mercoledì 29 agosto 2007

Imperdibile articolo semiserio ma non troppo sulla sanita'


Scoperta la terapia panacea:in ospedale tener svegli i pazienti
di MAURIZIO PERUZZI*
A causa di un incidente che mi è capitato, ho trascorso parte del mese di luglio e tutto il mese di agosto fino ad oggi in tre degli ospedali della nostra provincia, nella fattispecie il reparto di Ortopedia di Castelsangiovanni, quello delle Malattie Infettive di Piacenza e la Chirurgia di Fiorenzuola di cui tuttora sono ospite e da dove scrivo. Ebbene ho fatto una scoperta che merita l'attenzione dei lettori di "Libertà": la nostra struttura sanitaria ha trovato la Panacea! La terapia vincente contro tutti i mali dal Ginocchio della Lavandaia al Fuoco di S. Antonio, dall'Enfisema polmonare all'Emiparesi, alla Sindrome di La Turette, non c'è dubbio nè errore, funziona contro tutti!I presupposti "assiomatici" di questa terapia rivoluzionaria sono:1) la Malattia è ciò che "conta" e di essa ci si deve occupare. Il paziente no. Il paziente è soltanto l'ingombrante, fastidioso e, purtroppo, ineliminabile "portatore", "veicolo", "contenitore" de lla Malattia.2) I farmaci, quali che siano, sono secondari o tuttalpiù complementari alla Vera Terapia. Valgono di supporto, magari come sempli placebo utile a distrarre e sviare il paziente, perchè, nell'illusione, non opponga resistenza.La "filosofia terapeutica" è invece quella che che qui descrivo: la Malattia deve essere sfinita, stremata, sfibrata, defatigata, portata alla catatonia al punto che, ridotta al lumicino, un semplice, ieratico gesto della mano del medico di turno la spegne una volta per tutte. Vittoria! Segnate un punto per noi e dimettete il paziente!E adesso manca solo il protocollo, del quale ho preso nota accuratamente e che vi comunico perchè lo diffondiate "urbi et urbi" per la sconfitta universale della Malattia: l'obiettivo da non perder mai di vista è: per avvilire la Malattia è necessario che il paziente non dorma mai, quindi...- ore 00.00 - si presenta un paramedico con una buona scorta di flebo, accende tutte le luci della stanza e co mincia ad armeggiare sulle vene del primo malcapitato. Tra fuori-vena e difetti di gocciolamento l'operazione tiene tutti svegli almeno un'ora e mezzo/due.- ore 02.00 - infermiere vocianti, zoccolanti e scarrellanti nel corridoio commentano le condizioni di questo o quel paziente o semplicemente si raccontano i fatti loro in svariati idiomi (perfetto esempio di integrazione etnico-cultural-terapeutica) ma comunque con decibel sufficienti a tener desto un aeroporto.- ore 03.15 - repentina ri-accensione di tutte le luminarie e due paramedici spingono trionfalmente il letto di un ricoverato urgente (o presunto tale). Spostano e spingono gli altri letti della stanza per crearsi un passaggio indi armeggiano sul nuovo venuto lanciando ordini a voce piena verso il corridoio. Qui gli ordini vengono raccolti e rilanciati verso la sala infermieri dalla quale ripartono conferme o dinieghi o richieste di chiarimenti. L'intensità di tono a questo punto è quella che usa un capitano coi su oi uomini nel furore della battaglia e lo scopo è coinvolgere nella baraonda l'intero reparto.- ore 04.20 - 04.50 luci spente in stanza mentre continua l'azione di fondo "corridoiale".- ore 04.50 - un'assistente divertita e un po' sorniona riaccende le luci e proclama: devo misurarvi la temperatura! devo misurarvi la pressione!- ore 05.15 - di nuovo le luci. E' il momento dei prelievi, sangue, urine e quant'altro necessario.- ore 06.00 - altra luminaria. Secondo turno di flebo, tutto come sopra.- ore 06.30 - Due assistenti spalancano la finestra e la luce radiosa dell'alba entra in soccorso dei neon quasi esausti. Le due signore ti rifanno il letto (dopo avertene buttato fuori). Severa, una delle due ti apostrofa:"ma, signor Rossi, lei dorme così tanto anche a casa sua?"- ore 07.15 - infermiere/a con terapia in pastiglie. "Questa la prende con un po' d'acqua, quest'altra la fa sciogliere sotto la lingua!" è il messaggio tonante e vagamente imperioso.- ore 07.30 - due assistenti armate di stracci e spazzoloni provvedono a pulire pavimenti e arredi. Stranamente in silenzio o quasi (ti accorgi solo poi che sono magrebine e quindi un po' spaesate. Ma... si faranno!)- ore 08.00 - E'ora della colazione. Di letto in letto e di stanza in stanza risuona un'eco infinita: the o caffelatte? Fette o biscotti? Intanto si avvicinano le...- ore 09.00 - medicazioni (e son dolori!) e supplemento di terapie orali e non.- ore 10.00 - finalmente il giro dei medici. "Allora signor Rossi, come andiamo? Vero che non le fa più male?" grida il chirurgo per risvegliarti dal torpore. Tu cerchi il massimo della convinzione e rispondi "Bene!" sperando di avvicinare la fine della tortura e, invece, "Allora, tranquillo! Pazienza ancora tre o quattro giorni e vedremo il da farsi, buon giorno!" E se ne va col suo miglior piglio professionale e il passo fermo e sicuro di chi ha dormito una notte intera. Questo tipo di risposta, ci faccia caso caro direttore, è una delle sottigliezze di questa scientificissima terapia. Sono infatti dimostrate le equazioni "risposta chiara=paziente tranquillo (e dormiente)" e quindi terapia a rischio. Per contro: "risposta vaga=paziente in ansia" e quindi insonne e... successo assicurato!Temo di annoiare, a questo punto, con la sequenza puntuale di tutti gli espedienti messi in atto per aver ben desti i pazienti e mi limiterò a una carrellata veloce: la fisioterapia delle 11, il pasto delle 12, il supplemento di pulizie delle 13, l'integrazione di farmaci delle 14, temperatura e pressione intorno alle 15 e poi c'è il turno delle flebo alle 16, la cena delle 17.30 (!) e finalmente la struttura tira un po' il fiato: è il momento della visita parenti e tocca a loro tenerti ben sveglio, magari con l'aiuto della suoneria a 100 del vicino di letto semisordo. Il telegiornale delle 20 e un'oretta e mezza di scempiaggini televisive che la compassione e il buon vicinato impongono e il gioco è fatto: è quasi mezza notte, hai dormito in totale due ore ma mai più di venti minuti consecutivi ed è già ora di ricominciare!Mi mi si creda, da che son ricoverato ne ho visti uscire, guariti, almeno una cinquantina e posso quindi testimoniare: la terapia anti sonno è vincente! Con me non ancora ma non ho ancora perso la speranza e veglio vigile (mio malgrado). A Lei adesso divulgarla perché non resti privilegio di pochi ma corra in aiuto di tutti coloro che ancora non sanno che è il sonno, e non la malattia, il loro autentico, implacabile nemico.*Fiorenzuola, Reparto di Chirurgia, postazione n. 11.

Hic et nunc


Vorrei che questa giornata scorresse in fretta. Aspetto l’ora di tornare a casa e stare tra i miei divano bianchi, i vasi blu, i fiori lilla e viola. Ho bisogno di stare da sola e metabolizzare. Ho voglia di pensare e ricordare. Devo rallentare altrimenti fondo il motore, anche se la strada e’ libera e la tentazione di scaricare il contachilometri e’ forte. Provare a saggiare la tenuta di strada in condizioni estreme. E invece no, scalo, rallento, mi godo un paio di tornanti, altrimenti rischio di non apprezzare il paesaggio e invece ci sono molti particolari da scoprire. Come disse qualcuno il bello del viaggio non e’ arrivare a destinazione. Non avevo mai pensato come la destinazione fosse un concetto che da’ l’idea di finitezza, di conclusione. Anche se forse tutto e’ destinato a concludersi prima o poi. O forse no perche’ moriamo nel corpo, ma forse continuaiamo per l’eternita’ ad essere spirito. Per chi ci crede e’ un’idea molto consolante. Oggi sono di buonumore, sono possibilista.
Non voglio fare progetti. Hic et nunc.

martedì 28 agosto 2007

Licantropia


Dicono che la luna piena induca strani fenomeni, vecchie leggende raccontano di uomini trasformati in lupi, ma anche donzelle rapite da follia e mai rinsavite. E' la luna di stanotte, non c'era molto altro se non strade vuote e lisce su cui le ruote della moto potevano scorrere veloci. La città tutta per noi. Un principe e una principessa, una storia tutta da scrivere, forse una antica leggenda di quelle che si raccontano ai figli e ai nipoti prima di andare a dormire. Fiabe e giochi, scherzi e ironia, il roseto con il profumo magico dei petali sciupati dal sole del giorno e sollevati dal fresco di una notte d'agosto. Notte di follia in cui solo i folli incrociano i loro incasinati destini. Quello che dici che non vuoi ti trova inesorabilmente. Puoi mettere la marcia successiva o scalare e cercare il freno. Non ho risposte. Mi sono limitata ad aprire al massimo le narici per captare ogni segnale olfattivo, ogni feromone che si loibrava nell'aria. Stamane un capogiro. Anche la luna è tramontata. La principessa è eternamente addormentata e solo il bacio del principe potrà destarla? Certe storie si scrivono a quattro mani. Qualsiasi cosa siano, novelle o romanzi, ti rimangono nel cuore per la loro forza e le loro emozioni. Grazie di questa notte assoluta.

lunedì 27 agosto 2007

Il buongiorno si vede dal mattino


Ore 7.39 circa. Mi sto preparando per andare al lavoro e sto pensando a lei, alle cose che voglio dirle quando saro' tornata. Ho imparato molte cose in questo periodo che e' stata lontana. Voglio dirgliele. mentre sto pensando a lei squilla il telefonino. Sento la sua vocetta squillante: 'buongiorno mamma, mi sono appena svegliata, ti stavo sognando'... se fosse stata li' l'avrei mangiata di beci, le avrei infilato il naso nel collo per farle il solletico e sentire la sua risata soffocata, fare finta di leccarla per sentirle dire 'e ddai mamma, no'... ' che schifo'....


Oggi andra' al mare, vorrei essere li' con lei, avrei voluto fare il bagno con lei e tenerla tra le braccia. Ci sono stata troppo poco e sono addolorata, ma recuperero' con week end full immersion, compiti delle vacanze, lavoretti, ripasso delle tabelline e lunghe serate abbracciate davanti alla tv a guardare i suoi film preferiti.


Questo e' il mio Buongiorno preferito. Che ci posso fare? Sono follemente innamorata.

sabato 25 agosto 2007

Piccola pausa musicale

Cambierò


"Cambiero'"(Anna Oxa)


sette e tre

la radiosveglia blatera

mi alzo con la sindrome

da crisi d'inutilita'

e voglia di far ordine

infilo il bagno sette e sei

divento consapevole

che tutto il nuovo che vorrei

e' dentro che ce l'ho


cambiero'

tutto qui

l'importante e' crederci

metto in stop certe mie

personali paranoie

voltero' pagina

e imparando anche a dire di no

cambiero'


e mentre esco affiora in me

il bisogno di un'altra aria

lasciare questa casa che

ha in se' troppa memoria

ritagli d'infelicita'

e mentre conto i miei errori

che fino a poco tempo fa

sembravano soltanto amori

eterni per un po'


cambiero'

ho un'idea

ti saluto e vado via

e se sbagliero'

fatti miei

tanto non si cambia mai

spacchero'

i muri e guai

a chi vuol convincermi che non si puo'

cambiero'


e sara' bello aprirsi

come un lucchetto

chiusa io non ci sto

un'altra prospettiva

quasi l'opposto

cosa aspetto non so


caaaaambiero'

niente ma anzi sto cambiando gia'

saro' io

tutto qui

l'importante e' crederci

ora so

che e' cosi'

che ulteriori rinvii non mi do'ù

io cambiero'


cambiero'

non c'e' tempo oramai

spacchero' i muri e poi

imparero' a dire no

giovedi' otto e sei

io unastrada ce l'ho

cambiero'
Le persone sono come le vetrate colorate: brillano e scintillano quando fuori c'è il sole, ma al calar delle tenebre viene rivelata la loro vera bellezza solo se è accesa una luce dall'interno.
Fernando Pessoa

La Smart dei miei sogni


Non esiste in natura...ovvero non è uscita così dalla fabbrica. Inutile dire che appena l'ho vista ho costretto Gabrielle ad una inversione ad U piuttosto azzardata e l'ho inseguita. Dalla foto non si vede bene ma si tratta di una Smart viola chiaro e scuro, uno sballo. La giovane proprietaria mi ha svelato l'arcano: suo padre è carrozziere e gliel'ha 'conciata' così. Inutile dire che mi sono fatta lasciare indirizzo e numero di telefono. Se trovo una Smart a 4000 euri me la faccio fare esattamente nello stesso modo. Io non posso vivere senza la macchina VIOLA. Ma questo lo potete capire anche da soli.

venerdì 24 agosto 2007

Il falo' delle banalita'



"i bambini non si fanno mai male, sono fatti di gomma"

"vorrei vedere voi uomini se aveste le mestruazioni"

"com'è l'acqua?" "all'inizio è fredda ma dopo un po' diventa bella"

"il gatto è un animale pulito e molto indipendente"


Ecco il falo' delle banalita', ma se ne possono aggiungere molte altre, avete voglia di dare il vostro contributo?

Da "non esistono piu' le mezze stagioni" in poi... la sola idea mi diverte.

Coping


"Coping" significa reazione ad una cosa negativa, c'e' il coping with stress e verso millealtre cose. Insomma le strategie per difendersi da qualcosa che non ci piace. Ognuno ha le sue. Nel mio caso quando il mondo mi nausea, o meglio la gente, vado in un luogo della mente dove ci sono le cose belle, che mi consolano, che mi circondano. Vado in un luogo dove le cose mi ricordano che sono fortunata, il luogo mentale dove e' impossibile piangersi o compiangersi. Ci sono cose positive e me le elenco mentalmente, quelle che non ho, le sogno. Cose, situazioni, persone, sorrisi, momenti ma anche luighi di viaggio, appunti di memoria. Una gita mentale in cartoleria, una da Vuitton, un'altra da Hermes. Cosa mi metterei per una serata alla Scala? E via con la fantasia....Oppure inforco le cuffiette dell'Ipod e parto, la musica di Jill Scott e mi ritrovo magicamente in aereo, verso gli Stati Uniti, Chicago in particolare, oppure Seattle che non ho mai avuto il piacere di visitare.
Ma ho bisogno del vostro aiuto: quando esco dal lavoro ho scoperto di non essere capace di "staccare", i pensieri sulla giornata mi rimangono ingiro per il cervello tutta la sera e magari mi faccio anche qualche sogno la notte. E' seccante, qualcuno ha un'idea da suggerirmi?

Questa si che e' una notizia


Stamattina ho chiamato il Ministero della Salute, precisamente l'ufficio stampa. Sto preparando una puntata sugli errori medici, le infezioni ospedaliere e compagnia bella e quindi chiedevo un ospite che potesse parlare di siffatti argomenti. Con mio sommo stupore mi sono sentita rispondere che 'l'argomento, beh, non e' proprio....no, non e' che non ci interessa... per carita'...ma, non c'e' nessuno che possa venire...insomma, non abbiamo un vero e proprio esperto sull'argomento...'

Ho dovuto fare una passeggiata per metabolizzare quella che mi e' sembrata una frase incredibile e surreale. Ditemi che questa telefonata l'ho sognata, ditemelo....

giovedì 23 agosto 2007

Curiosita' botaniche



IL PISTACCHIO (di Bronte, si intende)

La Pistachia vera è una pianta non ermafrodita di origine persiana, dal fusto corto non dissimile nel suo aspetto al fico.
Il maschio il cui polline feconda la "Pistachia vera" è il terebinto (Pistacia Terebinthus), localmente chiamato "scornabecco" o anche "spaccasassi". Dal seme nasce prima il terebinto che viene successivamente innestato.
Le foglie sono composte, formate da 3-5 foglioline di forma circolare ellittica, di colore verde scuro. La specie è dioica: si hanno infatti piante maschili e piante femminili.
La riproduzione avviene da seme, a germinazione primaverile, e la messa a dimora in pieno campo, quando la pianta ha raggiunto l'età di circa cinque o sei anni. Il frutto si presenta in grappoli simili a quelli delle ciliegie, ma con molto maggiore numero di frutti. Sono delle noci, con mallo gommoso e resinoso dal colore bianco-rossastro al momento della maturazione, che avvolge il guscio legnoso molto resistente.
Sarà per lo straordinario connubio tra la pianta e il terreno lavico, ricco di sali minerali, sarà per il sole e l’aria di questa terra; sta di fatto che il frutto prodotto in questo lembo dell’isola cresce rigoglioso e supera dal punto di vista dell’aroma, del gusto e delle proprietà organolettiche la restante produzione mondiale. Nessun altro ha un colore verde smeraldo così brillante e un profumo così intenso, resinoso e grasso.

Umori.

Dovremmo essere capaci di distinguere e di non gravare gli altri dei propri malumori. Di distinguere bene responsabilita' e non confondere le situazioni personali con quelle lavorative. I musi sul lavoro proprio non li capisco. Quando stai dieci ore al giorno in una stanza con altre persone hai il dovere di essere gentile con tutti. Gravare gli altri di problemi propri e' un atteggiamento a mio parere ingiusto, ma succede anche questo e mi tocca attrezzarmi.

Anche io ho i miei problemi, ho bisogno di adattarmi a novita' troppo veloci, che hanno bisogno di essere metabolizzate ma non gravo sugli altri, ne ho rispetto, al massimo mi chiudo in me stessa. Non vorrei, ma a questo punto e' necessario un passo indietro. Per proteggermi perche' probabilmente in questo contesto sono troppo esposta e non posseggo ancora gli strumenti per difendermi al meglio. Quindi la decisione e' quella di tirarmi indietro rispetto all'investimento emotivo. Un passo, due, tre, forse di piu'. Ho ancora troppa strada davanti e che ognuno faccia quello che vuole del proprio umore che non e' proprio affar mio. Non si finisce mai di imparare, questo e' certo.

mercoledì 22 agosto 2007

Ci sono situazioni che ti fanno capire qualcosa di piu' di te stesso, non sempre piacevoli. Situazioni che ti mettono di fronte ai tuoi limiti e non sempre pieno di risrse per superarli. Sono criptica per ragioni diplomatiche ma alcuni capiranno.
Ho capito che amo la stabilita' piu' che la novita', che mi stressa non sapere cosa accadra' domani, che non a caso ho fatto la libera professionista negli ultimi 12 anni. Gli orari rigidi mi stanno stretti e li sopporto a fatica, fatica che mi fa svenire sul divano come ieri ale 18.30, praticamente priva di conoscenza.
C'e' stato un tempo in cui ero molto piu' ambiziosa, ora ho ridimensionato le cose importanti nella vita. E' dura e spero di farcela, in fondo me la sono cercata. Non vedo l'ora che le Casalinghe tornio dalle loro lunghe vacanze e mi stringano nel loro affetto, ho bisogno di sentirmi dire che ce la faro'. Oppure sono io eternamente incontentabile? In realta' la mia vita di prima mi manca un bel po', ma sono anche consapevole che ci siano omenti nella vita in cui e' necessario mettere la testa bassa e remare con tutte le energie. Non mi spaventa la fatica o il sacrificio, mi stressano le persone, gli umori, i caratteri. Le persone mi piacciono a dosi omeopatiche, troppo mi avvelena, e anche questa in fondo e' una scoperta.

martedì 21 agosto 2007

Miss Rossella

Abbiamo passato gli ultimi due giorni di vacanza a recitare spezzoni di Via col Vento, quelli piu' drammatici che rifatti dall'allegra combriccola di Villa Viola sono diventati un vero film comico. La piu' gettonata e' stata Mamy, con quel suo doppiaggio indimenticabile. Dopo quello che abbiamo fatto alla sceneggiatura la prossima volta ridero' dall'inizio alla fine.

Buono a sapersi

Iscriviti al Vaffanculo Day
Non amo il turpiloquio fine a se stesso, ma metti caso che qualcuno ti abbia fatto un torto, beh, approfittiamone, l'8 settembre sara' quasi doveroso. Comincero' a stilare una lista.

lunedì 20 agosto 2007

Foglia di fico


Leggendo il blog di Maurice (http://www.bistrotchezmaurice.it/), anche troppo trascurato negli ultimi giorni, scopro che si è dilettato in un test psicologico trovato sul blog http://www.altamira.it/ di Stefano. Curiosa, me lo sono somministrato anche io salvo scoprire quello che sapevo già, ma vuoi mettere averne la conferma? Ecco il risultato e comunque è stato un quarto d'ora divertente.



Tipo ETS
Orientamento: ESTROVERSO
Funzione dominante: PENSIERO
Funzione d'appoggio: SENSAZIONE
Funzione terza: INTUIZIONE
Funzione inferiore: SENTIMENTO
Tendenza: GIUDICANTE

Questo tipo estroverso basa la sua vita ed attivit� sui principi del pensiero. � quindi una persona analitica e logica, capace di avere una visione realistica e obiettiva delle situazioni. Riesce a definire degli obiettivi specifici. � un bravo organizzatore. Gli piace dirigere e prendere decisioni. � un lavoratore veloce, determinato ed � spesso molto competitivo. Ha bisogno di controllare le cose. Basa le sue azioni su un insieme di regole precise che includono il fatto di essere imparziale ed obiettivo. Essendo una persona strutturata e amante delle regole, detesta il disordine ed � portato a lavorare in ambienti ben organizzati, con procedure e obiettivi chiaramente definiti. � una persona pratica, capace e dinamica. Prima di prendere una decisione analizza razionalmente i fatti e i dettagli concreti. La sua capacit� di affrontare le cose in maniera impersonale gli pu� consentire di prendere delle decisioni difficili. Quando ha deciso, � arduo fargli cambiare idea. Le divagazioni lo innervosiscono ed � relativamente poco interessato a sperimentare nuove idee. Preferisce procedere con metodi familiari e ben sperimentati. Tende a essere un conservatore e un guardiano delle tradizioni che sa opporsi efficacemente a dei cambiamenti se li reputa inutili. Non � particolarmente bravo a intuire i trend futuri. La sua funzione inferiore � il sentimento. Pu� quindi mancare di sensibilit� nei confronti dei bisogni e dei sentimenti delle persone. Compensa per� questa sua debolezza con l'imparzialit� e l'assenza di favoritismi. Tende a prestare maggiore attenzione all'interesse dell'organizzazione piuttosto che a quello degli individui. Essendo una persona critica, fa fatica ad apprezzare gli altri. Pu� avere delle esplosioni di collera che possono essere dovute ad una eccessiva unilateralit� del pensiero a scapito del sentimento. Sul piano lavorativo questo tipo pu� essere un ottimo top manager. Gran lavoratore, pragmatico, realistico, sa prendere decisioni difficili, ama decidere e dirigere. Ben organizzato sa stabilire degli standard elevati. Ha probabilmente due punti deboli. Il primo � di non prestare sufficiente attenzione alle persone. Il secondo � di non riuscire a staccare o prendere le distanze dal suo lavoro, con il rischio di prendere delle decisioni troppo affrettate.
(La foto è di Ian Britton)

Com'e' piccolo il mondo

Un mio amico si e' fidanzato. Lui e' di Roma, lei lavora in Sardegna da molti anni. Io sono di Roma, insomma, non proprio vicina. Lui mi racconta qualcosa di lei, di quello che fa, di dove lavora. Poche domande: come ha i capelli? Beh, non ci crederete la conosco, l'ho conosciuta un mese fa durante un viaggio di lavoro in Sardegna e considerate che facciamo lavori completamente diversi. Insomma, il mondo non e' piccolo, ma e' minuscolo. Fa parte di questa serie anche la proprietaria del mio fornitore di arredi da giardino che ha visto me e mia figlia lo scorso novembre a Eurodisney.
E adesso passo la palla per sapere le VOSTRE esperienze in tema di incontri da un capo all'altro del pianeta....

giovedì 9 agosto 2007

parole parole

la parte più difficile
è stata lasciare andare tutto,
non essere coinvolti
hai davvero spezzato il mio cuore e
ho provato a cantare
ma non potevo pensare a niente
solo alla parte più difficile
io riuscivo a sentire quanto la cosa stava cadendo in basso
hai lasciato nella mia bocca il gusto più dolce
il tuo argento bordeggia le nuvole
oh ed io, oh
ed io mi chiedo se è tutto qui mi chiedo se è tutto qui
Tutto quello che so è sbagliato
tutto quel che faccio è inutile
e tutto è stato distrutto

the hardest part
Coldplay

Abbracci


Mi sembrava di non vederli da mesi, invece erano solo pochi giorni, ma mi sono mancati tutti e probabilmente io a loro. Mi sono stati vicini con la chat mentre ero via, si sono interessati e appassionati al mio progetto in corso, hanno usato le loro energie per trovare un nome. Sono stati un contatto costante, ma la distanza era enorme. Mi lego affettivamente anche alle personecon cui lavoro e loro sono fantastici.

Oggi, tornata 'a casa' ci siamo abbracciati, Mario che è solido come una roccia, Luca il fonico microfonista, i 'miei' ragazzi.

E poi Alf tra le cui braccia mi sono quasi commossa.

Vestito di nero, elegantissimo. Mi ha sorriso da lontano con quell'aria e quel sorriso indefinibile. E poi mi sono sciolta, chiudendo gli occhi, nel colletto della sua camicia.

Grata di essere tornata.

E Paoletta, di cui mi è mancato quel sarcasmo che adoro, e Laura che non c'era e tutto lo studio, persone davvero speciali.

Le ragazze del muretto


Ricevo e volentieri pubblico foto e testo del mio amico e fotografo Max, il quale, non avendo ancora il suo blog è gradito ospite del mio.

Il mio messaggio è: mi manchi.


E' sempre un peccato vedere le ragazze " Sul Muretto" !!! Perche' ? Perche' se ne vanno da Positano. Davanti quel maledetto muretto si ferma la SITA che và al Sud. Altri lidi, altre spiagge e ....altri amori. Queste belle e abbronzate vichinghe sembrano soddisfatte della loro vacanza positanese. Auguri e buon viaggio. Forse domani qualcuna di loro tornerà per sempre. più della metà della popolazione locale ha la mamma proveniente da Oltralpi o oltreoceani.
mc.

lunedì 6 agosto 2007

E menta sia ...col baccalà

Baccalà alla menta
Ingredienti per 4 persone
4 tranci da 120 g ciascuno di baccalà ammollato300 g di patate2 cipolle1 mazzettino di coriandolo fresco1 mazzettino di menta fresca naa naa (marocchina)15 pomodorini ciliegini10 g di zenzero in polvere7 g di pepe bianco in polvere2 spicchi d’aglioolio d’oliva q. b. acqua q. b. sale
PreparazioneSoffriggere nell’olio la cipolla tagliata finemente utilizzando un tegame di terracotta.Aggiungere le patate pelate e tagliate a fette spesse 5 millimetri circa, i pomodorini a spicchi, l’aglio tritato, la menta e il coriandolo a foglie. Unire il baccalà e allungare con acqua calda fino a coprire il tutto. Aggiungere lo zenzero, il pepe bianco e correggere di sale. Coprire con un coperchio e continuare la cottura a fuoco lento per circa 20 minuti.
Notizie e consigliIl baccalà è il merluzzo conservato sotto sale. Nel caso in cui si preferisca utilizzare baccalà non ancora ammollato, prima della cottura lasciarlo a bagno 12 ore in acqua, che va cambiata almeno 2 volte. Per guarnire il piatto disporre intorno al baccalà qualche oliva.
Giuliano Baldini, Chef

domenica 5 agosto 2007

Eccelibro: Intorno all'abuso

Juan Luis Linares
Intorno all’abuso
Armando editore
2007

Il maltrattamento è l’espressione di un fallimento educativo, l’esito sbagliato e malato di quella che all’inizio era un’intenzione d’amore. Ma e’ soprattutto un processo complesso che ha molti protagonisti e in cui la coniugalità e la genitorialità si incrociano, si mischiano. Gli attori non sono solo i bambini abusati ma anche i genitori che ignorano, i fratelli complici, quelli che sanno ma non osano intervenire. L’essere umano, scrive l’autore, maltratta quando non si sente amato e quando è più interessato a dominare, stabilendo una catena senza fine in cui l’abusato di oggi è il maltrattante di domani. L’amore è la relazione all’interno della quale, paradossalmente si può manifestare la violenza, psicologica o fisica, l’abuso, la negazione, la negligenza. Il “gioco relazionale psicologicamente nutriente” fallisce in uno dei suoi fini: cura, responsabilità, rispetto, conoscenza. Se non c’è riconoscimento dell’altro l’amore non è possibile, la mancanza di valorizzazione porta alla squalifica e alla perdita dell’autostima, il desiderio non si deve tramutare in possesso. In tutto questo, magistralmente descritto dall’autore, i genitori, portano il figlio all’interno di un gioco che può prevedere vari copioni: la seduzione, la minaccia, il premio, la corruzione, l’alleanza, il disorientamento. Egualmente a Oreste, Amleto ed Edipo molti figli si trovano con la vita distrutta perché coinvolti nei giochi relazionali dei genitori. I figli, insomma, vengono usati sistematicamente per risolvere, evitare o spostare i conflitti della coppia. E sbaglia chi pensa che siano situazioni che si creano in famiglie povere, dove i genitori sono sbandati, compiono reati, sono ex carcerati o altre devianze. Al contrario, la privacy della famiglia, la chiusura degli ambiti rendono possibili queste dinamiche in famiglie apparentemente insospettabili.
Relazioni di manipolazione dove la figlia piccola è incaricata di gestire la violenza del padre, che la moglie non sa affrontare, creando una situazione privilegiata di cui lei stessa può approfittare. Rapporti genitori figlie o madri-figli erotizzate in cui al minore si chiede ad esempio di recitare il ruolo del coniuge assente o inadempiente. Mille e una circostanza, descritta con rigore scientifico che tramuta questo libro in un testo adatto ad un esame universitario.
(j.r.m.)

Eccelibro: Perchè il sesso è divertente?

Jared Diamond
Perché il sesso è divertente?
BUR alta fedeltà
2006

Se ci soffermiamo per un attimo a confrontare le pratiche sessuali umane con quelle animali ci renderemo conto che quelli strani e singolari siamo noi.
La differenza che salta agli occhi per prima è ad esempio che gli animali fanno sesso solo per riprodursi e unicamente in determinati periodi. Noi invece lo possiamo fare anche per piacere e, se volessimo, ogni giorno.
Altra differenza: noi umani facciamo sesso in privato (almeno la maggior parte di noi) mentre gli animali non hanno questi pudori. Gli umani possono avere rapporti anche quando la donna è incinta, cosa che ai nostri colleghi non umani non passa nemmeno per l’anticamera del cervello. Insomma, già da questi pochi elementi potremmo affermare che la sessualità umana è enormemente diversa da quella dei 30 milioni di altre specie che popolano il nostro pianeta. Gli umani formano famiglie, gli animali in genere non lo fanno; i mammiferi adulti conducono spesso una vita solitaria e non prestano cure paterne, mentre gli umani lo fanno ‘quasi’ sempre. Le donne vanno in menopausa mentre la maggior parte degli animali selvatici è fecondo sino alla morte.
Morale: secondo gli standard delle altre 4300 specie di mammiferi del mondo “chi si comporta in modo strano siamo noi”.
Nonostante alcune scimmie antropomorfe abbiano in comune noi (o noi con loro) il 98,4% del patrimonio genetico, sotto alcuni punti di vista ci somigliamo ben poco: ma la relativa assenza di peli dal nostro copro, la dipendenza da strumenti di lavoro, la capacità di usare il fuoco e lo sviluppo del linguaggio sono fattori che possono aver influenzato la nostra sessualità?
Jared Diamond, fisiologo, biologo evolutivo e noto autore del saggio “Armi, acciaio e malattie”risponde a questa e ad altre domande come: a che serve il pene? Perché solo le donne allattano? La vita sessuale degli animali è sempre la stessa o si è evoluta nei secoli? Ovviamente non posso darvi le risposte.
(j.r.m.)

Eccelibro: la violenza nel cuore

Alfredo Carcano, Vito Viganò
La violenza nel cuore
Erickson
2007

La notizia di un attentato suicida in un paese lontano, fisicamente e culturalmente, provoca in noi una reazione relativa. Siamo ormai abituati e assuefatti alla strategia del terrore messa in atto dai media. I mezzi di informazione, che prediligono le cattive notizie, sembrano proporci che la violenza sia inevitabile, presentabile, come se si trattasse di un istinto da cui l’umanità non si può esimere. Ci turba di più invece quando avviene vicino a noi, nella nostra città, nella nostra strada, nel nostro palazzo. Allora interviene il timore che quella violenza, così rarefatta e mediata dalle parole dei giornali, sia invece una minaccia troppo vicina, che può interessarci da vicino. I due autori hanno raccolto, uno i fatti che hanno impressionato l’opinione pubblica o che, al contrario l’hanno lasciata indifferente, l’altro ha invece spiegato le dinamiche con cui la violenza si produce e si manifesta. Perché spiegare la violenza non è facile e perché troppo spesso la si confonde con l’aggressività. Mentre la violenza è un modo di agire che produce un male che non ha una ragione. La violenza, infatti, è gratuita e immotivata. La rabbia può avere un motivo, ma la violenza fa passare sempre dalla parte del torto. L’aggressività può servire a difendersi e quindi è vitale, la violenza invece produce un male dovuto ad un mancato controllo delle proprie pulsioni. Tutto qui? Non proprio, ma siamo comunque a buon punto nell’aver definito la violenza come una immatura perdita di controllo, una forma comunque di devianza. Perché l’uomo, come spiegano lo psicologo Goleman e il Dalai Lama, ha in sé tutti gli strumenti per tenere sotto controllo gli impulsi più forti e le reazioni più istintivi. Gli autori fanno qui l’esempio dei genocidi, in cui non solo si vuole sopraffare, ma si pretende anche di cancellare dalla realtà un’etnia. E l’azione violenta prende di mira proprio i suoi simboli, donne capaci di generare e bambini. E che dire della tortura? Ossia la repressione di un essere umano tramite un dolore fisico o morale che lo priva della dignità? Abu Graib ne è un triste e recente esempio. Insomma, una panoramica reale e commentata di ciò che ci fa più paura, la gratuità del dolore.
(j.r.m.)

papere punto com



I giocattoli di gomma sono caduti nel 1992 da un cargo nel Pacifico
Una flotta di papere di gomma sbarca in Gb
Hanno percorso migliaia di km. Sono diventate oggetti da collezione e hanno favorito nuovi studi sulle correnti marine

Il cargo che perse in mare i container con le paperelle LONDRA - Una flotta di quasi 30mila paperelle di gomma sta puntando verso le coste dell’Inghilterra. I primi sbarchi sono previsti entro i prossimi due mesi, dopo un viaggio di oltre 27mila chilometri, durato ben 15 anni e mezzo. Era, infatti, la fine di gennaio del 1992 quando la nave cargo che trasportava questi “Friendly Floatees” perse il suo colorato carico di pennuti di gomma (ma c’erano anche tartarughe, castori e rane) in pieno Oceano Pacifico a causa di una tempesta. La spedizione, appena uscita da una fabbrica di Hong Kong, era destinata alla “The First Years Inc.” di Tacoma, Washington, ma tre containers finirono in mare aperto e, rompendosi a contatto con l’acqua, liberarono i 30 mila animaletti di plastica e gomma che di solito fanno compagnia ai bambini durante il bagnetto e che da allora stanno, invece, vagando per il globo seguendo le correnti marine. Ma non sono soli in questo viaggio.
MONITORAGGIO - Dalla sua base di Seattle, infatti, l’oceanografo
L'oceanografo Curtis Ebbesmeyer americano Curtis Ebbesmeyer li ha tenuti costantemente monitorati, seguendone gli spostamenti sulla cartina geografica e ricostruendo tutto il percorso compiuto fino ad oggi. Stando allo studioso, che al progetto sta dedicando gli anni della sua pensione, una volta finita nell’oceano, l’armata delle paperelle si sarebbe divisa: due terzi avrebbero puntato decise verso sud e, oltrepassati i tropici, sarebbero finite sulle spiagge dell’Indonesia, dell’Australia e del Sud America.
UN MIGLIO AL GIORNO - Altre 10mila circa sono invece state spinte a nord e quelle che sono riuscite a passare attraverso lo Stretto di Bering (che divide la Russia dall’Alaska), "sopravvivendo" alle gelide correnti del circolo polare e alle collisioni con qualche iceberg modello Titanic, dopo otto anni sono finalmente arrivate nell’oceano Atlantico, viaggiando alla velocità di un miglio (poco più di un chilometro e mezzo) al giorno. Era, infatti, il 2000 quando i primi “Friendly Floatees” vennero avvistati nelle fredde acque dell’Atlantico del nord: impossibile confonderli, anche perché avevano la scritta “The First Years” ben visibile.
TAGLIA DI 100 DOLLARI - Da qui, nel 2003, l’idea dell’azienda americana di mettere una “taglia” di 100 dollari (circa 75 euro) sulle paperelle. Chiunque ne avesse trovata una originale e l’avesse spedita al quartier generale di Tacoma, avrebbe ricevuto il denaro in cambio. Ovviamente, con il passare degli anni, il sole e il sale dell’acqua hanno scolorito il giallo delle papere (ma anche il blu delle tartarughe, il verde delle rane e il rosso dei castori), come pure il “marchio di fabbrica” della casa madre, ma riuscire ad individuarle dovrebbe sempre risultare abbastanza semplice. Ecco perchè Ebbesmeyer allerta i “cacciatori” inglesi: «Stando ai miei calcoli – ha detto al “Daily Mail” - nei prossimi due mesi le papere dovrebbero invadere le coste dell’Inghilterra. Penso che le prime ad essere interessate saranno le spiagge della Cornovaglia e quelle dell’Irlanda del sud».
MANIE DA COLLEZIONISTI E RICERCHE SCIENTIFICHE - Oggi la saga delle paperelle scampate alla tempesta non è solo finita in due libri per bambini, ma ha anche stuzzicato l’interesse dei collezionisti di tutto il mondo, disposti a pagare oltre 740 euro per quei buffi naufraghi di plastica colorata. Al di là dell’aspetto ludico o commerciale, però, la storia di questo viaggio globale che dura da tre lustri ha permesso agli esperti di studiare i cambiamenti climatici del globo. Conferma Simon Boxall, del Centro nazionale Oceanografico di Southampton, al Times: «Seguendo le papere di gomma attorno al mondo, abbiamo tracciato il percorso delle correnti, che sono quelle che determinano poi il clima e visto che la plastica può durare 100 anni, la nostra speranza è che questa avventura possa continuare ancora a lungo. Per questo, invitiamo tutti i vacanzieri a tenere gli occhi bene aperti quando sono in mare».
Simona Marchetti
29 giugno 2007

Home lovers

Passare il tempo a casa rende ottimisti e fa bene all'amore. Esiste un vero e proprio movimento di persone che dedica alla propria casa attenzioni particolari, se ne occupa con amore, ci sta volentieri. Io sono di certo una di queste. Stare nella mia casa mi fa bene al cuore. Questo fine settimana morbido seduta alla bella scrivania del mio studio mi ha rilassata e riconciliata anche se ho lavorato. Per ulteriori info potete cercare su google la parola: 'good housekeeping'. La nostra musa è Martha Stewart.
Io ci sono !!!

Eccelibro: il libro nero del satanismo

Tonino Cantelmi – Cristina Cacace
Il libro nero del Satanismo
San Paolo
2007

Nel 2002 la Polizia di Stato conclude una operazione che, partita da Pescara, porta all’arresto di quattro uomini. L’accusa? Un gruppo di minorenni erano stati indotti a partecipare a riti satanici con atti sessuali. Venivano avvicinati fuori dalle scuole, convinti a partecipare ai riti durante i quali venivano drogati e fotografati, le foto erano poi distribuite agli adepti della setta che si ispirava alla Chiesa di Satana di San Francisco. Tra i crimini ipotizzati dalla magistratura: sequestro di persona, somministrazione di sostanze stupefacenti, violenza sessuale sottrazione di cadaveri e altre delizie del genere.
Ma è nel 2005 che sale agli onori della cronaca il caso giudiziario destinato a sconvolgere l’opinione pubblica, con l’arresto delle Bestie di Satana, un gruppo di ragazzi che hanno ucciso tre, forse quattro componenti del loro gruppo.
La gente si domanda, perché? Come è possibile? Sono i soliti bravi ragazzi, come tanti, come tutti. E invece no. Sono ragazzi che – come spiega il criminologo Marco Strano nella prefazione – cercano di scacciare i fantasmi di non riuscire a diventare nessuno. Il loro demonio è la mancanza di entusiasmo, di valori, la mediocrità, l’ignoranza, l’incapacità di emozionarsi per le cose semplici. Chiedono aiuto alle droghe per vedere quello che non c’è. Si uniscono tra loro per trarre una forza che individualmente non hanno.
La cultura satanista si alimenta di libri acquistati sulle bancarelle e il bisogno di trasgressione si declina con riti e consumo di alcol e droghe. I loro demoni non salgono dagli inferi ma dalla loro fragilità psicologica, dalle droghe di sintesi capaci di creare allucinazioni e dalla cocaina.
Per altri invece la setta demoniaca è il luogo dove sentirsi accettati e protetti anche da un mondo. Gli adulti danno vita a gruppi orgiastici che sono poco più di una scusa per eccessi e depravazioni.
Il libro di Cantelmi e Cacace è un vero e proprio squarcio nella storia, nei simboli e nei riti consumati dai satanismi di vari livelli. Ma soprattutto offre una interpretazione nuova sui reali motivi di sette e adepti.
(j.r.m.)

Eccelibro: Il futuro del maschio

Marian Salzman, Ira Matathia, Ann O’Reilly
Il futuro del maschio
Corbaccio
2007

Nel 2003 una agenzia di pubblicità usa per la prima volta la definizione di ‘metrosexual’ coniata dalle tre sociologhe autrici di questo libro. La parola diventa famosa e fa il giro del mondo: definisce l’uomo moderno e ne descrive le sfaccettature. Questo libro descrive e spiega cosa significhi essere uomo oggi e indica come potrebbe evolversi negli anni a venire. Le autrici non solo definiscono trend ma lavorano a quella che è l’ossatura del marketing globale individuando target. Negli ultimi anni hanno assistito all’ascesa della vanità maschile e ad una serie di comportamenti inediti che qui descrivono. L’epoca in cui viviamo è più propizia per le donne: la tecnologia ha reso poco importante la forza muscolare, mentre la versatilità nei rapporti interpersonali è più femminile e sempre più fondamentale. Insomma, i cambiamenti della donna hanno influito in maniera spietata sugli uomini che hanno dovuto prenderne atto senza essere sicuri di come reagire. Pensiamo anche alla procreazione: nella maggior parte dei luoghi del mondo una donna può avere figli senza la partecipazione dell’uomo, bastano un laboratorio e una banca del seme. Inoltre, in tutto il mondo le donne stanno crescendo in peso, altezza e forza fisica e la loro maturazione sessuale è anticipata rispetto alle generazioni precedenti. Si tratta di mutamenti molto più veloci della capacità dell’universo maschile di adeguarvisi e quindi non a caso il maschio è sempre più in crisi. Pensiamo inoltre ad una coppia che si divide: la donna più spesso avrà una rete di amicizie pronta a sostenerla, avrà i figli da crescere e il proprio lavoro, gli uomini rimang0ono da soli e hanno più interesse a sposarsi per una esigenza emotiva, di appoggio e di ricchezza.
Volendo poi andare più a fondo le autrici rispondono al quesito: ‘ma com’è un vero uomo? A partire dall’evidenza che nelle prime fasi della gravidanza tutti i feti sono femmine e solo dopo si differenziano, il cromosoma Y è arrivato ad essere interpretato come una pura disfunzione genetica, mentre alcuni biologi sostengono che nel giro di qualche millennio i maschi si saranno estinti completamente. Ipotesi agghiacciante ancorché remota, ma che tiene banco sulle riviste.

Uno dei capitoli più interessanti è quello che esamina come i media ritraggono gli uomini di oggi e il loro ruolo. Che ci piaccia o no i media contribuiscono a modellare la nostra idea di ciò che è normale, possibile o desiderabile. Esercitando una grossa influenza su come pensiamo e su ciò che pensiamo. Al cinema trionfano uomini sensibili e femminili come Jude Law, Ben Affleck, Hugh Grant, versioni leggere della mascolinità. Il cinema dice agli uomini come le donne si aspettano che siano. In tv invece l’uomo è ‘disegnato’ come un imbranato, assente, ridicolo, pensiamo a Jim Belushi ne La vita secondo Jim. Buono, ma tontolone. L’era dei superuomini alla Rambo, Jean Claude Van Damme e Dolph Lundgren è definitivamente tramontata e così il suo corrispettivo femminile come Lara Croft e la Sigurney Weaver di Alien.
Il metrosexual è sulla via del tramonto. Volete sapere chi è il prossimo modello maschile che impererà i prossimi anni? Leggete qui.
(j.r.m.)

Eccelibro: Lo spirito dell'ateismo

Andrè Comte-Sponville
Lo spirito dell’ateismo
Ponte alle grazie
2007


Il ritorno della religione in genere, e, aggiungo, la crisi della religione cattolica, ha assunto negli ultimi anni una dimensione spettacolare. Basti pensare all’Islam e anche l’Occidente non sembra immune dal fenomeno. E’ quindi particolarmente intrigante il fatto che il filosofo francese abbia deciso di scrivere un libro proprio per chiarire che essere ateo non significa essere privi di morale e spiritualità. Le religioni sono parte della storia, della società e del mondo, ma , si chiede, che cos’è davvero una religione? Ben pochi di noi sarebbero in grado di darne così, all’impronta, una definizione soddisfacente. Insomma Comte-Sponville si interroga sulla possibilità di vivere senza religione, senza divinità, senza il senso di colpa terreno e la speranza di un aldilà. Alcuni di noi hanno bisogno di Dio, per rassicurarsi, per dare un senso all’assurdo, forse per attribuire ad altri la responsabilità degli orrori umani, alla faccia del libero arbitrio. Chi crede ha dalla sua i riti che sottolineano e confermano, siano essi matrimoni o funerali e ammette che i funerali laici siano molto meno suggestivi, più miseri, tanto che oggi molti laici e atei riservano ai propri defunti funerali comunque religiosi; cosa che non può non apparire in fondo un controsenso.
Questo libro ha profonde basi autobiografiche ed è un vero e proprio cammino alla ricerca di un significato che si possa attribuire alla mancanza di fede. Si può essere atei ed avere dei valori sovrapponibili a quelli delle più comuni religiosi. Essere atei e ritenere sbagliato fare del male agli altri, commettere crimini e reati. Si può essere atei ed aspirare ad una società libera, tollerante in cui ciascuno rispetta la fede altrui, cosa che al momento non sembra stia accadendo nel mondo. Insomma è infine un inno contro ogni fanatismo e a favore di una società illuminata e democratica in cui anche chi non crede possa coltivare la propria spiritualità, che non è appannaggio solo di chi professa una fede.
(JRM)

Eccelibro: Freud da tasca

Hans Martin Lohmann
Freud da tasca
Ponte alle Grazie
2007

Il linguaggio di Freud è diventato ormai diffuso comunemente. A tutti capita di usare parole come inconscio o rimozione, razionalizzazione o super-io. Alcuni affermano di aver perso il ‘principio di realtà’, altri sostengono di aver ‘proiettato’ qualcosa. Questo significa che il pensiero del padre della psicoanalisi è più vivo che mai. Forse non sempre a proposito ma le sue tesi sono citate in tv, nel cinema e nelle conversazioni. Le teorie freudiane hanno quindi modificato profondamente una certa idea del mondo e del funzionamento profondo delle persone. Anche se nel 1885 Freud scrisse alla fidanzata Martha Bernays di aver distrutto gli appunti degli ultimi quattordici anni, gli estratti scientifici e i manoscritti delle sue opere. Le dice non senza una punta di soddisfazione: ‘che i biografi si tormentino’ proprio per non rendere loro la vita troppo facile. Ciononostante molte biografie sono state scritte, e i biografi non si sono scoraggiati. Vita, opere e teorie sono qui riassunte per chi voglia fare un ‘ripasso’ del pensiero freudiano senza doversi necessariamente leggere i numerosi volumi delle sue opere. Se queste sono ormai note, è meno conosciuto il corollario delle sue vicende familiari, un microcosmo ebraico piuttosto intricato. Il padre Jacob, infatti, aveva da un precedente matrimonio due figli già adulti della stessa età della seconda moglie da cui nacque Sygmund, il quale ebbe forse l’impressione di una certa attrazione della madre per i figliastri più che per il padre che poteva essere suo nonno. Tanto che egli stesso parla di una fantasia che la sorella Anna fosse nata da una relazione della madre con uno dei figliastri. E infatti ad un certo punto il padre spedì i figli più grandi in Inghilterra proprio perché probabilmente li considerava rivali sessuali. Il ruolo della madre, inoltre è di difficile catalogazione sia nella vita che nelle opere del padre della psicoanalisi e così venne forse sostituita da una bambinaia che ebbe una funzione salvifica come sostituto materno, un surrogato materno che deve aver avuto un feroce impatto emotivo su di lui. Ed è solo l’inizio. Il tutto snocciolato in 138 pagine che scorrono via come il vento e si leggono con grande piacere. Ricco di curiosità e aneddoti poco noti è un gradevole “bignami” biografico che vi consiglio.
(j.r.m.)

Sfilate autunno inverno 2007/2008


Mi è capitato tra le mani un inserto delle sfilate invernali ed ho una magnifica notizia: non spenderò un euro. Faccio insieme a voi una analisi di ciò che andrà di moda e il mio commento.
1. andranno le piume. mi piacciono ma sinceramente non ci andrei in ufficio. Le piume sono a mio parere riservate alla sera e in piccolissime dosi. Siamo umani e non piccioni, quindi non esageriamo.
2. Geometrico. Mai sopportato e poi tutti quei colori.... Sta male a tutte, anche alle modelle, per cui figuriamoci alle comuni mortali.
3. Lo smoking. Lo adoro, stile maschile e severo addolcito da qualche dettaglio femminile tipo tacchi altissimi e sensuali. Quindi lo sposo in pieno ma sempre e solo la sera. Quindi anche qui risparmio perchè io non esco quasi mai.
4. Colorato. Vada per un cappotto rosso o viola ma il sotto deve essere tutto nero. No al rosa in inverno, il verde con la pelle chiara sbatte, il bluette non è una tinta facile, il giallo va abolito. Quindi attenzione al look arlecchino, sempre in agguato.
5. Piumini, caldissimi ma eleganti. Per fortuna, l'avvio l'ha dato lo scorso anno la Moncler con i suoi piumini lussuosi, magnifici ma assolutamente fuori dalla mia portata. Forse quest'anno si potrà comprare qualcosa che sia caldo in motorino ma anche chic, come il bomver nero di Ralph Lauren, i piumini magnifici di Scervino e quelli di Burberry. Cominciate a mettere i soldi da parte oppure fate un mutuo.
6. Decori in rilievo. Drappeggi e cavoli vari. Se non siete magre lasciate perdere. E tutto il resto deve essere sobrio. Altrimenti è un dramma.
7. In metallo giorno è sera. Facciamo solo la sera e non se ne parli più. Il metallo è davvero difficile e si rischia l'effetto Domopack, io preferirei non rischiare. Diciamo che al limite una borsa argento ci può stare.
8. Vestite come un uomo. Solo se siete femminili, capelli lunghi ecc. Comunque SI per tutta la vita SI.
9. Tessuti tecnologici. L'idea della plastica addosso mi sconvolge l'esistenza, che fare? Cogliere la tendenza fior da fiore ed evitare a tutti i costi il total look.
10. Maniche vistose. Divertenti.
11. La maglia grossa. SI, meglio se colori melange, bella accostata a colli di pelliccia, magnifico il corpispalle di Stefanel grigio perla visto ieri, bellissimo il golfone di Gaetano Navarra chiuso da una cintura, strepitoso il cardigan lungo di Ralph Lauren (la classe non è acqua) bello il golf di Malo con il collo alto portato con la borsa di lana. Avanti così.
12. La vita ben segnata. Solo se te lo puoi permettere. Se hai il girovita di una boa al largo della costa smeralda, beh, lascia perdere.
13. Lo scozzese. Anche questo a piccole dosi. Ca va sans dire.
14. Abiti e cappotti semplici. A patto che non siano troppo a sacco di patate si, certo, preferibilmente in lana cotta. Bello quello bianco di Jil Sander che in una città come Roma va in lavanderia ad ogni piè sospinto.
15. Il fiocco sul vestito. Chi mi conosce sa quanto io ami i fiocchi, ma per indossarne uno della dimensione proposta dagli stilisti quest'anno ci vuole una dose gigante di autocritica. Anche se potrei uccidere per l'abito di maglia portato sulla pelle nuda di Sonia Rykiel con un fiocco sul petto.
16. Spalle scoperte. Non è facile portarle, comunque si, specialmente l'abito lungo di velluto del compianto Ferrè e quello a drappeggi geometrici di La Perla. L'auspicio? Che non faccia troppo freddo.
17 Concerto rock. No e basta e non voglio nemmeno motivare.
18. Linea a uovo che tradotto significa gonna a palloncino, modello che si può permettere solo lo 0,1% delle donne italiane. Tutte le altre saranno o brutte o ridicole, io compresa.
E comunque, buon divertimento.

E per rimanere in tema di menta...


Sautè di gamberi con carciofi alla menta (la morte loro, come si dice a Roma)....


Ingredienti per 4:

4 carciofi

il succo di un limone

un bicchiere di vino moscato

2 spicchi d'aglio

mezzo peperoncino

16 gamberoni rossi freschissimi

3 cucchiai di cognac

un mestolo di brodo di pesce

menta fresca (meglio se del proprio giardino, io modestamente, può)

olio extra v.

sale q.b.


Pulisco i carciofi e li taglio a lamelle bagnandoli col canonico succo di limone per non farli ossidare, li cuocio subito al vapore per 5 minuti aggiungendo all'acqua il vino. In una padella antiaderente faccio imbiondire l'aglio col peperoncino e alla fine li elimino. Ci butto dentro quindi i gamberoni, girandoli di tanto in tanto, aggiungo il cognac e fiammeggio tentando di non finire al Reparto Grandi Ustionati del più vicino ospedale. Unisco le lamelle di carciofi e il brodo di pesce, aggiungo il sale, copro con un coperchio di vetro così vedo cosa sta succedendo lì sotto e cuocio per 5 minuti a fuoco basso. Aggiungo la menta, alzo la fiamma per far addensare e poi preparo nei piatti un letto di carciofi su cui adagio i gamberoni. Servire immediatamente.

(La ricetta è del ristorante La Rosetta di Roma)

Totani al pesto di menta

Mi ispira particolarmente e quindi ve la propongo:
Ingredienti per 4:
800 gr di anelli di totano
1 mazzetto di menta
2 spicchi d'aglio
olio extra v.
pepe macinato fresco
sale q.b.

Sciacquare ed asciugare delicatamente la menta e sminuzzarla finemente. In una ciotolina mescolarla con due cucchiai d'olio e l'aglio tritato. Mettere da parte a riposare. In una padella ben calda scottare brevemente gli anelli di titano, unire il pesto di menta, mescolare bene e continuare la cottura per 4-5 minuti. Salare e pepare. Servire subito ben caldo.

Ricetta semplicissima ma molto sfiziosa e poi io adoro la menta.
Il vino consigliato è un bianco ligure come il mio adorato Pigato di Lupi o Le Russeghine dell'azienda Bruna.
Da servire in veranda su piatto color mare ;)
Ti piace Maurice?

sabato 4 agosto 2007

E personalmente....

Considero valore l'amicizia, il sorriso o una lacrima di mia figlia.

Considero valore l'amore che c'è stato e che non va mai rinnegato.

Considero valore i genitori che ti hanno dato la vita e i nonni che ti hanno tenuto per mano.

Le api per il miele e le zanzare fastidiose. Chi sono io per dire che sono inutili?

Molto bella sul valore

Considero valore ogni forma di vita, la neve, la fragola, la mosca.

Considero valore il regno minerale, l’assemblea delle stelle.

Considero valore il vino finchè dura il pasto, un sorriso involontario, la stanchezza di chi non si e’ risparmiato, due vecchi che si amano.

Considero valore quello che domani non varra’ piu’ niente, e quello che oggi vale ancora poco.

Considero valore tutte le ferite.

Considero valore risparmiare acqua, riparare un paio di scarpe, tacere in tempo, accorrere a un grido, chiedere permesso prima di sedersi, provare gratitudine senza ricordarsi di che.

Considero valore sapere in una stanza dov’e’ il nord, qual’e’ il nome del vento che sta asciugando il bucato.

Considero valore il viaggio del vagabondo, la clausura della monaca, la pazienza del condannato, qualunque colpa sia.

Considero valore l’uso del verbo amare e l’ipotesi che esista un creatore.

Molti di questi valori non ho conosciuto. Erri de Luca, Opera sull’acqua e altre poesie, Einaudi (2002)

Uomini e donne... in tv


Facevo tra me e me una considerazione di tipo anagrafico nel mondo del lavoro e del giornalismo televisivo in particolare. Io ho 37 anni e a 40 anni sarei già troppo vecchia per essere un 'volto nuovo' quindi ho giusto 3 anni per sparare le mie cartucce professionali. Le conduttrici cominciano molto prima, quindi io sono un po' in ritardo.

A 37 anni sono una donna adulta.

Il mio collega conduttore invece ha 35 anni ed è, nell'opinione comune, un 'ragazzino' con una aspettativa di carriera di almeno dieci anni. Io a 50 sarei una vecchia, lui alla stessa età sarebbe 'maturo'.

Se malauguratamente perdi il lavoro e sei una donna a 40 anni fai una fatica bestia a rientrare nel mercato, se sei un uomo a 50 anni sei troppo vecchio per essere assunto e troppo giovane per andare in pensione.

Pochi giorni fa c'era il bando di concorso per un premio giornalistico che mi calzava come un guanto ma il limite d'età era 33 anni.

Quand'è che:

1. saremo giudicati per le nostre capacità e non per la nostra data di nascita

2. Uomini e donne saranno equiparati nelle possibilità?

Io aspetto con ansia quel momento...

A 50 anni mi chiuderanno in uno sgabuzzino????

venerdì 3 agosto 2007

A proposito di film

Questa parodia di Guerre Stellari diretta da Mal Brooks e' l'unico film di cui conosco le battute a memoria.

Lettera ai Sindaci di Barletta e Trani


Gentile Sindaco Maffei,
abbiamo da molti anni una casa a Trani e in questo periodo ci soggiorna mia madre insieme a mia figlia. Lo scorso sabato ho deciso di andare a trovare mia figlia ed ho preso il treno. Giacche' Trani e' collegata molto male ho deciso di prendere un Eutrostar e scendere a Barletta. Poi ho preso un taxi posteggiato di fronte alla stazione, un Mercedes guidato da un signore alto e coi capelli lunghi e radi.
Gli ho detto che dovevo andare a Trani (poco piu' di 10 chilometri) e mi ha avvisata (bonta' sua) che la corsa mi sarebbe costata 30 euro. Ho trasecolato, anche constatando l'assenza di un tassametro regolare. Ma dato che non avevo alcuna alternativa ho accettato la corsa.
Non posso evitare pero' di segnalarle la cifra sconsiderata.
A Roma una corsa in aeroporto di Fiumicino che da casa mia dista ben 29 km costa a prezzo fisso 40 euro, il resto e' a tassametro.
Mi dolgo di constatare una situazione da far west dove si specula sul fatto che la citta' di Trani non abbia un servizio TAXI (chissa' perche') a totale vantaggio dei tassisti di barletta che quindi applicano le tariffe che vogliono.
Sono davvero diapiaciuta di constatare come ancora una volta al sud ci si trovi in una sorta di far west e voglio sperare che tale tariffa mi non mi sia stata applicata proprio perche' DI FUORI e quindi 'pollo da spennare'.
Se vorra' le inviero' copia della ricevuta rilasciatami (almeno quella).
Cordiali saluti

giovedì 2 agosto 2007

Frasi celebri da film



Volevo stimolarvi del tutto impropriamente sulle vostre frasi da film preferite.
Anche io devo farci una profonda e duratura riflessione quindi il meme e' aperto a tutti e durera' sino a settembre. Comunque le prime che mi vengono in mente sono due del film Frankestein Junior di Mel Brooks: "lupo ulula', castello ululi'" e "rimetta-a-posto-la-candela".
Poi c'e' l'indimenticabile "Maremma del parabrezza!!!" esclamata da Fabrizio Benvenuti in Speriamo che sia femmina. E infine il cartello alla fine dell'infinita navicella spaziale di Balle Spaziale su cui era affisso il cartello "WE BREK FOR NOBODY".
Si e' capito che amo Mel Brooks?

La mamma e' sempre la mamma, ma.....

Niente più paghetta. La mamma si è stancata perché il "pargoletto" continuava a rincasare tardi. Ma lei ha 81 anni, 61 il figlio, a cui sono state ritirate anche le chiavi.

La parola fine è scritta alle notti brave di quel figlio adorato. Una storia raccontata dal quotidiano "La Sicilia". Protagonista un'anziana madre di 81 anni, stanca del fatto che il figlio di 61 facesse baldoria. Così la donna ha chiuso i rubinetti, togliendo la paghetta al "pargolo" e le chiavi di casa. Non solo. L'anziana si è rivolta alla polizia di Caltagirone per cercare di "convincere quel testone" di suo figlio a "comportarsi bene con la sua mamma". AGENTE PACIERE. Un agente del commissariato ha fatto da paciere. Prima ha ascoltato le lagne di mamma e figlio, poi a provato a far riscoppiare l'armonia tra i due. "Mio figlio non mi rispetta - si è sfogata la donna con la polizia, dopo avere lasciato il figlio fuori di casa - non mi dice dove va la sera, e torna tardi a casa. Per punirlo sono stata costretta a togliergli le chiavi di casa e lasciarlo fuori, dopo che aveva fatto ancora una volta le ore piccole. Non è mai contento dei cibi che gli preparo ed ha sempre un motivo per lamentarsi. Così non si può andare avanti". Ha replicato lui: "La colpa non è mia - è stata la replica del figlio della donna - è lei che si ostina a trattarmi male: mi dà una paghetta settimanale troppo modesta, e a me che sono disoccupato quei soldi non bastano. E, poi, cucina veramente male". Per ora, che si sappia, madre e figlio sono tornati a casa insieme, e lui ha riavuto chiavi e paghetta.

Alf

Non accetta la sua vera natura, quella tenerona, ma sono sicura che in fondo c'è. Preferisce lo sguardo in tralice, quello da seduttore miserioso, emulo di George Clooney con il quale condivide la zazzera sale e pepe, che fa sempre fascino.
Caratteraccio, almeno in apparenza, capriccioso, petulante, permalosissimo, ma in fondo molto tenero, se vuole. Solo che forse teme che la dolcezza possa rovinargli immagine e ruolo.
Ha un sorriso aperto che dice tutto e due occhi allegri. Quando non rimugina per effetto di una congiuntura astrale leone-ariete, puo' essere anche delizioso.
Mi ha dato un ottimo benvenuto, poi mi ha fatta piangere, ad un certo punto mi ha gratificata, infine ora mi ripudia perchè mi giudica colpevole di alto tradimento. Il suo lato che preferisco è quello della foto, ironico, simpatico. Vorrei dirgli di prendersi un po' più in giro, altrimenti ci tocca sempre farlo noi, ma temo la reazione, un paio di mesi di mutismo ostile. Quindi io e le ragazze continuiamo a massacrarlo e a demolire le sue certezze, in modo affettuoso e benevolo. E se dovessi andare via, caro Alf, mi dispiacerà moltissimo, perchè con te ci sto bene, nonostante tutto.

Ansa - Mer 1 Ago - 16.13

(ANSA) - VIENNA, 1 AGO - Gelato al riso, alla vaniglia, o alla soia, garantito senza lattosio e grasso apposta per il migliore amico dell'uomo. Sono i gelati 'Dogissimo' per cani, l'ultima trovata di questa estate a Vienna, ideati da una italiana. Il gelato per cani, rigorosamente senza grassi e zuccheri ma guarnito a piacere con una cialda, va a ruba e incontra decisamente il gusto dei suoi clienti quadrupedi. Simona Leonardini ha creato 'dogissimo' pensando ai suoi 3 cani.

L'idea è divertente, anche se assolutamente non necessaria, ma cosa ne penserà il buon Maurice?

mercoledì 1 agosto 2007

La riflessione del giorno

L'atto aggressivo e la decisione drastica non portano una soluzione
ma creano un nuovo problema.

Riflessioni in motorino: la vergogna


La mattina mi toccano circa 30 minuti di strada prima di arrivare al lavoro e per aggirare il rischio di stress da ingorgo penso ai casi miei. La maggior parte delle volte penso a nuovi spunti per il blog e altrettante volte quando arrivo me li sono gia' dimenticati.

Stavolta, uno sono riuscita a ricordarlo, ossia cosa mi induce o mi indurrebbe il maggior senso di vergogna.

La prima cosa che mi viene in mente e' il fatto di avere un membro della famiglia in carcere, oppure avere personalmente problemi con la giustizia. Rifuggo l'idea dell'illegalita' che non fa parte della mia educazione e della mia cultura, quindi un simile fatto mi indurrebbe un elevata vergogna.

Mi vergognerei di meno se dovessi fare delle foto per un calendario, mentre mi spiazza in negativo la riprovazione sociale. E a voi cosa vi fa vergognare?

Sulle semplici gaffes sorvolo perche' ne ho fatte davvero tante e sono abituata al mio lato imbranato.

Santa coerenza....



Nata in Nuova Zelanda, poi diffusa negli Stati Uniti
La nuova moda estiva: i «vegansessuali»
I vegani più intransigenti rifiutano di fare sesso con individui («sono impuri») che mangiano carne e prodotti animali

NEW YORK – È la nuovissima moda dell’estate: i vegansessuali. Si tratta di un movimento, iniziato in Nuova Zelanda e poi diffusosi a macchia d’olio anche in Usa, che spinge i vegani a rifiutarsi di fare sesso con individui che consumano cibi a base di carne e prodotti animali.
NIENTE SESSO, SEI CARNIVORO - Il nuovo trend parte dal celebre scritto di Ludwig Feuerbach «L’uomo è ciò che mangia». Perché, come affermava il filosofo tedesco, «esiste un'unità inscindibile fra psiche e corpo e per pensare meglio dobbiamo alimentarci meglio». Oltre a non mangiare carne né avvalersi di alcun prodotto animale, i vegansessuali si rifiutano di andare a letto con individui non-vegan, i cui corpi, dicono, «sono composti di animali morti». Annie Potts, direttrice del New Zealand Centre for Human and Animal Studies dell’università di Canterbury, ha coniato la parola dopo che un studio da lei realizzato sulla vita dei consumatori di prodotti «senza crudeltà» ha scoperto come la maggior parte di loro si sentano «profondamente diversi e lontani» dalla popolazione cosiddetta «normale».
RICERCA - La Potts ha svolto un meticoloso sondaggio tra 157 vegani, ponendo loro una varietà di domande: da ciò che pensano del pollo in batteria alle loro preferenze sessuali, dal tipo di scarpe usate all’importanza degli odori negli incontri erotici. Le risposte l’hanno lasciata di stucco. Molte delle donne intervistate hanno affermato di essere sì attratte anche da persone che mangiano la carne, ma di non volere intrattenere rapporti sessuali con loro «perché i loro corpi sono fatti di carcasse animali». «È un trend completamente nuovo che non avevo mai riscontrato prima», spiega la Potts. Le motivazioni addotte dal popolo vegan sono semplici. «Se Feuerbach aveva ragione, allora dobbiamo preoccuparci dei fluidi corporei di chi si nutre di animali morti», spiega uno degli interpellati, «soprattutto quelli sessuali». CIMITERO - «Non posso avere alcuna intimità con persone non-vegan», gli fa eco un’altra partecipante al sondaggio. «Anche se provo attrazione, mi ripugna sapere che il loro organismo è letteralmente fatto di altri corpi. Morti per tenere loro in vita». Nichola Kriek, un’altra vegan sposata al marito Hans, anch’esso vegan, da nove anni, non si autodefinisce una vegansessuale. Però dice di preferir un partner «che condivide le mie idee. Non riesco proprio a sentirmi fisicamente vicina a una persona non-vegan o non-vegetariana», spiega. «Quando sei vegan o vegetariano, sei molto conscio delle persone che invece hanno una dieta a base di carne», teorizza, «perché sono come cimiteri ambulante di animali».