giovedì 11 dicembre 2008

"Sarà un mondo di femmine"


La chimica cancella i maschi
VITTORIO SABADIN
Avevamo notato tutti che i maschi assomigliano sempre di più alle femmine, arrivando alla conclusione che la moda di vestirsi o tagliarsi i capelli in un modo più frivolo sarebbe prima o poi passata. Ma la realtà di questo fenomeno è molto più grave di quanto pensassimo, e riguarda tutti i maschi dei vertebrati che abitano la Terra e minaccia la sopravvivenza stessa delle specie, compresa ovviamente la nostra. La colpa, sostiene il più serio rapporto mondiale sull’argomento che sarà reso noto oggi, è dei 100 mila agenti chimici che abbiamo immesso negli ultimi anni nel terreno, nell’acqua e nell’atmosfera, avendo solo una idea vaga dei danni che avrebbero potuto fare. E quello che stanno già facendo, hanno scoperto gli scienziati in tutto il mondo, è cambiare il sesso degli esseri viventi. Il rapporto, che sarà pubblicato dal ChemTrust e che raccoglie più di 250 studi scientifici condotti dalle migliori università, evidenzia come i maschi di migliaia di specie, dagli orsi polari alle aquile, dagli anfibi agli alligatori, dai roditori ai grandi predatori, stiano assumendo da qualche anno tratti femminili, con una riduzione delle dimensioni dei loro organi riproduttivi, una tendenza all’ermafroditismo e la presenza di ormoni non appartenenti al loro genere. Sotto accusa sono soprattutto gli ED (Endocrine Disrupters), prodotti chimici che alterano le funzioni endocrine o ormonali e che sono così diffusi che è ormai impossibile non venirne a contatto in una normale giornata di attività. La diossina, il DDT e i policlorobifenili non sono più usati, ma sono ancora presenti nell’ambiente. I pesticidi e gli antiparassitari sono largamente utilizzati in agricoltura, altre sostanze distruttrici delle funzioni ormonali si trovano nei detergenti, negli adesivi, nelle plastiche, negli amalgami del dentista, nei deodoranti, nei cosmetici, nel talco, nelle colle, nei ritardanti di fiamma presenti negli apparecchi elettrici e nei sedili degli aerei, nei conservanti dei cibi. Centinaia di altre sostanze contribuiscono ad alterare le funzioni endocrine degli esseri viventi. Gli ormoni femminili contenuti nelle pillole anticoncezionali superano ad esempio inalterati il trattamento di purificazione delle acque fognarie e finiscono nei fiumi. Lo studio, anticipato ieri dall’Independent, arriva ad una conclusione drammatica: «Le principali specie di vertebrati sono entrate in contatto con le sostanze chimiche che si trovano nell’ambiente. La femminilizzazione dei maschi di queste specie è ormai un fenomeno largamente diffuso sulla Terra». Il dottor Pete Myers, forse la più grande autorità mondiale sulla materia, è convinto che sia in atto la più rapida evoluzione mai registrata sul nostro pianeta. «Ci sono 100 mila prodotti chimici che interagiscono con un sistema ormonale che è stato delicatamente bilanciato in milioni di anni. Non c’è da stupirsi se le conseguenze sono così serie». A colpire gli studiosi è stata la somiglianza dei fenomeni in specie tanto diverse e in habitat tanto lontani fra di loro. Gli alligatori della Florida hanno organi sessuali più piccoli e la loro fertilità diminuisce; gli orsi polari sviluppano caratteri ermafroditi e hanno insieme pene e vagina; i rospi delle canne, una specie così indistruttibile che è diventata invasiva in Australia, hanno cambiato sesso; i cervi del Montana e dell’Alaska hanno deformità ai testicoli; le tartarughe dei Grandi Laghi, dove gli animali selvatici sono contaminati da 400 prodotti chimici diversi, hanno sviluppato tratti femminili. I pesci sono i più colpiti, perché vivono nell’acqua e assorbono le sostanze chimiche anche dalla pelle. Metà dei maschi che nuotano nei fiumi britannici sviluppano uova nel loro apparato sessuale, come le femmine. Tra le migliaia di specie colpite, c’è anche quella umana. Gli scienziati dell’Università di Rochester nello Stato di New York hanno scoperto che le madri con più alti livelli del composto chimico «ftalato» nel corpo partoriscono bambini con un pene più piccolo e testicoli che non scendono e con una distanza fra l’ano e l’organo sessuale più corta, come nelle femmine. In Olanda, i ricercatori dell’Università di Rotterdam hanno notato che le madri esposte a PCB (policlorobifenili) hanno figli maschi più predisposti a giocare con le bambole piuttosto che con i tradizionali giochi dei bambini. Nelle località più inquinate da componenti chimici di tipo ED, in Canada, Russia e Italia - afferma il rapporto - nascono il doppio di femmine rispetto ai maschi e globalmente la quantità di sperma per millimetro cubo dei maschi è scesa di due terzi negli ultimi 50 anni. Mercoledì prossimo l’Unione Europea discuterà norme più severe contro gli inquinanti chimici, ammettendo che non esistono conoscenze approfondite sulla reale pericolosità dell’85% di quelli comunemente usati. Alcuni Stati, come la Gran Bretagna, fanno resistenza, temendo le ire della potente lobby dei coltivatori. Speriamo che i politici, almeno questa volta, non pensino solo a chi dovrà votarli alla prossima elezione.

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