mercoledì 16 luglio 2008

The doctor is IN



In un centro commerciale di Milano ha aperto da poco I battenti uno sportello per I disturbi psicologici che presta I suoi servizi gratuitamente. Un servizio di ascolto che offre servizi, consulenze e indirizza verso prestazioni specialistiche, se necessario. Tra la spesa settimanale e l’acquisto dell’ultimo capo in saldo da mesi desiderato ora e’ possibile anche andare dallo psicologo, non si sa bene se previo appuntamento o meno. La possibilita’ e’ quella di usufruire di un massimo di tre sedute. Anche l’aiuto psicologico diventa cosi’ un bene di consumo, un servizio ‘fast’, da inserire in una agenda gia’ piena di impegni. La psicologia esce dallo studio del terapeuta, con il suo simbolismo, il suo rituale. per andare in mezzo alla gente e essere, sempre piu’ condivisa e parcellizzata.
Cosi’ temo si diluisca e diventi un appuntamento come un altro, una commissione da svolgere, in un luogo che non ha nulla ne’ di simbolico ne’ di ovattato e protetto. Il simbolismo del luogo dove si puo’ ritagliare uno spazio per se stessi viene annullato da una fila qualsiasi in un negozio qualsiasi, ad un servizio di cui usufruire con un numeretto in mano.
Il marketing della psiche e’ sempre piu’ aggressivo e porta gli specialisti della mente nei comuni luoghi di aggregazione giovanile e non. Nascono ovunque gli esperimenti di psico happy-hour, di aperitivi con counseling psicologico, dove le emozioni vengono rivelate di fronte ad un bicchiere di prosecco e magari in compagnia delle amiche, nuova frontiera dello stile Sex and the City. In questo modo sembra che si voglia sdrammatizzare il disagio dell’anima, che si voglia offrire un servizio altamente specialistico come quello della terapia psicologica a livello di ‘discount’, scarso servizio a basso prezzo. Tre sedute, due chiacchere e via, problema risolto. Mi sembra un approccio eccessivamente superficiale e semplicistico. I difensori dell’iniziativa sostengono che si tratti di una psicologia ‘leggera’, di una forma di counseling che non ha pretesa di essere terapia, che ha un prezzo accessibile a tutti. In questo modo la psicologia diventa un bene di consumo e forse la sua diffusione permettera’ di abbattere i costi grazie al principio delle economie di scala.
Volgarizzare pero’ rischia di far scadere la qualita’, di deresponsabilizzare, di far pensare che basti un poco di zucchero per tutto e che tutto sia risolvibile con poche parole. E’ evidente che il disagio della societa’ ha bisogno di risposte da parte dello Stato. E’ insostenibile un sistema che curi gratuitamente solo i malati psichici gravi nei SERT, ma non offra alcun sostegno pubblico al disagio piu’ lieve, all’ansia, all’attacco di panico, all’ansia da prestazione o da separazione. In questa ottica vedo molto meglio la proposta, sempre del Comune di Milano, di istituire la figura delo “ psicologo di base” alla stregua del medico di famiglia e del pediatra.

Nessun commento: