Luigi Cristiano, Gianni De Martino
Viaggi e profumi
Urra
2007
Un erborista e preparatore di profumi e un giornalista scrittore sono andati alla scoperta di profumi e aromi, piante aromatiche e cultura del profumo, anche detta qui, antropologia sensoriale. Il risultato è un libro fascinosissimo e ottimamente scritto in cui davvero si viaggia con l’immaginazione verso paesi lontani alla ricerca di usi e origini delle più preziose piante da profumo. Un viaggio verso ciò che rischia di essere sostituito da sostanze chimiche di sintesi e per questo motivo ancor più prezioso. Già il primo capitolo basta a capire in che diamine di magnifica avventura letteraria ci si è infilati e a sapere che non si riuscirà a scollarsi da queste magiche pagine sino alla fine.
A fronte delle migliaia di prodotti di sintesi, i componenti di origine animale e vegetale sono circa 200, i primi costosissimi e sempre più rari servono come ‘fissatori’ e i secondi più diffusi ma egualmente preziosi: la rosa dalla Turchia e dalla Bulgaria, l’ylang ylang e la gardenia dalle isole Comore, il fiore d’arancio dalla Tunisia, geranio e gelsomino dall’Egitto, il benzoino dal Siam la vaniglia da Mauritius e dall’isola di Reunion e il distillato puro di fieno fresco da Grasse dove al momento si producono alcune delle sostanze naturali più pregiate del pianeta. I “nasi” ossia gl esperti del profumo che inventano nuove fragranze, viaggiano per trovare gli ingredienti di migliore qualità e fabbricare quella entità singolare e misteriosa che gli esperti chiamano “il jus”. Guerlain ad esempio compra il bergamotto solo in Calabria, il sandalo e la tuberosa esclusivamente in India. Serge Lutens di Shiseido, è molto affezionato al Marocco. E già nominare questi profumi è come partire con la mente verso palme sbilenche in lontananza, datteri, the alla menta…l’odore di legno di Thuia, di sardine arrostite e di ozono del mare di Essauira.
Ed oltre alla voglia di evadere, esplorare e viaggiare che una fragranza può contenere, la scelta di un particolare profumo dice di noi, quello che vogliamo essere, le nostre attrazioni culturali, ed ecco qui l’antropologia perché nei vari continenti e alle varie latitudini si prediligono e si escludono profumi altrove graditi o evitati.
Il profumo e questo bellissimo libro sono il pretesto per fare il giro del mondo e nel mio caso aggiungere alla lista dei desideri nuove destinazioni: Miss Dior Cherie con la sua fragranza frizzante di mandarino e foglie di fragola ci porta come d’incanto in una Parigi primaverile. Una goccia di Un jardin sur Nil di Hermes ha il potere di farci sentire nel bel mezzo di una crociera tra le dune. Come disse anche Kipling: “Una zaffata, eccoci in piena Arabia”.
(j.r.m.)
Viaggi e profumi
Urra
2007
Un erborista e preparatore di profumi e un giornalista scrittore sono andati alla scoperta di profumi e aromi, piante aromatiche e cultura del profumo, anche detta qui, antropologia sensoriale. Il risultato è un libro fascinosissimo e ottimamente scritto in cui davvero si viaggia con l’immaginazione verso paesi lontani alla ricerca di usi e origini delle più preziose piante da profumo. Un viaggio verso ciò che rischia di essere sostituito da sostanze chimiche di sintesi e per questo motivo ancor più prezioso. Già il primo capitolo basta a capire in che diamine di magnifica avventura letteraria ci si è infilati e a sapere che non si riuscirà a scollarsi da queste magiche pagine sino alla fine.
A fronte delle migliaia di prodotti di sintesi, i componenti di origine animale e vegetale sono circa 200, i primi costosissimi e sempre più rari servono come ‘fissatori’ e i secondi più diffusi ma egualmente preziosi: la rosa dalla Turchia e dalla Bulgaria, l’ylang ylang e la gardenia dalle isole Comore, il fiore d’arancio dalla Tunisia, geranio e gelsomino dall’Egitto, il benzoino dal Siam la vaniglia da Mauritius e dall’isola di Reunion e il distillato puro di fieno fresco da Grasse dove al momento si producono alcune delle sostanze naturali più pregiate del pianeta. I “nasi” ossia gl esperti del profumo che inventano nuove fragranze, viaggiano per trovare gli ingredienti di migliore qualità e fabbricare quella entità singolare e misteriosa che gli esperti chiamano “il jus”. Guerlain ad esempio compra il bergamotto solo in Calabria, il sandalo e la tuberosa esclusivamente in India. Serge Lutens di Shiseido, è molto affezionato al Marocco. E già nominare questi profumi è come partire con la mente verso palme sbilenche in lontananza, datteri, the alla menta…l’odore di legno di Thuia, di sardine arrostite e di ozono del mare di Essauira.
Ed oltre alla voglia di evadere, esplorare e viaggiare che una fragranza può contenere, la scelta di un particolare profumo dice di noi, quello che vogliamo essere, le nostre attrazioni culturali, ed ecco qui l’antropologia perché nei vari continenti e alle varie latitudini si prediligono e si escludono profumi altrove graditi o evitati.
Il profumo e questo bellissimo libro sono il pretesto per fare il giro del mondo e nel mio caso aggiungere alla lista dei desideri nuove destinazioni: Miss Dior Cherie con la sua fragranza frizzante di mandarino e foglie di fragola ci porta come d’incanto in una Parigi primaverile. Una goccia di Un jardin sur Nil di Hermes ha il potere di farci sentire nel bel mezzo di una crociera tra le dune. Come disse anche Kipling: “Una zaffata, eccoci in piena Arabia”.
(j.r.m.)
1 commento:
Lo segnalo alla mia figliola futura dott. erborista. Grazie.
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