venerdì 7 agosto 2009

Sbagliando non si impara

Meglio il bastone della carota. A osservare bene il nostro cervello, sembra infatti che impari più dai propri successi che non dagli errori. E che anzi tenda a tornare spesso sui propri passi, se portano nella direzione sbagliata. "Abbiamo studiato il comportamento delle scimmie - spiega Earl Miller, che insegna neuroscienze al Massachusetts Institute of Technology e pubblica oggi la sua ricerca su Neuron - e abbiamo visto che quando un animale dà la risposta corretta al test cui lo sottoponiamo, nel suo cervello risuona il messaggio "hai fatto la cosa giusta". Dopo una risposta positiva, i neuroni memorizzano l'informazione in maniera più efficace e persistente e la scimmia tende la volta successiva a rispondere ancora correttamente. Dopo un errore invece, non assistiamo ad alcun miglioramento". Il test per le scimmie consisteva in una sorta di videogioco: se appariva una figura sullo schermo di un computer (un uomo con la pipa) gli animali dovevano voltarsi verso sinistra. Se ne appariva un'altra (un semaforo), dovevano voltarsi a destra. L'unico modo per imparare l'associazione giusta era provare e riprovare, attraverso una serie di successi ed errori. Nel frattempo Miller e i suoi colleghi misuravano l'attivazione dei neuroni delle scimmie in due aree come la corteccia prefrontale (che armonizza pensieri e azioni) e l'area dei gangli basali (che controllano i movimenti). Voltandosi dal lato sbagliato, le scimmie non ricevevano nessun premio, l'"accensione" dei loro neuroni durava meno di un secondo e nei tentativi successivi non compariva alcun miglioramento. Mentre in caso di risposta corretta e di "carota" offerta in premio, l'attivazione delle cellule celebrali durava molto a lungo: cinque secondi circa, il tempo necessario per arrivare alla domanda successiva.
OAS_RICH('Middle');
"Questo dimostra - spiega Miller - che almeno a livello dei neuroni impariamo più dai nostri successi che dai fallimenti". Scimmie a parte, uno studio non troppo diverso è stato condotto sugli uomini a settembre dell'anno scorso, pubblicato sul Journal of Neuroscience. Evelin Crone dell'università di Leida, ha misurato delle differenze assai fini a seconda dell'età dei suoi volontari. Nei bambini tra 8 e 9 anni funziona molto bene il meccanismo dell'apprendimento attraverso i successi. A 12 anni anche i fallimenti cominciano a lasciare il segno sulla memoria del cervello. Da adulti invece si impara in maniera altrettanto efficiente sia con il bastone che con la carota.
Fonte: La Repubblica
(30 luglio 2009)

Nessun commento: