Sottotitolo: quando la realtà supera la fantasia.
Fonte: Il secolo XIX di oggi.
La marijuana coltivata in casa serviva per farsi le "canne" e per fini alimentari, per preparare pesto e frittate. Così Mario Cerruti e la convivente Antonella Anelli, entrambi cinquantenni, hanno spiegato le serre allestite in un alloggio di piazza Basile, dove i carabinieri hanno sequestrato 123 piantine di cannabis e un vasetto con foglie già essiccate.
Una parte delle coltivazioni di droga scoperte dai carabinieri di Alessandria
Arrestati per coltivazione e detenzione di sostanza stupefacenti, ieri sono stati interrogati dal gip Alessia Solombrino. Lui nella casa di reclusione Don Soria, la donna portata da Vercelli a palazzo di giustizia. Il magistrato che si occupa del caso ha chiesto la misura cautelare in carcere, il difensore Fabio Bellora gli arresti domiciliari. Il giudice si è riservato, la decisione è attesa in giornata. Cerruti e la Anelli hanno negato di avere ceduto marijuana ad altre persone e detto di aver deciso la produzione in proprio per essere autosufficienti, trovandosi in difficoltà economiche e stanchi di comprare dosi per fumare "erba". L'uomo un anno fa ha smesso l'attività di odontotecnico che svolgeva nell'appartamento di piazza Basile; pure disoccupata la compagna, ex dipendente dell'Università degli studi di Milano, madre di cinque figli e separata. Vanno a vivere in tenda all'interno di una grotta di Bussana Vecchia, frazione di San Remo. Non hanno luce né alcuna comodità. Una scelta diversa, sostengono, perchè stanchi della vita di tutti i giorni. L'appartamento alessandrino viene utilizzato per cucinare il necessario per vivere e durante i mesi più freddi. Inoltre quando sono in città, Cerutti incontra i famigliari, gli anziani genitori e la sorella. Alcuni mesi fa, leggendo un libro sulla marijuana, l'ex odontotecnico e la convivente decidono di coltivare l'erba in maniera autonoma.
In un negozio di prodotti alternativi di Genova acquistano le due serre e i semi. Inizia la coltivazione, controllata dalla coppia con visite settimanali.
Una parte delle coltivazioni di droga scoperte dai carabinieri di Alessandria
Arrestati per coltivazione e detenzione di sostanza stupefacenti, ieri sono stati interrogati dal gip Alessia Solombrino. Lui nella casa di reclusione Don Soria, la donna portata da Vercelli a palazzo di giustizia. Il magistrato che si occupa del caso ha chiesto la misura cautelare in carcere, il difensore Fabio Bellora gli arresti domiciliari. Il giudice si è riservato, la decisione è attesa in giornata. Cerruti e la Anelli hanno negato di avere ceduto marijuana ad altre persone e detto di aver deciso la produzione in proprio per essere autosufficienti, trovandosi in difficoltà economiche e stanchi di comprare dosi per fumare "erba". L'uomo un anno fa ha smesso l'attività di odontotecnico che svolgeva nell'appartamento di piazza Basile; pure disoccupata la compagna, ex dipendente dell'Università degli studi di Milano, madre di cinque figli e separata. Vanno a vivere in tenda all'interno di una grotta di Bussana Vecchia, frazione di San Remo. Non hanno luce né alcuna comodità. Una scelta diversa, sostengono, perchè stanchi della vita di tutti i giorni. L'appartamento alessandrino viene utilizzato per cucinare il necessario per vivere e durante i mesi più freddi. Inoltre quando sono in città, Cerutti incontra i famigliari, gli anziani genitori e la sorella. Alcuni mesi fa, leggendo un libro sulla marijuana, l'ex odontotecnico e la convivente decidono di coltivare l'erba in maniera autonoma.
In un negozio di prodotti alternativi di Genova acquistano le due serre e i semi. Inizia la coltivazione, controllata dalla coppia con visite settimanali.
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