sabato 17 marzo 2007

Una interessante interpretazione della natura


Il mondo naturale? Funziona come una macchina
Più che mai attuale è tornato a essere il tema della ‘natura’ in un’epoca che ha raggiunto un livello tecnico e tecnologico altissimo. E con l’argomento, anche il termine ‘natura’: sia il concetto che a sua definizione sono talmente interessanti e presenti nel nostro tempo che l’Istituto per il lessico intellettuale europeo e storia delle idee (Iliesi) del Cnr ha dedicato ad essi il suo Colloquio annuale internazionale, il XII, che si è svolto dal 4 al 6 gennaio 2007 a Villa Mirafiori, presso la facoltà di Filosofia dell’Università di Roma. Durante la manifestazione, che ha visto la partecipazione di storici della lingua, della filosofia e della scienza di altissimo livello e lessicografi, si è andati a ritroso nel tempo, alla ricerca dei cambiamenti che il significato della parola ha subito. “Il termine natura”, dice Tullio Gregory, direttore dell’Iliesi-Cnr, “è rimasto immutato nei secoli, mentre diversi sono stati nel tempo i modi della sua rappresentazione: già il mondo antico aveva offerto molteplici prospettive, dagli atomisti agli stoici. Il Medioevo ha caricato la parola anche di significati teologici, in rapporto alla dottrina della creazione e alle dispute trinitarie e cristologiche. Nel Rinascimento è stato sottolineato il vario significato delle interpretazioni della natura in una prospettiva magica e astrologica, all’interno di una concezione unitaria e organicistica della natura stessa. Il Seicento rappresenta invece un secolo di svolta, con l’affermarsi di una concezione meccanicistica e matematica della natura che esclude ogni sua rappresentazione qualitativa, riconducendo la natura a uno spazio geometrico euclideo. Fra Sette e Ottocento, mentre si sviluppa lo schema interpretativo meccanicistico, e si assiste alla ‘rivoluzione copernicana’ operata da Kant, tornano concezioni organicistiche e vitalistiche, all’interno dell’idealismo post-kantiano, e più marcatamente nel Romanticismo ottocentesco. Il secolo XIX si chiude con un’importante discussione sul rapporto fra scienze della natura e scienze dello spirito. Nuovi sentieri prenderà la discussione fra Otto e Novecento, fra positivismo e empireocriticismo”. A questo punto, inevitabilmente ci chiediamo quale significato assume il termine oggi, in un’epoca così tecnica, proiettata verso il progresso, che da una parte la distrugge, dall’altra ne ha bisogno, fisiologico e intellettuale. “Nell’età moderna”, precisa a tale proposito Gregory, “con la rivendicazione di una piena autonomia del mondo naturale e delle sue leggi fisiche e con l’affermarsi di una concezione meccanicistica si cerca di individuare un diverso concetto di unità della natura rispetto all’idea di natura maga della tradizione del Rinascimento”.


(Fonte: Almanacco della Scienza - CNR)

Nessun commento: