martedì 5 marzo 2013

Le avventure delle calze elastiche

Dunque, sono il classico giornalista scientifico che predica benissimo ma razzola una schifezza. Quindi ho sempre rimandato il flebologo sino a quando l'estate scorsa, di fronte ai capillari che con il gran caldo gridavano vendetta ho preso il coraggio a quattro mani e sono finalmente andata a fare un eco doppler degli arti inferiori. Dopo averlo smarrito in casa ho anche deciso di andare dall'angiologo. Fa parte della mia fregola primaverile quanto provvedo ad un restiling che va dalla pedicure al parrucchiere passando per tutti gli altri distretti immaginabili. Ecco quindi che dopo una visita il povero dottore esclama: 'queste gambe sono state abbandonate a loro stesse' e, dopo avermi chiuso un vecchio capillare con la sclerosante ha emesso la sentenza: ' queste sono gambe da calze a compressione graduata'. Il che ha provocato in me un riflesso vagale per cui per poco non gli svengo tra le braccia. Si perché il termine 'calza a compressione' evoca in me lo spettro di vecchie carampane con le gambe a bitorzolo il che stride nettamente con l'immagine che ho di me stessa. Ciononostante se voglio sfoggiare delle gambine come si deve mi tocca abbassare la testa e affermare 'obbedisco'. Esco e mi reco nella prima parafarmacia che incontro e sono sollevata perchè mi ha prescritto quelle da 18-20 mm/mq alla caviglia, peccato che scopro subito che sono le più pesanti. Prima regola quindi: comprarle di una misura più grande. Regola numero due: avere sotto mano il numero di telefono di una ditta nel caso rimanessi incastrata nell'odioso presidio.
Stamattina mi appresto a indossarle e scopro che non scivolano nemmeno se ti ammazzi, va appresa una tecnica, comunque dopo cinque minuti buoni in cui mi dibatto come una assatanata riesco in qualche modo a portarle su. Ho il fiatone e l'ormone dello stress a livelli di guardia. Quando mi alzo la sensazione è di una muta da sub di una taglia più piccola ma confido nel fatto che mi abituerò a camminare in maniera innaturale. Ecco cosa si fa per la bellezza e la vanità e soprattutto per espiare le colpe della pigrizia: se camminassi di più, forse, avrei gambette più sane. Ma siccome non ho ancora imparato a scrivere al pc mentre passeggio, mi toccano le odiose, che, per la cronaca e le più insofferenti, esistono anche in versione autoreggente.

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