Ho finito ieri di leggere il bel romanzo di Kaled Housseini 'Mille splendidi soli' che avrà successo quanto il precedente. Racconta la storia di una amicizia tra donne, di solidarietà e di genitorialità. Il tutto sullo sfondo della realtà afgana, dura e cruda, fatta di lutti e di morte.
Fotografa in maniera impietosa uomini incapaci di amare, legati alle convenzioni e soprattutto alle convenienze. Padri che abbandonano i figli senza voltarsi indietro, girando loro le spalle e tornando sui loro passi quando ormai il dato è tratto ed è troppo tardi. Quando la ferita è troppo profonda per essere curata, quando hanno ucciso il sentimento, quando hanno tradito la fiducia.
Solo in punto di morte questi uomini si ravvedono, per se stessi, per morire con la coscienza a posto. Troppo facile quando è troppo tardi. I loro figli sono morti, simbolicamente o praticamente o ancora in questi uomini e donne sono nati padri interiori. Sono genitori di loro stessi e non c'è più posto per gli estranei.
Non muoiono in pace questi uomini e li perdoniamo per un senso di umanità. Perdonati ma non assolti nella loro assenza. Non ti lasciano nulla, alle volte nemmeno una eredità in denaro, di quella morale nemmeno a parlarne.
Ma se semini vento raccogli tempesta o almeno una calma piatta, una accettazione indifferente.
Tutto quello che ho fatto l'ho fatto per me, non per lui. Ognuno di noi ha vissuto la sua vita, lui scegliendola io subendone le conseguenze.
Almeno all'ultimo avrebbe potuto rimediare, lasciare un simbolo, un oggetto, ha ritenuto di cavarsela con due magliette e due cappellini. Perdonerò anche questo, il dolore rende magnanimi.
Nessun commento:
Posta un commento