lunedì 16 novembre 2009

Mi spezza il cuore


Mi spezza il cuore la fragilità umana, la povertà. L'altra mattina mentre andavo a prendere il treno, davanti alla stazione due donne anziane pulivano i pochi metri davanti ai loro carrelli stipati del loro mondo. Per quelle due persone il termine pret a porter ha un significato tutto particolare. Oggi, un vecchio in ciabatte portava un cappello rosso e le sue poche cose. Ho percepito una vita solitaria, un passato ignoto, un presente di solitudine. Mi ha spaccato il cuore. Mi ha spaccato il cuore pensare che nessuna cifra che tu puoi donare può alleviare quel senso di perdita, di non essere più nella società ma di attraversarla come un essere invisibile. C'è qualcosa che il mio cuore non sopporta in un anziano povero perchè proprio da anziani è giusto essere circondati da affetto e protezione. Alcuni dicono che queste persone stanno meglio così, che scelgono questa vita. Io ci credo solo a metà, credo che essi non abbiamo scelta, che non abbiano un posto che li accolga e se c'è non osano fidarsi per timore dell'ennesima perdita, della delusione.
E' una condanna e una protezione al tempo stesso, se non hai nulla, nulla ti possono togliere, se ti spogli anche della dignità, sei invulnerabile alle offese, alle violenze, allo scherno. Uomini e donne che ci devono insegnare quanto siamo fortunati e indegni della nostra fortuna. A loro il mio pensiero più affettuoso e dolce. Mia madre, che è una donna di grande umanità, spesso si è fermata a parlare con loro, ha offerto parole, the caldo, compagnia, sostegno. Io che sono molto meno nobile ho una sorta di pudore, semplicemente, mi vergogno.

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