martedì 14 luglio 2009

L'ho sempre saputo!


Roma, 13 lug. (Adnkronos Salute) - Le parolacce? Un antidolorifico naturale. Pronunciarle, infatti, ci aiuterebbe a tollerare meglio il dolore. A rivelarlo è uno studio della britannica Keele University, pubblicato su NeuroReport. Richard Stephens, a capo dell'insolita ricerca, ha tratto spunto da una vicenda personale: una martellata sul dito mentre era intento a costruire una casetta nel proprio giardino. Imprecare, dedusse al momento dell'incidente, lo aveva aiutato a superare la sofferenza o così gli era parso. Da qui l'idea di arruolare 64 volontari e sottoporli a una prova di dolore: immergere la mano in un secchio di acqua ghiacciata, e tenerla lì a bagno il più a lungo possibile. La prova andava ripetuta due volte, la prima pronunciando parole comuni, la seconda lasciandosi andare a suon di oscenità. Ebbene, se al primo giro gli studenti arruolati erano riusciti a tenera la mano a mollo 1 minuto e 15 secondi in media, alla seconda prova l'avevano tenuta immersa circa due minuti. La sopportazione del dolore era aumentata di circa il 50%, con un antidolorifico naturale che spesso infastidisce chi è nei paraggi ma sembra confortare quanti, per un motivo o per un altro, sono doloranti. Non è chiaro il link che fa sì che le parolacce riducano la sofferenza, ma il gruppo capitanato da Stephens suppone che pronunciarne finisca per aumentare il livello di aggressività che, come è noto, quando sale migliora la tolleranza al dolore. Una supposizione avvalorata dal fatto che quando i volontari erano intenti a dire volgarità avevano un battito cardiaco più accelerato. Il che spiegherebbe, secondo gli studiosi, perché l'uso di parolacce è diffuso in tutte le lingue del mondo da secoli, soprattutto quando ci si fa male da soli. E se succede sotto occhi e orecchie indiscrete, si può sempre fare come Fantozzi, che con il suo 'ditone' gonfio per una martellata si apparta per sfogarsi.

Fonte: Adnkronos

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