Mente&Cervello, marzo 2007, n. 27
Ricorrere agli esperti per i problemi di comportamento di cani e gatti sta diventando di moda. Ma spesso dietro la psiche di un cane si nasconde quella del padrone. Di Anna Mannucci
Anche cani e gatti vanno dallo psicologo. Da un po' di tempo, si leggono sempre più spesso storie di animali da compagnia portati dallo psicoanalista, quasi sempre presentate in tono ironico e accompagnate da un commento sulle degenerazioni della società moderna.«Non è così - protestano vivacemente gli specialisti del settore - noi non siamo psicologi né tantomeno psicoanalisti, siamo veterinari esperti di comportamento animale». È un campo di studio e cura che in Italia è abbastanza recente, ma sta fiorendo proprio negli ultimi tempi, con convegni, corsi di aggiornamento, incontri sempre più approfonditi e interessanti. Questi veterinari si definiscono «comportamentalisti» e sanno dare consigli, sia medici sia pratici, a chi ha problemi - di convivenza, di rapporto o di gestione - con il proprio animale domestico.Le persone che cercano questo tipo di aiuto sono in aumento, un fatto che si potrebbe interpretare anche come segno di una crescita di interesse per le esigenze etologiche ed emotive degli animali da compagnia. Dopo averne soddisfatto i bisogni primari, cibo e riparo, si pensa anche al loro benessere complessivo.È vero, ma purtroppo solo in parte. I padroni che si rivolgono agli specialisti sono ancora una minoranza; troppe volte il problema viene risolto eliminando l'animale, con l'abbandono o con l'eutanasia. E comunque, «la maggior parte delle persone arriva da noi quando il comportamento dell'animale dà fastidio a loro, raramente quando a soffrire è l'animale», spiega Manuela Michelazzi, veterinaria del Consultorio per i problemi comportamentali dei piccoli animali della facoltà di veterinaria di Milano («piccoli animali» è una storica definizione dei veterinari per indicare gli animali da compagnia e include anche bestie di ragguardevoli dimensioni come terranova, alani e simili).Insomma, cani e gatti arrivano dal veterinario comportamentalista quasi sempre perché disturbano o combinano guai. Un esempio tipico è il cane che «mangia» il divano e fa danni in casa. Questo modo di comportarsi indica una grossa sofferenza nell'animale, ma per il padrone le preoccupazioni sono ben altre. È per questo che sono soprattutto i cani a essere portati a consulto: un pastore tedesco che morde è chiaramente un problema, mentre un gatto triste e depresso non dà fastidio a nessuno. Oltre alla distruzione della mobilia, quali sono i comportamenti che creano conflitti tra padrone e cane? L'animale che, lasciato solo, abbaia disperatamente per ore, quello che tira il guinzaglio durante la passeggiata, o che non obbedisce, o ancora ha una paura eccessiva di rumori e temporali. Più grave il caso del cane che aggredisce i suoi simili, i passanti o i familiari.
La versione integrale dell'articolo si trova su M&C marzo 2007
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