Non siamo a lutto solo quando muore una persona ma anche quando muore un'idea, quando ci rendiamo conto che una strada non è percorribile, quando si chiude una fase, quando si perde una speranza che si infrange sulla realtà. Si soffre, e in questa sofferenza a mio parere bisogna andare sino in fondo, senza l'idea di espiare ma di liberarsene. Ci vuole un poì di tempo perchè il cuore accetti l'idea di una delusione, in fondo ripnevamo qualche speranza. Non ci credevo ma ci speravo. La realtà però influisce su di noi, ci mette lo zampino. Esiste un tempo e un luogo da cui non possiamo prescindere, per i quali non basta la buona volontà. Non possiamo tutto, possiamo solo se ci sono le circostanze adatte. E quindi, quando non ci sono, la cosa più ragionevole è evitare di incaponirsi e di forzare la realtà per evitare che la delusione sia ancora più forte e che l'errore sia ancora più grande. Forse il destino (se esiste) o forze superiori sono lì per indicarci che no, quello non fa per noi e ce ne siamo già resi conto da soli che le cose non girano, che quel piatto non ci dispiace ma ogni volta che lo assaggiamo alla fine ci lascia l'amaro in bocca.
Siamo abituati a far funzionare tutto e la frustrazione la viviamo male ma sono convinta che tali occasioni siano ottime occasioni per fermarci a riflettere, se quello che volevamo era davvero tale o se forse abbiamo scambiato il contenuto con la forma. Nonostante la grande tristezza che oggi mi pervade credo di aver capito qualcosa di me, di ciò che voglio e di ciò che invece, non voglio proprio. Non cercherò altrove, per ora. Mi limiterò a farmi trovare.
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