venerdì 31 gennaio 2014

Il cervello burlone, il mio ma anche il vostro

Il cervello è un organo piuttosto particolare, affascinante, meraviglioso, ma come tutte le superstar presenta anche qualche capriccio. Ieri sera uscivo da un Seminario sulla Sex Crime Investigation ed ero intenta a pensare a cosa avrei cucinato per la cena mentre mi avviavo verso la mia automobile. L'avevo parcheggiata particolarmente bene, all'interno delle rassicuranti strisce blu e con il suo bel pagamento del parcometro in bella vista sul cruscotto. Mi avvio sulla strada e inizio a cercarla... niente. Torno indietro e rifaccio il pezzo di strada ritenendo di essermi distratta e ripercorro di nuovo la strada...niente, nessuna traccia della mia Katerina... un filo d'ansia inizia a salire insieme ad una certa irritazione giacché mi trovavo praticamente attaccata alla Questura. Nella mia mente iniziano ad instillarsi i dubbi: 'magari l'ho parcheggiata dall'altro lato' e quindi inizio a scorrere anche l'altro marciapiede con la fastidiosa sensazione di sembrare una signorina in cerca di clientela. Alla terza vado dal Piantone e gli faccio: 'mi hanno rubato la macchina!' 'E' sicura?' Si certo, bla bla bla 'Va bene allora vada in caserma a Via XXX a sporgere denuncia. Vado a piedi, con in testa una serie di improperi irripetibili ma con un'ultima speranza: sulla mia auto è installato un GPS proprio per queste evenienze. Arrivo alla Polizia e intanto il centro assistenza mi risponde, mi chiede targa, luogo di parcheggio ecc. E poi l'operatore del call center mi fa: 'ma via xxx vicino a via xxx?' Io: 'si' e lui 'guardi signora a me la macchina risulta lì'. Vergogna. Come ho fatto a non vederla? Ho controllato TRE volte. Sono sollevata e seccata e vado come un razzo a controllare. Mentre cammino di nuovo verso la via mi si accende una lampadina e inizio a capire: io ho cercato la macchina nel tratto di strada in cui le altre auto avevano i musi parcheggiati nel MIO senso di marcia, mentre non mi era venuto in mente che potesse essere tra quelle che avevano i MUSI nell'altro senso.
Morale: la macchina era lì e io mi sono sentita una perfetta idiota. Però la figuraccia mi ha attivato una serie di ricordi sul cervello al quale ci affidiamo un po' troppo. Mi spiego: il cervello non vuole sprecare energia e quindi di fronte ad uno stimolo ci offre la risposta più semplice, che però non sempre è quella giusta. Quindi a me il cervello ha detto: se avevi il muso di QUA non puoi averla messa tra quelle col muso DI LA', insomma ha preso una scorciatoia, mi ha dato la risposta più intuitiva ma proprio l'intuito ci frega. Lo dimostrano centinaia di studi. In uno dei più noti viene dimostrata l'esistenza di un meccanismo di 'cecità selettiva'. Ad un gruppo di persone viene chiesto di contare i passaggi di una partita di basket e durante la partita viene fatto passare un uomo travestito da gorilla, insomma, mica una cosetta, invece nella maggior parte dei casi alla domanda: 'hai notato qualcosa di strano durante la partita?' la maggior parte dei soggetti diceva di NO. Ecco qua il primo assunto: se sei concentrato su qualcosa il cervello abbassa l'attenzione sull'ambiente circostante ed è la ragione per cui se stai litigando al telefono mentre guidi è piuttosto facile che tu possa fare un incidente. Nel mio caso sono stata vittima di una 'illusione cognitiva' e mi sono fidata della risposta più facile.
Quindi, non bisogna fidarsi sempre ma sforzarsi di ampliare l'ambito delle possibilità, il che fa consumare più zuccheri e fatica ma che almeno non espone al rischio che ti dicano: 'Signora non è che questo servizio lo può usare quando non  si ricorda dove ha parcheggiato'.

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