giovedì 12 aprile 2007

Sex and the city a New York


Una ulteriore scusa per fare un viaggio a New York...Susy aspettaci....


La Biga da Monteleone di Spoleto messa a nuovo

Dal 20 aprile presso il Metropolitan Museum di New York sarà possibile ammirare la Biga da Monteleone di Spoleto completamente restaurata.
E’ il risultato del lavoro di un team di restauratori del museo con la partecipazione di Adriana Emiliozzi dell’Iscima – Cnr.


Il principesco carro da parata proveniente da Monteleone di Spoleto, risalente al VI secolo a C. e conservato nella sezione etrusca delle nuove Greek and Roman Galleries del Metropolitan Museum of Art di New York, torna a ‘risplendere’ nella sua originaria struttura, grazie al lavoro dei restauratori del museo e di Adriana Emiliozzi ricercatrice dell’Istituto di studi sulle civiltà italiche e del Mediterraneo antico (Iscima) del Consiglio nazionale delle ricerche.
La biga di Monteleone (vedi foto allegata) è rivestita da lamine sapientemente sbalzate e finemente incise, già incrostate di avorio, che narrano episodi della vita dell’eroe omerico Achille. Il suo ritrovamento, come spesso accade, si deve alla casualità: “La tomba infatti fu scoperta l’8 febbraio 1902 da un contadino, in località Colle del Capitano, dove si estende un sepolcreto che va dalla fine dell’Età del Bronzo al VI sec. a.C.” spiega la Emiliozzi. “Oltre al carro, nella grande fossa già ricoperta da un tumulo monumentale era deposto un ricco corredo di vasellame bronzeo che lascia identificare il defunto come ‘capo’ della comunità di uno dei vari siti di transito attraverso l’Appennino, nell’alta Sabina”.
La ‘fuga’ del carro all’estero, in seguito al suo ritrovamento, fu favorita dal crollo del campanile di San Marco a Venezia (14 luglio 1902) che distolse l’attenzione dei funzionari ministeriali sulla compravendita del manufatto e per questa inestimabile ‘perdita’ lo stesso capo del governo, Giovanni Giolitti, per l’inadeguatezza delle strutture dello Stato nell’impedire il saccheggio delle opere d’arte italiane.
Quando le parti bronzee del carro giunsero a New York furono sottoposte a restauro e a rapida ricomposizione su una compatta struttura lignea che somigliava più a un trono su ruote che a un cocchio, poiché nel 1903 non vi erano punti di riferimento certi per la tipologia del veicolo. Gli errori di riassemblaggio determinarono però una serie di equivoci nello studio del manufatto che si protrassero per circa novant’anni, in particolare, l’errata collocazione di alcuni elementi decorativi aveva indotto gli studiosi a credere che l’artista, autore del manufatto, avesse una cultura ‘provinciale’ avendo rappresentato in maniera incongruente rispetto a modelli greci una scena animalistica proprio sul parapetto del carro.

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