mercoledì 19 maggio 2010

Felice a 50 anni, ma io non voglio aspettare

Ansia, preoccupazioni e stress sembrano abbandonare la scena a partire dai 50 anni, lasciando spazio alla saggezza, alla serenità e a un miglior modo di affrontare la vita. A dimostrarlo è stato uno studio pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences.
Il resto potete leggerlo su Yahoo salute, ma nel frattempo mi è venuto un attimo di panico, insomma dovrei aspettare altri dieci anni per essere felice? Perchè? Non posso esserlo a 40, nonostante le rogne, gli avvocati di cui ho bisogno per mettere a posto i guai causati da altri. Non sono abbastanza 40 spesi con un karma positivo per tirare i remi in barca e godersi i frutti del mio incessante impegno? Insomma, mi oppongo, vostro onore, voglio essere felice. ORA!

martedì 18 maggio 2010

Amore, prendi lo scopettone

La ricetta salva-matrimonio?I mariti aiutino le mogli nelle pulizie
I risultati di una ricerca della London School of Economics: meno separazioni se i coniugi collaborano
Ma c'è anche chi suggerisce di aggiungere serate indipendenti e hobby condivisi
La ricetta salva-matrimonio?I mariti aiutino le mogli nelle pulizie
I risultati di una ricerca della London School of Economics: meno separazioni se i coniugi collaborano
MILANO. Volete che il vostro matrimonio funzioni? Dimenticate scatole di cioccolatini e weekend romantici e tirate fuori, piuttosto, stracci e scope e preparatevi a ramazzare. Secondo, infatti, uno studio pubblicato sulla rivista Feminist Economics e condotto dall’illustre London School of Economics, che, per la verità, di solito si occupa di argomenti accademicamente più pesantucci, il segreto dell’unione felice e duratura sta proprio nel darsi da fare in casa, inteso come olio di gomito e lavori domestici. E tanta più fatica ci mette il marito nell’aiutare la moglie, non solo a far splendere i pavimenti ma anche ad occuparsi dei figli, e tanto minori saranno le possibilità che si arrivi alla separazione.
Il resto su: http://www.corriere.it/cronache/10_maggio_14/matrimoni-solidi-se-marito-fa-pulizie_c5dbf2d0-5f5a-11df-8c6e-00144f02aabe.shtml

giovedì 13 maggio 2010

Eccelibro: In senso antiorario


Se ad una prima - superficiale, confesso - occhiata, avevo immaginato si trattasse dell'ennesimo libro di esercizi per recuperare l'efficienza mentale, a pagina 20 mi ero già ricreduta e mi sono trovata assolutamente affascinata. Ellen Langer infatti insegna - non a caso - psicologia ad Harvard, e da molti anni conduce studi affascinanti sulle funzioni cerebrali che le sono valse numerosi riconoscimenti prestigiosi. In questo straordinario libro propone quella che definisce la 'psicologia delle possibilita' sostenendo, il tutto avvalorato da esperimenti, che è aprire la mente a ciò che è possibile apre la mente e migliora la salute a ogni età. Attraverso una casistica raccolta in trent'anni di psicoterapia ed esperimenti inconsueti come quello di far immaginare a persone molto anziane di vivere negli anni 60, ha potuto constatare come la passività è il fulcro della vecchiaia. Fare le proprie scelte invece rende giovani. Esiste infatti tutta una serie di parole che ci vincolano alla terza età che ci fanno essere vecchi anche quando siamo agili nello spirito e in buona salute. Langer quindi mette in discussione i limiti che noi stessi ci poniamo. Bastano lievi mutamenti nel modo di pensare, di parlare e nelle aspettative per avere significativi miglioramenti nell'umore ma anche, e questo è il dato inedito, nella salute, il che si traduce in una longevità maggiore e soprattutto in una diversa qualità di vita. E come al solito, ottimamente tradotto da Francesco Roncacci, il libro ha il tipico stile agile dei saggi divulgativi anglosassoni.


Ottima scelta di Corbaccio di pubblicarlo.


Ellen J. Langer


In senso antiorario


Corbaccio 2010


pp 247


Euro 17,00 (molto ben spesi)


Tiffany mi hai delusa

Il primo braccialetto a catena d'argento aveva un ciondolo tondo e fu il primo regalo che mi feci dopo la separazione. Inutile dire che ci tenevo moltissimo. Lo persi due anni dopo perchè cedette il moschettone. Mi piaceva molto e quindi ne comprai un secondo, con chiusura a aggancio tipo caramella Polo con un ciondolo a forma di cuore. Lo dovevo sapere, ma salendo in scooter per qualche ragione si è staccato dal polso e addio braccialetto. Non mi volevo arrendere e quindi ho comprato il terzo, col moschettone che mi sembrava più sicuro, anzi in realtà lo avevo comprato per la Pociolla e nel tempo lo avevo corredato di altri, costosissimi, charm, un lucchetto, un cuore XL. Che ve lo dico a fare, a Prato, giorcando con la Pociolla anche quello è andato e con lui circa 500 euro. Ma nonostante non ci fosse tre senza quattro ero fiduciosa di avere più fortuna e mi sono incaponita nel quarto. Inutile dirlo, pochi giorni fa ho perso anche quello. Quindi, nonostante avrei dovuto rendermene conto prima, i famosi braccialetti di Tiffany non sono sicuri, le chiusure cedono troppo facilmente e nonostante i miei fossero corredati di iniziali incise a caro prezzo, nessuno mai lo ha riportato in negozio nonostante ci sia scritto RETURN to TIFFANY. Al dolore per aver perso degli oggetti a cui tenevo per varie ragioni si è unita quindi la beffa e la mancanza di comprensione delle commesse di Via del Babuino quando dopo il terzo braccialetto mi sono andata a lamentare. Io che ho comprato la mia fede di nozze tempestata di brillanti in 5a strada a New York, io che per regalo di nozze a mio marito ho scelto gemelli di Tiffany e che per i 40 anni ho chiesto un altro cuore XL, andato perso pochi giorni fa. E io non so come dirlo alle mie amiche che hanno fatto un sacrificio per regalarmelo perchè i 40 sono importanti e andavano celebrati adeguatamente. Mi spiace, ma di Tiffany non ne voglio più sapere. E' stato un grande amore ma la delusione è stata enorme. Eppure, ti avevo dato fiducia. E ora, chi glielo dice alle amiche del... CUORE?

martedì 11 maggio 2010

Veronica, cambia avvocato


Va bene essere concilianti, ma passare da una richiesta di 3 milioni di euro al mese a 300mila significa essersi messi in braghe di tela. Anche perchè la signora Lario non lavora, ha votato la sua esistenza al marito e alla famiglia e dovrà pur mantenere lo stesso tenore di vita, la legge parla chiaro. E quindi direi che la signora non è stata ben difesa e che 300mila euro al mese sono pochi per digerire i continui tradimenti del marito. Veronica, chiamami, che la divorzista migliore sul mercato è a Roma ed è mia amica.

La rabbia meglio esprimerla

Un interessante articolo della brava collega Antonella Sparvoli:

Rabbia repressa nemica del cuore
Chi ha problemi cardiovascolari e trattiene la rabbia corre più rischi di avere un infarto
MILANO - Chi soffre di malattie cardiovascolari farebbe bene a non sottovalutare le dinamiche con cui gestisce i propri stati emotivi, in particolar modo la rabbia. Secondo uno studio olandese, pubblicato online sull’American Journal of Cradiology, le persone con problemi di cuore che trattengono la rabbia rischiano, infatti, ben tre volte di più di avere un infarto o di andare incontro a eventi fatali.

Il resto si legge cliccando qui: http://www.corriere.it/salute/cardiologia/10_maggio_11/rabbia-repressa-nemica-cuore_3de547b8-5790-11df-8ce3-00144f02aabe.shtml

Scuola di buone maniere? In Metro

A New York il designer Jay Shells, ha riempito la Subway di manifesti contenenti i comportamenti da tenere
La campagna è spontanea e autofinanziata dall’artista
Scuola di buone maniere in metro
A New York il designer Jay Shells, ha riempito la Subway di manifesti contenenti i comportamenti da tenere
Uno dei manifestiMILANO - Le buone maniere vanno sotto terra. E viaggiano in metropolitana grazie a un’iniziativa divertente. Il trentenne graphic designer Jason Shelowitz, più conosciuto come Jay Shells, ha lanciato una campagna di guerriglia artistica diffondendo in tutta la metropolitana di New York dei manifesti gialli e neri con il decalogo delle regole di comportamento da seguire sulle scale mobili, le banchine e i vagoni.
(Il resto potete leggerlo su Corriere.it http://www.corriere.it/cronache/10_maggio_07/etichetta-metropolitana-new-york-marta-serafini_11c2dad0-5a0e-11df-8cbf-00144f02aabe.shtml)

giovedì 6 maggio 2010

E se proprio ci tenete a sposarvi...

Invece della batteria di pentole, meglio i contanti

MILANO - Una batteria di pentole o il solito servizio da the? Non si fa più. Oggi anche i matrimoni si adeguano alla crisi economica e così, laddove una volta c’era la classica lista nozze, adesso c’è la «lista viaggi» o l’assai meno convenzionale (ma amatissima soprattutto dai più giovani) «busta» con denaro contante. E c’è persino chi infila il codice IBAN nelle partecipazioni per far capire il concetto che «cash is better».
(Il resto su Corriere.it)

Il salone per... rompere

MILANO - La crisi economica non aiuta, ma se la coppia scoppia non si può pensare al portafogli che langue: l'unica strada è dirsi addio. Così almeno la pensano i molti italiani che ogni anno corrono dall’avvocato per rompere la promessa di matrimonio. Un popolo in aumento: secondo l’Istat nel 1995 i divorzi in Italia sono stati 80 ogni mille matrimoni; nel 2005 sono quasi raddoppiati, arrivando a quota 150; nel 2007 sono saliti a 273. Dati che hanno ispirato la nascita del primo salone italiano del divorzio, «Ex – Punto e a capo», che l'8 e il 9 maggio riunirà all’Hotel Marriott di Milano aziende, associazioni e professionisti impegnati nel difficile compito di aiutare le coppie in crisi a dividersi senza troppi traumi (www.expuntoeacapo.it).
(Il resto dell'articolo su Corriere.it)

Osteolink: il Facebook per la salute delle ossa


Sarà uno strumento interattivo per sviluppare relazioni, ottenere informazioni, inserire materiali e confrontarsi sulla salute delle ossa. E' nato il Facebook delle ossa, un progetto internazionale creato dallìInternational Osteoporosis Foundation con il supporto di Amgen e GSK per rispondere ai bisogni dei pazienti affetti da osteoporosi, aumentare le informazioni e migliorare l'awareness. In particolare il social network, già attivo in Germania e Svezia, aiuterà a migliorare il dialogo medico paziente e possibilmente l'adesione alle terapie. Il fatto che l'osteoporosi sia una patologia silente, senza sintomi di rilievo, indice i pazienti ad abbandonare le terapie e ad esporsi al rischio di fratture. L'obiettivo è quindi quello di ridurre il rischio di fratture che spesso compromettono significativamente la qualità di vita e le cui conseguenze ne possono ridurre la durata.

Basterà registrarsi alla Community, inserire il paese di provenienza e sarà possibile avere accesso immediato alle informazioni. Attualmente disponibile in inglese, sarà presto varata la versione in Italiano.

lunedì 3 maggio 2010

Eccelibro: Ma le donne no


Le donne italiane sembrano le più umiliate, meno pagate e riconosciute. Si barcamenano tra casa e lavoro, se decidono di mettere al mondo un figlio o un secondo spesso non riescono a riavere le vecchie mansioni. Nella analisi di Caterina Soffici le donne hanno lottato per cercare la parità e hanno trovato uno stato di subordinazione, o quanto meno una libertà addomesticata. Colpa anche nostra, di noi donne, che non sappiamo usare i nostri diritti ma anche di quelle che non fanno 'branco'.

Mentre gli altri paesi adottano le quote rosa, in Italia il lavoro è sempre più precario e non tutela la maternità mentre negli Stati in cui il lavoro delle donne è tutelato esse fanno carriera e hanno più figli senza trovarsi di fronte ad un dilemma (a questo proposito consiglio l'illuminante Womenomics appena pubblicato dai tipi del Sole 24ore).

Per l'ascesa sociale sembrano avere una sola chance, il corpo, e infatti la rappresentazione dell'immagine della donna, in tv come in pubblicità è particolarmente desolante.

La cosa più triste è che in Italia le donne non lottano più perchè credono (sbagliando) che non sia più necessario e il Paese rimane sempre più maschilista.

Il libro di Soffici mette insieme le storie delle donne che all'estero hanno lottato per i diritti di tutte e le affianca a quelle che con gli occhi foderati di prosciutto continuano a percorrere scorciatoie femminili per avere qualche briciole quando spetterebbe loro la metà della torta.

E mentre ci appare alla memoria la Prestigiacomo e il suo pianto di rabbia quando bocciano la proposta di un misero 25% di quote nelle liste elettorali, non posso fare a meno di pensare che in Ruanda le donne in Parlamento sono il 48%. Chi sarebbe allora il Terzo Mondo?

domenica 2 maggio 2010

La riflessione del giorno

Ogni piccola delusione erode il mio patrimonio di speranza.

Pociolla, preparati, si parte


L'ho promesso e lo faccio, quest'anno non sento storie, a fine maggio, primi o metà di giugno io e la Pociolla si parte, destinazione lungo WE in Provenza, prima che taglino tutto. Base Aix e poi giro intorno, occhi spalancati e macchine fotografiche, come reporter d'assalto dei nostri fiori preferiti. Soldini messi da parte per saponette, vestiti e stoffe da portare a casa e rendere ancor più campagnola la nostra casa bianca. E narici piene di odori, ma anche un buon antistaminico, che quest'anno ci vuole. Non vedo l'ora! Vestiti, partiamo!

A proposito di Tiffany


E' chiave-mania. Dopo i cuori e il logo Return to Tiffany, la casa americana sceglie le chiavi ma soprattutto un singolare ed originale modo per portarle fuori delle boutique che a qualcuno possono mettere un po' di soggezione. Ecco quindi che per le strade di Milano è comparso il tram azzurro maison sul quale è possibile ammirare la collezione di chiavi e acquistare l'ultima nata.

Un giro lo voglio fare anch'io, altrimenti che fashion victim sarei? E m'è dolce essere una simile vittima, siii, ancora...

Van Cleef si organizza, con una linea accessibile

E vabbè, oggi mi gira così, sono a caccia di gioie e gioielli che mica a caso si chiamano così. Dopo 24 ore di astinenza da shopping causa Primo Maggio, sono scatenata e con la primavera sbocciano le novità. Tiffany con la sua linea in argento ha spopolato e fatto scuola e oggi è possibile sfoggiare una linea accessibile di Van Cleef che ha creato questa collezione assolutamente deliziosa.
Bravi, io uno lo voglio assolutamente, due colpi di mouse e troverò la boutique che li vende a Roma.

Bamboo, sempre amato, ritorna il simbolo della maison


La gamma Bamboo, tipico esempio di come la necessità stimoli la creatività, è stata introdotta per la prima volta negli anni 40 per ovviare alla mancanza di materie prime durante la seconda guerra mondiale.

Il bambù diventa ben presto uno dei simboli più distintivi di Gucci tanto che, nel 1971, il motivo del bambù viene riprodotto in un bracciale disponibile in argento e smalto o in oro 18 kt. In questa forma, si è dimostrato un elemento sorprendentemente moderno e senza tempo, reinterpretato nel corso degli anni da vari designer per adattarsi ai gusti contemporanei.

Oggi, Frida Giannini ha ripreso con successo gli splendidi profili del bambù interpretandoli nella linea di gioielli Gucci. La collezione Bamboo, che comprende anelli, orecchini, bracciali, gemelli e collane, è realizzata in oro 18kt che può essere impreziosito da diamanti bianchi o marroni. La nuova collezione di gioielli 2010 include un'innovativa linea Bamboo primaverile che coniuga straordinario design e perizia tecnica e costituisce una novità per Gucci.

Belli, bellissimi, classici e quindi eterni. Adoro i motivi che ritornano, per rimanere.