venerdì 8 gennaio 2010

Dolce dormire, la notizia


Donne, dormite di più
Coricarsi a orario fisso è efficace perchè il corpo prenda il ritmo

La sfida arriva dagli Stati Uniti: per tutto gennaio a letto otto ore a notte
EGLE SANTOLINI
MILANOAbbiamo infranto il soffitto di cristallo nell’industria, al Congresso, nei media e nei viaggi spaziali. E adesso pensate a quali risultati potremo arrivare quando saremo lucide e riposate». L’ultima sfida per il 2010 in arrivo dall’America ha un piglio spiccatamente femminista e riguarda un bene che dovrebbe essere alla portata di tutti. Ma che invece tende a scarseggiare, soprattutto per le donne: il sonno. Sappiamo benissimo che, in teoria, ce ne vorrebbero otto ore o almeno sette e mezzo per notte. Tra cura della famiglia, lavoro portato a casa (dopotutto, adesso basta un BlackBerry) ma anche controllo delle e-mail, partite di Farmville su Facebook e scanalamento sulla tivù satellitare, va a finire che ne dormiamo molte ma molte di meno. Visto però che la deprivazione di sonno non mostra i suoi effetti immediatamente, va a finire che ci illudiamo di poter trascurare questo bisogno fisiologico: di fame si muore; di veglia, apparentemente, no. Ma Arianna Huffington, creatrice e «dea-ex-machina» del blog Huffington Post, e Cindi Leive del mensile «Glamour», hanno deciso che questo è un tema essenziale per il benessere della nazione. E per sottolinearlo hanno indetto sul Web un concorso che è una specie di «Chi vuol essere riposata?» La sfida: dormire bene tutte le notti per tutto il mese di gennaio. Le concorrenti: loro due innanzitutto, e poi chiunque vorrà partecipare. Il premio: l’incomparabile serenità di una mente rilassata. Con ricaschi ineguagliabili su stato della memoria, freschezza della pelle, lucidità del pensiero. Perfino, sui chili in eccesso (e questo è l’argomento che, probabilmente, darà più slancio alla competizione). C’è del fascino in tutta l’operazione, proprio perché il tema è, insieme, di una banalità lapalissiana e di una profondità primitiva. Cosa c’è di più naturale del ritmo del sonno e della veglia? E cosa c’è di più stupidamente onnipotente della voglia di controllare quel ritmo, magari per far carriera e per sembrare più bravi (brave) degli altri? Arianna Huffington lo spiega benissimo: «Spesso le donne sentono che al club dei loro colleghi uomini non apparterranno mai. E allora, viene in mente quella scorciatoia». Stare più sveglia per sembrare più sveglia, insomma. Ma non funziona, no che non funziona. Bill Clinton, ricorda ancora Arianna, si è sempre vantato delle sue cinque ore per notte. Peccato che poi abbia ammesso di aver commesso i suoi errori più gravi «quando era stanco». Come addormentarsi Michael Breus, il medico ingaggiato dalle due signore come consulente scientifico del progetto, autore del libro «Sonno di bellezza: sembrare più giovane, perdere peso e sentirsi al meglio con un sonno migliore», ricorda che chi dorme poco è maggiormente esposto a stress, malattie, incidenti di traffico. Tentennerà nelle decisioni, si sentirà confuso, pigro, privo di nerbo; alle riunioni di lavoro non saprà difendere le proprie opinioni. Messa così, sembra la formula dell’acqua calda: «Dormici sopra e farai qualsiasi cosa in modo più brillante», come conclude il dottore. Ma i suoi consigli (vedi i box sopra) funzionano, eccome: lo dimostrano i primi post delle frequentatrici del blog, fra ammissioni di colpa («stanotte non ce l’ho fatta, ho rotto il patto: sei ore di sonno») e bollettini della vittoria («è tutta un’altra vita»). Al di là delle osservazioni sulle tecniche empiriche (sì, il bagno caldo è efficace: basta farlo mezz’ora prima di mettersi sotto le coperte), l’intervento più significativo tra quelli postati sull’Huffington, fino a questo momento, è quello estremamente combattivo di Ellen Galinsky, presidente dell’Istituto per il lavoro e le famiglie, che suggerisce di allargare la sfida agli uffici e di coinvolgere i colleghi di lavoro ma anche i capi, perché l’insonnia mina la produttività del Paese. Una ricerca commissionata dall’Istituto dimostra infatti che il 27 per cento del campione interpellato ha sperimentato turbe del sonno in grado di peggiorare le prestazioni professionali «almeno qualche volta» nel corso del mese, e il 9 per cento addirittura «spesso» o «abbastanza spesso». Imitare i bambini Dal 4 gennaio, giorno dell’inizio della sfida, nuovi interventi si aggiungono ogni ora. Un altro medico, l’indiana di New York Gayatri Devi, spiega come il sonno migliori la memoria e aiuti a coltivare il genio: «Lo sapete che gli uccellini provano le loro melodie mentre dormono? Che i violinisti si esercitano inconsciamente con il loro strumento, che le ballerine ripassano senza saperlo ogni singolo movimento coreografico? Succede ai surfisti, ai giocatori di golf, perfino agli appassionati di Tetris». . Rimbalzano sul blog ricerche britanniche sul maggior tasso di depressione negli adolescenti insonni e studi scientifici sul reale influsso della caffeina sulle fasi Rem. Russell Bishop,scrittore e coach, condivide la propria esperienza: «Sarà un fattore del tutto personale, ma qualche volta, prendendo sonno, ho la sensazione di entrare in contatto con una parte molto profonda di me, aspetti della mia coscienza che potrebbero definirsi di una natura più alta». Ma al di là delle suggestioni mistiche, quello che viene subito la voglia di seguire è il consiglio di Amy Hertz: «Provate con un pisolino pomeridiano, come se aveste ancora due anni». Orari di lavoro permettendo, s’intende.


(Fonte: La Stampa)




Non ditelo a me che sono un ghiro fatto e finito, per me 8 sono poche. Il mio equilibrio psico fisico parte dalle 9 ore e 45 in su...ma forse sono malata)

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