venerdì 29 agosto 2008

Quello che i TG non dicono: Monsanto


Monsanto ed i suicidi agrari in India, di Alejandro Nadal

"Monsanto sterilizza il mondo"
La rivoluzione verde è morta. I suoi ibridi e le sue varietà ad alto rendimento hanno reso possibili significativi aumenti nella produzione delle coltivazioni come il grano. Ma la sua scia di effetti negativi non solo ancora non si estingue, ma si fa pure più intensa.
Il pacchetto tecnologico della rivoluzione verde ha causato una forte salinizzazione dei terreni, il prosciugamento ed il sovrasfruttamento delle falde, oltre ad un'intensa contaminazione dovuta a pesticidi di tutti i tipi. La cosa peggiore è che ha piantato il seme di una crisi economica, sociale ed ambientale nella vita dei contadini poveri che anno dopo anno aumenta il computo dei morti. Un esempio è quello di Anil Khondwa Shinde, un piccolo agricoltore del distretto di Vidarba, nello stato del Maharashtra (nell'India centro-occidentale). Due mesi fa si è suicidato ingerendo un potente insetticida. Aveva 31 anni ed è morto in pochi minuti. La sproporzione tra i costi di produzione ed i prezzi di vendita non gli hanno permesso di pagare i creditori che gli fornivano le materie prime.
Un caso isolato? No di certo. Il Ministero dell'Agricoltura dell'India riconosce i seguenti dati: tra il 1993 ed il 2003 si sono registrati 100.000 suicidi di contadini. E tra il 2003 ed il 2006 (ottobre) ci sono stati circa 16.000 suicidi di contadini ogni anno. In totale, tra il 1993 ed il 2006 ci sono stati all'incirca 150.000 suicidi di contadini, 30 al giorno per 13 anni!
Lo stesso governo di Maharashtra accetta il dato di 1920 contadini suicidati a Vidarba tra il gennaio 2001 e l'agosto 2006. Le organizzazioni contadine di questo distretto affermano che tra giugno 2005 ed agosto 2006 ci sono stati 782 suicidi di produttori agricoli. I dati indicano che in media, per quanto riguarda gli ultimi tre mesi, c'è stato un suicidio ogni otto ore.
In quali condizioni si presenta un tasso di suicidi di circa 30 contadini al giorno? Si dice che la causa vada cercata nell'indebitamento, ma la ragione ultima si trova nell'imposizione di una tecnologia agricola completamente inadeguata, sia dal punto di vista economico, sia da quello ambientale.
Anil Shinde aveva deciso di seminare cotone Bt, un OGM prodotto dalla Monsanto, che, si suppone, riduce il fabbisogno di pesticidi ed aumenta il rendimento del produttore. Shinde non è un'eccezione. Centinaia di contadini che hanno seminato cotone transgenico negli stati di Maharashtra, Andra Pradesh e Karnataka hanno cercato il suicidio come via d'uscita di fronte ad una situazione economica disperata che va peggiorando di anno in anno.
Un elemento importante in questa storia è che il cotone Bt della Monsanto offre una certa protezione contro il cosiddetto verme del cotone (Helicoverpa zea), ma non contro altre minacce (la Spodoptera, per esempio) che colpiscono questa coltura commerciale in India. In questo modo, i produttori che, come Shinde, si sono affidati al cotone della Monsanto nel tentativo di ridurre la spesa per i pesticidi, si sono ritrovati con una sorpresa, dato che hanno dovuto comunque continuare ad applicare questi prodotti. E non è finita: la trappola dell'indebitamento li ha travolti ancora più rapidamente perché i semi di cotone della Monsanto sono più cari.
In molti distretti, gli abitanti del posto che in passato prestavano denaro a credito sono stati sostituiti dalla rete di concessionari e venditori di materie prime delle grandi compagnie, ed i loro metodi di recupero crediti sono state denunciati frequentemente. Quando i suicidi sono aumentati, il governo ha lanciato un programma di "aiuto" che assicurava il pagamento di circa 2000 dollari ai familiari rimasti, ma questi soldi vanno dritti nelle tasche dei creditori e, nei fatti, si è trasformato in un incentivo perverso che spinge molti agricoltori a togliersi la vita.
Ma i politici sono uguali da tutte le parti. Il Ministro dell'Agricoltura Sharad Pawar continua a godersela vivendo nel passato, parlando tutti i giorni dei grandi successi della rivoluzione verde. Il messaggio finale delle sue disquisizioni è sempre lo stesso: l'India ha bisogno di coltivare organismi geneticamente modificati per poter aiutare i contadini poveri ad uscire dalla povertà e a risolvere il "problema della fame". Grazie alla politica di apertura neoliberale promossa dal governo, la superficie dedicata alla coltivazione del cotone transgenico a Vidarba è passata dallo 0,4% al 15% in soltanto tre anni. Durante questo lasso di tempo è aumentato anche il tasso di suicidi agrari, e questo fatto fa della Monsanto il peggiore serial killer della storia. Oppure, se vogliamo giocare con le parole, così come questa compagnia gioca con le vite di milioni di contadini, possiamo descrivere la Monsanto come il peggiore cereal killer del pianeta.
Migliaia di contadini che hanno visto il proprio stile di vita distrutto per essere caduti nelle grinfie dei propri creditori sono ricorsi al suicidio come unica via di scampo. Così facendo hanno fatto uscire allo scoperto il fallimento di un progetto agricolo basato su "soluzioni" tecnologiche con molteplici effetti negativi e su relazioni sociali scombinate. Perché non porre rimedio ai danni della rivoluzione verde anziché saltare con le braccia al collo della tecnologia OGM?
I semi della distruzione vogliono dirci qualcosa. Ma questo inverno, Nuova Delhi sembra più preoccupata per la contaminazione atmosferica che per la tragedia che si svolge ogni giorno nelle campagne.
Pubblicato su La Jornada

L'allarme è stato rilanciato a luglio da Vandana Shiva. Ogni commento è superfluo.

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