Tu cammini sulla spiaggia al tramonto, tuo figlie corre davanti a te. Troppo mare per un uomo solo. Mi chiami. Me lo vuoi regalare, sento la tua voce e il vento nella cornetta, sembra possa scompigliarmi i capelli. Vorrei vedere i nostri bambini passeggiare davanti a noi che li seguiamo con lo sguardo, tutti, i miei e i tuoi perchè non c'è differenza. E poi a casa, mentre loro si fanno la doccia e io metto su l'acqua per la pasta e le vongole che hai comprato al mattino. Tu mi giri intorno, mi dai un bicchiere di vino bianco che mi da subito alla testa. Io rido e tu mi prendi in giro perchè l'alcol non lo reggo proprio. Mangiamo sotto la veranda, hai acceso decine di piccole candele, il profumo dei fiori è intenso, i bambini hanno la bocca colorata di sugo, chiaccheriamo di tutto. Ci sono le nostre mamme, se vuoi. Qualcuno sparecchia, i bambini giocano ancora un po', poi a letto, nei loro pigiamini, già grandi e ancora piccoli. Baci, tutti a tutti, coccole, carezze, li guardiamo mentre scivolano nel sonno, nasetti bruciati e pelle ambrata, piedi enormi ormai. Noi finiamo il vino sotto le foglie, chiacchere e risate, piano, per non disturbarli, appoggio le mie gambe sulle tue. Non è necessario andare lontano perchè sia perfetto. Grazie della telefonata.
1 commento:
non c'entra niente...
ma sabato ero al concerto di paolo conte. e fin qui.
poi sono andata a letto e ho sognato che tu eri la sposa sua, e la gommosa la figlia vostra. e ti ho invidiata non sai quanto :P
sono da curare dici??
aiuto!!
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