Farà parte del processo di acquisizione della parità: prima hanno messo i pantaloni, poi hanno cominciato a fumare, poi a bere e oggi le donne bevono sempre di più. Il che non è necessariamente un bene. Non a caso aumenta il rateo di donne alcoliste in Italia. E' proprio necessario essere uguali su questo terreno? Che le donne 'reggano' meno l'alcol è un dato fisiologico, non una debolezza.
Aumenta tra le più giovani (14-35) il consumo di aperitivi e superalcolici
8 MARZO. Si parla di donne e alcol in un convegno a Lucca promosso da Acat e Centro Donna
Il Centro alcologico della Regione Toscana (Car) ha fatto “il punto” della situazione, a livello italiano e toscano in particolare, facendo riferimento alle “Indagini multiscopo sulle famiglie. Aspetti della vita quotidiana”, che ogni anno l’Istat sviluppa e in cui una parte è dedicata alle bevande alcoliche. Gli stili di vita si sono drasticamente modificati con l’evoluzione del ruolo che la donna, a partire dagli anni sessanta, ha progressivamente acquisito in ambito familiare e sociale. La progressiva diffusione del bere tra le ragazzine e le adolescenti – come sottolinea il Car – è un indicatore significativo della maggiore esposizione al rischio alcolcorrelato di una platea crescente di consumatrici che, a differenza degli uomini, presentano una vulnerabilità fisiologicamente più elevata rispetto all’organismo maschile, anche in funzione di condizioni esclusivamente femminili come la gravidanza e l’allattamento. In Europa, sebbene le donne sostengano solo 20-30 % del consumo totale di alcol, l’Organizzazione Mondiale della Sanità registra il più elevato numero di consumatrici al mondo.
Spesso il consumo di vino, birra, aperitivi alcolici, amari o superalcolici è percepito come moderato da gran parte delle donne (come dagli uomini) anche a livelli che risultano superiori a quelli indicati come a minor rischio. Poche donne sanno, ad esempio, che non si dovrebbero mai consumare quantità giornaliere superiori ad 1 o al massimo 2 bicchieri di una qualsiasi bevanda alcolica e che in alcune circostanze, in cui il rischio si può estendere a terzi, come nel caso della gravidanza, anche il semplice consumo, pur moderato, è da evitare. A ciò si aggiunge la capacità pressoché dimezzata dell’organismo femminile rispetto a quello maschile di digerire, metabolizzare, smaltire l’alcol ingerito.
Spesso il consumo di vino, birra, aperitivi alcolici, amari o superalcolici è percepito come moderato da gran parte delle donne (come dagli uomini) anche a livelli che risultano superiori a quelli indicati come a minor rischio. Poche donne sanno, ad esempio, che non si dovrebbero mai consumare quantità giornaliere superiori ad 1 o al massimo 2 bicchieri di una qualsiasi bevanda alcolica e che in alcune circostanze, in cui il rischio si può estendere a terzi, come nel caso della gravidanza, anche il semplice consumo, pur moderato, è da evitare. A ciò si aggiunge la capacità pressoché dimezzata dell’organismo femminile rispetto a quello maschile di digerire, metabolizzare, smaltire l’alcol ingerito.
(Fonte: redattore sociale)
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