mercoledì 29 agosto 2007

Imperdibile articolo semiserio ma non troppo sulla sanita'


Scoperta la terapia panacea:in ospedale tener svegli i pazienti
di MAURIZIO PERUZZI*
A causa di un incidente che mi è capitato, ho trascorso parte del mese di luglio e tutto il mese di agosto fino ad oggi in tre degli ospedali della nostra provincia, nella fattispecie il reparto di Ortopedia di Castelsangiovanni, quello delle Malattie Infettive di Piacenza e la Chirurgia di Fiorenzuola di cui tuttora sono ospite e da dove scrivo. Ebbene ho fatto una scoperta che merita l'attenzione dei lettori di "Libertà": la nostra struttura sanitaria ha trovato la Panacea! La terapia vincente contro tutti i mali dal Ginocchio della Lavandaia al Fuoco di S. Antonio, dall'Enfisema polmonare all'Emiparesi, alla Sindrome di La Turette, non c'è dubbio nè errore, funziona contro tutti!I presupposti "assiomatici" di questa terapia rivoluzionaria sono:1) la Malattia è ciò che "conta" e di essa ci si deve occupare. Il paziente no. Il paziente è soltanto l'ingombrante, fastidioso e, purtroppo, ineliminabile "portatore", "veicolo", "contenitore" de lla Malattia.2) I farmaci, quali che siano, sono secondari o tuttalpiù complementari alla Vera Terapia. Valgono di supporto, magari come sempli placebo utile a distrarre e sviare il paziente, perchè, nell'illusione, non opponga resistenza.La "filosofia terapeutica" è invece quella che che qui descrivo: la Malattia deve essere sfinita, stremata, sfibrata, defatigata, portata alla catatonia al punto che, ridotta al lumicino, un semplice, ieratico gesto della mano del medico di turno la spegne una volta per tutte. Vittoria! Segnate un punto per noi e dimettete il paziente!E adesso manca solo il protocollo, del quale ho preso nota accuratamente e che vi comunico perchè lo diffondiate "urbi et urbi" per la sconfitta universale della Malattia: l'obiettivo da non perder mai di vista è: per avvilire la Malattia è necessario che il paziente non dorma mai, quindi...- ore 00.00 - si presenta un paramedico con una buona scorta di flebo, accende tutte le luci della stanza e co mincia ad armeggiare sulle vene del primo malcapitato. Tra fuori-vena e difetti di gocciolamento l'operazione tiene tutti svegli almeno un'ora e mezzo/due.- ore 02.00 - infermiere vocianti, zoccolanti e scarrellanti nel corridoio commentano le condizioni di questo o quel paziente o semplicemente si raccontano i fatti loro in svariati idiomi (perfetto esempio di integrazione etnico-cultural-terapeutica) ma comunque con decibel sufficienti a tener desto un aeroporto.- ore 03.15 - repentina ri-accensione di tutte le luminarie e due paramedici spingono trionfalmente il letto di un ricoverato urgente (o presunto tale). Spostano e spingono gli altri letti della stanza per crearsi un passaggio indi armeggiano sul nuovo venuto lanciando ordini a voce piena verso il corridoio. Qui gli ordini vengono raccolti e rilanciati verso la sala infermieri dalla quale ripartono conferme o dinieghi o richieste di chiarimenti. L'intensità di tono a questo punto è quella che usa un capitano coi su oi uomini nel furore della battaglia e lo scopo è coinvolgere nella baraonda l'intero reparto.- ore 04.20 - 04.50 luci spente in stanza mentre continua l'azione di fondo "corridoiale".- ore 04.50 - un'assistente divertita e un po' sorniona riaccende le luci e proclama: devo misurarvi la temperatura! devo misurarvi la pressione!- ore 05.15 - di nuovo le luci. E' il momento dei prelievi, sangue, urine e quant'altro necessario.- ore 06.00 - altra luminaria. Secondo turno di flebo, tutto come sopra.- ore 06.30 - Due assistenti spalancano la finestra e la luce radiosa dell'alba entra in soccorso dei neon quasi esausti. Le due signore ti rifanno il letto (dopo avertene buttato fuori). Severa, una delle due ti apostrofa:"ma, signor Rossi, lei dorme così tanto anche a casa sua?"- ore 07.15 - infermiere/a con terapia in pastiglie. "Questa la prende con un po' d'acqua, quest'altra la fa sciogliere sotto la lingua!" è il messaggio tonante e vagamente imperioso.- ore 07.30 - due assistenti armate di stracci e spazzoloni provvedono a pulire pavimenti e arredi. Stranamente in silenzio o quasi (ti accorgi solo poi che sono magrebine e quindi un po' spaesate. Ma... si faranno!)- ore 08.00 - E'ora della colazione. Di letto in letto e di stanza in stanza risuona un'eco infinita: the o caffelatte? Fette o biscotti? Intanto si avvicinano le...- ore 09.00 - medicazioni (e son dolori!) e supplemento di terapie orali e non.- ore 10.00 - finalmente il giro dei medici. "Allora signor Rossi, come andiamo? Vero che non le fa più male?" grida il chirurgo per risvegliarti dal torpore. Tu cerchi il massimo della convinzione e rispondi "Bene!" sperando di avvicinare la fine della tortura e, invece, "Allora, tranquillo! Pazienza ancora tre o quattro giorni e vedremo il da farsi, buon giorno!" E se ne va col suo miglior piglio professionale e il passo fermo e sicuro di chi ha dormito una notte intera. Questo tipo di risposta, ci faccia caso caro direttore, è una delle sottigliezze di questa scientificissima terapia. Sono infatti dimostrate le equazioni "risposta chiara=paziente tranquillo (e dormiente)" e quindi terapia a rischio. Per contro: "risposta vaga=paziente in ansia" e quindi insonne e... successo assicurato!Temo di annoiare, a questo punto, con la sequenza puntuale di tutti gli espedienti messi in atto per aver ben desti i pazienti e mi limiterò a una carrellata veloce: la fisioterapia delle 11, il pasto delle 12, il supplemento di pulizie delle 13, l'integrazione di farmaci delle 14, temperatura e pressione intorno alle 15 e poi c'è il turno delle flebo alle 16, la cena delle 17.30 (!) e finalmente la struttura tira un po' il fiato: è il momento della visita parenti e tocca a loro tenerti ben sveglio, magari con l'aiuto della suoneria a 100 del vicino di letto semisordo. Il telegiornale delle 20 e un'oretta e mezza di scempiaggini televisive che la compassione e il buon vicinato impongono e il gioco è fatto: è quasi mezza notte, hai dormito in totale due ore ma mai più di venti minuti consecutivi ed è già ora di ricominciare!Mi mi si creda, da che son ricoverato ne ho visti uscire, guariti, almeno una cinquantina e posso quindi testimoniare: la terapia anti sonno è vincente! Con me non ancora ma non ho ancora perso la speranza e veglio vigile (mio malgrado). A Lei adesso divulgarla perché non resti privilegio di pochi ma corra in aiuto di tutti coloro che ancora non sanno che è il sonno, e non la malattia, il loro autentico, implacabile nemico.*Fiorenzuola, Reparto di Chirurgia, postazione n. 11.

1 commento:

Gallinavecchia ha detto...

Verissimo. Per fortuna nella mia vita ho usufruito solo due volte delle strutture ospedaliere italiane (e una è stata per partorire) ma è proprio così :-D