Un anno di zoomafia
Nel 2006 corse clandestine di cavalli, commercio di carni infette, import-export di fauna hanno fruttato tre miliardi di euro. La denuncia della Lav
Tre miliardi di euro. È la cifra incassata nel 2006 dalle associazioni criminali dedite allo sfruttamento illegale degli animali e resa nota oggi dal “Rapporto zoomafia 2007”, curato da Ciro Troiano responsabile dell'Osservatorio nazionale Zoomafia della Lav. Il giro d'affari è stato stimato analizzando nel dettaglio le varie fonti di guadagno, dalle corse clandestine di cavalli, ai combattimenti tra cani, dal commercio di fauna esotica al bracconaggio, fino alle sofisticazioni alimentari.
Tra tutte l'ippica resta la più redditizia avendo garantito per l'anno passato un'entrata di 1 miliardo di euro, scontata però con l'arresto di 53 persone, il sequestro di 143 cavalli, un ippodromo, tre maneggi e 10mila confezioni di farmaci dopanti. Segue, con un fatturato annuo di 400 milioni di euro, il commercio di bestiame malato a scopo alimentare, un business che in alcune regioni alimenta un vero e proprio mercato parallelo delle carni con la collusione di veterinari e venditori locali che, sotto lauta ricompensa, falsificano documenti sanitari e consentono la macellazione illegale.
Ma i traffici della cosiddetta “Cupola del bestiame” non finiscono qui: con 100 mila animali rubati ogni anno, anche l'abigeato, il furto di bestiame, contribuisce ad arricchire considerevolmente le tasche della malavita. “Uno degli aspetti più preoccupanti è rappresentato dal fatto che i delitti contro gli animali sono sempre più spesso reati associativi, perpetrati da gruppi legati da vincoli criminali”, sottolinea Ciro Troiano. “E ciò vale non solo per i reati classici come i combattimenti tra animali e le corse clandestine, ma anche per fenomeni meno noti e monitorati come il commercio e l'importazione di animali, la gestione dei canili, la vendita di animali imbalsamati”.
E infatti, continuando la rassegna delle grosse entrate, ci si imbatte proprio in queste attività. A pari merito, con un guadagno quantificabile in entrambi i casi in 500 milioni di euro l'anno, troviamo il traffico illecito di fauna esotica protetta e la gestione illegale dei canili lager, che almeno (magra consolazione) non è risultato un business in crescita. Aumentano invece alcuni fenomeni altrettanto gravi come il bracconaggio, che alimenta il commercio abusivo di fauna selvatica viva (250.000 euro l'anno) e morta (5 milioni di euro) e l'importazione di cani dai paesi dell'est (30.000 cuccioli ogni anno aggirano le dogane). Cattive notizie anche dal mare depredato dalle spadare che fanno strage di pescespada, delfini, tartarughe (800 chilometri di rete sequestrati nel 2006).
Unica nota positiva del Rapporto viene dall'analisi della cinomachia: sono diminuite nel 2006 le denunce per combattimenti tra cani, probabilmente per la modifica del codice penale che ha aumentato fino a tre anni di reclusione la pena per questi reati. (g.d.o)
Nel 2006 corse clandestine di cavalli, commercio di carni infette, import-export di fauna hanno fruttato tre miliardi di euro. La denuncia della Lav
Tre miliardi di euro. È la cifra incassata nel 2006 dalle associazioni criminali dedite allo sfruttamento illegale degli animali e resa nota oggi dal “Rapporto zoomafia 2007”, curato da Ciro Troiano responsabile dell'Osservatorio nazionale Zoomafia della Lav. Il giro d'affari è stato stimato analizzando nel dettaglio le varie fonti di guadagno, dalle corse clandestine di cavalli, ai combattimenti tra cani, dal commercio di fauna esotica al bracconaggio, fino alle sofisticazioni alimentari.
Tra tutte l'ippica resta la più redditizia avendo garantito per l'anno passato un'entrata di 1 miliardo di euro, scontata però con l'arresto di 53 persone, il sequestro di 143 cavalli, un ippodromo, tre maneggi e 10mila confezioni di farmaci dopanti. Segue, con un fatturato annuo di 400 milioni di euro, il commercio di bestiame malato a scopo alimentare, un business che in alcune regioni alimenta un vero e proprio mercato parallelo delle carni con la collusione di veterinari e venditori locali che, sotto lauta ricompensa, falsificano documenti sanitari e consentono la macellazione illegale.
Ma i traffici della cosiddetta “Cupola del bestiame” non finiscono qui: con 100 mila animali rubati ogni anno, anche l'abigeato, il furto di bestiame, contribuisce ad arricchire considerevolmente le tasche della malavita. “Uno degli aspetti più preoccupanti è rappresentato dal fatto che i delitti contro gli animali sono sempre più spesso reati associativi, perpetrati da gruppi legati da vincoli criminali”, sottolinea Ciro Troiano. “E ciò vale non solo per i reati classici come i combattimenti tra animali e le corse clandestine, ma anche per fenomeni meno noti e monitorati come il commercio e l'importazione di animali, la gestione dei canili, la vendita di animali imbalsamati”.
E infatti, continuando la rassegna delle grosse entrate, ci si imbatte proprio in queste attività. A pari merito, con un guadagno quantificabile in entrambi i casi in 500 milioni di euro l'anno, troviamo il traffico illecito di fauna esotica protetta e la gestione illegale dei canili lager, che almeno (magra consolazione) non è risultato un business in crescita. Aumentano invece alcuni fenomeni altrettanto gravi come il bracconaggio, che alimenta il commercio abusivo di fauna selvatica viva (250.000 euro l'anno) e morta (5 milioni di euro) e l'importazione di cani dai paesi dell'est (30.000 cuccioli ogni anno aggirano le dogane). Cattive notizie anche dal mare depredato dalle spadare che fanno strage di pescespada, delfini, tartarughe (800 chilometri di rete sequestrati nel 2006).
Unica nota positiva del Rapporto viene dall'analisi della cinomachia: sono diminuite nel 2006 le denunce per combattimenti tra cani, probabilmente per la modifica del codice penale che ha aumentato fino a tre anni di reclusione la pena per questi reati. (g.d.o)
(Fonte: http://www.galileonet.it/)
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