sabato 30 agosto 2008

Però, il tavolino....rimpianti






Ogni tanto bisogna rinunciare, ad esempio se ti viene una voglia improvvisa di portarti via un vecchio tavolino da un casale. Ho tanti guai e non vorrei aggiungere una denuncia per furto. Ok, sono fianzata con un penalista, ma è comunque una rogna. Va bene, il casale era abbandonato - apparentemente - ma che ne sai che un vicino solerte non ti prende la targa.

Si, forse avrei potuto prenderlo, alla zia Dani piaceva tanto, ma non me la sono sentita. Anzi, me la sono sentita dopo, la zia, che per tutto il giorno mi ha assillata con la nenia: 'però, il tavolino'. Che fa rima con 'Però, il manichino'... ma questa è un'altra storia e forse ve la scriverà lei sul blog Cespuglio di Spine (http://www.cespugliodispine.blogspot.com/).


Ma a proposito di tavoli, quest'anno la zia Manja ha deciso di decorare il vecchio e malandato fratino che mi faceva da scrivania. Il risultato è una vera meraviglia in stile shabby decapato viola, decorato con violette e ortensie e che sarà completato da alcune frasi scritte a mano nel centro. Il tutto ha necessitato di parecchia pazienza: mani di vernice di vari colori, passaggi di candele, ore a ritagliare tovagliolini con un vento pazzesco. Ma il risultato, anche se non ancora definitivo, è assolutamente meraviglioso. Roba che a comprarlo non basterebbero 3000 euro.

Grazie zia Manja, lo adoro!!!!

Dolcissime attese....


Ci siamo distratte un attimo, una comunità di femmine: io, la Gommosa, la nonna, zia Dani e zia Manja. E quel fidanzato biondo che si è fatto sedurre dal 'fluido', occhi azzurri, emulo di un Paul Newman ante litteram, ben, ci ha confuse, ecco.

Si sa, quando prende la passione è difficile fermarsi a pensare alle conseguenze e anche noi, nel pieno di un'atmosfera più che romantica, ci siamo, come dire, distratte.

Incoscienti, si, è vero, ma in fondo l'idea di una nuova maternità in famiglia era eccitante. E quindi la nostra Kitty si trova nella condizione di una dolce, dolcissima attesa. Date le dimensioni della gattina, privata di cibo dal prepotente fratello sin da piccola, riteniamo che non saranno più di due, ma la sfiga, si sa, ci vede benissimo e chissà che non ce ne sforna 6!!!!

Se poi ce ne fa uno grigio o tutto nero, beh, credo che la famiglia si allargherà necessariamente...ai gatti neri io non resisto. Ne riparliamo intorno al 20 ottobre.

venerdì 29 agosto 2008

Quello che i TG non dicono: Monsanto


Monsanto ed i suicidi agrari in India, di Alejandro Nadal

"Monsanto sterilizza il mondo"
La rivoluzione verde è morta. I suoi ibridi e le sue varietà ad alto rendimento hanno reso possibili significativi aumenti nella produzione delle coltivazioni come il grano. Ma la sua scia di effetti negativi non solo ancora non si estingue, ma si fa pure più intensa.
Il pacchetto tecnologico della rivoluzione verde ha causato una forte salinizzazione dei terreni, il prosciugamento ed il sovrasfruttamento delle falde, oltre ad un'intensa contaminazione dovuta a pesticidi di tutti i tipi. La cosa peggiore è che ha piantato il seme di una crisi economica, sociale ed ambientale nella vita dei contadini poveri che anno dopo anno aumenta il computo dei morti. Un esempio è quello di Anil Khondwa Shinde, un piccolo agricoltore del distretto di Vidarba, nello stato del Maharashtra (nell'India centro-occidentale). Due mesi fa si è suicidato ingerendo un potente insetticida. Aveva 31 anni ed è morto in pochi minuti. La sproporzione tra i costi di produzione ed i prezzi di vendita non gli hanno permesso di pagare i creditori che gli fornivano le materie prime.
Un caso isolato? No di certo. Il Ministero dell'Agricoltura dell'India riconosce i seguenti dati: tra il 1993 ed il 2003 si sono registrati 100.000 suicidi di contadini. E tra il 2003 ed il 2006 (ottobre) ci sono stati circa 16.000 suicidi di contadini ogni anno. In totale, tra il 1993 ed il 2006 ci sono stati all'incirca 150.000 suicidi di contadini, 30 al giorno per 13 anni!
Lo stesso governo di Maharashtra accetta il dato di 1920 contadini suicidati a Vidarba tra il gennaio 2001 e l'agosto 2006. Le organizzazioni contadine di questo distretto affermano che tra giugno 2005 ed agosto 2006 ci sono stati 782 suicidi di produttori agricoli. I dati indicano che in media, per quanto riguarda gli ultimi tre mesi, c'è stato un suicidio ogni otto ore.
In quali condizioni si presenta un tasso di suicidi di circa 30 contadini al giorno? Si dice che la causa vada cercata nell'indebitamento, ma la ragione ultima si trova nell'imposizione di una tecnologia agricola completamente inadeguata, sia dal punto di vista economico, sia da quello ambientale.
Anil Shinde aveva deciso di seminare cotone Bt, un OGM prodotto dalla Monsanto, che, si suppone, riduce il fabbisogno di pesticidi ed aumenta il rendimento del produttore. Shinde non è un'eccezione. Centinaia di contadini che hanno seminato cotone transgenico negli stati di Maharashtra, Andra Pradesh e Karnataka hanno cercato il suicidio come via d'uscita di fronte ad una situazione economica disperata che va peggiorando di anno in anno.
Un elemento importante in questa storia è che il cotone Bt della Monsanto offre una certa protezione contro il cosiddetto verme del cotone (Helicoverpa zea), ma non contro altre minacce (la Spodoptera, per esempio) che colpiscono questa coltura commerciale in India. In questo modo, i produttori che, come Shinde, si sono affidati al cotone della Monsanto nel tentativo di ridurre la spesa per i pesticidi, si sono ritrovati con una sorpresa, dato che hanno dovuto comunque continuare ad applicare questi prodotti. E non è finita: la trappola dell'indebitamento li ha travolti ancora più rapidamente perché i semi di cotone della Monsanto sono più cari.
In molti distretti, gli abitanti del posto che in passato prestavano denaro a credito sono stati sostituiti dalla rete di concessionari e venditori di materie prime delle grandi compagnie, ed i loro metodi di recupero crediti sono state denunciati frequentemente. Quando i suicidi sono aumentati, il governo ha lanciato un programma di "aiuto" che assicurava il pagamento di circa 2000 dollari ai familiari rimasti, ma questi soldi vanno dritti nelle tasche dei creditori e, nei fatti, si è trasformato in un incentivo perverso che spinge molti agricoltori a togliersi la vita.
Ma i politici sono uguali da tutte le parti. Il Ministro dell'Agricoltura Sharad Pawar continua a godersela vivendo nel passato, parlando tutti i giorni dei grandi successi della rivoluzione verde. Il messaggio finale delle sue disquisizioni è sempre lo stesso: l'India ha bisogno di coltivare organismi geneticamente modificati per poter aiutare i contadini poveri ad uscire dalla povertà e a risolvere il "problema della fame". Grazie alla politica di apertura neoliberale promossa dal governo, la superficie dedicata alla coltivazione del cotone transgenico a Vidarba è passata dallo 0,4% al 15% in soltanto tre anni. Durante questo lasso di tempo è aumentato anche il tasso di suicidi agrari, e questo fatto fa della Monsanto il peggiore serial killer della storia. Oppure, se vogliamo giocare con le parole, così come questa compagnia gioca con le vite di milioni di contadini, possiamo descrivere la Monsanto come il peggiore cereal killer del pianeta.
Migliaia di contadini che hanno visto il proprio stile di vita distrutto per essere caduti nelle grinfie dei propri creditori sono ricorsi al suicidio come unica via di scampo. Così facendo hanno fatto uscire allo scoperto il fallimento di un progetto agricolo basato su "soluzioni" tecnologiche con molteplici effetti negativi e su relazioni sociali scombinate. Perché non porre rimedio ai danni della rivoluzione verde anziché saltare con le braccia al collo della tecnologia OGM?
I semi della distruzione vogliono dirci qualcosa. Ma questo inverno, Nuova Delhi sembra più preoccupata per la contaminazione atmosferica che per la tragedia che si svolge ogni giorno nelle campagne.
Pubblicato su La Jornada

L'allarme è stato rilanciato a luglio da Vandana Shiva. Ogni commento è superfluo.

Post...postumo


Ovvero, quello che ho scritto venti giorni fa all'arrivo a Villa Viola e che posto solo ora...


Giorno 1, siamo arrivate verso le 10 e mezza del mattino. Poco traffico, altro che esodo, non c’è una lira… Armando che Dio lo protegga è passato ed ha rasato quella foresta amazzonica. Almeno si vede il prato confinante. Non è un prato all’inglese, d’accordo, ma diciamo, biologico. Si nutre di sole e acqua. Si vede, potrebbe dire qualcuno.
Non ci siamo scoraggiate. Sono le 19 e 25 e il piano terra brilla di luce propria. Tata è un vero portento… domani anche il piano di sopra sarà perfezionato e ci potremo dedicare ai dettagli.
Un caldo afoso, abbiamo sudato, dicono faccia bene, doccia con acqua fredda, il gas è finito da mesi e non ho i 400 euro che servono per metterne almeno un po’. Pazienza, è estate e mi piace questa atmosfera da campo scout.
Ho ‘tosato’ il vecchio cespuglio di lavanda, il nuovo attenderà ancora un po’ prima di ricevere le mie attenzioni. Il giardino è il capitolo più problematico e quindi è partita la telefonata ai rinforzi: le braccia rubate all’agricoltura di mia madre sono state richiamate alle armi.
I gatti non hanno avuto ancora il coraggio di mettere il nasetto fuori in giardino, troppa grazia può inibire, ettari ed ettari di libertà e quelli non sanno nemmeno cosa farci. Meglio, anche perché temiamo che la loro inesperienza li porti direttamente sotto le ruote di una macchina.
Abbiamo riposato, bruciato un po’ di fieno, giocato a burraco sotto l’ombrellone mentre quintali di bucato sparivano e riapparivano lindi nella stanzetta della caldaia. Che bello, tutto polito e profumato. Lo adoro.
Da pochissimi minuti il tempo è cambiato in maniera repentina, sta per scatenarsi un temporalo che mi auguro ci offra un po’ di sollievo da questa ‘canicola’. Le querce sono agitate da un vento irrequieto e la Gommosa si è già messa in pigiamino, ceneremo di fronte alla tv, pollo e insalatina… ci mancano solo gli spaghetti e l’Avvocato potrebbe cantarci tutta la canzone.

Natale... ad agosto?????



Bella e Birba

Birba nella foto in posa con la Gommosa. Anche in Sicilia siamo riuscite a 'rimorchiarci' cani gatti e bestie varie, anche se le più affezionate sono state le zanzare. Le due cagnette, pelle e ossa e a mal partito, sono state coccolate, dissetate e nutrite. Troppo carine, ma a casa non ci possono venire. Solo dopo abbiamo scoperto che le due furbacchione si dividevano anche tra un'altra famiglia....E poi chiamala vita da cani!

Sfide....


Confesso, io e il biliardino siamo due pianeti diversi e posso affermare di essere una autentica "pippa" con licenza parlando. Però ad una sfida contro la Gommosa non ho potuto resistere. Ed eccoci qui nello splendore del mio corpicostume grigio lavanda difendere la mia posizione. Come è finita? Non me lo rivcordo, qualcuno ha vinto, qualcuno ha perso, l'importante è partecipare. Ma non giocate mai contro l'Avvocato, quello è un professionista!

Sempre Kau....

Kau e Bis sono i migliori amici della Gommosa. Si può dire che siano inseparabili. Dove c'è lei ci sono i due ciccioni. Dopo 8 anni insieme a noi giuro che anche io li adoro, tanto che quando lei va via e porta un piccolino loro me li metto a studio a farmi compagnia e poi me li porto a dormire.
Sono due orsi morbidoni, sono quelli capaci di consolarla quando è triste e di farla ridere a crepapelle perchè io dò loro la voce, li doppio, insomma, cosa che farà felice Stefano. Li abbiamo portati anche in Sicilia e abbiamo concesso un giro in poltrona gonfiabile. Si sono molto divertiti e ringraziano l'Avvocato.

Questo no!


Del parmigiano sugli spaghetti allo scoglio....


Non ce la faccio neanche a pensarci, ma una persona che conosco molto bene mi insulta mettendo il parmigiano ovunque. L'ultima volta lo schiaffo alle papille gustative è arrivato quando ho messo in tavola uno spaghettino ai frutti di mare, il cui sapore è stato completamente coperto dal formaggio. Orrore!

Eppure continua a farlo e se le faccioo notare che 'non essere adatto' mi risponde che Paolini al Gastronauta, in onda su Radio 24, propone accostamenti anche più azzardati.

La domanda è se poi Paolini se li mangia pure.

Io che sono una noiosa tradizionalista non mi ci avvicinerei neppure, così come non mi darei a 'bestemmie' come inzuppare i cantucci in una bevanda gassata o mischiare il ginger con il vino.

Oltre ai neuroni con la vecchiaia si perde anche il senso del gusto e questo per me è Alzheimer gustativo.

Aiuto!!!!!

mercoledì 27 agosto 2008

Due uomini in barca


Puglia, esterno giorno. Immaginate un uomo e un ragazzino al largo della costa su un gommoncino dotato di un motore da 5 cavalli. Una sorta di bagnarola, ma l’importante è divertirsi. Pescano, o almeno ci provano. Mentre gli “è dolce navigar in questo mare” un imponente gommone della Guardia Costiera con tanto di motore da 80 cavalli gli si accosta, rischiando di farli capottare. Documenti, controllo, c’è la dotazione di sicurezza? Avete i salvagente e compagnia bella? Si, si, tutto a posto. Si però siete troppo vicini alla costa, non potete navigare sotto i 200 metri, dovete allontanarvi. Obbedisco! Dice l’uomo e accende il motore. Alla ricerca del pesce della stagione, quello che fa parlare tutto il paese e rimane impresso nella mente del ragazzino, si allontanano, 500, 600, 700, forse 800 metri. Un po’ troppo per i marinai che, avvistati i due si fiondano come aquile sul piccolo natante. ‘E adesso cosa ho fatto?’ afferma l’uomo…‘Signore, ora siete un po’ troppo al largo, non trova?’, ‘forse, va bene, allora mi avvicino’.
Poi, folgorato da un’idea ricorda di aver montato delle ruote sotto al gommoncino per poterlo tirare a riva ogni sera. Le ruote sono rimaste aperte sotto il natante e l’uomo chiede ai marinai se sono in grado di tirarle dentro. I due poveretti si guardano attoniti, una BARCA CON LE RUOTE? Mai sentito. Increduli, si sporgono a guardare ed effettivamente le quattro ruote sono lì, a mollo nell’acqua, allegre. Spiazzati, non possono far altro che affermare: ‘ascolti, noi di ruote non vogliamo sapere nulla. Vada a riva, le tiri su e poi se vuole torni in acqua, ma noi faremo finta di non aver sentito né visto nulla’.
Forse, perché la sera tutto il paese parlava di un pazzo che navigava con le ruote. Ma potrebbe essere anche una leggenda, no? Il sole può fare brutti scherzi….

giovedì 21 agosto 2008

Pusillanime, con poca panna e brioche...



Tornata a Roma non ho nemmeno avuto il coraggio di pesarmi. E non ho avuto nemmeno il coraggio di chiedere quante calorie contino una granita con poca panna e brioche perché non solo l’ho mangiata ogni santo giorno che Dio ha mandato in terra ma alcune volte ne ho mangiata più di una o con doppia brioche. D’altro canto sono assolutamente divine, sia quelle di Bracco a San Giorgio vicino a Gioiosa Marea che quella di JOi a Patti paese che in quella alla fragola (la più gettonata) mette anche le fragoline di bosco.
Immaginate il gusto di spezzare quella morbidissima brioche e intingerla sino alle dita e intingere anche quelle in una miscela di granita e panna. Per la miscela perfetta non va mescolata ma la panna, ci dicono gli esperti, va fatta affogare con un movimento dall’alto verso il basso. Una dolce morte, un amplesso di sapore.
Insomma un delirio di piacere e il rischio di una dipendenza: ogni giorno dicevo a me stessa ‘è l’ultima’ e il giorno dopo ero lì a fremere nell’attesa di assaggiare quella alla mandorla (troppo dolce), quella alla pesca o quella alle more. I gelsi me li sono persi ma bisogna pur avere una ragione per tornare, o no?
I dubbi che la granita provochi dipendenza mi è venuto quando mi sono scoperta a pensare: smetto quando voglio. Purtroppo ho dovuto smettere per forza ma la mattina della partenza l’Avvocato ci ha portate a prendere l’ultima, quella del condannato.
Ora sono triste, tanto triste, come quelli che tornano dalla Crociera Costa, avete presente?