Ne' la biologia ne' la genetica bastano, da sole, a spiegare perche' una convivenza dura tutta una vita e un'altra si spezza dopo poco. Esiste forse una scienza della passione? Oggi e' la neuroscienza che tenta d'entrare nel labirinto della psiche umana e alcuni studiosi non escludono che in futuro si possa trovare la pillola della fedelta'. E' stato comunque uno dei temi dibattuti nel 5° Congresso brasiliano dedicato a cervello, comportamento ed emozioni, svoltosi la settimana scorsa a Gramado, nel Rio Grande do Sul, alla presenza di oltre 2.000 specialisti tra psichiatri, neurologi, psicologi, genetisti. I neuroscienziati hanno scoperto alcune sostanze importanti legate al tema della fedelta' in amore, per esempio, gli ormoni ossitocina e vasopressina. La prima, prodotta dall'ipotalamo, ha la funzione d'attivare le contrazioni uterine durante il parto e d'aumentare il latte materno; lo chiamano "l'ormone dell'amore". In quanto alla vasopressina, viene liberata dalla neuroipofisi nell'atto sessuale e da' la sensazione del piacere. Se finora la durata di un'unione veniva spiegata con motivazioni etiche e sociali, la neuroscienza, che non ne nega l'importanza, cerca pero' nuove spiegazioni. E le ricerca nella chimica. Nella speranza di trovare il modo di favorire la fedelta', magari potenziando l'ossitocina. In futuro, una semplice analisi del sangue potrebbe essere sufficiente per sapere se il rapporto tra due persone e' destinato a durare oppure no. E' quello che nel linguaggio comune si chiama "avere chimica". Questa chimica sarebbe appunto la quantita' di ossitocina presente nel sangue, un indicatore di fedelta'.
(Fonte: Aduc Salute)
Sono stata una delle prime a parlare di ossitocina in Italia e ne ho fatto un ampio dossier. L'idea ora è quello di sintetizzare un farmaco a base di ossitocina per mantenere l'amore e l'attaccamento per il partner. Inutile, se è vero che basta farsi coccole, carezze e sesso per cominciare a secernere in quantità. La natura è già perfetta così. Quindi, se avete dubbi di amarvi ancora, provare a stare molto di più tra le lenzuola, è una vera terapia. Poi fatemi sapere.
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