Scrive Diamante Rosa:
Ogni tanto mi giunge la conferma: alla mia famiglia non importa niente di me, è ufficiale. E considerando che, alla luce degli ultimi eventi, la mia famiglia d'origine è solo mia madre, scrivere a mia madre non importa niente di me fa un brutto effetto. Ma è la realtà dei fatti e va detto, ancora una volta. Che brutto, però.
Tutto il mondo è paese e forse sono le donne della generazione Trenta e Quaranta, quelle che avevano trent'anni e si sono trovate nel bel mezzo del movimento femminista, della rivoluzione sessuale, che potevano fare e avere tutto e di tutte queste potenzialità non sapevano proprio che fare. Come se tutta la libertà le avesse in fondo spevantate, traumatizzate, rese insicure. La mia ha passato la vita a fare cose 'contro': contro il padre, contro le convenzioni, e alla fine contro se stessa. Non aveva una linea nè un obiettivo e oggi non sa cosa vuole fare da grande. Tante possibilità sprecate in una indecisione patologica. La vita che vive te, il tempo che ti passa avanti e ormai è tardi e tu ancora non hai deciso.
Ha collezionato una serie di amicizie che l'hanno usata e che non ha saputo gestire, viene delusa costantemente sulle stesse cose eppure tra me e sua nipote e l'amica del momento sceglie sempre la seconda. Io, è confermato, sono la ruota di scorta, il tappabuchi e solo se si va nella casa di campagna che la aggrada di più di quella qui in città. L'amica le da buca? Allora si autoinvita. Per carità si da un sacco da fare, ricama, dipinge, sparecchia, paga la spesa ma lo vedi che lo fa per disobbligarsi. Oggi l'ha detta grossa: 'ho voglia di stare con voi'. Non è vero e ce lo ha dimostrato qualche giorno fa quando aveva fretta di ripartire per il mare 'se no quando lo prendo il sole?' cosa che al mare ci va tre volte in tre mesi.
Insomma, stavolta gliele ho cantate di santa ragione.
Detesto sentirmi usata e sono stufa delle persone che mi amano 'a modo loro'.
Non siamo sulla stessa strada, dolcezza?
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