domenica 10 aprile 2011

2 milioni di italiani che non bevono acqua...


Il 5% degli italiani, circa 2 milioni di persone di età compresa tra i 18 ed i 64 anni, non beve mai acqua!!! Il corpo umano, infatti, è composto in media dal 60% di acqua, con una percentuale che varia a seconda dell’età, passando dal 75-80% nel neonato al 40-50% nell’anziano, con maggiore concentrazione nei tessuti a più alta attività metabolica quali cervello (85%), sangue (80%), muscoli (75%) cute (70%), tessuto connettivo (60%) e ossa (30%). Il tessuto con il minor quantitativo di acqua è quello adiposo, con il 20%. I soggetti obesi, quindi, hanno una percentuale di acqua inferiore a quella delle persone normopeso, a differenza degli atleti con buona muscolatura. Eppure l'acqua serve a mentenere l'organismo in buona salute e a prevenire alcune patologie: lo ha sottolineato nel Consensus Paper “Idratazione per il benessere dell’organismo” presentato oggi a Milano e sviluppato con il contributo scientifico del Prof. Umberto Solimene, Direttore della Scuola di Specializzazione in Idrologia Medica/Medicina termale all’Università degli Studi di Milano, e dal Prof. Alessandro Zanasi, Idrologo e Docente nella Scuola di Specializzazione in Malattie dell'Apparato Respiratorio della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università degli Studi di Bologna. Con l'obiettivo di raccontare le differenti funzioni che l’acqua svolge nell’organismo incidendo sulla salute ed il benessere dell’individuo, conoscenze supportate da studi nazionali ed internazionali e che svelano le innumerevoli proprietà salutari di questa risorsa spesso sottovalutata. Una corretta idratazione è fondamentale per il naturale svolgimento delle reazioni biochimiche e dei processi fisiologici che assicurano la vita. L’acqua, infatti, è coinvolta in una serie di funzioni fondamentali per la vita, dal trasporto dei nutrienti alla regolazione del bilancio energetico, svolge una funzione detossicante e regola la temperatura corporea e l’equilibrio idrico. “Utilizzata come bevanda oltre a svolgere una funzione dissetante senza alcun introito calorico, favorisce i processi digestivi, è fonte di sali minerali e svolge un ruolo importante come diluente delle sostanze ingerite, inclusi i medicinali – ha sottolineato il Prof. Solimene – Coloro che non bevono alcun tipo di acqua sopperiscono a questa cattiva abitudine alimentare assumendo bevande caloriche che, a medio e lungo termine, possono avere conseguenze negative sulla salute quali diabete ed obesità. Quando il bilancio idrico si fa negativo si parla di disidratazione, letteralmente cattiva idratazione. Possono risultare gravi per l’organismo umano bilanci anche moderatamente negativi di acqua. Una diminuzione dell’acqua totale corporea del 2% del peso del corpo, ad esempio, è già in grado di alterare la termoregolazione e influire negativamente sul volume plasmatico, rendendo il sangue più viscoso e limitando l’attività e le capacità fisiche del soggetto: il cuore si affatica e può insorgere, nei casi estremi, il collasso cardiocircolatorio. Con una diminuzione del 5% si hanno crampi; una diminuzione del 7% del peso del corpo può provocare allucinazioni e perdita di coscienza. Perdite idriche vicine al 20% risultano incompatibili con la vita. “E’ bene ricordare che l’assunzione giornaliera varia notevolmente per i singoli e tra gruppi – ha chiarito Solimene - Per gli sportivi, ad esempio, la quantità di acqua necessaria va definita in base al tipo di attività svolta, alla durata e alle condizioni climatiche: si va da 1 litro e mezzo a 3 litri al giorno. Per un individuo sedentario il quantitativo necessario va da circa 1,2 litri fino a 2,5 litri. Chi svolge attività fisica e vive in un ambiente caldo, invece, deve quotidianamente bere circa 6 litri di liquidi, quantità che cresce se svolge un’attività intensa.” Ci sono poi alcuni soggetti per cui l’acqua è particolarmente importante come le donne in gravidanza, in cui una buona idratazione è essenziale per assicurare l’omeostasi dei due organismi, e i bambini nei quali il giusto apporto di liquidi incide sullo sviluppo dell’organismo. Secondo i dati Eurisko, il 34% degli italiani beve esclusivamente acqua minerale, il 13% della popolazione predilige l’acqua potabile, mentre il 48% le beve entrambe, a seconda delle occasioni. Le principali ragioni di scelta dell’acqua minerale sono il potere dissetante (40%), il gusto (36%), la sicurezza (27%) a parità del potere diuretico. 24 persone su 100 ne riconoscono, infine, i benefici per la digestione e 23 su 100 la leggerezza. Tra coloro che consumano acqua potabile spicca quale principale motivazione la facile reperibilità, soprattutto per il consumo in casa, l’economicità e il buon sapore. Non emergono riconoscimenti specifici legati ai benefici per la salute. L’acqua che beviamo deve essere di buona qualità, igienicamente sicura e presentare caratteristiche organolettiche gradevoli per indurci a bere. In Italia l’acqua comunemente distribuita dai rubinetti è mediamente soddisfacente e sicura; tuttavia la sua qualità ed il suo sapore possono variare da luogo a luogo come conseguenza delle condizioni dell’acqua greggia e dei trattamenti che subisce. Inoltre l’acqua in bottiglia ha il compito esclusivo di essere utilizzata come bevanda, presentando caratteristiche peculiari, quali una costanza di composizione nel tempo, una purezza originaria, il non essere sottoposta a interventi di potabilizzazione ed effetti salutistici, riconosciuti dal Ministero della Salute e legati al contenuto di Sali minerali. Un esempio è rappresentato dalle acque bicarbonato-calciche per le quali numerosi studi hanno dimostrato la capacità di rispondere al fabbisogno di calcio dal momento che presentano una biodisponibilità di calcio pari, se non superiore, a quella dei latticini.”

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