mercoledì 30 settembre 2009

Verso il letargo?


Da qualche giorno a questa parte, nonostante a Roma ci sia un caldo agostano, sento che il mio organismo manda segnali strani. In primo luogo ho sempre fame, arrivo all'ora dei pasti con un appetito degno di una gravidanza gemellare e spazzolo i piatti sino a farli brillare. Poi dopo tali pasti, mi viene sonno (vorrei vedere voi...) e generalmente la notte mi sparo dalle 10 alle 11 ore filate. Il mio sospetto è che a dispetto del clima il mio fisico abbia capito che ci avviamo verso l'autunno e io sto andando, inesorabilmente, in letargo, quindi accumulo calorie che mi serviranno nel rigido inverno romano (ma quando mai???).

Ah, scusate, devo andare, è quasi ora di merenda!

p.s. siccome vi conosco bene, malpensanti, tengo a sottolineare che non sono incinta!!!!

Refusi...

Leggo un articolo sul web che ha per tema i rimedi per i capelli fragili:

"Non preoccupatevi, a tutto c’è rimedio, ok quasi tutto, ma in questo caso basta solo un pò di costanza e di buona volontà, per riequilibrare i vostri capelli occorreranno almeno tre mesi, e dovete scegliere uno shampoo e un balsamo, se avete i capelli scegliete un detergente oleoso."

E se i capelli non li avete....beh, c'è poco da fare.....
Umorismo involontario e oggi io sono particolarmente di buonumore.

Il recettore della carta


Esiste, lo so che esiste. E' come quando hai una intuizione, tipo faccenda dei neuroni specchio e poi la scienza ti dà ragione con una bella scoperta. Esiste un recettore neuronale della carta, che si attiva solo in presenza di carta e inchiosto. Se leggo qualcosa a video lo percepisco ma non mi si fissa nel cervello e quindi sono costretta a stampare. Allora le connessioni neuronali partono come le lucine di un albero di Natale.

Giacchè io non ho proprio tempo delego qualche neurobiologo di fama ad indagare sulla questione che porterà a lui fama e a me...la soddisfazione di aver avuto una intuizione assolutamente esatta.

100 volte sulla lavagna

Non esisto solo io; non esisto solo io; non esisto solo io; non esisto solo io; non esisto solo io; non esisto solo io; non esisto solo io; non esisto solo io ; non esisto solo io; non esisto solo io; non esisto solo io........

martedì 29 settembre 2009

E la tisana va al parco di Yellowstone


E' che con le mie amiche sai da dove parti ma non sai mai dove arrivi. Mi spiego meglio: chiacchera su Skype con ES che esordisce con una serie di simboli che nemmeno nei vecchi Topolino. Quando fa così vuol dire che qualcosa non va e il mio animo da badante non resiste e va in soccorso. Tento di analizzare ma finisce che la mia tisana, oppio dei manager che lavorano da casa, sortisce un moto di curiosità nella mia amica.

Cosa fa? Che effetto ha? 'Una mano santa' rispondo e le spiego tutte le meraviglie della tisana ayurvedica Yogi della Gabri che ne dispensa tazze terapeutiche per corpo e spirito nei momenti topici. Se funziona con me, perchè non con lei? Si può fare. Ma ne è rimasta una sola bustina ed è come l'ultima sigaretta, non si cede. Prometto: la vado a cercare e se la trovo te la spedisco.

E dal web si leva un grido disperato: voglio la tisana YOGHIIIIIIIII!!!!!

Peccato che la tisana sia YOGI, non YOGHI e ora che si è affacciato anche Bubu e l'abbiamo mandata in vacca come al solito.....possiamo tornare a lavorare.

La riflessione

Deve costantemente mancarci qualcosa per avere la motivazione di alzarci la mattina. E' la ragione per cui la felicità è un sentire fuggevole e rigorosamente temporaneo.

(La Mason)

Nuove questioni etiche

Embrione impiantato per errore: partorisce e restituisce il bebè ai genitori

ROMA (28 settembre) - È nato il bambino in provetta frutto di un errore che ha generato grande scalpore negli Usa. A partorirlo Carolyn Savage, una 40enne dell'Ohio, a cui è stato impiantato l'embrione sbagliato, e che dunque ha dato alla luce un bebè concepito da un'altra coppia. Ora il bimbo, un maschietto in perfetta salute da 2,5 kg di peso, è stato consegnato ai genitori biologici, Shannon e Paul Morells, del Michigan. La coppia ha diffuso un comunicato per ringraziare la donna che ha portato avanti la gravidanza nonostante a febbraio fosse venuta a conoscenza del terribile errore: uno scambio di embrioni avvenuto nella clinica dell'Ohio a cui entrambe le famiglie si erano rivolte per avere un bebè. Nella nota Shannon e Paul hanno definito la donna un "angelo custode", aggiungendo che le saranno eternamente grati per la scelta di aver portato comunque a termine la gravidanza.
(Fonte: Il Messaggero)

Di figlia (per me) ce n'è una sola


Sai quelle mattine che ti alzi e capisci delle cose che ti colpiscono in viso come un pugno? Ti lasciano stordita per un attimo e tutto poi diventa chiaro.

Stamattina quello che ho capito è che fare la mamma è gratificante ma ora basta di fare la mamma a tutti: basta con l'amico che si sta separando, basta con quelli che non vogliono capire, basta anche con l'ex marito che approfitta della tua disponibilità. Basta. Basta con la comprensione per tutti.

E basta soprattutto con lei, con quella, la peggiore, che sul farti sentire sbagliata ci ha costruito una strategia. Ora ho capito, sono stata manipolata, ma avevo sei, otto, dieci anni e non capivo. Ora ne ho 39 e mi libero dalla gabbia del condizionamento.

Una idiota, se ci penso, ma quando hai un solo genitore che ti attribuisce cose che non ti sono proprie passi mezza vita a dimostrare il contrario e l'altra mezza a dare schiaffi morali.

Quindi corri, sostieni, aiuti e in cambio nemmeno una telefonata ogni tanto.

E allora VAFFANCULO. Ognuno per la sua strada. Hai fatto casino? Te lo risolvi, sei grande grossa, adulta, vaccinata, orgogliosa e presuntuosa. Mi hai dato della violenta, aggressiva ed egoista ed eri TU che eri così e proiettavi su di me. Negli ultimi anni ti ho fatto da madre. E' finita. Non pagherò più per i tuoi errori dei quali ti avevo avvertita, non verrò più in tuo soccorso tanto sei priva di empatia e qual che è più grave, di riconoscenza.

Non sai dire né grazie, nè scusa che vivi come parole umilianti mentre sono le più belle del mondo. Ora so quello che sono e lo sai anche tu. E quindi me ne vado a fare la mamma dell'unica persona che lo merita.

Ho capito la trappola, tardi forse, ma scusate, me ne vado e vaffanculo!

lunedì 28 settembre 2009

Pigiama Style


Ma si, ci siamo ubriacati di viaggi, week end, code in autostrada, serate al ristorante o in discoteca che non so come fanno dopo una giornata di lavoro e poi gli aperitivi hanno sostituito la pizzeria che con 8 euro ceni pure a furia di tramezzini e pizzette. Io personalmente dopo un lunedì da leoni passo il martedi, il mercoledi e anche il giovedi da... coglioni. E quindi saluto con grande piacere ed entusiasmo il ritorno trionfale del pigiama, della vestaglia e della pantofola. Sarà l'autunno, sarà che tra poco scatta l'ora legale, sarà che mi piace tanto stare accucciata sul mio immenso divano con i gatti che mi scaldano i piedi....

E poi, lasciatemelo dire, il pigiama può essere sexy, morbido e sensuale tanto quanto altri indumenti. Capelli sciolti, un velo di lucidalabbra, oppure una coda sbarazzina dalla quale sfuggono piccole ciocche bionde, quel non so che di angelico, adolescenziale e falsamente innocente...Un pantalone morbido in microfibra, una canotta minuscola, e vai a sapere se sotto la biancheria c'è o no..... a quel punto l'unica è... verificare.



ROMA - Se è un effetto collaterale della crisi o un trend di stile si vedrà. Una cosa è certa: nella top-ten degli indumenti più fashion del momento il pigiama conquista un posto d'onore. A più di 40 anni dalla sua prima apparizione nelle case degli italiani, l'indumento più "pigro" che ci sia rivive oggi una seconda giovinezza. Una rivincita confermata dai numeri, che rivelano un'impennata fino al 40% sulle vendite. Merito (o colpa?) dell'abitudine di passare più tempo in casa. Le nuove tendenze. Forse perché gli italiani sono diventati più pantofolai. O forse, come suggeriscono gli osservatori di mercato, perché hanno meno soldi da spendere per uscire, sta di fatto che davanti alla tv o sotto le coperte non serve stupire con effetti speciali. Basta un semplice pigiama, meglio se comodo e sportivo, per trascorrere una serata di relax. I dati parlano chiaro: in controtendenza rispetto a tutto il comparto moda, il segmento pigiami non solo è finora passato indenne attraverso la tempesta recessiva, ma ha registrato percentuali di crescita a due cifre. Un trend prontamente intercettato dai grandi marchi dell'intimo e della grande distribuzione, che hanno deciso di rinverdire le loro collezioni. Lanciando l'home-wear o l'easy-wear: non più antiestetici camicioni da notte, ma completi fascianti simili a tute da fitness, comodi per dormire e pratici per stare in casa.


I numeri. I più in salute sono i marchi commerciali. Nella categoria easy-wear e pigiameria uomo e donna, le nuove collezioni 2009 di Intimissimi e Tezenis, gruppo Calzedonia, hanno venduto il 40% in più. Nella classifica dei marchi più popolari segue Yamamay, con un 34% in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Crescita a due cifre anche per le firme più prestigiose, scelte da chi ama essere raffinato ed elegante anche in casa. Grigio Perla, leader del settore, ha visto lievitare le vendite del 15%. Il 70% dei pigiami più venduti sono in jersey e seta. Meno roboanti i dati della grande distribuzione. Negli ipermercati Coop, la vendita dei pigiami tra agosto 2008 e agosto 2009 è aumentata del 4%, per un giro d'affari di 14 milioni di euro. Ma se consideriamo solo gli ultimi sei mesi si sale al 16%. Il picco c'è stato nel reparto donna, che è cresciuto del 18 %, mentre l'uomo si ferma al 14%. E questi sono solo alcuni esempi. A lungo oscurato dalla sexy lingerie, il pigiama è tornato anche sulle passerelle del Prêt-à-porter. Prestigiose griffe dell'alta moda, come Dolce&Gabbana, gli hanno dedicato intere collezioni. E sul web il successo non è stato da meno: sono quasi 1800 le offerte di pigiami su eBay.

All'estero. Quello del pigiama non è un vezzo tutto italiano. Secondo quanto riportato dal giornale inglese The Independent, anche nel Regno Unito le vendite sono schizzate del 30%. A sorpresa, a registrare la crescita maggiore è stato il comparto uomo. Ma a stupire di più è l'inversione di tendenza nel target degli acquirenti: da sempre considerato un capo un po' retrò, il pigiama è diventato popolarissimo tra gli under 30 inglesi. Anche loro colpiti dagli effetti della crisi - suggerisce il quotidiano britannico - preferiscono trascorrere rilassanti serate davanti al pc o sotto le coperte, avvolti in comode tute da notte. L'analisi. "In tempi di crisi, le persone tendono a stare più in casa - commenta Nadia Nanni, responsabile category del gruppo Coop - Al posto della classica vestaglia, scelgono capi più eclettici e adattabili. Chi ha ideato l'home-wear ha solo interpretato un bisogno traendone il massimo profitto". Insomma, secondo gli esperti di marketing il successo del pigiama è l'altra faccia della crisi. Ma è anche un campanello d'allarme che dà il senso dei cambiamenti di costume e delle conseguenze psicologiche legate alla recessione. Ce lo spiega Marisa D'Alessio, preside della Facoltà di Psicologia dell'università La Sapienza di Roma: "Le persone hanno minore disponibilità di denaro e spendono meno per i prodotti che servono a presentarsi in pubblico. Il pigiama è un indumento di rifugio quando si sceglie di stare soli. E' l'emblema della solitudine. Di una solitudine indotta dalla mancanza di risorse economiche". Il rischio isolamento è alto: "Per colpa della crisi - continua D'Alessio - anche la socializzazione è diventata un fatto episodico. Alle uscite con gli amici si dedica al massimo una sera alla settimana. Per il resto, si sta in casa. In pigiama".

(Fonte: La Repubblica)

Ti è mai successo?


Me lo chiedono in continuazione le amiche alle prese con improbabili affari di cuore. Perchè anche se hai un buon matrimonio ti può accadere di sentirti insoddisfatta e guardare ad una soluzione esterna, il che è sempre un errore. Chiediamo agli altri di farci stare bene, di darci stabilità, solidità, serenità. Di restituirci la nostra immagine migliorata, di confermare quello che siamo. Errore, grande errore. Nessuno può darci quello che non siamo in grado di darci da soli e infatti gli altri non hanno questo ruolo nella nostra vita.

Non vale nemmeno la tecnica di offrire aiuto e sperare in cambio nella riconoscenza che diventi amore. Non vale offrire amicizia mentre nel nostro cuore si annida il sentimento. Credo che nei rapporti con gli altri e con l'altro sesso in particolare, valga la regola aurea della trasparenza, della consegna, dell'ammissione. E vale l'idea che l'altro non ci può né salvare nè guarire che sono compiti che non si possono delegare.

Inutile quindi infilarsi in situazioni perdenti e penose.

Trovo ancor più doloroso insistere a non capire che l'altro non ti vuole, perchè non gli interessa, perchè non gli piaci, perchè ha i suoi problemi e barattare amicizia per attenzioni. Non funziona così, non lo fanno neanche le adolescenti che sono più lucide. Amiche mie, ragazze, avete perso un pizzico di onestà. Guardatevi allo specchio e non date la colpa sempre all'altro. Possiamo ammettere di non piacere, di non essere interessanti per quella persona, se siete bionde forse le preferisce brune e viceversa. E apprezzate se un uomo non vi porta a letto. Di fronte alla schiera di quelli che sostengono "basta che respiri" trovo che un uomo che non ti porta a letto anche se non gli interessi sia veramente uno corretto. Che di questi tempi la caccia è aperta.

E per rispondere alla vostra domanda: no, non mi è mai successo, perchè se non va non va, e lo senti, lo percepisci e se hai un minimo di amor proprio lasci perdere che non c'è nulla di peggio di insistere a dire ti amo ad una persona alla quale la cosa non interessa affatto. Perchè l'amore è un ballo, di coppia, appunto.

domenica 27 settembre 2009

Qualcosa è cambiato


Nonostante un ego piuttosto sviluppato non sono una che si prende particolarmente sul serio e sono dotata di una certa autoironia. Quindi, mentre i giorni che passano mi trasportano a grandi passi sulla soglia dei 40 mi diverto a osservare cosa sia cambiato nel mio ruolo nel mondo. Mentre la scrittrice Iaia Caputo sostiene che a 50 anni le donne diventino invisibili, io sostengo che le cose cambino ma dipende da come le vivi dentro.
Quindi mi diverto a raccontare di come gli uomini mi continuino ad invitare. Uno per esempio mi ha telefonata l’altra sera alle sette e mi ha detto: ‘sono passato davanti a casa tua e ho visto la moto. Vieni a messa?’. Insomma se dieci anni fa mi invitavano a cena, a fare un week end o un viaggetto, oggi mi portano ai vespri nella parrocchia di fronte a casa. Ma siccome è sempre un invito e ne comprendo il senso profondo, beh, non mi voglio lamentare.

Mike: non si butta niente.


Ma si, usiamolo anche da morto che non si butta nulla. Trovo disdicevole la scelta di Infostrada di usare comunque gli spot pubblicitari con Mike Bongiorno scomparso pochi giorni fa. Solitamente se il testimonial passa a miglior vita si ritira lo spot e la pubblicità proprio per non associare l’immagine di un morto a quella del proprio brand. I manager di Infostrada devono aver pensato diversamente, la morte non è più un tabu, specialmente se il cachet è stato già versato e incassato.

giovedì 17 settembre 2009

Fenomenologia dei siti di incontri


Dopo la separazione e ispirata da un’amica che reputo intelligente che ci ha trovato l’uomo della sua vita, mi sono iscritta ad un noto sito di incontri on line. Successivamente l’ho consigliato ad alcune amiche che aveva difficoltà a conoscere persone nuove, magari perché sono appena arrivate in una città diversa dalla loro, perché lavorano molto ed escono poco, e perché sicuramente questo sistema ti permette di entrare in contatto con un numero di persone che forse nemmeno se esci tutte le sere per 20 anni.
Ognuno e ognuna ha il suo metodo di gestire le cose, chi la porta alle lunghe con mesi di email, chi dà il proprio numero di telefono dopo due chat (non era il mio stile). Al di là di come ognuno decide di gestirsi ho individuato alcune fasi tipiche che vorrei condividere qui:
1 – la fase bambina nel negozio di dolci il giorno in cui è tutto gratis – i primi giorni è così, c’è un universo parallelo in cui tutti sono a portata di mano e di mouse, una possibilità infinita, quasi da girare la testa. Di solito non si sta lì tanto a studiare, ci si butta, tanto è tutto lì.
2 – fase scorpacciata – il primo giorno si stabiliscono dieci contatti, il secondo altri venti, alla fine della settimana sei in contatto con almeno cinquanta uomini. Chatti, sbandi e flashi alla velocità di un megabite, il rischio è quello di non sapere più con chi stai parlando.
3 – fase ossessiva – cominci a selezionare, ma quei 15 che hai scelto li senti in chat tutti i giorni, in alcuni casi ceni e chatti, guardi la tv e chatti, parli al telefono con uno che ti sembrava più carino degli altri e…chatti. Non hai il pc impermeabile altrimenti chatteresti anche sotto la doccia.
4 – fase degli incontri – cominci ad incontrarne qualcuno e con quelli che ti piacciono di meno ti limiti a chattare o a fare lunghe conversazioni telefoniche molto divertenti e quasi sempre dense di doppi sensi…loro infatti tendono a portare la conversazione verso l’intimo.
5 – fase dell’intensità – con qualcuno fai sesso, con qualcuno chatti, con altri è un continuo di aperitivi col rischio che tu prenda dieci chili e diventi alcolizzata, di certo non sei mai uscita tanto in vita tua
6 – fase della stanchezza – sono troppi e cominci a pensare che siano tutti uguali, divertente si ma che stanchezza, nonostante ciò non ha senso smettere proprio ora, la perla rara deve pur spuntare, lui è lì, devi solo continuare a cercarlo
7 – fase della delusione – sei stanca, annoiata, in sovrappeso e molto delusa. Cercano solo sesso oppure si sono dichiarati liberi salvo confessare al primo incontro l’esistenza di una moglie che, guarda un po’, spesso li tradisce oppure è su una sedia a rotelle. Sei sempre più nauseata, cominci a tornare alla tua vita.
8 – fase del realismo – non è il caso di buttare via il bambino con l’acqua sporca, tutto sommato in questi tre- quattro mesi hai conosciuto anche persone carine e instaurato qualche amicizia. Chatti sempre meno in maniera disincantata, soprattutto hai capito che anche qui l’uomo preferisce le donne che non si concedono tanto facilmente perché il gioco è sempre quello: io scappo e tu mi insegui. Ti connetti solo quando davvero non hai nulla da fare e poi il nuovo vicino di casa è davvero carino. Hai imparato a selezionare chi ti scrive e quindi ti muovi in un contesto di maggiore qualità, ma soprattutto hai capito che nessun mezzo è completamente negativo, dipende dall’uso che se ne fa.

mercoledì 16 settembre 2009

Dipendi dalla rete? ReSTART

C’è chi non riesce a staccarsi da Facebook, chi dal proprio Blackberry, chi dai videogame. Tutti i pazienti della reSTART, però, hanno un problema in comune: la dipendenza da internet. E ora, ospitati nel primo centro Usa di disintossicazione da web, si dedicheranno per 45 giorni a sedute di psicoterapia, lavori nell’orto, esercizi all’aria aperta e gite vicino a Seattle. Senza collegamenti con quella che era ormai una droga.
L’idea di fondare reSTART è venuta alla psicoterapeuta Hilarie Cash. Nel ‘94 aveva iniziato a trattare un uomo che, per i videogames, aveva abbandonato due lavori e una moglie. Da allora ha curato sempre più “internet-dipendenti”. E da poco ha aperto questo centro. Il costo per 45 giorni in “pensione completa” è di 10mila euro. La prima diagnosi? Su internet. Per “facilitare” i pazienti.
Tra i primi ospiti di reSTART c’è Ben Alexander, 19 anni. Un anno fa aveva iniziato a giocare a World of Warcraft: “Un paio d’ore al giorno. Che poi sono diventate 17”. In clinica ha lasciato pc e web. “E non penso – dice – che tornerò presto a giocare”.
Fonte: Bioblog

Mio commento: e lui che dice che non posso fare a meno del Blackberry, che sia vero?

E maglie della salute


Roma, 15 set. - (Adnkronos Salute) - E' la 'maglia della salute' del futuro, un po' diversa da quella consigliata per contrastare malanni e raffreddori. Si chiama 'Hi Live', è supertecnologica e messa a punto da un gruppo di ricercatori che opera nel Veneto: è un sistema di biostimolazione - spiega Gilberto Di Benedetto, presidente dell'Associazione fisioterapisti e pazienti italiani (Afpi) - che produce un aumento costante e benefico dell'energia dell'organismo, disponibile subito e utilizzata per tutte le attività vitali, con riequilibrio delle funzioni e della salute.

Effetti positivi, indossandola, "sono riscontrabili su diversi fronti - spiega Di Benedetto - Agisce su disturbi come dolori osteoarticolari di schiena e collo, affaticamento cronico, effetti dello stress, con miglioramento della diuresi, del colesterolo, del recupero sportivo, della circolazione, del riposo notturno". Risultati resi possibili dall'"attivazione dei meccanismi regolatori naturali dell'organismo - precisa il presidente dell'Afpi - che controllano tutti i vari organi e sistemi. Il risultato finale è un aumento energetico generalizzato dell'organismo".
Hi Live non è una vera e propria terapia, "ma si occupa di energia - spiega Di Benedetto - attivando quei meccanismi naturali basilari di auto-regolazione dell'organismo che permettono di aumentare il potenziale vitale".
"Come una buona alimentazione, un po' di giusto movimento, un sonno riposante o emozioni gradevoli comportano benessere e miglioramenti psico-fisici, ma non sono vere e proprie terapie - fa notare il presidente dell'Afpi - similmente Hi Live genera condizioni che favoriscono lo stare bene, potenziano l'organismo contrastando e prevenendo le disfunzioni. Puo' essere anche utilmente associato come coadiuvante a cure e trattamenti".
Sembra tutto semplice e facile, "ma in realtyà le materie di base che supportano il sistema sono alquanto complesse: fisica atomica, bioelettronica, elettrodinamica quantistica dell'acqua. Questo - conclude Di Benedetto - è stato il secondo nostro obiettivo: passare da tecnologie ultra complesse a materiali apparentemente semplici e sicuramente facili da usare. Alcuni effetti sono quasi istantanei mentre altri, più profondi, si manifestano progressivamente. Energia e salute, dunque, per sentirsi in forma con facilità".

Ricette anti stress


1. Mettere su Itunes Breezin' di George Benson

2. Accendere un incenso, rigorosamente Lègendes d'Orient di Esteban

3. Spalmare la crema per il contorno occhi e la crema da giorno, più quel miracolo alla vitamina C che mi sta cancellando la ruga più odiosa che ho...

4. Prenderla con filosofia...

5. Leggere l'oroscopo e sperare che sia positivo
6. Rivolgere una preghiera a nonna che mi dia una mano da lassù.


E ora, proviamo a mettere la prima e ad arrivare alla fine di una nuova folle giornata.

domenica 13 settembre 2009

postilla

.... nonostante, ora che ci penso, il linguaggio sia una delle poche cose che ci distingue dagli animali.

Le parole che non ti ho detto...


Chiaccherata con le amiche, quelle intime, si parla, nemmeno a dirlo, di uomini, o comunque di mariti e si comincia a parlare dell'essere più o meno espansive. Una ci confessa: io non le so fare le coccole ma mi piace quando me le fanno e mi piace quando mio marito mi dice che mi ama. Le risponde un'altra: 'a me mio marito non lo ha mai detto "ti amo"'. Per poco non cado dalla sedia, come non te lo ha mai detto... 'No, forse anni fa, una volta....' Una volta e sono più di dodici anni che siete sposati?? Io non capisco assolutamente, taccio ma in testa mi sorgono molte domande: allora come fai a sapere che ti ama? E che ti ama nel 2009? Io non lo so ma io lo dico e mi aspetto di sentirmelo dire. So che può finire e allora chiedo conferma. Sono le due parole più belle del mondo e uno ci rinuncia? Io capisco il pudore dei sentimenti ma diamine gli hai partorito due figli e non ti ha mai detto che ti ama? Allora che ne sai che sentimento prova? Insomma, glielo hai mai chiesto? Per carità si può stare anche volendosi solo bene, senza essere travolti dalla passione e dall'innamoramento (anche se ci si diverte molto meno), ma potresti mai vivere con uno che non ti ama? A questo punto io avrei paura di chiederglielo per scoprire magari che lui ti ha voluto bene mentre tu hai creduto che ti amasse. Per carità, se siete stati bene forse non è necessario mettere le etichette, che l'amore romantico è una invenzione degli ultimi due secoli, dicono... Ma alla fine, o te lo trasmette in un modo tale che quelle due parole sono sottintese, oppure sono io che dò alla parola un valore eccessivo. Forse è così.

Giornata perfetta


Oggi è stata una giornata piena di cose fatte bene, sistemate, una di quelle di cui sei soddisfatta, passata con le persone a cui vuoi più bene, insieme, sereni a condividere cose semplici: lo sbloccante, il decoder digitale terrestre, e le mensole dell'armadio. E poi a casa, si sistema, e si mettono a posto le cose che attendevano da tempo. Il mio armadio delle borse, ad esempio, in cui tutto non trovava mai la giusta collocazione, tanto da dimenticare di averne alcune. Ora invece è tutto bello a posto, le Birkin con le Birkin, un ripiano di Gucci, uno per LV, quelle colorate di varie marche, quelle nere tutte insieme, le pochette davanti. Una vera meraviglia. Non ci crederete ma stasera io sono felice, felice di aver messo in ordine un armadio, una cavolata vero? E invece non per me. Piccole cose fatte che a me danno soddisfazione. Piccole cose belle per me e la mia casa, come quando le giacche nere sono insieme alle nere e solo prima vanno quelle grigie. Alcuni lo chiamano disturbo ossessivo, io lo chiamo piacere dell'ordine e pensare che lui mi vede come una casinara e mi rimprovera: 'una persona ossessiva non dimenticherebbe mai il portafoglio a casa'. Lui che usa la mia borsa come la sua e poi trova tutto al suo posto. Che coraggio, ma gli perdono tutto perchè sopporta un giro al centro commerciale di domenica con due ragazze che hanno fatto gridolini ad ogni oggetto di Hello Kitty incrociato. Questo si che è essere un vero duro, e non si è scomposto nemmeno un po'. La parte più divertente, scegliere il frigorifero, che dopo mezz'ora ci siamo domandati tutti: ma chi è che deve comprarne uno? Nessuno. E quindi via verso le scope elettriche, viola, off course. Non avrei potuto chiedere una giornata migliore.

mercoledì 9 settembre 2009

Pizza margherita per 4


E va bene, si, Linette in realtà ha preso una paillard, noi tre invece la margherita in una delle più antiche pizzerie di Roma, a Prati. A parte il fatto che odio mangiare e bere in stoviglie di metallo (argento compreso) è stata una serata bellissima e mi sono completamente dimenticata di tutto quello che mi assilla in questo momento (ma quanto cacchio dura un momento? Per i miei gusti questo anche troppo).

Comunque, eravamo tutte belle: io e Linette in camicia bianca e pantaloni neri, Stefi in bianco e carta da zucchero, Vale in divisa da ufficio. Diciamo che la serata è partita in tono minore, ma quando Vale ha cominciato a raccontare della lavatrice guasta si è aperto in me un moto di ribellione, casalinghe si, disperate pure, ma se ci siamo ridotte a parlare di questo, beh, siamo proprio ai minimi termini. E allora tanto vale spostare sul privato e mettere in piazza un po' della mia vita, tanto, sono le mie amiche no? Si sono divertite, in fondo sono l'unica che ha la vita movimentata, perchè essere separata avrà pure dei vantaggi. Mi guardano con aria voluttuosa, spiego che non sono tutte rose e fiori, loro hanno un marito che le ama che le aspetta a casa.. Insomma, ognuna di noi ha qualcosa che le altre vorrebbero e in fondo è giusto così. Abbiamo riso e parlato di cose serie, ammiccato e scherzato. E' così che deve essere una serata tra amiche. E abbiamo promesso: lo facciamo una volta al mese!

09.09.09


Vabbè, questa è la data di oggi. Io adoro il 9 perchè moltiplicato per qualsiasi numero e poi sommato dà sempre....9!

Stallo, aspetto, mi rivolgo a nonna, le chiedo umilmente di intercedere e darmi una mano. Domani vado ad un chiarimento, devo trattare, transare, trovare una nuova formula, una delle cose in cui non sono proprio brava. Ho bisogno di confrontarmi e parlare perchè ho perso la sensazione di avere un mio posto. Qual è la mia aspirazione? Quale il mio obiettivo? Dove sto andando? Ecco, è il momento di fermarsi e riflettere con calma, mentre tutto è isterico è necessario andare oltre l'onda emotiva e razionalizzare. Diciamo che l'onda è grossa, ho paura, ho bevuto un po' d'acqua, è salata e fa schifo, ma devo trovare la forza di nuotare e riuscire a raggiungere una riva, riposare, trovare nuovi equilibri, interni prima di tutto. Mi sento un pesce rosso, ma devo far finta di essere uno squalo, per evitare che mi si pappino. Cosa da evitare.

giovedì 3 settembre 2009

Manager? No grazie. Comprendo.


Addio al mito della carriera. Addio ai sogni di gloria aziendale. Gli impiegati non vogliono più diventare manager. Troppo stress, troppi documenti da sbrigare ma soprattutto troppi problemi spinosi da dover risolvere e troppe le decisioni scomode da prendere. I colletti bianchi, dopo aver fatto di nuovo esperienza con gli effetti devastanti della crisi, non vogliono essere tra i responsabili dei tagli al personale. Non vogliono saperne di licenziamenti e teste da tagliare. Così un altro effetto indiretto della crisi potrebbe essere proprio quello di avere scarsità di candidati a posizioni manageriali.
L'offerta da snobbare. A dirlo sono i risultati della decima indagine annuale World of Word realizzata da Randstad. Con un poco di sorpresa, gli autori della ricerca si sono ritrovati con la metà delle persone intervistate pronte al fatidico rifiuto. A rispondere negativamente a un’eventuale proposta di questo tipo sarebbero soprattutto i più anziani ma anche le donne e la generazione di mezzo. E neppure i giovani dimostrano più una gran frenesia di raggiungere i vertici dell’azienda tanto che quasi quattro su dieci di loro snobberebbe un’offerta per diventare dirigente.
Il gioco e la candela. La ragione principale indicata da tutti è l’aumento inesorabile dello stress. Ma, come detto, non si tratta solo di questo. I giovani, ad esempio, vorrebbero evitare posizioni manageriali soprattutto perché non vogliono ritrovarsi a dover gestire situazioni personali in cui prevale la disillusione e l’insoddisfazione. L’altra ragione su cui sono d’accordo tutti quanti, cruciale nel tenerli lontani dalle stanze dei bottoni, è quella più spinosa di tutte e che in questo ultimo anno ha travolto gran parte delle economie mondiali. Infatti, il 63 per cento di quelli che si rifiutano di diventare manager non vogliono avere nulla a che fare con le decisioni di riduzione al personale. Insomma il gioco, anche se di gioco non si può parlare, non vale la candela.
Il modello che non c'è. A contare deve essere anche una certa sfiducia crescente nei confronti del management. Secondo un’altra indagine realizzata nel Regno Unito un terzo dei dipendenti ha perso fiducia nei propri dirigenti. Qualche tempo fa anche in Italia la gran parte delle persone aveva espresso un giudizio molto severo nei confronti di chi li guida quotidianamente (vedi tabella). Forse i dipendenti fanno anche difficoltà a identificarsi con un ruolo che, a loro dire, dovrebbe cominciare a intraprendere una mutazione ormai necessaria. Solo il 29 per cento confida di avere un modello di riferimento a cui si ispira all’interno del proprio luogo di lavoro e solo uno su quattro ritiene che il contesto lavorativo sia importante nei modelli di comportamento. Così non c'è da sorprendersi se il 52 per cento ha detto che i manager del futuro dovranno avere caratteristiche diverse da quelle messe in mostra oggi da quei dirigenti che hanno mostrato competenze e comportamenti inadeguati alle nuove sfide che verranno.
(Fonte: La Repubblica)


E si capisce, il mondo va verso una semplificazione, la gente lo capisce e sceglie. La carriera a tutti i costi non paga più, chi ce lo fa fare? Abbiamo scoperto sulla nostra pelle che lo schermo al plasma e il bauletto firmato non danno la felicità e che la partita con gli amici è bella anche davanti al vecchio tv color. Le vacanze? Vicino casa che ormai in Polinesia e alle Maldive ci vanno cani e porci. Champagne? Solo nelle grandi occasioni e per la minerale gassata bene anche il sodastream che con 75 euro e 12 di ricarica ti fa l'acqua con le bollicine a vita. Stiamo cominciando a capire che la vita è bella anche con meno, anzi lo è di più. Meno roba da spolverare, meno abiti da portare in lavanderia, meno gioielli da difendere dai ladri, meno case che quando non ci sei vanno a farsi benedire e invecchiano. Il lusso vero, lo sostengo da tempo, è il tempo, di fare una passeggiata, di portare i figli al parco, mangiare un gelato, andare a vedere una partita di baseball o una mostra. Tempo buono da trascorrere al parco pubblico, a chiaccherare con un amico, senza spendere una lira. Meno è meglio.

mercoledì 2 settembre 2009

Bella, bionda e dice sempre si

Strategie di sopravvivenza e mi trasformo nella Kim Basinger del film. Anche se la bionda avrebbe bisogno di un ritocco ha deciso: naviga a vista, mette un piede davanti all'altro e cerca di arrivare in fondo intera. Questo è quello che ci attende in questo momento. E avere una strategia significa avere il controllo, così non ti fai affogare dalle emozioni. Do quello che vogliono e dico si a tutto, tanto che mi costa? Prima o poi si dovranno rendere conto che gli errori sono al vertice. Che mi importa di guarire il paziente? Non è questo il mio compito. Faccio la cellula, vivacchio, mica sempre il lavoro può essere la fonte delle tue soddisfazioni più profonde, e forse ci ho puntato anche troppo.
Linette mi ha aiutata molto ieri, con la solita capacità di vedere le situazioni e mi ha detto che non posso girare i tacchi ogni volta che le cose non vanno come voglio io. E' assolutamente vero, ce l'ho come vizio, alzo il mento e giro verso la porta. Sbagliato! Quindi la bionda cambia registro e impara a crescere. In fondo non è la cosa più importante della mia vita. E' solo uno dei tanti aspetti di questa esistenza. Il problema attuale è che le risorse a mia disposizione sono meno di quelle che mi servirebbero. Quindi la soluzione è ridimensionare gli obiettivi, diminuire il carico, sospendere qualcosa, rimandare. Un passo dopo l'altro, piano piano.

martedì 1 settembre 2009

E la definizione calzante


Lo stress è solo uno squilibrio tra i nostri desideri più profondi

e le risorse concrete per realizzarli.


(Daniela Lucini, medico e psicoterapeuta e autrice del libro SUPER Stress. Come superare la crisi senza che il tuo lavoro ti rovini la salute. Rizzoli 2009)

La frase del giorno

Anche la giornata peggiore prima o poi finisce.
(J. R. Mason)

Il sogno realizzato: in sella io e te


Avevo davvero voglia di farlo con te. Con te che mi hai sempre sentito dire quanto amassi i cavalli, con te che da piccola avevi un certo timore, con te che invece alla fine sei rimasta contagiata da questa passione e sei voluta salire in sella. Questa estate ci siamo fatte un bellissimo regalo e siamo andate a cavallo insieme, io e te. Tu con i tuoi pantaloni neri e gli stivaletti, il viso incorniciato dal cap, tu con il frustino che ami il trotto di scuola. Io che mi sono resa conto come montare a cavallo non si dimentichi perché il tuo corpo ricorda alla perfezione ogni movimento. IO su un grigio spagnolo, tu con un baio enorme sul quale sembravi minuscola. Tu con la tua istruttrice inglese che ti ha fatto volteggiare sulla sella, io che con il mio ho apprezzato la precisione del dressage. Un’ora bellissima, tu che mi guardi ammirata, io che ti osservo con la coda dell’occhio. Ho sempre sognato di condividerlo con la persona che più amavo e questa persona sei tu.

Cattiva maestra televisione: lo show dei record


Ci sono pochi esempi di tv più becera e stupida dello show dei record. Pessimo esempio di come per qualche soldo e un po’ di notorietà si sia disposti a mettere in scena anche un elevato grado di patologia mentale. Ieri mi ci sono trovata davanti mentre sfilavano nell’ordine: un ragazzo di 20 minuscolo che altro non fa nella vita che guardare la tv e fumare (oltre ad esibirsi nel suo handicap), un povero agromegalico, quindi malato, di 230 cm di altezza, oltre ad una sciroccata con le unghie lunghe 80 cm cadauna e quindi resasi disabile da sola che avrebbe bisogno di un buono psichiatra e non di andare in tv a vantarsi di come non le tagli dal 1979. Non vedo davvero la necessità di legittimare tutte le stranezze della gente con una Barbara d’Urso sempre più compiaciuta di condurre quello che altro non è che un circo malvagio. So che si tratta di un format straniero, ma non sta scritto da nessuna parte che noi si debba imitare proprio tutto quello che viene dall’estero che spesso e malvolentieri è pura spazzatura.

Disintossicazione



Più di venti giorni senza internet, senza google, solo una inevitabile occhiata alle email che arrivano sul BB ma poche, per carità. Mi sono scollegata anche mentalmente provocando una sorta di rifiuto automatico per la parola scritta, ho letto poco e cucinato molto. Ma ora è il momento di tornare alla civiltà. E’ ora di fare la ceretta, di rimettere lo smalto sulle mani (inutile tenerlo su in campagna), rifare le mecche. E’ ora di girare il volante, chiudere semi e diserbanti e tornare in città. Da questo strano momento di distacco ho imparato molto e la sensazione è quella di provare a mettere un abito che ormai non mi sta più bene, anche se l’ho tanto amato. Succede, si cambia, si ingrassa, si dimagrisce o comunque quello stile non ci si addice più. Ecco quello che è successo dentro di me in queste poche settimane. Rimane un abito magnifico ma non è più per me. La cosa bella è che non sento il bisogno di trattenerlo a tutti i costi, per un mero istinto di possesso. L’ho goduto, non ne ho più bisogno. Quel passato è definitivamente andato, se l’è portato via una sentenza. Chiudo la grande porta a chiave e me ne vado verso il futuro. Piena di speranza.

Scusa amore, sputa qui...


Un semplice test sulla saliva può prevedere se i mariti saranno fedeli alla famiglia o tenderanno ad avere minore interesse verso moglie e figli. È quanto hanno scoperto alcuni ricercatori dell'Università di Sheffield, Regno Unito, guidati da Alexandra Alvergne. Lo studio, pubblicato sulla rivista Hormones and Behavior, è stato ripreso sul sito del NewScientist.I ricercatori inglesi hanno condotto la ricerca su volontari di un villaggio senegalese. In particolare, Alvergne ha misurato i livelli di testosterone di 21 padri poligami, 32 monogami e 28 uomini non sposati. Inoltre, la ricercatrice inglese ha chiesto alle mogli degli uomini sposati quanto tempo e denaro i loro mariti spendevano per la famiglia.Al di là del numero di donne, gli uomini sposati avevano, in media, livelli più bassi di testosterone rispetto ai single. Inoltre, tra i padri, quelli con livelli più alti di testosterone tendevano a spendere meno tempo dietro a mogli e figli. Secondo i ricercatori inglesi, infine, gli anziani con più mogli avevano, in assoluto, i livelli più bassi di testosterone, ma il prestigio che hanno tra le donne del villaggio consentirebbe loro, comunque, di continuare ad avere tante spasimanti.