'Non voglio altro che esistere e ballare, muovere le braccia seguendo la musica e inventare figure sul palco facendo mio il pubblico' lo specchio gli ha dato ogni volta l'immagine di un ragazzo più magro, di un uomo senza madre nè padre, senza donne che lo sappiano amare per più di una notte: ogni sera il cuore più duro...
Flavio Soriga racconta dell'amore, ma non solo di quello erotico, dell'amore in tutti i sensi e di come i primi modelli di amore sono destinati a segnarti per tutta la vita. Un padre cercato e incontrato, i tentativi di leggere tra le rughe del suo volto un accenno di sentimento. Amori fuggiti e cercati, amori legati ai luoghi dell'infanzia come quell'isola che è rifugio e gabbia insieme.
C'è un filo conduttore che lega tutti personaggi dei racconti di questo giovane, o forse è la stessa persona che vive tante vite possibili, non so. L'idea finale che ti resta è che l'amore sia dolente, quasi mai felice o fonte di completezza e stupisce che questa immagine venga da un ragazzo nato nel 75. E' un libro di luoghi e di inseguimenti questi e vi si legge una sottile inquietudine. Quello che era facile non lo è più. Troppo cerebrale, troppo mediato, troppo carico di aspettative. E' l'amore della modernità e Soriga ne percepisce tutta la complessità.
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