lunedì 2 aprile 2012

Dell'inflazione dell'amore

In quanto madre di una dodicenne sono spettatrice privilegiata di una
generazione che comunica in modo nuovo. Non solo nella forma, fatta di k e x
allo scopo di risparmiare caratteri, ma che ha una diversa concezione delle
emozioni e di sentimenti. I giovanissimi usano con grande generosita' la frase.
Ti amo quella che ho sempre considerato la più preziosa e da centellinare, da
pronunciare solo e se ne sei davo certo. Il ti amo nella mia visione di
quarantenne e una dichiarazione vera e propria col suo contenuto implicito di
conseguenze. I ragazzini di oggi invece confondono il bene con l'amore, l Eros
con l agape, l'amicizia con il sentimento di passione. Hanno imparato, ma non da
noi, che un ti amo vale di più e quindi lo usano a piene mani, senza pudore, per
l'amica e per la mamma. E' l'inflazione del sentimento o delle dichiarazioni che
sono quindi più vuote? E che peso d'Aragona a questa frase quando a
rivolgergliela sarà un ragazzo prima e un uomo poi. Quale frase al posto di
questa saprà contenere la grandezza del vero amore e della responsabilità che
prevede? Responsabilità in termini di impegno a non ferire l'altro se non
addirittura a prenderebbe cura. Queste ragazze come distingueranno il bene di un
amico dall'amore? Il problema e serio e urge una spiegazione della differenza
che intercorre tra i vari sentimenti, discorso che dovra' essere breve per non
tediare e portare l'attenzione altrove e comunque molto lontano. Faremo
filosofia, questione di lana caprina. L'amore e' quando entra in ballo il sesso?
No, non sempre e non comunque e li' e' ancora peggio. E' così che in un
battibaleno se ne va nella categoria del vintage sintattico la vecchia 'prova
d'amore quell'espediente che i ragazzi usavano per portarsi a letto la prima
ingenuo tra. Oggi se ne guardano bene, i ragazzi, dal chiedere qualcosa, e anzi
talora rifiutano offerte anche troppo esplicite di un sesso anch'esso
banalizzato. Come spiegare la magia di un sentimento al quale non crediamo più
neppure noi? Come mediare tra la tolleranza strenua delle nostre nonne che
amavano un solo uomo e l'insoffenza che ci porta a separarci alla prima
difficoltà? E le mamme delle femmine avranno più problemi di quelle dei maschi?
Oppure dovranno prevedere dei summit per far si che questi poveretti sappiano
dialogare ed evitino di commettere i nostri stessi errori? Ma soprattutto e'
giusto farlo? Vedete sono andata alla deriva, mi sono allontanata dal ti amo
perché in qualche modo esso comprende molto altro, emozioni sfumate, sensi,
cuore, razionalità . A noi genitori dicono che si insegna con l'esempio e allora
penso che i nostri figli sono spacciati e soffriranno. Vorrei invece essere
capace di trovare le parole per parlare, spiegare, raccontare gli errori
commessi e rassicurare che si possono evitare, che si può trovare una strada. E
se non la si trova, la si puo' costruire, anche se costa impegno e fatica, e
dolore.