sabato 5 luglio 2008

I love Ape


Lo sciame di moda ronza in città.


E se porta moda, poi, mi piace ancora di più. Le Api piaggio che hanno inaugurato la moda del moving-shop nascono da un'idea di Valeria Ferlini. L'idea è piaciuta tanto e si è affermata: le Ape girano a Milano, Roma, Forte dei Marmi, Cortina e portano nuovi, inediti contenuti tra le cui le collezioni Ca comme Ca e Sobimilla, oltre al sostegno del gruppo piemontese Miroglio.

Incollo articolo che piacerà alle più fashioniste, io faccio un giretto di quartiere con la fashion apetta...


Volete chiamarle? Ecco il numero per le amiche di Milano: 334/3603524


Il furgoncino Piaggio, così come i minivan o i bus inglesi, diventa negozio itinerante per intercettare i clienti nelle zone chic. Fan notizia e piace sempre di più il format del Moving-Shop brevettato da Valeria Ferlini.
La vendita ambulante è sempre esistita e siamo abituati a pensarla nella formula dei mercati rionali. Ma se a farla è un noto gruppo industriale diventa chic e fa notizia. Da qualche tempo Vestebene-Miroglio manda in giro per l’Italia otto Api Piaggio e un bus inglese (a due piani, anni ’60). Le Api, allestite da Valeria Ferlini che per prima ha avuto l’idea del Moving-shop e che ha un rapporto in esclusiva con Piaggio, vendono la collezione autunno-inverno e promuovono il prodotto mentre il bus funge da showroom itinerante. È possibile provare i capi grazie a un camerino stand-up in tessuto. Filo conduttore e filosofia del marchio proposto (C’est comme ça) sono il gioco e il mondo circense. Pioniera della vendita itinerante è stata appunto l’Ape Melandra di Valeria Ferlini che ha ideato e sviluppato il concetto di Moving-shop, arricchendolo di contenuti sociali (a realizzare i capi concorrono le detenute di San Vittore). In Brasile il brand Oceanic vende la sua collezione di cosmetici e prodotti per la cura del corpo attraverso una flotta di minivan Fiat Doblò che girano il paese in lungo e in largo privilegiando università, scuole, parchi cittadini e spiagge. Anche New York è a prova di caravan-shopping: a Manhattan, giorno e notte, cinque camper propongono un negozio in continuo movimento con assortimento di abbigliamento e accessori. Il brand si chiama proprio Caravan e ha da anni un’interfaccia web decisamente interessante. Verrebbe immediato il confronto tra il moving shop e gli altrettanto attuali temporary-shop, pop-up-shop, sharing-shop e simili che imperversano sui blog modaioli dedicati alle ultime tendenze nel retail. Il negozio temporaneo ha perso l’atmosfera originaria dei primi guerrilla store per trasformarsi in un banale evento aziendale dove presentare il nuovo prodotto di una griffe o la collezione di uno sconosciuto fashion designer. Comunque le differenze sono sostanziali: il temporay-shop è attento soprattutto allo spazio architettonico e non al luogo, dove non ritorna mai (il suo indirizzo fisso è però sul web). Questo disorienta il cliente che ha bisogno di tempo per fidelizzarsi. Il negozio itinerante ritorna nei luoghi perché crea socializzazione, una community che non è solo virtuale. È forse più democratico perché non esclude a priori alcun consumatore: conquista quello occasionale, mantiene quello fedele con il quale stabilisce un rapporto che ha almeno un punto fermo: l’assortimento del prodotto. Al di là dell’interesse sociologico, il format può rappresentare senza dubbio un test per verificare il gradimento del prodotto ed esplorare zone inedite di vendita. E naturalmente è consigliato alle piccole aziende che vogliono promuoversi a basso costo (d’affitto).

3 commenti:

larcò ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Anonimo ha detto...

Sai dirmi gentilmente come fare per avviare un'attività con Ape Car?
Io non so da che parte cominciare per tutto ciò che riguarda licenze e quant'altro.
Grazie
Alice

www.mytemporaryshop.it ha detto...

sono d'accordo su quanto detto sulla bellissima iniziativa riguardo all'apecar, ma dissento assolutamente sulle critiche mosse ai temporary shops. 1. non è vero che per forza devono essere stracari anzi io faccio ottimi prezzi ai giovani creativi per i quali non è male avere un vero e proprio negozio caldo d'inverno e fresco d'estate....che da loro una parvenza di azianda esistente
2.chi li definisce statici pensa solo al fatto che sono fissi su un pavimento, ma per il resto assicuro che si tratta di iniziative dinamiche che muovono i lineamenti della città e delle sue strade e muovono artisti designer ec. che vengono da tutta italia e estero.
3.riflettete prima di denigrare il lavoro di tante persone come me che si danno da fare per svolgere un'attività un pò diversa che interessa a tantissime persone(il mio sito riceve circa 20/30 richieste di informazioni al giorno per un negozio di 38 metri quadri.
non esiste solo l'ape car che è e rimane un'iniziativa super divertente e bellissima. la buona convivenza di idee diverse è fodamentale, perchè in un sito aperto come il vostro appena esce qualcosa di nuovo il resto diventa subito obsoleto?
gradirei risposta se avete voglia