...significa che qualcosa mi frulla in testa più velocemente del solito, che la pressione delle cose da fare ha la meglio sulla fatica. E' una fatica mentale, quella di avere una sola alternativa ed è spingere, sempre, a tutti i costi. La mia vita fa paura, io non posso viverla diversamente, almeno per ora. Vissuta senza un padre mi sono dovuta arrangiare all'idea che non facessi abbastanza tenerezza per indurre un primate di sesso maschile a prendersi cura di me. D'altra parte quando nasci di sette mesi e mezzo e sei un vermicello che ha rischiato di morire nei primi minuti di vita non hai quelle riserve di grasso sulle guanciotte che ti garantiscono le cure parentali migliori. Per carità, mia madre e mia nonna mi hanno amata tanto, ma mio padre non ha provato per me alcun afflato protettivo. In questi casi ti arrangi, e per non sopprimere, ti costruisci un padre interno. Nel mio caso è un individuo protettivo ma rigoroso, animato dal senso del dovere, integralista e un filo rigido. Insomma, una copia di quel nonno che non ho mai conosciuto ma che dicono a cui assomiglio: gli stessi occhi verdi, la stessa abitudine a serrare la mascella in maniera minacciosa quando sono tesa. Dei miei genitori biologici invece non ho preso nulla: nè aspetti estetici, nè caratteriali. Tanto loro sono egoisti tanto io sono generosa, tanto loro sono chiusi e introversi, tanto io sono solare, tanto sono evitanti, tanto sono coccolona e bisognosa di coccole e contatto fisico. Il problema è che di questi tempi nessuno spende un po' di tempo per andare oltre le apparenze di un vulcano, di una moderna amazzone. Ma se non ho niente a cui appoggiarmi è ovvio che non posso mollare. Se avessi una spalla, beh, mi ci appoggerei volentieri, anche solo un pochino, per riposare, riprendere fiato.
2 commenti:
le spalle migliori a cui appoggiarsi sono sempre le proprie.
... e le tue sono spalle di una bella persona: sii felice di questo!
un bacione!!!
Concordo con Zammù :)
un bacio
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