giovedì 19 giugno 2008

Riflessioni sull'infinito e l'ufficio postale


Strano momento. Fatto di niente. Poco entusiasmo, poca passione, sostanzialmente noia.

Ho perso qualche desiderio per strada, ma mi chiedo se sia proprio necessario averne.

Aspetto un pacco, una promessa. Ma anche questo non cambierà nulla. Non so se mi manca la continuità e la stabilità. Il 25 luglio scade questo lavoro e non v'è certezza della sua ripresa. Cosa mi piacerebbe fare? Non lo so. Il Tao consiglia, in questi casi, di non fare assolutamente niente, di assecondare il nulla. Ho ricevuto ieri il nuovo libro di Wayne Dyer edito da Corbaccio su una rilettura del Tao in versione occidentale. Forse ci vuole un po' per assimilare concetti così lontani dal nostro quotidiano come la dicotomia tra il desiderare, l'essere e il fare.

Ho sempre più voglia di andare in campagna. Ho bisogno delle mie rose che sanno di vaniglia, di piantare nuove piante, di toccare le zolle di terra girate dal trattore. Di rotolarmi nell'erba con la Gommosa e di giocare con lei alla pioggia: lei sotto l'ombrello e io che la spruzzo con la pompa a tutta manetta. E' troppo tempo che non torno.

Avrei voluto condividere il mio luogo preferito con qualcuno, ma non sono stata compresa nè accolta. Un essere complicato ha bisogno di persone più semplici accanto. C'è fuoco sotto la cenere... In me ora un estremo bisogno di tirare i remi in barca. Nel frattempo, tra un po' di bioetica e filosofia, beh, devo ritirare un pacco alla posta. La vita è adesso.

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