Apparentemente magri, con un indice di massa corporea (Bmi) che non desta sospetti. Hanno gambe e braccia sottili, accumulano solo un po' di pancia, sono prevalentemente maschi, ma non solo. Sono i "falsi magri": dormono sugli allori, mentre dovrebbero fare attenzione, perché non tutto il grasso si deposita all'esterno dell'organismo, ma esistono soggetti che lo accumulano intorno agli organi interni. Un grasso subdolo, che aggira l'ostacolo della classica misurazione "peso diviso quadrato dell'altezza" ma che non sfugge all'occhio esperto dello specialista, come spiega Maria Antonia Fusco, primario del Servizio di Dietologia e Nutrizione Clinica "S. Camillo" di Roma: "Con il termine "falsi magri" intendiamo soggetti metabolicamente obesi che apparentemente sono in forma. Hanno un indice di massa corporea intorno a 25-26 o anche inferiore ma presentano livelli alti di trigliceridi e talora di transaminasi, frequentemente fegato grasso, livelli ridotti di colesterolo buono, aumento della pressione arteriosa. Con questo quadro si espongono a maggiore rischio di malattie cardiovascolari e sono più soggetti a sviluppare diabete. Sono magri solo in apparenza, in realtà hanno un accumulo di adipe nella zona addominale: il grasso "viscerale", il più subdolo perché non è inerte, come quello che si deposita su gambe, cosce e glutei femminili. Essendo riccamente vascolarizzato, è attivo e produce un alto numero di mediatori chimici di tipo ormonale". Un problema comune negli uomini e nelle donne dopo la menopausa, quando gli estrogeni, ormai pochi, non hanno più un effetto protettivo. L'esistenza dei "falsi magri" è tornata a stimolare l'attenzione dopo la pubblicazione di uno studio, condotto all'Imperial College di Londra, nell'ambito di una ricerca sul diabete di tipo II. Jimmy Bell e i suoi collaboratori hanno sottoposto alcuni pazienti a risonanza magnetica, per calcolare il grasso viscerale, ed hanno scoperto che il 40% dei soggetti, magri all'apparenza, presentavano accumuli di grasso dentro o intorno al fegato, al cuore, al pancreas e all'intestino, esponendoli ad un rischio di soffrire di diabete pari a quello delle persone evidentemente obese.Eliminare la pancetta minimizza i rischi: "Spesso queste persone assumono statine per abbassare il livello di colesterolo, farmaci per abbassare la pressione alta e integratori a base di omega 3 per la circolazione", sostiene Fusco. "In realtà il grasso addominale è molto sensibile alla restrizione calorica ed è stato visto che basta un calo di peso del 5-10% per migliorare notevolmente il quadro clinico. Meno calorie e più esercizio fisico permettono a questi soggetti di evitare o ridurre i farmaci. Per dare un'idea, una riduzione di 10 cm del girovita maschile abbassa in modo significativo il rischio cardiovascolare". A quali esami sottoporsi per valutare la propria condizione? "Posto che ad un occhio esperto bastano pochi minuti per valutare un caso, le indagini sono semplici: calcolo del peso, della massa corporea, una misura del polso che ci suggerisce il peso dello scheletro, una misurazione delle pliche addominali e della massa grassa, effettuata con il "bioimpedenziometro", termine complicato per un esame semplice e non invasivo". Nello studio inglese, il grasso interno è stato misurato con la risonanza magnetica nucleare, è un nuovo strumento di indagine? "No" risponde la specialista, "la Rmn è stata utilizzata solo a fini di ricerca, Luca Busetto, dell'Università di Padova, ha condotto simili studi. Nella pratica clinica quotidiana gli strumenti più semplici sono egualmente efficaci".
1 commento:
Signora Johann,
mi fa preoccupare...anch'io ho un po' di pancetta....l'occasione è buona per farla sparire
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