martedì 17 febbraio 2009

Baciarsi fa bene

Baciarsi è come una medicina: funziona da anti-stress
Secondo ricercatori americani il bacio aumenta gli ormoni della tranquillità

Dal nostro inviato CHICAGO - Non è proprio come una pillola di ansiolitico, ma quasi. Il bacio, quello vero, cioè quello definito come «un comportamento in cui «un uomo e una donna si toccano le labbra e si lasciano andare in un contatto bocca-a-bocca (aperta) come segno di accettazione e di affetto» (la definizione è di Wendy Hill, del Lafayette College di Easton, Pennsylvania, che, evidentemente, prevede soltanto situazioni “standard») provoca nel cervello un effetto anti-stress. Al congresso annuale dell’American Association for the Advancement of Sciences in corso a Chicago non poteva mancare, a cavallo del giorno di San Valentino, un accenno al tema, ma in termini rigorosamente scientifici (e di evoluzione visto che l’argomento di quest’anno è proprio legato all’evoluzione dell’uomo a duecento anni dalla nascita di Charles Darwin).
MASTICAZIONE - Così, eminenti scienziati hanno parlato di «filematologia», per chi non lo sapesse, la scienza del bacio, con tanto di presentazione di esperimenti scientifici. Necessari per capire fino in fondo un comportamento che ha motivazioni immediate, ma che dipende, appunto, da un processo evolutivo che lo ha selezionato. Secondo Wickler (Wolfang, zoologo tedesco esperto di comportamento che ha lavorato al Mark Plank Institute) il bacio è originato dal sistema di pre-masticazione adottato dalle madri per alimentare i figli (un sistema comune soprattutto fra le popolazioni non-occidentali).
ORMONI - Altri hanno poi sostenuto che il bacio provoca modificazioni degli ormoni dell’organismo che possono influenzare l’accoppiamento e quindi la riproduzione. Così Wendy Hill, esperta di neuroscienze al Lafayette College, con un suo studente, Carey Wilson, ha misurato, nella saliva e nel sangue di studenti eterosessuali che si baciavano per la durata di una canzone , la quantità di due ormoni: l’ossitocina (l’ormone del parto che ha anche un ruolo nell’accoppiamento, nella cura della prole ed è responsabile di situazioni di empatia) e del cortisolo (l’ormone dello stress). Con questi risultati: l’ossitocina aumenta nei maschi, ma non nelle femmine (rendendoli quindi più disponibili verso il rapporto) , mentre il cortisolo (quindi lo stress) si riduce nei maschi e non nelle femmine (la spiegazione: le condizioni sperimentali condizionano negativamente le donne, più sensibili all’ambiente). Ma oltre che gli ormoni il bacio modifica anche l’attività del cervello. E lo ha dimostrato l’antropologa Helen Fisher della Rutgers University a New Brunswick, New Jersey.
TRE SISTEMI CEREBRALI - La premessa: secondo la Fisher con l’Homo sapiens si sono evoluti tre sistemi cerebrali per l’accoppiamento e la riproduzione: quello che riguarda la libido, quello dell’«amore romantico» (l’amore emotivo, sessuale e spirituale verso una persona) e quello del legame affettivo. Il primo giustifica la ricerca di un partner, fra tanti; il secondo spiega la scelta di focalizzare le energie su una persona alla volta e il terzo aiuta a mantenere un legame che possa durare un tempo sufficiente per allevare, insieme, un figlio almeno nei suoi primi anni di vita. Ecco: il bacio, secondo la Fisher, può stimolare tutti e tre questi sistemi. E, quindi, funziona sempre, quale che sia la fase del rapporto: quella iniziale, di ricerca del partner, quella intensa dei primi tempi della relazione e , infine, quella che prevede un’unione anche a lungo termine.
(Fonte: Corriere.it)
Adriana Bazzi 13 febbraio 2009

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