giovedì 26 febbraio 2009

No words


"T’amo senza sapere come, ne’ quando ne’ da dove, t’amo direttamente senza problemi ne’ orgoglio: cosi’ ti amo perche’ non so amare altrimenti che cosi’, in questo modo in cui non sono e non sei, cosi’ vicino che la tua mano sul mio petto e’ mia, cosi’ vicino che si chiudono i tuoi occhi col mio sonno."


PABLO NERUDA


(Sono parole così belle e perfette da fare paura)

Passi



"Ho fame della tua bocca, della tua voce, dei tuoi capelli e vado per le strade senza nutrirmi, silenzioso, non mi sostiene il pane, l’alba mi sconvolge, cerco il suono liquido dei tuoi piedi nel giorno."


PABLO NERUDA
(Foto: Aldo Feroce)

Grandi manovre..


Nonostante una maremma di cose da fare, stamattina mi sono alzata con buoni propositi. Ho tirato fuori creme e gel, olii secchi e pomate varie. Mi sono spalmata qualcosa qui, ripassata qualcosa là, uno scrub sul viso, una crema fresca, gambe, anticellulite (che sono della generazione del prevenire meglio che curare). Poi, al lavoro e mica solo lavoro, musica perchè devo scegliere una colonna sonora, e mille altri impicci, mail, chat, saluti, W skype almeno risparmio qualche euro di telefono. Stasera, prima della nanna, altri tubetti. Una magnifica crema da provare, nuova, mai usata, intonsa. MMMmmmmm che buon profumo e per finire doccia, capelli, maschera che se devi lottare devi essere elegantissima e profumata e anche molto bella cosicchè quando gli sbatti sotto il naso il budget, se sei fortunata guardano il cuore di Tiffany, quello con la catena luuuuunga che arriva sino al seno. E magari firmano senza discutere, mentre nell'aria si spande il profumo della tua crema per il corpo, quella alla mandorla. Che mica lo fai per questo, nossignore, ma perchè la primavera, quando arriva, arriva. E mai farsi trovare impreparate.

Shhhhhhhhhhhhhhhhhhh


Mai dire che sei felice. Nessuno sopporta la felicità altrui, la soddisfazione, l'appagamento. Genera fastidio, risentimento, invidia. Cos'ha quella da essere felice? Un bel po' di cose che non descriverò qui, in pubblico. Perchè chissà, forse mi vergogno un po', e la mia felicità mi genera un certo pudore. Perchè? Percome? Non importa affatto. Credo però che gli ultimi anni siano stati faticosi e magnifici, difficili e sontuosi. Tutto ha avuto un senso. Tutti gli incontri, i fatti, i lavori. Tutto è servito, anche le delusioni e i piccoli dolori perchè di grandi, no, devo essere onesta, non ne ho avuti. Ho imparato ad essere forte e poi ad accettare di essere fragile. Ora so. Ma non diciamolo in giro anche se quando mi chiedono 'come stai?' non riesco proprio a trattenere un 'benissimo' che mi esce dal cuore, dal ventre. Da dentro. La donna che sono mi piace così tanto.... Ho un problema di autostima, ne ho...troppa :)

lunedì 23 febbraio 2009

Volantino in parrocchia

Ieri ho portato le bambine alla festa di Carnevale in Parrocchia e oltre a Don Giovanni vestito da strega e Don Paolo vestito da Suor Paola, la cosa che più mi ha fatto ridere è stato un volantino appeso in bacheca.
Parlava di gruppi di auto-aiuto per ansia e depressione.
Suggerisco titolo?
Aiutati che Dio ti aiuta!

sabato 21 febbraio 2009

L'ottavo peccato capitale

Dicono sia il diniego, l'indifferenza, la capacità di girare la testa dall'altra parte e far finta che nulla sia accaduto. Alcuni sostengono che siamo troppo concentrati su noi stessi, altri che basterebbe prestare più attenzione a quello che ci circonda, altri ancora sostengono che siamo assuefatti all'orrore, alla violenza e che quindi il cervello si difende e non soffre più. Lo spiega il suo autore nel bellissimo testo "Stati di negazione" edito da Carocci qualche anno fa e poi Umberto Galimberti nel più recente "I vizi capitali e i nuovi vizi"Sommerci dalle immagini di violenza che si riversano sulle nostre tavole all'ora di cena non abbiamo alternative che l'indifferenza. Non ci può colpire tutto, non ci può travolgere di sdegno ogni stupro. Ad un certo punto non ti sorprendi più. Diventa, tragicamente 'normale' e il giornalismo non lo ha ancora capito con la sua mania di seguire i 'filoni'. Se prima erano i pittbull e poi i treni che deragliavano (fateci caso, non deraglia più nulla), se poi sono stati gli ascensori che cadevano ad ogni pié sospinto, ora è il momento delle violenze sulle donne. Non che non debbano essere riportate, ma la sovraesposizione non giova affatto. Nella piazza mediatica inoltre regna la lotta tra chi sostiene che esiste e chi non, facendoci dubitare di molte cose. L'ultima, in ordine di tempo, la Shoah, l'Olocausto. Chissà se a qualcuno in fondo è venuto il dubbio sia accaduto davvero. Siamo figli dell'epoca del dubbio dove anche la storia perde la sua forza. E mentre gli scenziati scrivono sempre più libri sui neuroni specchio, strutture cerebrali deputate all'empatia, noi ne proviamo sempre meno. Un ossimoro. Siamo chiusi ognuno in una propria bolla narcisistica, dicono. Eppure di fornte a grandi calamità la società si mobilita in massa e dona somme di denaro pari a PIL di paesi industriali. E allora io credo che sia l'esposizione eccessiva a causare il diniego, come forma di difesa di fronte ad un orrore che può apparire in tv 24 ore su 24. Le nostre città, atomizzate, con famiglie mononucleari, non aiutano. Anche vedersi per il the diventa un'impresa. In Africa invece la solidarietà e la condivisione sono fondamentali alla sopravvivenza: senza l'apporto di tutti si soccombe. Allora è qui il nodo fondamentale, oltre al minimo bisogno di contatto umano e sociale che si esplica all'interno della famiglia, se siamo economicamente indipendenti diminuiscono le nostre esigenze.

venerdì 20 febbraio 2009

L'armata Brancaleone

Ecco qua. Sono arrivate su un ripiano della libreria del mio studio in un giorno di grandi manovre in casa della Gommosa. 'Queste le tieni tu mamma?' Si, anche perchè molte sono mie e te le ho solo prestate. Mi piace alzare gli occhi e vedere la schiera di piccole Hello Kitty, alcune comprate negli Stati Uniti, a San Diego nel negozio Sanrio, altre a New York e molte altre banalmente in Italia a quattro volte tanto. Se ne aggiungono di piccole ed enormi, sono la nostra piccola armata brancaleone: nani e ballerine, ma tant'è sono adorabili e rappresentano un filo nella mia vita. Esistevano quando ero piccola io, sono tornate di moda adesso che è piccola lei. Sono meno romantiche, meno rarefatte, più sfacciate, con la gattina ci hanno fatto anche un dispenser, un mini frigo, un tostapane e mille altri oggetti. Quando ero piccola io era un mondo di quaderni e gomme profumate di cui ognuna di noi faceva collezione. Potevo stare ore con il naso appoggiato alla vetrina di quella minuscola cartoleria in una minuscola traversa di Via Mazzini a Rapallo. C'è ancora quella cartoleria, intatta. Ogni volta che ci vado la donna lascia il posto a quella bambina di otto, nove anni che sospirava di fronte a penne e matite. Quella bambina che è ancora qui, con me, e alla quale ogni tanto, con qualche persona speciale, faccio uscire. E' solo il mio corpo che ha 39 anni. Null'altro. Io mi continuo ad emozionare per queste gattine e per il mio mondo a forma di cuore.

Mai senza

E ne mancano anche alcuni all'appello. Io sono una addicted del burro di cacao e non giro mai senza. Il mio preferito è quello solare di Clarins che però adesso è finito. Ora sostituito dal Vichy sempre solare che ha il vantaggio di lasciare una lieve patina rosa, simil rossetto. Insomma, a casa nostra se apri un cassetto, trovi sempre un burro di cacao, perchè una ragazza deve essere sempre pronta, non sai mai quando potresti essere baciata ;)

Gatto di Carnevale

Gli abbiamo messo la camicia da notte, tagliando le maniche ad una vecchia t shirt di Benetton della Gommosa. Si è prestato proprio per farci un favore, ma dopo pochi minuti aveva dato segni di insofferenza e si è elegantemente sfilato l'indumento. Non tanto in fretta però da impedirmi di scattargli una foto. Per la cronaca sulla maglietta c'è una scritta con i brillantini, perchè qui, di brillantini ci alimentiamo.

mercoledì 18 febbraio 2009

Ancora copertine...

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Lo ammetto, mi ha preso fitta. E' solo che ho trovato una decina di siti per la manipolazione di immagini e tra un progetto e un file excel mi diverto. Ci ho messo anche la Gommosa in copertina.
Oggi voglio fare i miei complimenti al metereologo Sansosti che aveva annunciato neve sulla Capitale, con colleghi che avevano dato l'allarme e acclamato la presenza di catene a bordo. Io vi ci legherei, con le catene, che c'è un sole che spacca le pietre.
Comunque sono in pieno fermento intellettual-creativo, mille idee carine, mi ci sono pure svegliata presto perchè premevano alla porta della coscienza. Ho preso il caffè e mi sono messa a scrivere sulla mia Moleskine rossa (la adoroooo), appunti, idee. Poi mi sono trasferita alla scrivania per sbrigare la posta del mattino. Seguiranno le telefonate. Con gli amici del cuore ci siamo dati già il buongiorno. Bea si alza presto e quindi mi scrive dall'ospedale ad ore incompatibili con la vita, almeno con la mia. Poi ci sono quelli che portano i bambini al nido e hanno bisogno di una voce amica per trovare la forza. E infine eccomi qui in pieno fervore neuronale e un importante compleanno da festeggiare. Non posso dire nulla, però se non che non è il mio.

La Gommosa in copertina

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martedì 17 febbraio 2009

Baciarsi fa bene

Baciarsi è come una medicina: funziona da anti-stress
Secondo ricercatori americani il bacio aumenta gli ormoni della tranquillità

Dal nostro inviato CHICAGO - Non è proprio come una pillola di ansiolitico, ma quasi. Il bacio, quello vero, cioè quello definito come «un comportamento in cui «un uomo e una donna si toccano le labbra e si lasciano andare in un contatto bocca-a-bocca (aperta) come segno di accettazione e di affetto» (la definizione è di Wendy Hill, del Lafayette College di Easton, Pennsylvania, che, evidentemente, prevede soltanto situazioni “standard») provoca nel cervello un effetto anti-stress. Al congresso annuale dell’American Association for the Advancement of Sciences in corso a Chicago non poteva mancare, a cavallo del giorno di San Valentino, un accenno al tema, ma in termini rigorosamente scientifici (e di evoluzione visto che l’argomento di quest’anno è proprio legato all’evoluzione dell’uomo a duecento anni dalla nascita di Charles Darwin).
MASTICAZIONE - Così, eminenti scienziati hanno parlato di «filematologia», per chi non lo sapesse, la scienza del bacio, con tanto di presentazione di esperimenti scientifici. Necessari per capire fino in fondo un comportamento che ha motivazioni immediate, ma che dipende, appunto, da un processo evolutivo che lo ha selezionato. Secondo Wickler (Wolfang, zoologo tedesco esperto di comportamento che ha lavorato al Mark Plank Institute) il bacio è originato dal sistema di pre-masticazione adottato dalle madri per alimentare i figli (un sistema comune soprattutto fra le popolazioni non-occidentali).
ORMONI - Altri hanno poi sostenuto che il bacio provoca modificazioni degli ormoni dell’organismo che possono influenzare l’accoppiamento e quindi la riproduzione. Così Wendy Hill, esperta di neuroscienze al Lafayette College, con un suo studente, Carey Wilson, ha misurato, nella saliva e nel sangue di studenti eterosessuali che si baciavano per la durata di una canzone , la quantità di due ormoni: l’ossitocina (l’ormone del parto che ha anche un ruolo nell’accoppiamento, nella cura della prole ed è responsabile di situazioni di empatia) e del cortisolo (l’ormone dello stress). Con questi risultati: l’ossitocina aumenta nei maschi, ma non nelle femmine (rendendoli quindi più disponibili verso il rapporto) , mentre il cortisolo (quindi lo stress) si riduce nei maschi e non nelle femmine (la spiegazione: le condizioni sperimentali condizionano negativamente le donne, più sensibili all’ambiente). Ma oltre che gli ormoni il bacio modifica anche l’attività del cervello. E lo ha dimostrato l’antropologa Helen Fisher della Rutgers University a New Brunswick, New Jersey.
TRE SISTEMI CEREBRALI - La premessa: secondo la Fisher con l’Homo sapiens si sono evoluti tre sistemi cerebrali per l’accoppiamento e la riproduzione: quello che riguarda la libido, quello dell’«amore romantico» (l’amore emotivo, sessuale e spirituale verso una persona) e quello del legame affettivo. Il primo giustifica la ricerca di un partner, fra tanti; il secondo spiega la scelta di focalizzare le energie su una persona alla volta e il terzo aiuta a mantenere un legame che possa durare un tempo sufficiente per allevare, insieme, un figlio almeno nei suoi primi anni di vita. Ecco: il bacio, secondo la Fisher, può stimolare tutti e tre questi sistemi. E, quindi, funziona sempre, quale che sia la fase del rapporto: quella iniziale, di ricerca del partner, quella intensa dei primi tempi della relazione e , infine, quella che prevede un’unione anche a lungo termine.
(Fonte: Corriere.it)
Adriana Bazzi 13 febbraio 2009

lunedì 16 febbraio 2009

Figlio dal marito defunto.


Scusate, ma non sono daccordo.

Il marito muore in seguito alle complicanze di una appendicite e la vedova, di 42 anni, gia' madre di un figlio, ottiene da un tribunale il permesso per prelevare lo sperma. L'obiettivo e' avere un figlio. Il secondo. Il diritto di una donna ad avere una seconda possibilita' di maternita' malgrado il marito defunto. Ma in tribunale ha fatto leva sui senmtimenti: all'eta' di 42 anni si puo' e si deve avere un altro figlio. La vita deve continuare. Cosi' ha ottenuto il permesso dalla Human fertilisation and embryology authority ad esportare lo sperma del marito morto negli Stati Uniti, dove avverrà l'inseminazione.L'intervento non può essere infatti effettuato in Gran Bretagna in quanto il marito, morto nel 2007, non ha lasciato un consenso scritto.


Quindi diamo pure la vita ad un bambino che è condannato ad essere orfano. Inoltre la donna aveva già avuto un figlio dal marito, perchè un secondo? A mio parere questo non è amore ma folle egoismo. La Corte ha stabilito: la vita deve continuare. A mio parere un figlio da un marito morto è una cosa che rasenta la morbosità e la necrofilia. La vita di questa donna può continuare con un altro uomo.

Sostengo sempre il principio che se la natura non lo permette non deve essere fatto. Così come le gravidanze in età avanzata della madre. No, no e no.

Si danno fuoco per mettere il video su You Tube


Ragazzini si cospargono di benzina e si inseguono con gli accendini sino a darsi fuoco. Uno è in ospedale con ustioni sul 50% del corpo....


Non voglio liquidare la cosa con l'affermazione: 'la madre dei cretini è sempre incinta'. Il mio autorevole ex marito spiegherebbe con dovizia di particolari come il cervello degli adolescenti sia in una fase di riorganizzazione che li rende poco razionali, in cui alcuni neurotrasmettitori funzionano troppo e altri troppo poco. E via discorrendo. Io non vorrei essere nei panni dei genitori di questi geni, in cui un terzo ragazzino filmava la scena scopo inserire il video su You Tube. Si possono evitare queste follie? Non siamo più nell'ambito delle 'ragazzate', la ricerca del brivido del rischio qui a mio parere è patologica. Da genitore posso dire solo una cosa: aiutate i ragazzi ma anche le loro famiglie.
E io che credevo di aver avuto una adolescenza turbolenta... in realtà non mi sono mai fumata nemmeno una canna, ho preso solo due sbronze e la cosa più trasgressiva che ho fatto è guidare una Yamaha RD 350 a 16 anni senza patente. Che tristezza.

Morire di shopping


In giorni saldi, si parla davvero molto di shopping.

Tutti sappiamo che esiste una malattia: si chiama shopping compulsivo e chi ne soffre non riesce a smettere di fare acqusiti. Ma forse non sapevate che di shopping si può persino morire. Questa storia ci arriva dalla Gran Bretagna.
Qui una donna di 77 anni e’ stata trovata morta nel suo bungalow che si trova a Stockport. E sapete di che cosa è morta? È stata sommersa dagli acquisti che aveva accumulato nel corso della sua lunghissima vita. Dopo due giorni e il lavoro di dodici poliziotti, il locale è stato sgomberato. E sotto una valanga di cose, è stato ritrovato il cadavere di Joan Cucanne.
Ogni camera del bungalow, il garage e la sua automobile erano pieni di oggetti, come 300 sciarpe tutte diverse. Molti dei quali non sono mai stati utilizzati dalla donna: «Da 16 anni, comprava tutto ciò che le capitava tra le mani, per il semplice piacere di far compere e non perché le cose le servissero realmente», questo il racconto del miglior amico della donna 77enne, morta per la sua ossessione per gli acquisti.
«Era una donna piacevole, con una forte personalità e sempre di buon umore», questo il ricordo dei suoi vicini.

(Fonte: bioblog)

domenica 15 febbraio 2009

Fa' la cosa giusta

Solo la morte m'ha portato in collina
un corpo fra i tanti a dar fosforo all'aria
per bivacchi di fuochi che dicono fatui
che non lasciano cenere, non sciolgon la brina.
Solo la morte m'ha portato in collina.
Da chimico un giorno avevo il potere
di sposare gli elementi e di farli reagire,
ma gli uomini mai mi riuscì di capire
perché si combinassero attraverso l'amore.
Affidando ad un gioco la gioia e il dolore.
Guardate il sorriso guardate il colore
come giocan sul viso di chi cerca l'amore:
ma lo stesso sorriso lo stesso colore
dove sono sul viso di chi ha avuto l'amore.
Dove sono sul viso di chi ha avuto l'amore.
È strano andarsene senza soffrire,
senza un voto di donna da dover ricordare.
Ma è fosse diverso il vostro morire
vuoi che uscite all'amore che cedete all'aprile.
Cosa c'è di diverso nel vostro morire.
Primavera non bussa lei entra sicura
come il fumo lei penetra in ogni fessura
ha le labbra di carne i capelli di grano che paura,
che voglia che ti prenda per mano.
Che paura, che voglia che ti porti lontano.
Ma guardate l'idrogeno tacere nel mare
guardate l'ossigeno al suo fianco dormire:
soltanto una legge che io riesco a capire
ha potuto sposarli senza farli scoppiare.
Soltanto la legge che io riesco a capire.
Fui chimico e, no, non mi volli sposare.
Non sapevo con chi e chi avrei generato:
Son morto in un esperimento sbagliato
proprio come gli idioti che muoion d'amore.
E qualcuno dirà che c'è un modo migliore.

sabato 14 febbraio 2009

Io amo

Non ho bisogno di un compagno, un fidanzato, un amante per amare. Io amo per default. Amo la vita, amo ogni giorno che nasce e me ne sorprendo. Amo le persone che mi sono accanto, di cui ascolto le fragilità e da cui traggo forza osservandone il coraggio. Io amo Diamante che mi incanta, amo Tiffany con la quale mi rotolerei nel prato, amo le persone che a vario titolo entrano ed escono da questa vita che io 'mordo'. Amo il mio lavoro, amo ogni fiore che Dio ha messo su questa terra per darmi gocce di gioia che mi invadono come un oceano. Amo l'idea di avere un altro figlio, amo l'idea di una bima che si chiami Viola, amo il sogno di un setter irlandese fulvo e un po' strabico da chiamare Blu, amo le amiche che proteggo, amo la pioggia se sono a casa nel lettone a leggere. Amo il vento rabbioso e la delicata brezza primaverile, amo la mia mamma con i suoi difetti, amo le nuvole attraversate dagli aerei, amo la spuma del mare gonfia come panna zuccherata. Amo la vita e non ci posso fare nulla. La amo e tento di godermi ogni momento perchè non tornerà. Amo molte altre cose. Sarà per questo che adoro la forma dei cuori. Ma soprattutto amo mia figlia che mi ha regalato un bigliettino di San Valentino fatto da lei, che è la mia bambina, il mio amore, mio marito e spesso è mia suocera.

mercoledì 11 febbraio 2009

Spiritosi...


I fratelli Matteo e Michele Manganaro, di 46 e 45 anni, erano soliti compiere rapine indossando le maschere di Berlusconi e Dell'Utri.Sono stati presi dai carabinieri. Ecco i momenti concitati dell'arresto nelle immagini di un cittadino che ha girato il video dalla finestra di casa.


(Questa piacerà tanto tanto a Micio)

Fatta per me.


E' la giacca di Scapa in lino e colletto bianco staccabile. Lunga come adoro io. Rimarrà a Via Vittoria nel suo negozio ma che bella!!! E credo che stiano per tornare di moda le giacche lunghe. Meno male!

E' tornata!


Ero rimasta incredula e dolente quando sono apparse le foto del suo drammatico declino. Impietosa la stampa che ci ha riportato le immagini di una donna finita. Non nego di aver pregato per lei, perchè il suo dono non finisse nel mito e nella storia.

Ho sperato. Ho avuto ragione. Whitney Houston è tornata, da star quale è. In un sontuoso abito leopardato ha cantato ad una festa la sera prima dei Grammy Awards.

Io che ho avuto la sua voce come sottofondo per anni nella mia vita, ringrazio il Cielo di averle dato la forza di uscire dal suo baratro di farmaci e droga. Vederla così splendente, è bellissimo, come abbracciare dopo tanto tempo una vecchia amica.

Bentornata Whitney!

Se nel dizionario dei sentimenti manca un termine...


Siamo abituati a pensare ai sentimenti come cose fisse, in fondo a compartimenti stagni. L'amore per un figlio, l'affetto per un amico, l'amicizia, l'attaccamento ad un genitore. Ognuno nella sua casella. In realtà scopro di provare un sentimento diverso e difficile da catalogare, dove l'affetto e la protezione, dove la stima è più forte dell'interesse personale. Dove ho voglia di tutelare e dove il bene dell'altro è più forte del mio.

Come si chiama questa cosa in cui la rinuncia a vivere qualcosa fa bene? Dove il sacrificio nobilita? Dove l'altro è assolutamente prioritario? Io riconosco in questa persona qualcosa di assolutamente integro, aspetto prezioso sempre più raro. Persona che prima di tutto ha dato. Persona magnifica per la quale provo un sentimento straordinario che esula dal 'possesso'. Un rispetto che ho provato per pochi. Perchè lo merita.

lunedì 9 febbraio 2009

domenica 8 febbraio 2009

Sabato di shopping


Ci siamo divertite molto. E poi siamo crollate. Letteralmente. Due ragazze distrutte. Abbiamo scoperto che con 200 euro si può fare moltissimo. Abbiamo portato a casa un vagone di vestiti nuovi per la Gommosa, una cinta nera con un cuore deliziosa, un cerchietto nuovo per me e una borsetta da sera chicchissima grigia lucida con una miriade di perline. Roba da cena alla Terrazza dell'Eden, nulla di meno. Ho già strappato l'invito. E poi un nuovo ombretto scurissimo, blu, bagliori notturni, le palpebre che dovranno sembrare un cielo infinito di stelle, un planetario.

Stampelle a quadrettini vichy viola per la mia camera da letto, un lucidalabbra nuovo, rosa chiarissimo, dalle mille pagliuzze che devono sembrare fuochi d'artificio nella notte.

Dopo la cena una passeggiata, a ridere o anche a camminare in silenzio godendosi la città e la reciproca compagnia. Sottobraccio perchè so che lui adora questo minuscolo, infinitesimale contatto fisico. Discreto. Mi appoggio, mi sostiene. Chissà. Piccoli progetti. Mi ha voluta al suo fianco, mi ha affidato alcune cose importanti. La sua fiducia mi fa stare bene. E poi, dopo avermi distrutta di lavoro mi porta a cena. L'ultima volta il riso milanese al salto che adoro. In un ristorante col caminetto acceso. E poi ho riso sino alle lacrime sulle storie dell'azienda, le segretarie. Ho riso talmente tanto che ho perso il treno. Ed è sempre colpa sua.

Plauso e applauso: Pier Francesco Favino




L'ho incontrato ad un semaforo in Prati, io guidavo il mio spider rosso, lui una vespa argentata. Non mi sono trattenuta, ho abbassato il finestrino (con la manovella) e gli ho detto: Tu sei Favino, vero? E lui "Si, nessuno ricorda mai il mio nome".


Impossibile! E' anche modesto.


Non so se mi piace di più quando sorride imbarazzato o quando è serio. Insomma, per me è il più grande attore italiano di questo periodo. L'ho visto recitare in Bartali e mi ha conquistata per sempre. Mi ha dato delle emozioni incredibili e ho pianto per mezza giornata. E' fantastico e pagherei per poterlo intervistare. Magari mi organizzo. Vantaggi di noi giornaliste :)


Ricordi d'infanzia: Andy


Me lo ricordo benissimo: a cinque anni avevo un cavallo immaginario. Il suo nome era Andy e doveva essere un bel sauro dorato, il colore che prediligo anche ora. Andy andava ovunque andassi io e mia mamma poverina si era arresa ad una figlia che non camminava, ma, ahimè, trottava e galoppava ovunque. In casa, per la strada, al parco. Mancava poco che nitrissi. Tornavo a casa esausta dal tanto zompettare, ma felice di essere uscita col mio cavallo. A 11 anni mia madre, esausta, ha ben pensato di mettermi su un cavallo vero e da quello sino a 18 anni non sono più scesa, con sacrifici indicibili per tutti giacchè l'equitazione è comunque lo sport dei Re.

Il mio sogno di avere un cavallo non si è affatto spento. Anzi, se possibile, è più forte che mai. Inoltre ora sogno di vedere in sella la Gommosa e di passeggiare tra i pascoli con lei e fare le gare al galoppo. Credo che la cosa più bella sarebbe cavalcare al suo fianco e poterle trasmettere questa passione di froge e lievi nitriti di piacere. La pelle che emana vapore dopo una galoppata d'inverno. La schiuma da steccare. L'odore di stalla acre e dolce allo stesso tempo. Il mio sogno è lì, immutato, inscalfibile. Si è solo trasformato un po' nel muso di un arabo, inconfondibile.

Il mio ricordo più dolce è Cortina con mio marito: una passeggiata a cavallo nel bosco e nella neve. Il silenzio e solo il rumore attutito degli zoccoli. Non lo sapevo, ma ero incinta della Gommosa. Meravigliosa creatura!

venerdì 6 febbraio 2009

Alpha Mom

su D la Repubblica delle Donne
di Daniela Condorelli
Il mercato dei prodotti per i bambini non sembra conoscere crisi. E sulle mamme si concentrano le ultime strategie di marketing

Più di 7 milioni di potenziali clienti nella sola Italia. Un mercato da trilioni di dollari negli States. Non stupisce che l’interesse delle aziende si sia focalizzato sulle mamme, soprattutto se sono Alpha Mom, colte, tecnologizzate, madri con la M maiuscola. Catturare la loro attenzione è diventato un must per i pubblicitari, tanto che fioriscono corsi ad hoc. Società come la Lucid Marketing che ha come missione avvicinare le aziende alle mamme o come Mom Wise, agenzia costituita direttamente da mamme che inventano pubblicità per altre mamme. In Italia la società di formazione per manager LRA, forte del fatto che le donne gestiscono fino all’85 per cento del volume degli acquisti di casa, tiene corsi dal titolo eloquente: Conquistare Kids and Moms. Che significa conquistare una fetta di quella torta da quasi due trilioni di dollari di cui parla Maria Bailey, fondatrice di BSM media, società di consulenza specializzata nel marketing per mamme, nel suo best-seller Trillion dollars mom$. Mamme da trilioni di dollari significa che le americane con figli oggi spendono in un anno 1,7 trilioni di dollari ed entro il 2012 i trilioni diventeranno tre. E il loro potere d’acquisto sta aumentando ancora. Ma come conquistare il loro portafoglio? Convincendo prima di tutto le Alpha Moms: «Donne con un buon livello di istruzione, abili con le nuove tecnologie, curiose e sempre alla ricerca di informazioni», spiega Cecilia Spanu, esperta di marketing, fondatrice, insieme a Jolanda Restano, di Fattoremamma che offre servizi di marketing e comunicazione ad aziende che si rivolgono a chi ha figli. Secondo Usatoday, che ha pubblicato un’inchiesta sull’argomento, sono donne pratiche, figlio-centriche, che fanno tendenza. Non solo tra le amiche, ma in una rete più ampia. Grazie al passaparola. Secondo la Bailey, il 55 per cento delle mamme si affida alle raccomandazioni quando fa acquisti per la casa e la percentuale sale al 64 per cento quando si tratta di comprare un prodotto per il proprio figlio. Ecco perché le imprese sono a caccia di database di mamme Alpha Moms, dette anche Mavens, cioè esperte, che raccolgono e condividono informazioni con altre donne. La BSM Media ne ha selezionate oltre centomila. Ognuna di loro si presta a invitare amiche e conoscenti a party a tema in cui viene lanciato un prodotto. In media, l’80 per cento delle Mom Mavens parla con almeno altre 15 mamme diventando convincenti agenti di vendita. Una volta avuta l’approvazione delle Mom Mavens, un prodotto ha la strada spianata. Se ne sono accorti alla Nintendo che prima di lanciare la console Wii sul mercato americano ha riunito in otto città gruppi di mamme Alpha a cui sottoporre la novità.

mercoledì 4 febbraio 2009

Nuova testata femminile...







Io mi abbono subito...



domenica 1 febbraio 2009

Benvenuta!


Si, proprio a te. Chissà come ci sei capitata sul mio blog. Comunque ormai lo hai trovato. Quindi... benvenuta. So che abbiamo passioni comuni: lavanda, animali, lavoretti, cuori. E non solo. So che sei curiosa di sapere come sono, anche se ormai non ha più importanza. E' passato tanto tempo. Sono io che dovrei chiedermi chi sei, cosa pensi. Sei tu che passi del tempo con la bambina che io ho partorito, eppure no, non ho questa curiosità. Se lui ha deciso che la potevi conoscere, beh, mi fido che la tratterai bene, che sarai quanto meno gentile con lei che è una meraviglia e un tesoro. So che la apprezzerai e che vedrai nei suoi occhi molto dell'uomo che ami. E' accomodante e morbida come lui. E' dolce e tenera. Ma è simpatica come me. Se ami lui riuscirai facilmente a voler bene anche a lei. Questa è l'unica cosa che desidero. Ha già sofferto troppo e io sola so quanto.

Molto tempo fa avevo chiesto di incontrarti, ma alla fine ho deciso che eri abbastanza grande da regolarti e lei abbastanza intelligente. Quando è con voi mi manca da morire, ma so che è contenta di stare col suo papà, con tutti i cagnolini: con Chicco, Poldino, Trilli, Isotta e Tita. So che dorme con Billa e Penny, so che si infila nel letto con voi. Io sono serena se lei è serena. Viene da voi volentieri e questo a me basta. Lei è l'unica cosa al mondo di cui mi interessa. Il resto è passato. Vuoi sapere qualcosa? Chiedimelo. La porta è aperta, metto su l'acqua del the, una tisana ai frutti di bosco, ti va?

Gli angeli custodi

Ci sono alcune persone che considero i miei angeli custodi. Sono al momento tre e tutti molto diversi:
John è dolce, comprensivo, romantico. Se vivesse a Roma ha detto che accompagnerebbe lui Grace a scuola il lunedì mattina. Mi ascolta, mi consola. Per lui sono una regina e lui è un Principe per me.
Micetto mi fa ridere, anche nei momenti in cui mi rode o sono triste. Mi rallegra perchè con lui non devo domostrare a tutti i costi di essere intelligente o brillante. Mi adora anche quando ho tre centimetri di ricrescita e questo mi fa pensare che non ci vede bene. E' la prima persona che chiamo al mattino e alla qualche chiedo: 'dove cazzo sei?'. E' il nostro codice personale. Lo adoro.
Bea è la parte ragionevole, adulta e matura della mia vita. Quello dei consigli sempre perfetti, quello che dice la cosa giusta al momento giusto. Quello che mi prende in giro e ride come un matto urlando : "Roma ladrona" quando si accorge che sono le dieci del mattino e sto ancora dormendo. E' quello che mi confida i suoi pensieri più profondi perchè sa che li difenderei con la vita. Io gli accarezzo l'anima ferita e lui mi dà consigli di buon senso sulla casa.
Non sono in ordine di importanza, assolutamente. Sono tutti e tre nel mio cuore per motivi diversi. Io so di essere nei loro pensieri. So che sono tristi se io sono malinconica, che sono allegri se io sono felice. Che hanno un pensiero per me e la mia bambina. So già chi di loro si arrabbierà perchè ho parlato di lui. So chi sarà lusingato, so quello al quale non gliene frega nulla perchè sa già quello che penso di lui. So anche quello che sarà più geloso di essere messo insieme ad altri due, la mia Stella, quello più a nord. Mi perdoni?

Buona domenica..

Ho preso il caffè, mandato cinque email, parlato con il mio Presidente. Non è nemmeno l'inizio di una domenica di grande lavoro. Devo finire lo schema della mia presentazione a Milano e la Gommosa non sa ancora che parto. Dovrei anche fare un po' di spesa altrimenti qualcuno chiamerà il Telefono Azzurro. Micio oggi compie gli anni e sto già pensando ad un pensierino speciale da fare quando tutti dormono e la concentrazione è massima. Insomma, una tranquilla domenica di lavoro. Ieri sera qualche riflessione amarognola, che prefersico tenere per me. Non sono ancora pronta per ammettere di aver sbagliato, anche perchè rimanere in quella situazione sarebbe stato inutile. In fondo, scegliendo, sono cresciuta ed ho imparato moltissimo. Oggi sono diversa, migliore. Diciamo che anche se non ho raggiunto il mio obiettivo ho comunque guadagnato qualcosa. E' solo che ci rode molto quando i nostri progetti non vanno come avremmo voluto. Forse l'intelligenza è ammettere che si possa avere successo anche in un progetto che ci è capitato, che non avevamo pianificato. Insomma, si può e si deve capire se e quando cambiare rotta. Quanto scarto c'è tra quello che sognamo e quello che veramente ci appartiene? Sto farneticando, o comunque mi capisco da sola. Quando avrò le idee più chiare, forse, farò capire anche voi, nonostante su certe piccole cose, beh, mi sento molto riservata.