venerdì 26 giugno 2009

Eccelibro: lo zen e la cerimonia del tè

Sono convinta che in alcuni momenti sulla nostra strada appaiano alcune cose che non possiamo non notare, che sono lì, per noi, in quel preciso momento perchè così deve essere. Sabato mattina a Milano nel bookshop di Palazzo Reale, ancora gli occhi e le retine piene delle ninfee evanescenti di Monet, ho trovato questo libro. Ne avevo sentito parlare da tempo e mi ha svelato in maniera semplice ma affascinante i misteri del teismo, le abitudini, la cultura.
Poesia pura, incontaminata, ecco alcuni brani:
"la stanza del tè non vuol essere niente di più che un semplice cottage, una capanna di paglia come noi la chiamiamo. Gli ideogrammi originari per sukiya significano Dimora della Fantasia. E' dimora del Vuoto in quanto priva di ornamenti a eccezione di quel che vi può essere collocato per appagare una esigenza estetica contingente. La separazione della stanza del tè dal resto della casa fu ideata per la prima volta da Senno-Soeki, il più grande fra tutti i maestri del tè. Inizialmente non era che una parte del soggiorno, isolata da paraventi, mentre è poi diventata una stanza a sè stante, semplice per emulare il monastero zen. Le dimensioni canoniche sono una immagine allegorica della non esistenza dello spazio. Il roji è il sentiero nel giardino che porta alla stanza del tè che ha la funzione allegorica di spezzare i legami con il mondo esterno e predisporre al pieno godimento estetico che si raggiungerà nella stanza del tè. Se l'ospite è un samurai, lascerà la spada nella rastrelliera sotto la grondaia, giacchè la stanza del tè è sopra ogni cosa la Dimora della Pace. Poi farà un profondo inchino introducendosi nella stanza tramite una piccola porta, non più alta di un metro. Questa norma valeva per tutti gli ospiti e aveva lo scopo di inclucare l'umiltà. Il padrone entra solo quando tutti gli ospiti sono seduti e la quiete regna, niente turba il silenzio all'infuori dell'acqua che bolle nel bricco di ferro perchè sul suo fondo sono stati disposti alcuni pezzi di ferro, al fine di produrre una melodia particolare".
Magnifico.

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