Forse. Infatti la meta è il ricongiungersi, riunire vite, case, giorni e settimane. Però, a sorpresa, tra queste coppie che corrono da un treno all'altro, prenotando biglietti low-cost e tariffe stracciate, prevale, tutto sommato, l'ottimismo.
Mariangela ad esempio ha fatto una scelta drastica: quando dopo anni di precariato è arrivato l'incarico a professore di ruolo, si è trasferita a Roma, mentre Paolo e Pasquale, 5 e 6 anni, sono rimasti a Sorrento con Umberto, che gestisce d'estate un piccolo stabilimento balneare. "Ho provato ad andare avanti e indietro, ma ci stavo rimettendo la salute. La mia famiglia però ha bisogno di uno stipendio sicuro, e sono molto felice di insegnare finalmente al liceo. Ma con quello che guadagno mi sarebbe stato impossibile pagare un affitto. Così a 40 anni - scherza Mariangela - sono tornata a fare l'universitaria. Con altre due colleghe "fuorisede" adesso dividiamo un appartamento, viviamo un po' come ragazze, ascoltiamo la musica... Ho chiesto alla preside di poter concentrare il mio lavoro fino al giovedì, e la sera sono a casa. I bambini mi mancano enormemente, ma non avevo scelta. Se però mi devo fermare a Roma anche il sabato mi raggiungono con il padre, e in questa casa si divertono moltissimo".
Storie. Di chi cerca di resistere, fronteggiare la crisi, inventando nuovi modelli e nuove strategie. "La verità è che ci troviamo di fronte ad una mobilità parziale", spiega Letizia Mencarini, professore associato di Demografia all'università di Torino, "perché nella coppia di solito si sposta soltanto uno dei due, e l'altro, quasi sempre la donna, resta con i figli vicino alla famiglia d'origine". Anche tra i giovani. "Ma questo è comprensibile - aggiunge Mencarini - perché senza i nonni, senza il welfare familiare, sarebbe impossibile avere uno o più figli in queste condizioni di pendolarismo professionale, in un sistema rigido come quello italiano, che in realtà non favorisce affatto gli spostamenti, pensiamo al mercato degli affitti, alla difficoltà di lasciare un lavoro e di trovarne un altro. Questi giovani che si sfidano per formare una famiglia sono un'avanguardia di modello anglosassone, ma ancora un'avanguardia". Anita ha sette anni, ed è una frequent flyer tra Cagliari, dove vive con la mamma Gioia, medico ospedaliero, e Milano, dove Francesco fa lo scenografo di teatro e tv. Lo loro storia è controcorrente. Perché a settembre torneranno a vivere tutti insieme, a Cagliari. "Anita non lo dice, ma il padre le manca troppo - ammette Gioia - e come coppia stavamo entrando in crisi. Così Francesco ha deciso di fare la scelta su cui stava meditando da tempo. Lascia Milano, torna in Sardegna. Nel suo campo qui di lavoro ce n'è poco, ma il mio stipendio è buono... È un rischio, ma questi anni ci siamo ammalati di nostalgia. Adesso basta così".
Tra i tanti "acrobati della famiglia", Michele e Barbara sono di certo tra i più organizzati. Hanno entrambi 38 anni, lavorano nell'editoria, e sono gli innamoratissimi genitori di Antonia, che ha 14 mesi. Vivono insieme da 10 anni, ma Michele ha un contratto a Firenze, e Barbara un impiego stabile a Milano. Un amore avanti e indietro, tanti treni, tanti appuntamenti, quel "Lat", living apart together che ha caratterizzato la vita di migliaia di coppie nella generazione tra i trenta e i quarant'anni. Eppure, due anni fa, nonostante il pendolarismo, Barbara e Michele hanno deciso di avere un bambino. "Un assoluto azzardo - commenta lui, ma con la gioia nella voce - di cui siamo totalmente felici. Con un'organizzazione di vita che ci fa passare per pazzi agli occhi di molti. Antonia vive 15 giorni a Firenze, dove va al nido, e 15 giorni a Milano, dove è invece accudita da una tata. Qui a Firenze insieme a me si occupano di Antonia le due nonne (una viene addirittura da Bologna), e nel mio giorno libero andiamo insieme a Milano, mentre Barbara torna a casa il venerdì sera. Antonia sembra per adesso felice e serena, sa di avere molte certezze, ma è chiaro che il nostro obiettivo è quello di tornare a vivere tutti insieme e di darle stabilità, e il problema ci si porrà già l'anno prossimo con la scelta della scuola materna. I costi di tutto questo sono pazzeschi, a volte la stanchezza ci logora, ma avere una meta ci sostiene". "Del resto - aggiunge Michele - abbiamo dovuto adattare il nostro desiderio di avere un figlio alla nostra precarietà esistenziale. O così, o si rinuncia. E molti nostri amici hanno rinunciato a diventare genitori. Certo, un secondo bambino così forse non è possibile. Però, chissà. Non so se la formula della famiglia a distanza sia una formula giusta. Per noi, adesso, è l'unica possibile. E Antonia ormai è una viaggiatrice perfetta".
(Fonte: La Repubblica - Maria Novella De Luca)
Le famiglie del weekend i forzati delle coppie a distanza
A spostarsi sono soprattutto gli uomini, oltre 600 milama ora il fenomeno si sta allargando anche alle donne
ROMA - Antonia ha 14 mesi, e la parola "treno" è stata una delle prime che ha imparato a sillabare. Sofia ha due anni e mezzo e vive tre settimane a Padova e sette giorni a Roma. Paolo e Pasquale, 5 e 6 anni, aspettano il weekend a casa della mamma con ansia e allegria, perché lei abita con delle amiche più giovani, e lì c'è sempre movimento, musica, cose che accadono. Anita invece ha addirittura doppi amici, a Cagliari e a Milano, viaggia in aereo fin da quando era piccolissima, e della sua baby-vita pendolare va anche un po' fiera. Hanno genitori con i cuori uniti e le vite separate Antonia, Anita, Paolo, Pasquale e Sofia, bambini controcorrente di una nuova generazione di famiglie mobili, atipiche e "pendolari", coppie tra i trenta e i quarant'anni con buone specializzazioni e buone professioni, "costrette" dal lavoro a vivere in città diverse, regioni diverse, a volte, anche in nazioni diverse. Eppure pronte a rischiare una vita fatta di acrobazie e distanze pur di diventare genitori.
"Pendolari della famiglia", li ha definiti l'Istat, al sorgere di un fenomeno che oggi riguarda in Italia quasi due milioni e mezzo di persone, di cui 650 mila formano stabilmente nuclei di "famiglie a distanza", con numeri in perenne crescita, e dove le donne in trasferta sono sempre di più. "L'obiettivo è naturalmente ricongiungersi, soprattutto per il bene dei bambini, ma piuttosto che rinunciare ad avere un figlio abbiamo preferito rischiare, pur sapendo che avremmo fatto una vita faticosa e difficile, ma se avessimo ragionato troppo, o aspettato troppo, Sofia forse non sarebbe nata", racconta Pietro, 37 anni, che fa l'archeologo e ha un incarico a Roma, mentre Federica, la sua compagna, anche lei archeologa, è stata appena assunta alla soprintendenza di Padova.
"La nostra vita da pendolari funziona così: dal lunedì al venerdì lavoro a Roma, il fine settimana vado a Padova, mentre per una settimana al mese Federica viene a Roma con Sofia. Per lei è ancora tutto un gioco - dice Pietro - ha la casa di Roma, la casa di Padova, i nonni qui, gli altri nonni su, non sembra risentirne. I nonni poi sono fondamentali. Senza il loro aiuto preziosissimo non ce l'avremmo fatta. Certo, non è una formula semplice, è tutto faticoso, costoso in modo pazzesco, un treno che salta è un disastro, ma oggi non ci si può permettere di rinunciare a un lavoro, si deve seguire il lavoro. È il problema della mia generazione: siamo tutti talmente senza certezze che forse l'unica certezza è quella di fare un figlio. E poi di costruirgli intorno una famiglia solida".
Una sfida complicata. Un modo di vita più anglosassone che italiano. Una reazione alla crisi, alla domanda di mobilità. Né emigrazione povera, né pendolarismo d'élite: è la generazione dei trentenni che prova a ridisegnare il proprio futuro. Anche se, avverte Luigi Tronca, ricercatore di Sociologia all'università di Verona e autore del libro "Il capitale sociale degli italiani" (FrancoAngeli), "la mancanza di condivisione della quotidianità è un prezzo alto da pagare, le relazioni familiari sono fatte di momenti, di tempo vissuto insieme, è questo il nostro capitale sociale, è vero che il lavoro impone delle scelte, ma non è detto che siano le scelte giuste". Forse. Infatti la meta è il ricongiungersi, riunire vite, case, giorni e settimane. Però, a sorpresa, tra queste coppie che corrono da un treno all'altro, prenotando biglietti low-cost e tariffe stracciate, prevale, tutto sommato, l'ottimismo.
Mariangela ad esempio ha fatto una scelta drastica: quando dopo anni di precariato è arrivato l'incarico a professore di ruolo, si è trasferita a Roma, mentre Paolo e Pasquale, 5 e 6 anni, sono rimasti a Sorrento con Umberto, che gestisce d'estate un piccolo stabilimento balneare. "Ho provato ad andare avanti e indietro, ma ci stavo rimettendo la salute. La mia famiglia però ha bisogno di uno stipendio sicuro, e sono molto felice di insegnare finalmente al liceo. Ma con quello che guadagno mi sarebbe stato impossibile pagare un affitto. Così a 40 anni - scherza Mariangela - sono tornata a fare l'universitaria. Con altre due colleghe "fuorisede" adesso dividiamo un appartamento, viviamo un po' come ragazze, ascoltiamo la musica... Ho chiesto alla preside di poter concentrare il mio lavoro fino al giovedì, e la sera sono a casa. I bambini mi mancano enormemente, ma non avevo scelta. Se però mi devo fermare a Roma anche il sabato mi raggiungono con il padre, e in questa casa si divertono moltissimo".
Storie. Di chi cerca di resistere, fronteggiare la crisi, inventando nuovi modelli e nuove strategie. "La verità è che ci troviamo di fronte ad una mobilità parziale", spiega Letizia Mencarini, professore associato di Demografia all'università di Torino, "perché nella coppia di solito si sposta soltanto uno dei due, e l'altro, quasi sempre la donna, resta con i figli vicino alla famiglia d'origine". Anche tra i giovani. "Ma questo è comprensibile - aggiunge Mencarini - perché senza i nonni, senza il welfare familiare, sarebbe impossibile avere uno o più figli in queste condizioni di pendolarismo professionale, in un sistema rigido come quello italiano, che in realtà non favorisce affatto gli spostamenti, pensiamo al mercato degli affitti, alla difficoltà di lasciare un lavoro e di trovarne un altro. Questi giovani che si sfidano per formare una famiglia sono un'avanguardia di modello anglosassone, ma ancora un'avanguardia". Anita ha sette anni, ed è una frequent flyer tra Cagliari, dove vive con la mamma Gioia, medico ospedaliero, e Milano, dove Francesco fa lo scenografo di teatro e tv. Lo loro storia è controcorrente. Perché a settembre torneranno a vivere tutti insieme, a Cagliari. "Anita non lo dice, ma il padre le manca troppo - ammette Gioia - e come coppia stavamo entrando in crisi. Così Francesco ha deciso di fare la scelta su cui stava meditando da tempo. Lascia Milano, torna in Sardegna. Nel suo campo qui di lavoro ce n'è poco, ma il mio stipendio è buono... È un rischio, ma questi anni ci siamo ammalati di nostalgia. Adesso basta così".
Tra i tanti "acrobati della famiglia", Michele e Barbara sono di certo tra i più organizzati. Hanno entrambi 38 anni, lavorano nell'editoria, e sono gli innamoratissimi genitori di Antonia, che ha 14 mesi. Vivono insieme da 10 anni, ma Michele ha un contratto a Firenze, e Barbara un impiego stabile a Milano. Un amore avanti e indietro, tanti treni, tanti appuntamenti, quel "Lat", living apart together che ha caratterizzato la vita di migliaia di coppie nella generazione tra i trenta e i quarant'anni. Eppure, due anni fa, nonostante il pendolarismo, Barbara e Michele hanno deciso di avere un bambino. "Un assoluto azzardo - commenta lui, ma con la gioia nella voce - di cui siamo totalmente felici. Con un'organizzazione di vita che ci fa passare per pazzi agli occhi di molti. Antonia vive 15 giorni a Firenze, dove va al nido, e 15 giorni a Milano, dove è invece accudita da una tata. Qui a Firenze insieme a me si occupano di Antonia le due nonne (una viene addirittura da Bologna), e nel mio giorno libero andiamo insieme a Milano, mentre Barbara torna a casa il venerdì sera. Antonia sembra per adesso felice e serena, sa di avere molte certezze, ma è chiaro che il nostro obiettivo è quello di tornare a vivere tutti insieme e di darle stabilità, e il problema ci si porrà già l'anno prossimo con la scelta della scuola materna. I costi di tutto questo sono pazzeschi, a volte la stanchezza ci logora, ma avere una meta ci sostiene". "Del resto - aggiunge Michele - abbiamo dovuto adattare il nostro desiderio di avere un figlio alla nostra precarietà esistenziale. O così, o si rinuncia. E molti nostri amici hanno rinunciato a diventare genitori. Certo, un secondo bambino così forse non è possibile. Però, chissà. Non so se la formula della famiglia a distanza sia una formula giusta. Per noi, adesso, è l'unica possibile. E Antonia ormai è una viaggiatrice perfetta".
(Fonte: La Repubblica - Maria Novella De Luca)
Barbie di colore a metà prezzo e l'America si indigna
Wal-Mart vende la Barbie nera a metà prezzo di quella bianca
Il modello di colore costa meno. La replica: «Si vende poco, bisogna fare spazio negli scaffali»
polemica negli usa
Il modello di colore costa meno. La replica: «Si vende poco, bisogna fare spazio negli scaffali»
Il gigante della grande distribuzione Wal-Mart è finito sotto accusa per aver deciso di vendere nel profondo sud della Lousiana la Barbie nera a metà prezzo rispetto a quella bianca. Secondo quanto riferisce la Abc, nelle vetrine di Walmart si vedono pile delle due bambole identiche tranne che per il colore: bianca la Ballerina Barbie, più scura Ballerina Theresa. La prima mantiene il prezzo originario di 5.93 dollari mentre la seconda ne costa solo 3. LA REPLICA - Secondo una portavoce del gruppo, Melissa O'Brien, la Barbie nera è stata scontata a causa dei bassi volumi di vendita, e per fare spazio negli scaffali, come succede con tutti i prodotti.
(Fonte: corriere della sera)
Il modello di colore costa meno. La replica: «Si vende poco, bisogna fare spazio negli scaffali»
polemica negli usa
Il modello di colore costa meno. La replica: «Si vende poco, bisogna fare spazio negli scaffali»
Il gigante della grande distribuzione Wal-Mart è finito sotto accusa per aver deciso di vendere nel profondo sud della Lousiana la Barbie nera a metà prezzo rispetto a quella bianca. Secondo quanto riferisce la Abc, nelle vetrine di Walmart si vedono pile delle due bambole identiche tranne che per il colore: bianca la Ballerina Barbie, più scura Ballerina Theresa. La prima mantiene il prezzo originario di 5.93 dollari mentre la seconda ne costa solo 3. LA REPLICA - Secondo una portavoce del gruppo, Melissa O'Brien, la Barbie nera è stata scontata a causa dei bassi volumi di vendita, e per fare spazio negli scaffali, come succede con tutti i prodotti.
(Fonte: corriere della sera)
lunedì 8 marzo 2010
Lo ordino!
Il più compassato dei mariti diventa un cabarettista da avanspettacolo? Forse a farlo tanto divertire è un'altra. La regina del focolare appende le pantofole al chiodo e corre in palestra? La voglia di sudare potrebbe dipendere dal personal trainer. Anche se le corna non si vedono allo specchio, smascherare un partner fedifrago si può. La lista delle cose da sapere è lunga, probabilmente infinita, ma per diventare '007 dell'amore' bastano 37 mosse. Tante sono le "dritte" fornite ai lettori dagli autori di 'Schifoso traditore. Come riconoscere le tracce dell'infedeltà' (80144 Edizioni). In calce le firme di Alberto Caputo, psichiatra e sessuologo; Alessandro Calderoni, giornalista investigativo; Silvia Jun, web editor. Ideatore e curatore Paolo Baron.
"Quello che abbiamo voluto scrivere - spiega Caputo all'ADNKRONOS SALUTE - è una sorta di compendio di criminologia dove il 'crimine' è il tradimento, il 'criminale' è il partner traditore e la 'vittima' è il cornuto". Un trattato diviso in due parti: "Nella prima si analizza la percezione del tradimento, si tracciano gli 'identikit' delle specie di traditori e di traditi, si spiegano le dinamiche alla base dei loro comportamenti". Insomma, si studia il 'movente'. "La seconda parte è quella alla 'CSI'": un vero e proprio manuale di investigazione che, a partire dai primi sospetti (capitolo 'Il comportamento. C'è qualcosa che non torna'), accompagna il partner-segugio sulla scena del crimine.
"Tre le tipologie (del traditore, ndr), ognuna con varie sottotipologie", riassume Caputo.
1) I SERIALI. "Sono i traditori compulsivi, gli infedeli specializzati", li definisce l'esperto. Quelli che geneticamente non si accontentano del rapporto di coppia ufficiale, ma per istinto e passionalità devono essere sempre in tre: lui, lei, l'altra o l'altro. "Si distinguono in 'collezionisti' e 'qualunquisti'". I primi "puntano alla qualità, scelgono quella determinata persona, vogliono un bel trofeo da esibire". E "oggi i collezionisti sono sempre più donne", avverte il sessuologo. I qualunquisti, invece, "vogliono solo portarsi a casa il risultato. Non importa quale, non conta la persona, conta la 'tacca' in più. Si accontentano anche dei 'saldi', seguono la filosofia del 'basta che respiri'". Tra i qualunquisti "prevalgono gli uomini" e si moltiplicano "i 'drogati' del sesso".
2) I PARALLELI. Del tenere il piede in due (o più) scarpe hanno fatto una professione. "Contemporaneamente alla relazione principale (matrimonio o convivenza), gestiscono altre 'liaison'" e ci riescono benissimo, dice lo psichiatra. Equilibristi perfetti, passano da un letto all'altro senza commettere il minimo errore. Non confondono i nomi, non sbagliano le date di compleanni e anniversari. Il loro movente è "affettivo-relazionale", nel senso che ci credono veramente. "Si distinguono in 'monogamici' (uomini o donne che hanno l'amante storica/o, a volte addirittura ufficiale cioè a conoscenza della moglie o del marito consenzienti) e 'poligamici', perlopiù maschi.
3) GLI OCCASIONALI. "Quest'ultima tipologia di infedeli agisce per vendetta", per punire una moglie-arpia o un marito-padrone. "Tradisce per rappresaglia - afferma Caputo - e si divide nelle due sottocategorie dei 'pisquani' (termine usato nell'area lombardo-emiliana per definire una persona semplice) e dei 'gattoni'". Che fondamentalmente sono quasi sempre 'gattone', dunque donne. "I pisquani - spiega meglio l'esperto - sono quelli che non aspettano altro se non tradire, ma lo fanno solo ed esclusivamente se l'opportunità viene loro offerta sul piatto d'argento". Quanto alle gattone, sornione come il micio di casa "fanno finta di dormire sul divano. Ma tengono gli occhi socchiusi, pronte ad afferrare la prima preda interessante che passa".
Ben più semplice, quasi basilare, la 'geografia' dei traditi. Le tipologie sono essenzialmente due: "La netta maggioranza è rappresentata dai passivi, i rassegnati che subiscono, che accettano l'inaccettabile anche se poi tanto vittime non sono. Spesso infatti sono stati proprio loro, o i loro 'no', a indurre il partner al tradimento". La minoranza residua è infine quella dei dominanti puniti: dopo anni di angherie sopportate in silenzio, "il partner da sempre succube si ribella all'improvviso e gliela fa pagare".
Ma quali potrebbero essere gli indizi di un tradimento in atto? Stropicciarsi un occhio, sfregarsi un orecchio, grattarsi il collo, toccarsi il naso (in gergo investigativo 'effetto Pinocchio'). Sono solo alcuni dei gesti, fin troppo comuni, che potrebbero svelare una menzogna del partner fedifrago. Segni che ogni 'Sherlock Holmes dei sentimenti' dovrebbe annotarsi, insieme a una grande regola d'oro: "All'interno di una relazione l'infedeltà irrompe come un elemento di novità - osserva lo specialista - Quindi qualunque cambiamento può essere indicativo" e diventare il detonatore del sospetto, la miccia del dubbio, la spia che appunto "c'è qualcosa che non torna". Basti qualche esempio: "Lei ha sempre mangiato bucatini all'amatriciana e improvvisamente manifesta un'attrazione fatale per la cucina etnica? Forse gliel'ha fatta scoprire un altro uomo. Lui non ha mai rinunciato agli slip più 'old style' sul mercato e a un certo punto si palesa con un boxer griffato in seta? Magari il merito della svolta glamour è di un'altra donna?".
(Fonte: Adnkronos Salute)
"Quello che abbiamo voluto scrivere - spiega Caputo all'ADNKRONOS SALUTE - è una sorta di compendio di criminologia dove il 'crimine' è il tradimento, il 'criminale' è il partner traditore e la 'vittima' è il cornuto". Un trattato diviso in due parti: "Nella prima si analizza la percezione del tradimento, si tracciano gli 'identikit' delle specie di traditori e di traditi, si spiegano le dinamiche alla base dei loro comportamenti". Insomma, si studia il 'movente'. "La seconda parte è quella alla 'CSI'": un vero e proprio manuale di investigazione che, a partire dai primi sospetti (capitolo 'Il comportamento. C'è qualcosa che non torna'), accompagna il partner-segugio sulla scena del crimine.
"Tre le tipologie (del traditore, ndr), ognuna con varie sottotipologie", riassume Caputo.
1) I SERIALI. "Sono i traditori compulsivi, gli infedeli specializzati", li definisce l'esperto. Quelli che geneticamente non si accontentano del rapporto di coppia ufficiale, ma per istinto e passionalità devono essere sempre in tre: lui, lei, l'altra o l'altro. "Si distinguono in 'collezionisti' e 'qualunquisti'". I primi "puntano alla qualità, scelgono quella determinata persona, vogliono un bel trofeo da esibire". E "oggi i collezionisti sono sempre più donne", avverte il sessuologo. I qualunquisti, invece, "vogliono solo portarsi a casa il risultato. Non importa quale, non conta la persona, conta la 'tacca' in più. Si accontentano anche dei 'saldi', seguono la filosofia del 'basta che respiri'". Tra i qualunquisti "prevalgono gli uomini" e si moltiplicano "i 'drogati' del sesso".
2) I PARALLELI. Del tenere il piede in due (o più) scarpe hanno fatto una professione. "Contemporaneamente alla relazione principale (matrimonio o convivenza), gestiscono altre 'liaison'" e ci riescono benissimo, dice lo psichiatra. Equilibristi perfetti, passano da un letto all'altro senza commettere il minimo errore. Non confondono i nomi, non sbagliano le date di compleanni e anniversari. Il loro movente è "affettivo-relazionale", nel senso che ci credono veramente. "Si distinguono in 'monogamici' (uomini o donne che hanno l'amante storica/o, a volte addirittura ufficiale cioè a conoscenza della moglie o del marito consenzienti) e 'poligamici', perlopiù maschi.
3) GLI OCCASIONALI. "Quest'ultima tipologia di infedeli agisce per vendetta", per punire una moglie-arpia o un marito-padrone. "Tradisce per rappresaglia - afferma Caputo - e si divide nelle due sottocategorie dei 'pisquani' (termine usato nell'area lombardo-emiliana per definire una persona semplice) e dei 'gattoni'". Che fondamentalmente sono quasi sempre 'gattone', dunque donne. "I pisquani - spiega meglio l'esperto - sono quelli che non aspettano altro se non tradire, ma lo fanno solo ed esclusivamente se l'opportunità viene loro offerta sul piatto d'argento". Quanto alle gattone, sornione come il micio di casa "fanno finta di dormire sul divano. Ma tengono gli occhi socchiusi, pronte ad afferrare la prima preda interessante che passa".
Ben più semplice, quasi basilare, la 'geografia' dei traditi. Le tipologie sono essenzialmente due: "La netta maggioranza è rappresentata dai passivi, i rassegnati che subiscono, che accettano l'inaccettabile anche se poi tanto vittime non sono. Spesso infatti sono stati proprio loro, o i loro 'no', a indurre il partner al tradimento". La minoranza residua è infine quella dei dominanti puniti: dopo anni di angherie sopportate in silenzio, "il partner da sempre succube si ribella all'improvviso e gliela fa pagare".
Ma quali potrebbero essere gli indizi di un tradimento in atto? Stropicciarsi un occhio, sfregarsi un orecchio, grattarsi il collo, toccarsi il naso (in gergo investigativo 'effetto Pinocchio'). Sono solo alcuni dei gesti, fin troppo comuni, che potrebbero svelare una menzogna del partner fedifrago. Segni che ogni 'Sherlock Holmes dei sentimenti' dovrebbe annotarsi, insieme a una grande regola d'oro: "All'interno di una relazione l'infedeltà irrompe come un elemento di novità - osserva lo specialista - Quindi qualunque cambiamento può essere indicativo" e diventare il detonatore del sospetto, la miccia del dubbio, la spia che appunto "c'è qualcosa che non torna". Basti qualche esempio: "Lei ha sempre mangiato bucatini all'amatriciana e improvvisamente manifesta un'attrazione fatale per la cucina etnica? Forse gliel'ha fatta scoprire un altro uomo. Lui non ha mai rinunciato agli slip più 'old style' sul mercato e a un certo punto si palesa con un boxer griffato in seta? Magari il merito della svolta glamour è di un'altra donna?".
(Fonte: Adnkronos Salute)
domenica 7 marzo 2010
Eccelibro: la legge dell'attrazione e il potere delle emozioni
Partiamo dal presupposto che sono scienza e non fantascienza, che non leggo libri di esoterismo e di terapie sciamaniche. Insomma, sono scettica e talora agnostica sul paranormale. Quindi alcuni libri mi capitano ma non li vado a cercare. Questi di Esther e Jerry Hicks sono una strana serie di libri che descrivono la cosiddetta 'legge dell'attrazione' che in parte ricorda il pensiero positivo. Sostengono gli autori che nella loro vita sia comparsa una entità soprannaturale che detta a Esther i suoi messaggi che ella scrive con la tecnica della scrittura automatica. Non mi interessa ora verificare la veridicità dell'affermazione, non è importante. Mi sembra invece interessante il principio che sottostà ai libri della coppia: se siamo infelici attriamo altre persone infelici, se siamo rabbiosi altre persone piene di rabbia. Insomma col nostro strato d'animo siamo in grado di attirare persone e fatti che somigliano alle nostre emozioni. Principio che vale in negativo ma anche, e per fortuna, in positivo. In questo ultimo libro gli Hicks non parlano della legge generale quanto spiegano comme in fondo sia semplice cambiare il modo di leggere le cose e modificare le emozioni sottostanti. E fanno diverse ipotesi, con casi reali: i pensieri che fareste se il vostro ex raccontasse bugie sul vostro conto, se non foste felici del vostro lavoro, se vostro marito non andasse d'accordo con i vostri figli adolescenti, se dopo un lutto non riusciste a ritrovare l'equilibrio e così via. In ognuno di questi esempi sono elencati i pensieri negativi dominanti che potrebbero essere formulati in una simile situazione e i pensieri che ci si potrebbe sforzare di formulare volgendo a proprio favore delle energie positive. Il concetto che mi ha colpita che sottende tutto il testo è che nello sforzo di controllare tutto ciò che ci accade e di farlo andare come vogliamo noi spesso ci agitiamo e nuotiamo controcorrente, cosa che non ci fa avanzare. E' importante invece, imparare a lasciarsi andare, a lasciarsi trasportare verso il luogo che il potere superiore sa essere benefico per noi. Ho trovato in alcuni concetti di questo libro una saggezza semplice e non banale, un ulteriore chiave di lettura per cambiare il modo di vedere le cose da: bicchiere mezzo vuoto a 'mezzo pieno'.
Quindi, che sia o meno dettato da una entità soprannaturale o che sia invece un intelligente espediente di marketing per attrarre consumatori, il libro contiene alcuni spunti molto interessanti, anche per gli scettici come me.
Esther e Jerry Hicks
La legge dell'attrazione e l'incredibile potere delle emozioni
Tea
2010
pp. 266
9,00 Euro
Eccelibro: Godere
Sono una fanatica ammiratrice di Mary Roach che ho conosciuto in occasione del suo magnifico "Stecchiti" in cui spiegava tutti gli usi dei cadaveri umani possibili e immaginabili.
Giornalista scientifica per il NY Times Magazine ha un vero talento per le inchieste e le interviste non solo non le fa al telefono, ma di persona, bensì chiede spesso di vedere come le cose accadono.
Stavolta Roach ha come obiettivo di indagare le più interessanti e talora strampalate tecniche di indagine sulla sessualità umana e di rispondere ai quesiti più disparati, dall'ipotesi che si possa raggiungere l'orgasmo con la forza del pensiero, alla possibilità che un morto possa mostrare una erezione, perchè il Viagra non ha alcuna utilità nelle donne e perchè il pene umano ha questa forma. La curiosità di Roach, unita ad una scrittura brillantissima ma ineccepibile dal punto di vista scientifico, mira ad indagare l'orgasmo femminile che a causa di una conformazione anatomica più nascosta è rimasto per lungo tempo un meccanismo sconsciuto. E allora descrive come per comprendere tale mistero ci siano fior di scienziati che chiedono alle coppie di fare sesso all'interno di un tubo per la risonanza magnetica e altri che, a corto di volontari, semplicemente studino la cosa nella propria camera da letto o nell'ambulatorio con la moglie, esperimento al quale si sottopone la stessa giornalista. Roach è curiosa, tanto da andare a San Francisco per vedere sex machines improbabili e poi volare a Taiwan per raccogliere la testimonianza di un chirurgo esperto nell'allungamento del pene. E si diletta nella descrizione della storia di questa particolare branca della medicina che nell'ottocento vedeva medici annoiati prestarsi alla mastrurbazione di pazienti isteriche per motivi squisitamente clinici.
Insomma, Mary Roach ancora una volta non ha sbagliato, individuando un tema nuovo e curioso tramite il quale sorprendere i suoi lettori.
Mary Roach
Godere
Einaudi Stile Libero
2008
14,00 Euro
247 pp.
Eccelibro: Mai come mia madre
Ci sono libri che si scrivo per gli altri e libri che ci sgorgano dal cuore e sono prima delle confessioni, delle riflessioni che poi sentiamo il bisogno di condividere con altri. Un principio analogo a quello dei blog in cui depositiamo pezzi di vita anche molto personali. Io stessa qui ho spesso parlato della mia nonna adorata, della mia rabbia, delle mie difficoltà e ho trovato amici e amiche che hanno condiviso la stessa esperienza e talora la frustrazione di non essere capiti.
Credo che la comprensione è in realtà ciò che maggiormente cerchiamo nel rapporto con gli altri. Capiti e accettati per come siamo. E ciò avviene con maggiore frequenza nelle donne con le loro madri. Abbiamo bisogno che ci riconoscano e accreditino come valido anche le parti diverse da noi ma poco spesso pensiamo che anche loro hanno bisogno di essere capite e accettate.
Mai come mia madre è la lettera d'amore di una scrittrice-chef di cui ho amato ogni libro perchè capace di trasformare lettere e parole in odori, sapori, rumori, profumi. Insomma, Ruth Reichl ha una penna particolarmente felice. Questo ultimo libro è qualcosa di totalmente diverso, nulla a che fare con il suo mondo di critica gastronomica dei più grandi giornali americano come il Post e il NY Times. Qui Ruth si lascia andare ai ricordi e si permette di analizzare il suo rapporto con la madre in una confessione intima e quanto mai disarmante. Lo fa nel momento in cui lei non c'è più e tra le pagine la celebra, la accoglie, la riconosce e la capisce. Capita proprio questo, spesso, un momento in cui puoi finalmente perdonare che è spesso postumo ed è il momento in cui ti concedi di fare pace. Miriam, sua madre, aveva sempre desiderato scrivere un libro ed è allora Rurth che lo fa per lei, con severità a cui sottende anche una grande tenerezza e una immensa benevolenza. Ognuna di noi deve qualcosa anche alla peggiore delle madri. Perchè anche pessime qualcosa ci insegnano, tracciano la nostra strada, ci indicano una luce anche quando loro sono ingabbiate in una esistenza infelice. Per ogni madre frustrata quindi esiste una opportunità di riscatto. Perchè lei ti dice e ti implora di non essere come lei. Anche questa, apparente, contraddizione è una immensa opportunità perchè ti permette di evitare gli errori che ha fatto lei.
Il libro è molto semplice, porta avanti solo questo concetto per poche pagine, ma è straordinariamente intenso. In fondo, è una lettera d'amore, quella che ognuna di noi vorrebbe scrivere alla propria madre e che forse un giorno scriverò anche io.
Ruth Reichl
Mai come mia madre
Ponte alle grazie
2009
pp. 107
Euro 12,00
Domenica
La domenica è il giorno della lettura. Il sabato in genere andiamo in giro, compriamo cose gratificanti, io mi sono regalata un piattino di ceramica decorato a mano con un mezzetto di lavanda, la Pociolla mi ha donato una trousse di Hello Kitty come regalo anticipato per la festa della mamma rinunciando ad una matita che le piaceva. Oggi invece ci siamo alzate presto ma siamo rimaste sotto al piumino a leggere tutto quello che non riusciamo durante la settimana. Ho finito il libro sul web 2.0 e iniziato quello di Caterina Soffici su come le donne italiane sopravvivono nel paese più maschilista d'Europa. E poi attendono impazienti Bauman e Rivoluzione Womenomics il che potrebbe suggerire che sono in preda ad un attacco di femminismo di ritorno. In realtà mi sto già chiedendo se esista ancora una forma di femminismo e quali siano i suoi contorni e i suoi confini, ma a questo potrò forse rispondere con la recensione del libro di Soffici che promette benissimo già dopo le prime 20 pagine. Anche nei libri, il buongiorno si vede dal mattino.
E siccome è giornata dedicata ai libri, ho già scritto una recensione per la mia amica e collega Luisa Adani che ha un blob sul lavoro nel portale del Corriere della Sera (//blog.leiweb.it) e ne sto per scrivere due tutte per voi. E alla fine, una lettura del rapporto Censis sulle donne avvocato che verrà presentato a Roma presso la Biblioteca del Senato il prossimo 10 marzo e infine, una tazza di riso al latte con la cannella che ai miei neuroni piace così tanto.
mercoledì 3 marzo 2010
Assolta
Capita di tornare con la mente alle storie passate, chiedersi perchè e percome. Sono abituata a farmi un esame di coscienza e tentare di capire se ho sbagliato. Non sempre però concludi il rapporto con una chiaccherata chiarificatrice, alle volte le cose succedono e tu non vuoi parlarne, succedono, e ne prendi atto, ma ne capisci i motivi in maniera sfumata. Insomma capita che anche a distanza di tempo io mi chieda cosa sia andato storto e se avrei potuto fare di meglio. Mi piace imparare dai miei errori anche se ciò non esime dal farne di nuovi, totalmente inediti, come se sbagliare fosse un pozzo senza fondo... Comunque volevo capire e oggi si è creata la circostanza adatta per fare una domanda, onestamente, apertamente. Assolta, i motivi di quella conclusione erano da rintracciare in difficoltà logistiche geografiche. E per fortuna non c'entrava nulla il mio essere una mamma separata. Alla fine, come dice giustamente lui, per far durare una relazione a distanza ci vuole una motivazione molto forte. Che nel nostro caso non era il grande amore ma un bene grandissimo si e dura ancora e ancora.
Non per giudicare...
'Non ne ha proprio voglia, di studiare', 'i compiti proprio non li fa, tanto che mi hanno minacciato di bocciarla ogni anno ma poi passa...' sfoghi di mamme, ma qui mi sono dovuta mordere la lingua. Perchè lei può essere carina e svogliata ma se tu, il giorno del suo compleanno le dici: 'non vai a scuola e ti porto a fare manicure, piedi e maschera al viso, a 10 anni, che tipo di messaggio le stai lanciando?
Ora, se fosse la prima figlia, ancora si potrebbe valutare una certa inesperienza, ma dato che è la più piccola di 4 ragazzini, beh, oltre al dolo ci vedo la colpa. E scusa, ma se la bocciano, la poverina, è colpa tua, non sua.
Ora, se fosse la prima figlia, ancora si potrebbe valutare una certa inesperienza, ma dato che è la più piccola di 4 ragazzini, beh, oltre al dolo ci vedo la colpa. E scusa, ma se la bocciano, la poverina, è colpa tua, non sua.
Gli effetti nefasti della tv?
Salute: GB, 50% bimbe 6 anni vogliono essere più magre di tre taglie
Le bambine inglesi già a sei anni affermano di voler essere più magre, e la metà di loro desidera poter indossare abiti fino a tre taglie più piccoli. Molte dodicenni pensano di essere troppo in sovrappeso, e spiegano che se fossero più magre avrebbero più successo con i coetanei. È quanto emerge da uno sondaggio, riportato dal quotidiano online inglese Telegraph, effettuato dall`University of Cambridge in collaborazione con un programma televisivo proiettato su Channel 4. Le bambine di sei anni, in particolare, sono state intervistate circa la forma fisica desiderata: potevano scegliere tra alcune immagini che, alterate digitalmente, le rappresentavano più magre fino a tre taglie in meno. E dall`esperimento è emerso che la metà di loro ha scelto proprio la figura più sottile rappresentata dagli studiosi, quella che le rappresentava più magre di tre taglie.
(Fonte: Salute 24)
Le bambine inglesi già a sei anni affermano di voler essere più magre, e la metà di loro desidera poter indossare abiti fino a tre taglie più piccoli. Molte dodicenni pensano di essere troppo in sovrappeso, e spiegano che se fossero più magre avrebbero più successo con i coetanei. È quanto emerge da uno sondaggio, riportato dal quotidiano online inglese Telegraph, effettuato dall`University of Cambridge in collaborazione con un programma televisivo proiettato su Channel 4. Le bambine di sei anni, in particolare, sono state intervistate circa la forma fisica desiderata: potevano scegliere tra alcune immagini che, alterate digitalmente, le rappresentavano più magre fino a tre taglie in meno. E dall`esperimento è emerso che la metà di loro ha scelto proprio la figura più sottile rappresentata dagli studiosi, quella che le rappresentava più magre di tre taglie.
(Fonte: Salute 24)
martedì 2 marzo 2010
I più intelligenti non tradiscono
Se gli economisti studiano l'infedeltà
Le coppie - L'ultimo saggio di Satoshi Kanazawa, della London School of Economics
Se gli economisti studiano l'infedeltà
La ricerca: i più intelligenti non tradiscono, chi lo fa è meno evoluto
Davvero più un uomo è infedele, più è fesso? Sul serio i monogami hanno un quoziente intellettivo più alto dei playboy? Se è vero, in Italia siamo messi male. Se la teoria del professor Satoshi Kanazawa venisse confermata, fornirebbe una possibile (seppur parziale) spiegazione degli attuali guai nazionali. Si potrebbero serenamente incolpare gli uomini della nostra classe dirigente (cioè quasi tutta la nostra classe dirigente). Sono in maggioranza donnaioli, qualcuno si appassiona ai trans, sono comunque poco fedeli. A volte se ne vantano; spessissimo vengono giustificati e ammirati.
Il maschio femminaro (nell'inconscio collettivo e ultimamente anche nel conscio) è percepito come più potente e abile dei monogami; in molti casi viene scelto come capo. In troppi casi, viene blandito con offerte di femmine (magari consenzienti, ma non in un ruolo entusiasmante) che diventano merce di scambio tra grandi fedifraghi. Purtroppo, sostiene Kanazawa, oggi come oggi meno un uomo è fedele, meno è intelligente. Il suo ultimo saggio (pubblicato sulla rivista Social Psychology Quarterly) sarà probabilmente impopolare dalle nostre parti, ma tant'è. Il professore di psicologia dell'evoluzione alla London School of Economics sostiene che gli uomini sono sempre stati «leggermente poligami». Ora però in molti «entrano volontariamente in una relazione sessualmente esclusiva». Il che è una «novità evolutiva». Sono i più intelligenti ad adottare queste novità; e a diventare «più evoluti» (gli eroi delle riviste e dei siti di pettegolezzi non sono tanto evoluti, allora; qualcuno/a lo sospettava). Conclusione di Kanazawa: gli uomini che non riescono ad adattarsi, che cedono alle tentazioni e tradiscono sono probabilmente più stupidi. Mentre i più svegli «sono in grado di capire il valore della fedeltà» (non ci sono molti maschi svegli nei reality, e in altri ambienti; anche questo lo temevamo).
Kanazawa non diventerà un'icona culturale dei latin lover, è evidente. Ma susciterà qualche simpatia tra le donne non impeccabili. L'equazione «infedele uguale scemo» al femminile non funziona. Alle donne è sempre stato chiesto di essere fedeli a un unico compagno; anche nelle società poligame (d'ora in poi chi ha molti fidanzati o ha tradito il marito potrà spiegare «ho fatto un salto evolutivo», perché no, può darsi). E la diversità di genere, per il noto studioso, esiste eccome. Tra le sue opere precedenti spicca «Why Men Gamble and Women Buy Shoes», perché gli uomini giocano d'azzardo e le donne comprano scarpe, su come l'evoluzione ha creato diversi comportamenti e reazioni dei due sessi. Acclamato su poker e scarpe, Kanazawa ha avuto meno consensi quando si è occupato di aspetto fisico.
Il suo saggio sul «perché la gente bella ha più figlie femmine» è stato smontato da uno statistico della Columbia University; e le chance in più di avere femmine per le coppie bellone sono state ufficialmente ridotte dal 26 all'8 per cento. Ma intanto: in attesa di venire smentito su intelligenza e fedeltà da qualche scienziato seduttore, Kanazawa, nel suo ultimo saggio, mette di cattivo umore anche i monogami di centrodestra. Analizzando i dati dell'American National Longitudinal Study of Adolescent Health, ha scoperto che i giovani intervistati sicuri di essere «molto liberal» hanno un quoziente intellettivo medio di 106; mentre quelli che si definiscono «molto conservatori» non superano una media di 95, insomma non risulterebbero furbissimi (forse sono quelli che in Italia mandano a presentare le liste, vai a sapere).
Fonte: Maria Laura Rodotà - Corriere
Le coppie - L'ultimo saggio di Satoshi Kanazawa, della London School of Economics
Se gli economisti studiano l'infedeltà
La ricerca: i più intelligenti non tradiscono, chi lo fa è meno evoluto
Davvero più un uomo è infedele, più è fesso? Sul serio i monogami hanno un quoziente intellettivo più alto dei playboy? Se è vero, in Italia siamo messi male. Se la teoria del professor Satoshi Kanazawa venisse confermata, fornirebbe una possibile (seppur parziale) spiegazione degli attuali guai nazionali. Si potrebbero serenamente incolpare gli uomini della nostra classe dirigente (cioè quasi tutta la nostra classe dirigente). Sono in maggioranza donnaioli, qualcuno si appassiona ai trans, sono comunque poco fedeli. A volte se ne vantano; spessissimo vengono giustificati e ammirati.
Il maschio femminaro (nell'inconscio collettivo e ultimamente anche nel conscio) è percepito come più potente e abile dei monogami; in molti casi viene scelto come capo. In troppi casi, viene blandito con offerte di femmine (magari consenzienti, ma non in un ruolo entusiasmante) che diventano merce di scambio tra grandi fedifraghi. Purtroppo, sostiene Kanazawa, oggi come oggi meno un uomo è fedele, meno è intelligente. Il suo ultimo saggio (pubblicato sulla rivista Social Psychology Quarterly) sarà probabilmente impopolare dalle nostre parti, ma tant'è. Il professore di psicologia dell'evoluzione alla London School of Economics sostiene che gli uomini sono sempre stati «leggermente poligami». Ora però in molti «entrano volontariamente in una relazione sessualmente esclusiva». Il che è una «novità evolutiva». Sono i più intelligenti ad adottare queste novità; e a diventare «più evoluti» (gli eroi delle riviste e dei siti di pettegolezzi non sono tanto evoluti, allora; qualcuno/a lo sospettava). Conclusione di Kanazawa: gli uomini che non riescono ad adattarsi, che cedono alle tentazioni e tradiscono sono probabilmente più stupidi. Mentre i più svegli «sono in grado di capire il valore della fedeltà» (non ci sono molti maschi svegli nei reality, e in altri ambienti; anche questo lo temevamo).
Kanazawa non diventerà un'icona culturale dei latin lover, è evidente. Ma susciterà qualche simpatia tra le donne non impeccabili. L'equazione «infedele uguale scemo» al femminile non funziona. Alle donne è sempre stato chiesto di essere fedeli a un unico compagno; anche nelle società poligame (d'ora in poi chi ha molti fidanzati o ha tradito il marito potrà spiegare «ho fatto un salto evolutivo», perché no, può darsi). E la diversità di genere, per il noto studioso, esiste eccome. Tra le sue opere precedenti spicca «Why Men Gamble and Women Buy Shoes», perché gli uomini giocano d'azzardo e le donne comprano scarpe, su come l'evoluzione ha creato diversi comportamenti e reazioni dei due sessi. Acclamato su poker e scarpe, Kanazawa ha avuto meno consensi quando si è occupato di aspetto fisico.
Il suo saggio sul «perché la gente bella ha più figlie femmine» è stato smontato da uno statistico della Columbia University; e le chance in più di avere femmine per le coppie bellone sono state ufficialmente ridotte dal 26 all'8 per cento. Ma intanto: in attesa di venire smentito su intelligenza e fedeltà da qualche scienziato seduttore, Kanazawa, nel suo ultimo saggio, mette di cattivo umore anche i monogami di centrodestra. Analizzando i dati dell'American National Longitudinal Study of Adolescent Health, ha scoperto che i giovani intervistati sicuri di essere «molto liberal» hanno un quoziente intellettivo medio di 106; mentre quelli che si definiscono «molto conservatori» non superano una media di 95, insomma non risulterebbero furbissimi (forse sono quelli che in Italia mandano a presentare le liste, vai a sapere).
Fonte: Maria Laura Rodotà - Corriere
Iscriviti a:
Post (Atom)